Piraj

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Dal giornale Dialogo - Numero di Aprile 1996

 

Suor Annamaria Moccaldi e la sua missione in Albania

Combattere con l’arma dell’amore

 

Il 16 ottobre del 1994, figlia di questa comunità parrocchiale e suora delle Piccole Operaie dei Sacri Cuori, suor Annamaria Moccaldi inizia la sua esperienza di missionaria in Albania. Un’esperienza che la sta rafforzando sempre più nel suo dono totale a Dio e ai fratelli: é lei stessa che ci racconta come sente forte dentro di
sé la scelta della missione e quanto la stia arricchendo e facendo crescere
il suo rapporto con il popolo albanese. Nel suo ultimo viaggio in Italia, abbiamo avuto l’opportunità di rivederla e di sentirla raccontare la sua esperienza

 

Dall’espressione del suo volto e dalle sue parole era evidente la gioia e la serenità: il suo desiderio maggiore era quello di farci conoscere la grandezza delle persone che incontra in Albania, la loro ricchezza interiore, la loro voglia di crescere nella fede e il loro desiderio di una vita più dignitosa. Suor Annamaria ci ha raccontato qual é l’impegno delle suore nella missione. Le Piccole Operaie dei Sacri Cuori sono ritornate in Albania dopo 50 anni di assenza: operavano a Valona ma furono espulse e solo nel 1994 hanno potuto far ritorno in questo Paese. Oggi hanno una Casa nel territorio tra Lezhe e Scutari, nel villaggio di Piraj: la loro attività missionaria si estende anche al villaggio di Kodhel, collaborando attivamente con la missione di Blinisht, guidata da don Antonio Sciarra, missionario del luogo. I villaggi di Piraj e Kodhel sono molto poveri, dove la gente é assetata della Parola di Dio. Vi operano tre Piccole Operaie dei Sacri Cuori, Madre Tullia, Suor Angelica e Suor Annamaria Moccaldi, oltre a due novizie e ad un’aspirante novizia. Grazie alla loro attività, a Piraj sono stati scavati due pozzi, é stata allacciata l’energia elettrica, si sta costruendo la Chiesa della Santissima Trinità, si é in attesa di poter costruire un centro di fisioterapia per bambini handicappati. Molte sono le attività di evangelizzazione e di promozione umana, sia nel villaggio di Piraj che in quello di Kodhel, anche se a Piraj con maggiore intensità. Le suore portano la comunione agli ammalati, visitano le famiglie, fanno corsi di catechesi per il Battesimo e per il Matrimonio: molto forte il desiderio della gente di ricevere i sacramenti, partecipa volentieri alla preparazione, molte sono le coppie che desiderano regolarizzare la loro unione col matrimonio cristiano. A Piraj si celebra la S. Messa ogni mercoledì e domenica, a Kodhel la domenica ogni 15 giorni. Vengono poi organizzati corsi di cucina e di taglio per le donne del posto, per la loro promozione umana, il tutto sotto l’esempio e l’insegnamento di don Antonio Sciarra, 61 anni, che con la missionaria Elsa lavora intensamente per questo popolo. Si occupa delle ragazze scomparse e che si sono date alla prostituzione: per ogni ragazza ritrovata pone una croce bianca vicino alla statua della Madonna. Ha aperto sei cantieri, dove i ragazzi possono lavorare e non scappare, ha aperto un laboratorio di ceramiche con giovani mandati a specializzarsi in Italia, ha istituito una scuola per meccanici, un corso di computer, uno studio di fisioterapia: perché i giovani non vogliono scappare dall’Albania, per cui si affidano alla Chiesa, da cui si aspettano la possibilità non solo di lavorare, ma anche di credere in sé stessi. É stato proprio don Antonio Sciarra che ha promosso l’iniziativa denominata “Puliamo i nostri villaggi”, con l’intento di liberare i territori dei villaggi dai bossoli che, disseminati ovunque, sono un pericolo per tutti. La raccolta dei bossoli, con l’intento di una maggiore sicurezza e come chiara forma di lotta contro la guerra, é stata molto sentita da bambini e ragazzi (più di 3000 quelli impegnati): per ogni dieci bossoli raccolti, un bambino riceveva un quaderno; i ragazzi più grandi ricevevano un libro ogni cinque bossoli inesplosi. Gli adulti sono stati invece sensibilizzati a consegnare le armi, e molti hanno risposto. Davanti ad ogni bossolo raccolto é stata scritta la parola “Pace”, e dentro é stato inserito un fiore. Tutti i bossoli raccolti sono stati offerti durante la S. Messa di Natale: ad essa erano presenti le autorità civili e militari. I quattro quintali di bossoli raccolti sono poi stati affidati ad una fonderia italiana per ricavarne la Campana della Pace.
In Albania c’é l’usanza della legge della vendetta: il perdono é un valore che va contro la legge del popolo albanese. Durante la stessa Messa il papà di Arnaldo, un bambino di due anni ucciso da un proiettile, é salito all’altare per perdonare gli assassini del figlio. In profonda comunione con Suor Annamaria si impegnano tutti, ognuno nel proprio luogo, a costruire la pace e a pulire i cuori (anche i nostri) dalle incrostazioni della discriminazione e dell’egoismo.

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