San Paolino di Nola Vescovo
                        22 giugno - Memoria Facoltativa

                                                                           Burdigala (Bordeaux), Francia, 355 - Nola, Napoli, 431

Discendeva da ricca famiglia patrizia romana (nacque nel 355 a Bordeaux, dove il padre era funzionario imperiale) e favorito nella carriera politica da amicizie altolocate, divenne «consul suffectus», cioè sostituto, e governatore della Campania. Incontrò il vescovo Ambrogio di Milano e il giovane Agostino di Ippona, dai quali fu avviato alla fede cristiana. Ricevuto il battesimo verso i venticinque anni, durante un viaggio in Spagna conobbe e sposò Therasia. Dopo la morte prematura dell'unico figlioletto, Celso, entrambi si dedicarono interamente all'ascesi cristiana, sul modello di vita monacale orientale. Così, di comune accordo distribuirono le ingenti ricchezze ai poveri, e si ritirarono nella Catalogna, deve venne ordinato prete. A Nola, poi, diede inizio alla costruzione di un santuario, ma si preoccupò anzitutto di erigere un ospizio per i poveri, adattandone il primo piano a monastero, dove si ritirò con Therasia e alcuni amici. Nel 409 fu eletto vescovo di Nola. Morì a 76 anni, nel 431.

Etimologia: Paolino = piccolo di statura, dal latino

Emblema: Bastone pastorale

Martirologio Romano: San Paolino, vescovo, che, ricevuto il battesimo a Bordeaux e lasciato l’incarico di console, da nobilissimo e ricchissimo che era si fece povero e umile per Cristo e, trasferitosi a Nola in Campania presso il sepolcro di san Felice sacerdote per seguire da vicino il suo esempio di vita, condusse vita ascetica con la moglie e i compagni; divenuto vescovo, insigne per cultura e santità, aiutò i pellegrini e soccorse con amore i poveri.


"I cuori votati a Cristo respingono le Muse e sono chiusi ad Apollo", così scriveva Paolino al maestro Decimo Magno Ausonio, che lo aveva iniziato alla retorica e alla poetica. Paolino era stato un giovane dal temperamento d'artista. Discendeva da ricca famiglia patrizia romana (nacque nel 355 a Bordeaux, dove il padre era funzionario imperiale) e favorito nella carriera politica da amicizie altolocate, divenne "consul suffectus", cioè sostituto, e governatore della Campania. Ebbe anche la ventura di incontrare il vescovo Ambrogio di Milano e il giovane Agostino di Ippona, dai quali fu avviato sulla strada della conversione a Cristo. Ricevuto il battesimo verso i venticinque anni, durante un viaggio in Spagna conobbe e sposò Therasia.
Dopo la morte prematura dell'unico figlioletto, Celso, entrambi decisero di dedicarsi interamente all'ascesi cristiana, sul modello di vita monacale in voga in Oriente. Così, di comune accordo si sbarazzarono delle ingenti ricchezze che possedevano un po' ovunque, distribuendole ai poveri, e si ritirarono nella Catalogna per dare inizio ad un'originale esperienza ascetica. Paolino era ormai sulla quarantina. Conosciuto e ammirato nell'alta società, era amato ora anche dal popolo, che a gran voce chiese al vescovo di Barcellona di ordinarlo sacerdote.
Paolino accettò con la clausola di non essere incardinato tra il clero di quella regione. Declinò anche l'invito di Ambrogio, che lo voleva a Milano. Paolino accarezzava sempre l'ideale monastico di una vita devota e solitaria. Infatti si recò quasi subito in Campania, a Nola, dove la famiglia possedeva la tomba di un martire, S. Felice. Diede inizio alla costruzione di un santuario, ma si preoccupò anzitutto di erigere un ospizio per i poveri, adattandone il primo piano a monastero, dove si ritirò con Therasia e alcuni amici in "fraternitas monacha", cioè in comunità monastica.
I contatti con il mondo li manteneva attraverso la corrispondenza epistolare (ci sono pervenute 51 lettere) con amici e personalità di maggior spicco nel mondo cristiano, tra cui appunto Agostino. Per gli amici buttava giù epitalami e poesie di consolazione. Ma a porre termine a quella mistica quiete, nel 409, sopraggiunse l'elezione a vescovo di Nola. Si stavano preparando per l'Italia anni tempestosi. Genserico aveva passato il mare alla testa dei Vandali e si apprestava a mettere a sacco Roma e tutte le città della Campania. Paolino si rivelò un vero padre, preoccupato del bene spirituale e materiale di tutti. Morì a 76 anni, nel 431, un anno dopo l'amico S. Agostino.

Autore: Piero Bargellini

 


 

Protettore dei suonatori di campane, secondo la tradizione San Paolino di Nola è stato il primo ad usare le campane nella Chiesa. Infatti la parola campana deriva da Campania, la regione italiana dove il santo, festeggiato oggi, si attivò a favore dei poveri. Paolino nasce a Bordeaux (Francia) nel 355. Nobile e ricchissimo, figlio di un funzionario imperiale, studia, diventa avvocato e si avvia a una brillante carriera politica. Governatore della Campania, Paolino viene amato per la sua saggezza e la sua umanità. Il governatore è legato soprattutto alla città di Nola (Napoli) dove possiede alcuni terreni e una chiesetta costruita sopra la tomba di San Felice, primo vescovo di Nola, venerato per i suoi tanti miracoli. Paolino conosce i futuri Santi Ambrogio (vescovo di Milano) e Agostino d’Ippona. Da queste amicizie nasce la conversione del potente e ricco governatore che si fa battezzare. Durante un viaggio in Spagna conosce e sposa la nobildonna Therasia e va a vivere a Barcellona. Dopo la morte del loro primo figlio neonato, i due sposi decidono di vendere le loro ingenti sostanze e di regalare tutto ai poveri. Il popolo di Barcellona lo acclama e Paolino viene ordinato sacerdote. Anche Ambrogio lo chiama a Milano e lo vorrebbe accanto a sé, ma Paolino con sua moglie, che vivono in castità e con alcuni compagni, si rifugia a Nola, alla ricerca di meno clamore e di un contatto più autentico con Dio. Costruisce un monastero accanto al Santuario di San Felice con alcuni locali per accogliere i poveri, ai quali offre sostegno materiale e tanto amore. Paolino scrive anche poesie e bellissime lettere sull’amicizia, e coltiva l’orto. Viene, poi, nominato vescovo di Nola e durante il saccheggio dei Vandali, guidati da Genserico, difende il popolo vendendo tutto quello che può, per riscattare i prigionieri inviati come schiavi in Africa. Non ha più nulla quando una madre piangente lo implora di salvare il suo unico figliolo. Parte lui al posto del ragazzo, schiavo in Africa. Paolino, però, riesce a liberare se stesso e gli altri prigionieri, facendo ritorno a Nola con una nave colma di grano. La folla lo accoglie festante come un eroe e gli va incontro donandogli gigli. Ancora oggi Nola, nel mese di giugno, festeggia il suo vescovo con la tradizionale “Festa dei gigli”. Paolino muore a Nola nel 431 e il suo corpo riposa nella cattedrale di questa città.  
 
Autore: Mariella Lentini

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