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- sabato | 9 ottobre 2021
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Lectio sabato 9 ottobre 2021
Sabato della Ventisettesima Settimana del Tempo Ordinario (Anno B)
Profeta Gioele 4, 12 - 21
Luca 11, 27 - 28
1) Preghiera
O Dio, fonte di ogni bene, che esaudisci le preghiere del tuo popolo al di là di ogni desiderio e di ogni merito, effondi su di noi la tua misericordia: perdona ciò che la coscienza teme e aggiungi ciò che la preghiera non osa sperare.
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2) Lettura: Profeta Gioele 4, 12 - 21
Così dice il Signore: Si affrettino e salgano le nazioni alla valle di Giòsafat, poiché lì sederò per giudicare tutte le nazioni dei dintorni.
Date mano alla falce, perché la messe è matura; venite, pigiate, perché il torchio è pieno e i tini traboccano, poiché grande è la loro malvagità!
Folle immense nella valle della Decisione, poiché il giorno del Signore è vicino nella valle della Decisione.
Il sole e la luna si oscurano e le stelle cessano di brillare.
Il Signore ruggirà da Sion, e da Gerusalemme farà udire la sua voce; tremeranno i cieli e la terra.
Ma il Signore è un rifugio per il suo popolo, una fortezza per gli Israeliti.
Allora voi saprete che io sono il Signore, vostro Dio, che abito in Sion, mio monte santo, e luogo santo sarà Gerusalemme; per essa non passeranno più gli stranieri.
In quel giorno le montagne stilleranno vino nuovo e latte scorrerà per le colline; in tutti i ruscelli di Giuda scorreranno le acque.
Una fonte zampillerà dalla casa del Signore e irrigherà la valle di Sittìm.
L’Egitto diventerà una desolazione ed Edom un arido deserto, per la violenza contro i figli di Giuda,
per il sangue innocente sparso nel loro paese, mentre Giuda sarà sempre abitata e Gerusalemme di generazione in generazione. Non lascerò impunito il loro sangue, e il Signore dimorerà in Sion.
3) Riflessione su Profeta Gioele 4, 12 - 21
Il giorno del Signore è vicino, nella valle della Decisione... (Gioele 4,16) - Come vivere questa Parola?
Anche nel suo quarto e ultimo capitolo, Gioele annuncia un Dio forte e terribile che verrà e giudicherà. Con un linguaggio decisamente apocalittico ma anche poetico, egli invita alla conversione perché il Signore arriverà nel suo giorno proprio nella valle della decisione. Probabilmente questa espressione indica la valle di Giosafat, a Gerusalemme, la valle del Giudizio.
Ci piace pensare che Dio arrivi nella nostra valle della decisione, che non è un luogo geografico ma si identifica con la nostra vita. È nella nostra esistenza che il Signore arriva, è lì che si realizza il giudizio universale. Questa parola giudizio sembra dura e arrivare dall'alto, inflessibile. Ma il giudizio è l'altra faccia della decisione, ci dice Gioele, è il frutto del discernimento. Quello che più o meno consapevolmente esercitiamo, esercitiamo tutti, ogni giorno.
Si può dire che Gioele stamattina ci dice: il Signore sta arrivando, è presente nelle nostre decisioni. Ogni volta che scegliamo possiamo farlo con Dio o senza di lui. Possiamo farlo in sintonia con la sua volontà o contro di lui. Ogni scelta nostra determina la nostra relazione con Dio, la indebolisce o la rafforza. E tutto è scelta nella nostra vita: cosa comprare, con chi uscire, con chi e per cosa lavorare, chi e come amare. Così costruiamo anche il nostro giudizio!
Signore, il tuo spirito sostenga ogni nostra scelta a ci aiuti a costruire armoniosamente la nostra via a te.
Ecco la voce di un teologo André Louf: È la Parola di Dio stessa, sovrana, che tocca il cuore, lo ferisce e, ferendolo, lo risveglia, lo rende sensibile e capace di vedere oltre l'apparenza. La frequentazione quotidiana della parola di Dio sotto forma di lectio divina costituisce il terreno per eccellenza del discernimento.
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4) Lettura: Vangelo secondo Luca 11, 27 - 28
In quel tempo, mentre Gesù parlava, una donna dalla folla alzò la voce e gli disse: «Beato il grembo che ti ha portato e il seno che ti ha allattato!».
Ma egli disse: «Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!».
5) Riflessione sul Vangelo secondo Luca 11, 27 - 28
Il Signore ci mostra sempre la via della gioia vera, profonda e ci aiuta a distinguere tra felicità e felicità. Nel Vangelo troviamo una cosa meravigliosa: Gesù, mentre apparentemente esprime un certo rifiuto, proclama la beatitudine di sua madre. "Beato il grembo che ti ha portato e il seno da cui hai preso il latte! " esclama una donna tra la folla, e Gesù risponde: "Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!". Non nega che per la Madonna fu una grande gioia essere sua madre, ma dice che nella sua gioia c’e un elemento più profondo. Sappiamo che Maria aveva rinunciato alla maternità, che non era per lei essenziale; essenziale era essere la serva del Signore, ascoltare la parola di Dio e custodirla. Due volte nella sua vita Dio le domandò la rinuncia alla maternità: prima dell'annuncio dell'Angelo e sul Calvario, quando Maria, in un certo senso, rinnovò la sua rinuncia accettando il sacrificio del Figlio, accettando di non essere più madre di un figlio vivo. Ma domandandole questo sacrificio così grande Dio le diede molto di più: la unì a sé, le rivelò i suoi disegni e fece di lei la collaboratrice a questi divini disegni, a un livello profondissimo. ``In ogni chiamata di Dio ci sono molti aspetti ed è importante attaccarsi al più autentico, al più profondo. Questo si verifica anche in ogni situazione, che presenta vantaggi umani e vantaggi spirituali. C'è il rischio di attaccarsi agli aspetti più umani e di entrare in casi terribili quando questi vengono meno. Se invece guardiamo all'aspetto più profondo siamo al sicuro, perché se è necessario farne sacrificio sappiamo comunque che non viene meno il rapporto con Dio, la nostra vita segreta con lui”. Ecco un esempio concreto. Molte volte ci sentiamo dire: "Come è fortunato di essere a Roma, nel centro della cristianità, in una città così interessante, e vicino al santo Padre!". Ed è vero: è un dono di Dio di cui essere riconoscente. Però, se ci attaccassimo a questa situazione per i vantaggi che presenta, dimenticheremmo l'aspetto essenziale, al quale invece dobbiamo tenere assolutamente, ed è che sono qui per il servizio di Dio, per obbedire a lui, perché è lui che l'ha voluto. `Se abbiamo queste disposizioni, siamo sicuri che non ci mancherà mai la gioia vera, anche quando il Signore ci chiedesse il sacrificio di una situazione che ci dà gioia. "Beati coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano", la parola di Dio che ci rivela il suo mistero e il suo disegno d'amore, la parola che è anche la sua volontà, che è nutrimento della nostra anima, come era il cibo di Gesù. Domandiamo per noi e per le persone che amiamo la grazia di essere attaccati a ciò che davvero è essenziale, per essere liberi di fare gioioso sacrificio al Signore di tutto quanto egli vorrà chiederci per farci crescere nel suo amore.
«In quel tempo, mentre Gesù parlava, una donna dalla folla alzò la voce e gli disse: “Beato il grembo che ti ha portato e il seno che ti ha allattato”. Ma egli disse: “Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano”» (Lc. 11, 27-28) - Come vivere questa Parola?
Dopo che Gesù ha effettivamente messo a tacere i suoi avversari e le loro accuse ridicole, una donna grida dalla folla circostante: "Beato il grembo che ti ha portato e il seno che ti ha allattato!" Era una bellissima lode, prima a Gesù stesso ma anche a sua madre. Questa donna è chiaramente una della folla che è rimasta stupita dal lavoro che Gesù sta facendo in contrasto con i cinici miscredenti che vogliono distruggere Gesù.
Ma Gesù cambia le parole della donna. "Ancora più felici sono quelli che ascoltano la parola di Dio e la osservano!" La grandezza negli occhi di Dio non sta nei doni e nei privilegi che sono stati concessi, ma nella risposta che è data a Dio. La vera grandezza di Maria è stata appunto la sua apertura incondizionata al progetto di Dio su di lei!
Maria è il modello di chi ascolta, conserva la parola e la mette in pratica nella sua vita. Ma è anche il modello di chi riflette sulla parola di Dio. Ecco quanto siamo invitati a fare nei riguardi della Parola: ascoltare, conservare, mettere in pratica, meditare. La qualità della nostra vita, in quanto cristiani, dipenderà dalla misura in cui riusciamo a unire queste quattro condizioni per rendere feconda in noi la Parola.
Signore Gesù, grazie perché ci hai dato Maria, tua madre, come madre nostra affinché ci insegnasse ad essere tuoi discepoli. Alla sua scuola impareremo ad accogliere la Parola e a farla nostra di modo che diventi carne in noi come si è fatta carne in Lei.
Ecco la voce del Papa Beato Paolo VI: La Vergine Maria è stata sempre proposta dalla Chiesa alla imitazione dei fedeli non precisamente per il tipo di vita che condusse e, tanto meno, per l'ambiente socioculturale in cui essa si svolse, oggi quasi dappertutto superato; ma perché, nella sua condizione concreta di vita, ella aderì totalmente e responsabilmente alla volontà di Dio.
"Beati piuttosto coloro che ascoltano la Parola di Dio e la vivono" (Lc 11,28) - Come vivere questa Parola?
La sapienza di Gesù che attirava le folle, provocò un giorno l'ammirazione di una popolana che, vedendo nel Figlio di Maria una grandezza incomparabile, esplose gridando: "Beato il grembo che ti ha portato e il seno che ti ha allattato".
Immediata è la risposta di Gesù. Certo Egli è ben lontano dal non voler apprezzare sua Madre: Maria Santissima. Qui però gl'interessa mettere bene a fuoco l'identità del cristiano che, tanto spesso, è confusa e sfocata.
Il vero credente è come Gesù ha detto: uno che costruisce il suo vivere giorno per giorno sulla solidità della roccia.
Ma che cos'è questa solidità che resiste a diluvianti acque, a terremoti e ad altri disastri ecologici?
La risposta è vivida come il sole ed è qualcosa che rende "beati".
Sì, chi è fedele ogni giorno alla Parola di Dio (quella offerta dal Calendario Liturgico o da un libro della Sacra Scrittura non però scelto a caso né leggiucchiato) realizza davvero la beatitudine.
Conseguenza di questa perseverante fedeltà è una pace dell'anima, un riposo del cuore, una scoperta sempre nuova della luce che illumina il nostro vissuto.
Signore Gesù, liberaci dalla sabbia di una vita dispersa solo in parole, ma fa' che ci illumini la Tua Parola e sostiene la nostra decisione di leggerla pregarla e viverla ad ogni costo.
Ecco la voce di una eremita di città Antonella Lumini: "L'affidarsi quieta il bambino. Lo avvolge il misterioso calore che emana dalla madre. Così l'anima fedele nel pregare la Parola, si acquieta nell'abbraccio dello Spirito Santo Consolatore".
Ecco la voce di un grande testimone Beato Charles di Foucauld: "Diventare amici dei fratelli più bisognosi, amarli e farsi amare, portarli alla virtù, e dalla virtù e dalla buona volontà ad ogni verità, vivere per salvarli. Ecco il programma: amore, amore, bontà, bontà".
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6) Per un confronto personale
- La grandezza di Gesù e la sua beatitudine non sono nelle opere che sta compiendo. Le opere sono un frutto. Sono il frutto della sua perfetta obbedienza al Padre suo. Quali sono per noi i momenti di beatitudine?
- Maria non è beata perché ha concepito il Messia del Signore. È beata perché ha creduto, si è consegnata interamente alla Parola del suo Dio. Ha ascoltato. Riusciamo anche noi ad ascoltare il Signore?
7) Preghiera finale: Salmo 96
Gioite, giusti, nel Signore.
Il Signore regna: esulti la terra,
gioiscano le isole tutte.
Nubi e tenebre lo avvolgono,
giustizia e diritto sostengono il suo trono.
I monti fondono come cera davanti al Signore,
davanti al Signore di tutta la terra.
Annunciano i cieli la sua giustizia,
e tutti i popoli vedono la sua gloria.
Una luce è spuntata per il giusto,
una gioia per i retti di cuore.
Gioite, giusti, nel Signore,
della sua santità celebrate il ricordo.