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- domenica | 3 ottobre 2021
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Lectio domenica 3 ottobre 2021
Domenica della Ventisettesima Settimana del Tempo Ordinario (Anno B)
Lettera agli Ebrei 2, 9 - 11
Marco 10, 2 - 16
1) Orazione iniziale
O Dio, che hai creato l'uomo e la donna perché i due siano una carne sola, dona loro un cuore sempre fedele, perché nella santità dell'amore nulla separi quello che tu stesso hai unito.
Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.
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2) Lettura: Lettera agli Ebrei 2, 9 - 11
Fratelli, quel Gesù, che fu fatto di poco inferiore agli angeli, lo vediamo coronato di gloria e di onore a causa della morte che ha sofferto, perché per la grazia di Dio egli provasse la morte a vantaggio di tutti. Conveniva infatti che Dio – per il quale e mediante il quale esistono tutte le cose, lui che conduce molti figli alla gloria – rendesse perfetto per mezzo delle sofferenze il capo che guida alla salvezza. Infatti, colui che santifica e coloro che sono santificati provengono tutti da una stessa origine; per questo non si vergogna di chiamarli fratelli.
3) Commento su Lettera agli Ebrei 2, 9 - 11
La seconda lettura, tratta dalla lettera agli Ebrei, ci spiega come la salvezza sia realizzata in Cristo, sommo sacerdote, nostro intercessore presso il Padre, creatore di tutte le cose. Ma per giungere a questa salvezza occorreva percorrere un cammino attraverso la sofferenza, che è la via che conduce alla perfezione e Gesù l'ha percorsa per noi e con noi, diventando così a pieno titolo nostro fratello. Quindi l'unico modo per essere fedeli è appellarci a Cristo, che ha realizzato con la sua morte il progetto di fedeltà assoluta al Padre. Nell'impegno d'amore del matrimonio o della Vita Consacrata questo significa mantenere nel tempo essendo saldi nella fede.
La rilevazione di Dio nei confronti degli uomini. Con la parola di Dio abbiamo la suprema dignità di Gesù. Lo vediamo coronato di gloria e di amore a causa della morte che ha sofferto, perché la provasse a vantaggio di tutti.
L'amore di Gesù si afferma in tutta la sua potenza nella sofferenza. Cristo scelse l'obbedienza a Dio attraverso l'amore per gli uomini, conquistandoli. Cristo assumendo una natura umana è entrato a far parte del casato di Adamo, così può chiamare gli uomini, fratelli. Gesù come uomo si è abbandonato alla volontà del Padre distruggendo ogni possibile dubbio circa l'amore di Dio per gli uomini.
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4) Lettura: Vangelo secondo Marco 10, 2 - 16
In quel tempo, alcuni farisei si avvicinarono e, per metterlo alla prova, domandavano a Gesù se è lecito a un marito ripudiare la propria moglie. Ma egli rispose loro: «Che cosa vi ha ordinato Mosè?». Dissero: «Mosè ha permesso di scrivere un atto di ripudio e di ripudiarla».
Gesù disse loro: «Per la durezza del vostro cuore egli scrisse per voi questa norma. Ma dall’inizio della creazione [Dio] li fece maschio e femmina; per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una carne sola. Così non sono più due, ma una sola carne. Dunque l’uomo non divida quello che Dio ha congiunto».
A casa, i discepoli lo interrogavano di nuovo su questo argomento. E disse loro: «Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un’altra, commette adulterio verso di lei; e se lei, ripudiato il marito, ne sposa un altro, commette adulterio».
Gli presentavano dei bambini perché li toccasse, ma i discepoli li rimproverarono. Gesù, al vedere questo, s’indignò e disse loro: «Lasciate che i bambini vengano a me, non glielo impedite: a chi è come loro infatti appartiene il regno di Dio. In verità io vi dico: chi non accoglie il regno di Dio come lo accoglie un bambino, non entrerà in esso». E, prendendoli tra le braccia, li benediceva, imponendo le mani su di loro.
5) Riflessione sul Vangelo secondo Marco 10, 2 - 16
Il vangelo di questa domenica ci porta a riflettere sulla forma di comunione che nasce dal matrimonio. L’episodio di oggi vede Gesù interrogato dai farisei circa il divorzio. Egli dice che Mosè ha permesso di rimandare la moglie per la durezza del loro cuore; Egli rimanda al disegno originario di Dio. All’inizio Dio creò l’uomo maschio e femmina e “per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e i due saranno una carne sola”. Guardando in profondità, la comunione è inscritta in quel disegno di Dio che dice: non è bene che l’uomo sia solo. Queste parole sono inscritte nel cuore di ogni uomo e di ogni donna e ancor più rimandano all’essenza di Dio che non è isolato e solo ma Comunione di tre Persone Divine. L’amore tra due creature come l’uomo e la donna ha la grandezza e consistenza di un dono reciproco per tutta la vita. La fede cristiana ha accolto questo insegnamento e lo tramanda di generazione in generazione. Oggi a molti questo insegnamento va stretto, ritengono che la Chiesa sia fuori dai tempi ma essa conserva l’insegnamento del Signore e quello che Lui ha detto è comprensibile anche agli occhi della ragione, che può cogliere nella creazione dell’uomo e della donna il progetto di Dio. Oggi talvolta si preferisce un rapporto meno profondo e meno impegnativo ma sembra tanto un amore usa e getta. Il progetto di Dio è invece un amore grande e vero di una persona verso l’altra. Certo non è facile vivere questo sacramento ed è necessaria la preghiera e la Grazia del Signore per superare le difficoltà che non mancano. Nel sacramento del matrimonio, l’uomo e la donna diventano il segno dell’amore di Cristo per la Chiesa: come l’uno e l’altra formano una cosa sola così Cristo e la Chiesa sono indissolubilmente uniti. Purtroppo la rottura del vincolo matrimoniale, a cui assistiamo spesso, non rovina solo l’amore degli sposi ma ha ricadute di sofferenza che si riversano sui bambini, che sono i più deboli. Di fronte alla sfiducia e a scelte di corto respiro dobbiamo come Chiesa nutrire la speranza che con Dio è possibile anche oggi celebrare il matrimonio, specialmente cristiano, impegnandosi in un amore oblativo. L’uomo non è fatto per essere ripiegato su se stesso e Dio ci mette davanti la sfida di un amore grande a cui ciascuno è chiamato nella propria vocazione: nel matrimonio o nella Vita Consacrata. Il modello dell’amore è Gesù che ha dato la vita per tutti e ci ha amati fino alla fine.
Nel contesto della manifestazione del Figlio dell’uomo e dopo il secondo annuncio della passione, Marco espone - come complemento catechetico - l’insegnamento sulla indissolubilità del matrimonio, e i comportamenti richiesti per fare parte del regno di Dio.
Gesù cambia scena (Mc 10,1): va in Giudea. Espone con autorità messianica - non a un gruppo ma al popolo - l’indissolubilità del matrimonio come un principio universale. San Marco non entra nelle discussioni dei rabbini sulla legislazione del divorzio. Coglie con fedeltà le parole di Gesù, senza tener conto della clausola eccezionale trasmessa da (Mt 19,9). Marco, rivolgendosi a comunità di gentili, e andando al di là del mondo giudaico, ricorre alla Genesi (Gen 1,27 e 2,24): nell’unione indissolubile del matrimonio brillano, folgoranti, l’immagine e la somiglianza poste da Dio nell’uomo e nella donna. Gesù spiega e chiarisce la volontà del Creatore.
L’atteggiamento di Gesù con i bambini fa trasparire la fiducia con la quale bisogna ricevere Dio come Padre (Abbà), la protezione e la sicurezza della paternità divina. Alcune tradizioni patristiche hanno scoperto nell’atteggiamento di Gesù con i bambini un’allusione implicita al battesimo dei bambini.
Il sogno di Dio è che nessuno sia solo, senza sicurezza.
Alcuni farisei si avvicinarono a Gesù per metterlo alla prova: «è lecito a un marito ripudiare la moglie?». Chiaro che sì, è pacifico, non solo la tradizione religiosa, ma la stessa Parola di Dio lo legittimava. Gesù invece prende le distanze dalla legge biblica: «per la durezza del vostro cuore Mosè scrisse per voi questa norma». Gesù afferma una cosa enorme: non tutta la legge, che noi diciamo di Dio, ha origine divina, talvolta essa è il riflesso di un cuore duro. Qualcosa vale più della lettera scritta. Simone Weil lo dice in modo luminoso: «Mettere la legge prima della persona è l'essenza della bestemmia». E per questo Gesù, infedele alla lettera per essere fedele allo spirito,
ci «insegna ad usare la nostra libertà per custodire il fuoco e non per adorare la cenere!» (G. Mahler). La Bibbia non è un feticcio, vuole intelligenza e cuore.
Gesù non intende redigere altre norme, piantare nuovi paletti. Non vuole regolamentare meglio la vita, ma ispirarla, accenderla, rinnovarla. E allora ci prende per mano e ci accompagna dentro il sogno di Dio, sogno sorgivo, originario, a guardare la vita non dal punto di vista degli uomini, ma del Dio della creazione. Dio non legifera, crea: «dall'inizio della creazione li fece maschio e femmina, per questo l'uomo lascerà il padre e la madre, si unirà a sua moglie e i due diventeranno una carne sola». Il sogno di Dio è che nessuno sia solo, nessuno senza sicurezza, più che di padre, senza tenerezza, più che di madre. Gesù ci porta a respirare l'aria degli inizi: l'uomo non separi quello che Dio ha congiunto. Il nome di Dio è dal principio "colui-che-congiunge", la sua opera è creare comunione.
La risposta di Gesù provoca la reazione non dei farisei, ma dei discepoli che trovano incomprensibile questo linguaggio e lo interrogano di nuovo sullo stesso argomento. «Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un'altra, commette adulterio verso di lei». Gesù risponde con un'altra presa di distanza dalla legislazione giudaica: «E se lei, ripudiato il marito, ne sposa un altro, commette adulterio». Nella legge non c'era parità di diritti; alla donna, la parte più debole, non era riconosciuta la possibilità di ripudiare il marito. E Gesù, come al suo solito, si schiera dalla parte dei più deboli, e innalza la donna a uguale dignità, senza distinzioni di genere. Perché l'adulterio sta nel cuore, e il cuore è uguale per tutti. Il peccato vero più che nel trasgredire una norma, consiste nel trasgredire il sogno di Dio. Se non ci impegniamo a fondo, se non ricuciamo e ricongiungi, se il nostro amore è duro e aggressivo invece che dolce e umile, noi stiamo ripudiando il sogno di Dio, siamo già adulteri nel cuore.
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6) Alcune domande per aiutarci nella meditazione e nella orazione
- Quale percezione della situazione di famiglia/Comunità abbiamo oggi: famiglia/Comunità in disgregazione è una questione giuridica o di valori? I nuovi modelli ci convincono? Li subiamo, li accompagniamo, li aiutiamo a crescere? Come ci stimolano a ricercare le radici del progetto di Dio sulla coppia/Comunità?
- Come la visione storica della famiglia/Comunità ci aiuta: la mentalità di Gesù ci porta a una speranza? Discussione giuridica o una realtà in cui Dio è coinvolto: come ci muoviamo tra queste due opzioni?
- Il cammino di formazione. Come ci muoviamo in questi ambiti?
7) Preghiera: Salmo 127
Ci benedica il Signore tutti i giorni della nostra vita.
Beato chi teme il Signore
e cammina nelle sue vie.
Della fatica delle tue mani ti nutrirai,
sarai felice e avrai ogni bene.
La tua sposa come vite feconda
nell’intimità della tua casa;
i tuoi figli come virgulti d’ulivo
intorno alla tua mensa.
Ecco com’è benedetto
l’uomo che teme il Signore.
Ti benedica il Signore da Sion.
Possa tu vedere il bene di Gerusalemme
tutti i giorni della tua vita!
Possa tu vedere i figli dei tuoi figli!
Pace su Israele!
8) Orazione Finale
Concedi a noi, Padre onnipotente, che, inebriati e nutriti da questi sacramenti, veniamo trasformati in Cristo che abbiamo ricevuto come cibo e bevanda di vita.