mercoledì 15 settembre 2021: per la preghiera personale e familiare "Lectio divina sulla Liturgia della Parola del giorno"

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  • mercoledì | 15 settembre 2021


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Lectio mercoledì 15 settembre 2021



Mercoledì della Ventiquattresima Settimana del Tempo Ordinario (Anno B)
Beata Vergine Maria Addolorata

 
Lettera agli Ebrei 5, 7 - 9
Giovanni 19, 25 - 27 
 
 
1) Preghiera 
O Padre, che accanto al tuo Figlio, innalzato sulla croce, hai voluto presente la sua Madre Addolorata: fa’ che la santa Chiesa, associata con lei alla passione del Cristo, partecipi alla gloria della risurrezione.
 
Il mondo ha tanto bisogno di compassione e la festa di oggi ci dà una lezione di compassione vera e profonda. Maria soffre per Gesù, ma soffre anche con lui e la passione di Cristo è partecipazione a tutto il dolore dell'uomo.
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2) Lettura: Lettera agli Ebrei 5, 7 - 9 
Cristo, nei giorni della sua vita terrena, offrì preghiere e suppliche, con forti grida e lacrime, a Dio che poteva salvarlo da morte e, per il suo pieno abbandono a lui, venne esaudito. 
Pur essendo Figlio, imparò l’obbedienza da ciò che patì e, reso perfetto, divenne causa di salvezza eterna per tutti coloro che gli obbediscono.
 
3) Commento su Lettera agli Ebrei 5, 7 - 9 
La liturgia ci fa leggere nella lettera agli Ebrei i sentimenti del Signore nella sua passione: "Egli nei giorni della sua vita terrena offrì preghiere e suppliche con forti grida e lacrime a colui che poteva liberarlo da morte". La passione di Gesù si è impressa nel cuore della madre, queste forti grida e lacrime l'hanno fatta soffrire, il desiderio che egli fosse salvato da morte doveva essere in lei ancora più forte che non in Gesù, perché una madre desidera più del figlio che egli sia salvo. Ma nello stesso tempo Maria si è unita alla pietà di Gesù, è stata come lui sottomessa alla volontà del Padre. Per questo la compassione di Maria è vera: perché ha veramente preso su di sé il dolore del Figlio ed ha accettato con lui la volontà del Padre, in una obbedienza che dà la vera vittoria sulla sofferenza. La nostra compassione molto spesso è superficiale, non è piena di fede come quella di Maria. Noi facilmente vediamo, nella sofferenza altrui, la volontà di Dio, ed è giusto, ma non soffriamo davvero con quelli che soffrono. 
Chiediamo alla Madonna che unisca in noi questi due sentimenti che formano la compassione vera: il desiderio che coloro che soffrono riportino vittoria sulla loro sofferenza e ne siano liberati e insieme una sottomissione profonda alla volontà di Dio, che è sempre volontà di amore.
 
Cristo, 7 nei giorni della sua vita terrena, offrì preghiere e suppliche, con forti grida e lacrime, a Dio che poteva salvarlo da morte e, per il suo pieno abbandono a lui, venne esaudito. 
Nei giorni della sua vita terrena, traduce un'espressione più forte e cioè: nei giorni della sua carne. In questi versetti si pone l'accento sull'umanità del sacerdote. Per rappresentare gli uomini deve essere uno di loro: per compatire le loro miserie, deve averle condivise. L'umanità di carne è attestata in Gesù da tutta la sua vita terrena, dalla sua debolezza, soprattutto dalla sua agonia e dalla sua morte. Le sue preghiere (ricordiamo l'agonia del Getsemani, narrata da tutti gli evangelisti) vennero esaudite per il suo pieno abbandono, cioè per la sua obbedienza totale alla volontà del Padre. È stato esaudito non nell'essere sottratto alla morte fisica, ma per essere stato sottratto al suo potere. Dio ha trasformato questa morte in un'esaltazione di gloria. C'è quasi un gioco di parole nei termini greci ascoltare dal basso (obbedire) e ascoltare dall'alto (esaudire).
 
 
8 Pur essendo Figlio, imparò l'obbedienza da ciò che patì 
C'è un movimento di discesa e uno di salita. Gesù che grida e supplica per essere salvato dalla morte, e viene salvato, ma vi passa attraverso. Impara l'obbedienza attraverso la sofferenza. Questo era uno degli elementi dell'educazione nella cultura greca. Vi sono anche alcune affinità con l'inno Cristologico di Fil 2,6-11.
 
9 e, reso perfetto, divenne causa di salvezza eterna per tutti coloro che gli obbediscono
Gesù è stato reso perfetto dal Padre, attraverso questa sofferenza e questa obbedienza. Così è causa di salvezza per tutti coloro che come Lui si sottomettono nell'obbedienza a Lui e a Dio. Ecco perché può realizzare degnamente il compito del sommo sacerdote. Ha provato la condizione umana, è passato attraverso la sofferenza e la morte, nell'obbedienza a Lui tutti possono ottenere la salvezza.
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4) Lettura: dal Vangelo secondo Giovanni 19, 25 - 27 
In quel tempo, stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Clèopa e Maria di Màgdala. Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre!». E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé.
 
5) Riflessione sul Vangelo secondo Giovanni 19, 25 - 27 
Madre, ecco tuo figlio.
Maria è presente in due episodi significativi del Vangelo di San Giovanni: all'inizio quando esorta il figlio alla sua prima manifestazione divina pubblica con il miracolo alle nozze di Cana ed ora dove il Figlio ha sua massima manifestazione e glorificazione sotto la Croce. I significati teologici di questi episodi sono profondi; ci interessa però vedere cosa può dire ciò per il nostro oggi. Maria ci ha donato il suo Figlio nella mangiatoia di Betlemme ed ora Gesù ci dona, attraverso il discepolo Giovanni una madre: Maria. Ella diventa, proprio nella scena della Croce la madre di tutti i cristiani. Proprio lei, che non è fuggita nell'ora suprema della morte del Figlio, assume nel suo cuore il dolore profondo di una madre che perde il figlio, proprio lei ha ora, una nuova maternità. È l'indicazione che alla Croce di Gesù noi possiamo portare i nostri dolori, le nostre sofferenze perché il Signore le possa purificare e farle diventare strumento di salvezza per noi e per glia altri. È la speranza dei cristiani che si affidano a Maria nel momento massimo del dolore; è la speranza che guarda al di sopra ed al di la delle vicende terrene ma che si realizza su questa terra. Maria, infatti, trova una nuova casa presso l'apostolo San Giovanni; a lei è affidato un nuovo compito: l'assistenza spirituale e nella preghiera della prima comunità cristiana, che era ancora disorientata per la morte di Gesù e per tutti gli avvenimenti prodigiosi dei primi giorni. La realizzazione della promessa dello Spirito Santo nel giorno della Pentecoste, che darà nuove forze ed illuminazione spirituale ai primi cristiani, troverà la comunità raccolta in preghiera attorno alla figura di Maria. In Maria abbiamo l'esempio della carità che si manifesta nell'adempimento della volontà del Signore. All'annuncio gioioso dell'angelo della sua maternità divina, Maria risponde recandosi presso la sua parente Elisabetta per offrirle la sua assistenza materiale. Nel momento doloroso della Croce, Maria offre la sua assistenza spirituale alla prima comunità cristiana. Le gioie ed i dolori che la vita ci presenta sono esortazione per vivere la carità che ci indica il Signore.
 
Oggi, festa dell’Addolorata, il vangelo del giorno ci presenta il passaggio in cui Maria, madre di Gesù, ed il discepolo amato, si incontrano sul calvario dinanzi alla Croce. La Madre di Gesù appare due volte nel vangelo di Giovanni: all’inizio, alle nozze di Cana (Gv 2,1-5), ed alla fine, ai piedi della Croce (Gv 19,25-27). Questi due episodi, presenti solo nel vangelo di Giovanni, hanno un valore simbolico assai profondo. Il vangelo di Giovanni, paragonato agli altri tre vangeli, è come una radiografia degli altri tre, mentre che gli altri tre sono solo una fotografia dell’accaduto. Il raggio X della fede aiuta a scoprire negli eventi dimensioni che l’occhio umano non riesce a percepire. Il vangelo di Giovanni, oltre a descrivere i fatti, rivela la dimensione simbolica che esiste in essi. Così, nei due casi, a Cana ed ai piedi della Croce, la Madre di Gesù rappresenta simbolicamente l’Antico Testamento in attesa della venuta del Nuovo Testamento e, nei due casi, lei contribuisce all’avvento del Nuovo. Maria appare come l’anello tra ciò che c’era prima e ciò che verrà dopo. A Cana simbolizza l’AT, percepisce i limiti dell’Antico e prende l’iniziativa affinché giunga il Nuovo. Dice a suo Figlio: “Non hanno vino!” (Gv 2,3). E sul Calvario? Vediamo:
 
Giovanni 19, 25: Le donne ed il Discepolo Amato, insieme ai piedi della Croce. Così dice il Vangelo: “La madre di Gesù, la sorella di sua madre, Maria di Cleofa, e Maria Maddalena stavano presso la Croce di Gesù”. La “fotografia” mostra la madre insieme al figlio, in piedi. Donna forte, che non si lascia abbattere. “Stabat Mater Dolorosa!” È una presenza silenziosa che appoggia il figlio nel suo dono fino alla morte, ed alla morte di croce (Fil 2,8). Ma il “raggio-X” della fede mostra come avviene il passaggio dall’AT al NT. Come è avvenuto a Cana, la Madre di Gesù rappresenta l’AT, la nuova umanità che si forma a partire dal vissuto del Vangelo del Regno. Alla fine del primo secolo, alcuni cristiani pensavano che l’AT non era più necessario. Infatti, all’inizio del secondo secolo, Marcione rifiutò tutto l’AT e rimase solo con una parte del NT. Per questo, molti volevano sapere quale fosse la volontà di Gesù riguardo a questo.
 
Giovanni 19,26-28: Il Testamento o la Volontà di Gesù. Le parole di Gesù sono significative. Vedendo sua madre, ed accanto a lei il discepolo amato, Gesù dice: "Donna, ecco tuo figlio." Dopo dice al discepolo: "Ecco tua madre." L’Antico ed il Nuovo Testamento devono camminare insieme. La richiesta di Gesù, il discepolo amato, il figlio, il NT, riceva la Madre, l’AT, a casa sua. Nella casa del Discepolo Amato, nella comunità cristiana, si scopre il senso pieno dell’AT. Il Nuovo non si capisce senza l’Antico, né l’Antico è completo senza il Nuovo. Sant’ Agostino diceva: “Novum in vetere latet, Vetus in Novo patet”. (Il Nuovo è nascosto nell’Antico. L’Antico sboccia nel Nuovo). Il Nuovo senza l’Antico sarebbe un edificio senza basi. E l’Antico senza il Nuovo sarebbe un albero fruttale che non arriva a dare frutti.
 
Maria nel Nuovo Testamento. Di Maria parla poco il NT, e lei dice ancora meno. Maria è la Madre del silenzio. La Bibbia conserva appena sette parole di Maria. Ognuna di esse e come una finestra che permette uno sguardo dentro la casa di Maria e scoprire come era il suo rapporto con Dio. La chiave per capire tutto questo ci viene data da Luca: “Beati coloro che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica." (Lc 11,27-28)
1ª Parola: "Como può avvenire ciò se non conosco uomo!" (Lc 1,34)
2ª Parola: "Ecco la serva del Signore, si faccia in me secondo la tua parola!" (Lc 1,38)
3ª Parola: "L’anima mia glorifica il Signore, esulta il mio spirito in Dio mio Salvatore!" (Lc 1,46-55)
4ª Parola: "Figlio mio, perché ci hai fatto così? Ecco, tuo padre ed io angosciati ti cercavamo" (Lc 2,48).
5º Parola: "Non hanno vino!" (Gv 2,3)
6ª Parola: "Fate tutto ciò che vi dirà!" (Gv 2,5)
7ª Parola: Il silenzio ai piedi della Croce, più eloquente di mille parole! (Gv 19,25-27)
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6) Per un confronto personale
- Mi è mai capitato di chiedere un aiuto al Signore con preghiere e suppliche, grida e lacrime? Sono stato esaudito? 
- In quali situazioni ho capito che l'unico atteggiamento possibile era l'obbedienza? È stato un atteggiamento fecondo? 
- Mi sento partecipe della salvezza che Gesù mi ha meritato con la sua morte?
- Maria ai piedi della Croce. Donna forte e silenziosa. Come è la mia devozione a Maria, madre di Gesù?
- Nella Pietà di Michelangelo, Maria sembra molto giovane, più giovane del figlio crocifisso, quando doveva avere per lo meno una cinquantina di anni. Chiestogli perché aveva scolpito il volto di Maria da giovane, Michelangelo rispose: “Le persone appassionate di Dio non invecchiano mai!” Appassionata di Dio! C’è in me questa passione per Dio?
 
 
7) Preghiera finale: Salmo 30
Salvami, Signore, per la tua misericordia.
 
In te, Signore, mi sono rifugiato,
mai sarò deluso;
difendimi per la tua giustizia.
Tendi a me il tuo orecchio. 
 
Vieni presto a liberarmi.
Sii per me una roccia di rifugio,
un luogo fortificato che mi salva.
Perché mia rupe e mia fortezza tu sei,
per il tuo nome guidami e conducimi. 
 
Scioglimi dal laccio che mi hanno teso,
perché sei tu la mia difesa.
Alle tue mani affido il mio spirito;
tu mi hai riscattato, Signore, Dio fedele. 
 
Ma io confido in te, Signore;
dico: «Tu sei il mio Dio,
i miei giorni sono nelle tue mani».
Liberami dalla mano dei miei nemici
e dai miei persecutori. 
 
Quanto è grande la tua bontà, Signore!
La riservi per coloro che ti temono,
la dispensi, davanti ai figli dell’uomo,
a chi in te si rifugia.