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- giovedì | 2 settembre 2021
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Lectio giovedì 2 settembre 2021
Giovedì della Ventiduesima Settimana del Tempo Ordinario (Anno B)
Lettera ai Colossesi 1, 9 - 14
Luca 5, 1 - 11
1) Orazione iniziale
O Dio, nostro Padre, unica fonte di ogni dono perfetto, suscita in noi l’amore per te e ravviva la nostra fede, perché si sviluppi in noi il germe del bene e con il tuo aiuto maturi fino alla sua pienezza.
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2) Lettura: Lettera ai Colossesi 1, 9 - 14
Fratelli, dal giorno in cui ne fummo informati, non cessiamo di pregare per voi e di chiedere che abbiate piena conoscenza della sua volontà, con ogni sapienza e intelligenza spirituale, perché possiate comportarvi in maniera degna del Signore, per piacergli in tutto, portando frutto in ogni opera buona e crescendo nella conoscenza di Dio. Resi forti di ogni fortezza secondo la potenza della sua gloria, per essere perseveranti e magnanimi in tutto, ringraziate con gioia il Padre che vi ha resi capaci di partecipare alla sorte dei santi nella luce. È lui che ci ha liberati dal potere delle tenebre e ci ha trasferiti nel regno del Figlio del suo amore, per mezzo del quale abbiamo la redenzione, il perdono dei peccati.
3) Commento su Lettera ai Colossesi 1, 9 - 14
Paolo prega che questi credenti potessero essere ripieni della conoscenza della volontà di Dio. Di natura, non conosciamo la volontà di Dio. Di natura, la nostra volontà è diversa dalla volontà di Dio. Non basta una lettura della Bibbia per capire la volontà di Dio. Abbiamo bisogno di pregare così come fa Paolo in questi versi affinché lo Spirito Santo ci faccia essere ripieni della conoscenza della volontà di Dio. Acquisiamo questa conoscenza tramite la sapienza e l'intelligenza spirituale che sono doni dello Spirito Santo e non qualcosa che otteniamo naturalmente. Lo studio della Bibbia è la parte centrale, ma serve anche l'opera dello Spirito Santo nei nostri cuore per farci veramente comprendere le verità di Dio.
Perché solamente così possiamo camminare in modo degno del Signore. Solamente se conosciamo la volontà di Dio possiamo vivere in modo degno di Lui. Non basta la buona volontà, non basta la sincerità, ma è necessario che cresciamo in conoscenza, ovvero ci serve anche la conoscenza della Sua volontà. Non è difficile capire questo fatto perché è ovvio che, se non conosciamo la volontà di Dio, espressa unicamente nella Sua Parola, è impossibile camminare conformemente ad essa.
Quindi Paolo inizia la sua preghiera chiedendo che possiamo essere ripieni della conoscenza della volontà di Dio, il che richiede intelligenza e sapienza spirituale, doni che ci vengono elargiti dallo Spirito Santo e che, per natura, non possediamo.
Avere questa conoscenza della volontà di Dio serve per poter camminare in modo degno del Signore, ovvero per camminare secondo la Sua volontà in ogni aspetto della vita. Essendo stati salvati a caro prezzo, apparteniamo a Dio e la nostra vita dovrebbe essere totalmente dedicata, in ogni suo aspetto, alla Sua gloria.
Se non viviamo secondo la volontà di Dio in ogni campo della vita, il nostro cammino non è degno del Signore, piuttosto, esso va contro Dio.
Fratelli,12 ringraziate con gioia il Padre che vi ha resi capaci di partecipare alla sorte dei santi nella luce.
Il testo esordisce con uno schema tipico a molti inni: l'invito/esortazione a ringraziare il Signore. Paolo esorta i Colossesi a ringraziare il Padre. Perché? Perché anche loro possono far parte della schiera dei santi che abitano con Dio nella luce. C'è una salvezza che viene direttamente dal Padre e di cui i Colossesi sono fatti partecipi.
13 È lui che ci ha liberati dal potere delle tenebre e ci ha trasferiti nel regno del Figlio del suo amore,
Forte è il contrasto luce/tenebre. È Dio Padre che ha liberato gli uomini e le donne dal potere delle tenebre e li ha resi parte del regno del suo Figlio. Qui si può leggere in filigrana l'esperienza della liberazione dall'Egitto e l'entrata nella Terra Promessa. Quell'esperienza di liberazione era solo un modello, una piccola anticipazione della liberazione che è avvenuta tramite la morte e la risurrezione di Cristo, liberazione da ben altre tenebre, entrata in un ben altro regno. Il regno è del Padre, ma è stato dato al Figlio del suo amore. Vi è una relazione di amore tra il Padre e il Figlio. È l'amore che ha generato il Figlio e che rigenera i figli.
14 per mezzo del quale abbiamo la redenzione, il perdono dei peccati.
Per mezzo del Figlio abbiamo ricevuto la redenzione, cioè il perdono dei peccati, la cancellazione di ogni conseguenza negativa del male e del peccato. Ecco in sintesi ciò di cui dobbiamo ringraziare il Padre: egli ci ha liberato, ha perdonato i nostri peccati, attraverso l'incarnazione, la morte e la risurrezione del Figlio. Non solo: ora possiamo far parte anche noi del suo regno di luce. Nei versetti seguenti si passa all'inno vero e proprio, che analizza la natura di Cristo e della sua opera di redenzione.
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4) Lettura: dal Vangelo di Luca 5, 1 - 11
In quel tempo, mentre la folla gli faceva ressa attorno per ascoltare la parola di Dio, Gesù, stando presso il lago di Gennèsaret, vide due barche accostate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedette e insegnava alle folle dalla barca. Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca». Simone rispose: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti». Fecero così e presero una quantità enorme di pesci e le loro reti quasi si rompevano. Allora fecero cenno ai compagni dell’altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche fino a farle quasi affondare. Al vedere questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: «Signore, allontànati da me, perché sono un peccatore». Lo stupore infatti aveva invaso lui e tutti quelli che erano con lui, per la pesca che avevano fatto; così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedèo, che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone: «Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini». E, tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono.
5) Riflessione sul Vangelo di Luca 5, 1 - 11
Gesù nella barca di Simone.
Gesù «salì su una barca che era di Pietro»: ieri il Signore aveva fatto il suo ingresso nella casa di Pietro, oggi sale sulla sua barca. Egli sta dicendo con i suoi gesti che è impensabile una chiesa senza Cristo: i malati non potrebbero guarire e ogni sforzo, ogni fatica spesa nel buio della notte resterebbe senza frutto. È lo stesso Pietro a dichiararlo apertamente: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla». Faticare al buio e senza Cristo inevitabilmente produce solo il nulla e genera le più amare delusioni. Quante energie sprecate per il nulla! Quante delusioni e amarezze ci procuriamo con le nostre stupide presunzioni! Gesù ci ammonisce: «Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me e io in lui, fa molto frutto, perché senza di me non potete far nulla». S. Pietro intuisce l'ammonimento del suo Maestro e fiducioso afferma: «Ma sulla tua parola getterò le reti». La pesca miracolosa che segue al comando del Signore è il preludio di quanto accadrà ai ministri del suo Regno che si succederanno nei secoli nella sua chiesa: tutti coloro che andranno nel suo nome e saranno pieni di fede nella sua parola porteranno molto frutto, faranno pesche miracolose non più di pesci ma di uomini. Già nel chiamarli a sé Gesù aveva preannunciato ai suoi discepoli la missione a cui intendeva destinarli: «E disse loro: «Seguitemi, vi farò pescatori di uomini». Quanto Gesù dice ai suoi discepoli per garantire loro la vera fecondità alla missione a cui egli li invierà, serve anche nella vita di ogni fedele: è vero per tutti che senza di Lui non possiamo fare nulla, è vero per tutti che dobbiamo agire in conformità alla sua parola. Tutti diciamo pregando il nostro Padre celeste: «Sia fatta la tua volontà». Tutti vorremmo che ad ogni nostro sforzo segua sempre un frutto buono per noi, per gli altri e soprattutto per la gloria del nostro Dio.Il segreto ci è stato svelato, dobbiamo agire «nel suo nome, sulla sua parola», con Cristo gia presente nella nostra casa, nel nostro cuore, nella nostra vita.
Luca rende più comprensibile la chiamata di Pietro. In primo luogo, Pietro ascolta le parole di Gesù alla gente. Poi è testimone della pesca miracolosa. Solo dopo questa duplice esperienza sorprendente, capisce la chiamata di Gesù. Pietro risponde, lascia tutto e diventa “pescatore di uomini”.
Luca 5,1-3: Gesù insegna dalla barca. La gente cerca Gesù per ascoltare la Parola di Dio. Molte sono le persone che si radunano attorno a Gesù, che fanno ressa attorno a lui. E Gesù cerca aiuto da Simon Pietro e da alcuni compagni che erano appena ritornati dalla pesca. Entra nella barca con loro e risponde all’aspettativa della gente, comunicando loro la Parola di Dio. Seduto, Gesù prende l’atteggiamento di un maestro e parla dalla barca di un pescatore. La novità consiste nel fatto che insegna non solo nella sinagoga per un pubblico scelto, ma in qualsiasi luogo, dove c’è gente che voglia ascoltarlo, perfino sulla spiaggia.
Luca 5,4-5: "Sulla tua parola getteremo le reti!" Terminata l’istruzione alla gente, Gesù si dirige a Simone e lo incoraggia a pescare di nuovo. Nella risposta di Simone spuntano la frustrazione, la fatica e lo scoraggiamento: "Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo pescato nulla!" Ma, fiduciosi nella parola di Gesù, gettano di nuovo le reti e continuano la lotta. La parola di Gesù tiene per loro più forza che l’esperienza frustrante della notte!
Luca 5,6-7: Il risultato è sorprendente. La pesca è così abbondante che le reti quasi si rompono e le barche cominciano ad affondare. Simone ha bisogno dell’aiuto di Giovanni e di Giacomo, che sono su un’altra barca. Nessuno riesce ad essere completo, da solo. Una comunità deve aiutare l’altra. Il conflitto tra le comunità, sia al tempo di Luca che oggi, deve essere superato per raggiungere un obiettivo comune, che è la missione. L’esperienza della forza della Parola di Gesù che trasforma è l’asse attorno a cui le differenze si abbracciano e si superano.
Luca 5,8-11: "Siate pescatori di uomini!" L’esperienza della vicinanza di Dio in Gesù fa capire a Simone chi è: "Allontanati da me, Signore, perché sono un peccatore!" Davanti a Dio siamo tutti peccatori! Pietro ed i suoi compagni hanno paura e, nello stesso tempo, si sentono attratti. Gesù allontana la paura: "Non temete!" Chiama Pietro e lo impegna nella missione, ordinandogli di essere pescatore di uomini. Pietro sperimenta, assai concretamente, che la Parola di Gesù è come la Parola di Dio. È capace di far succedere ciò che afferma. In Gesù quei rudi lavoratori faranno un’esperienza di potere, di coraggio e di fiducia. Ed allora, "lasceranno tutto e seguiranno Gesù!". Finora, era solo Gesù che annunciava la Buona Notizia del Regno. Ora, altre persone saranno chiamate e coinvolte nella missione. Questo modo di Gesù, di lavorare con gli altri, è anche una Buona Notizia per la gente.
L’episodio della pesca lungo il lago indica l’attrazione e la forza della Parola di Gesù. Attira la gente (Lc 5,1). Spinge Pietro ad offrire la sua barca a Gesù per poter parlare (Lc 5,3). La Parola di Gesù è così forte che vince la resistenza di Pietro, lo spinge a gettare di nuovo la rete e così avviene la pesca miracolosa (Lc 5,4-6). Vince in lui la volontà di allontanarsi da Gesù e lo attira ad essere "pescatore di uomini!" (Lc 5,10) E così che la Parola di Dio agisce in noi, fino ad oggi!
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6) Alcune domande per aiutarci nella meditazione e nella orazione
• Dove e come avviene oggi la pesca miracolosa, che avviene facendo attenzione alla Parola di Gesù?
• "Lasciarono tutto e lo seguirono." Cosa devo lasciare per seguire Gesù?
7) Preghiera: Salmo 97
Il Signore ha fatto conoscere la sua salvezza.
Il Signore ha fatto conoscere la sua salvezza,
agli occhi delle genti ha rivelato la sua giustizia.
Egli si è ricordato del suo amore,
della sua fedeltà alla casa d’Israele.
Tutti i confini della terra hanno veduto
la vittoria del nostro Dio.
Acclami il Signore tutta la terra,
gridate, esultate, cantate inni!
Cantate inni al Signore con la cetra,
con la cetra e al suono di strumenti a corde;
con le trombe e al suono del corno
acclamate davanti al re, il Signore.