lunedì 9 agosto 2021: per la preghiera personale e familiare "Lectio divina sulla Liturgia della Parola del giorno"

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  • lunedì | 9 agosto 2021

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Lectio lunedì 9 agosto 2021

 
Lunedì della Diciannovesima Settimana del Tempo Ordinario (Anno B)
Santa Teresa Benedetta della Croce (Edith Stein)
 
Osea 2, 16. 17. 21 - 22
Matteo 25, 1 - 13
 
 
1) Orazione iniziale 
Dio dei nostri padri, donaci la scienza della Croce, di cui hai mirabilmente arricchito Santa Teresa Benedetta della Croce, nell’ora del martirio, e fa che per sua intercessione cerchiamo sempre te, Somma Verità, fedeli fino alla morte all’eterna alleanza d’amore, sigillata nel sangue del Tuo Figlio per la salvezza del mondo.
 
Edith Stein nacque nel 1891 a Wroclaw – Breslau in Germania. Nata e formata nella religione giudaica, insegnò egregiamente per diversi anni filosofia, tra grandi difficoltà. Accolse la vita nuova in Cristo attraverso il sacramento del Battesimo e, preso il nome di Teresa Benedetta della Croce, fece il suo ingresso tra le Carmelitane scalze di Colonia, dove si ritirò nella clausura. Durante la persecuzione nazista, esule in Olanda, venne catturata e nel 1942 deportata nel campo di concentramento di Oswiecim – Auschwitz presso Cracovia in Polonia, dove venne uccisa nella camera a gas. Nel 1998 viene canonizzata da Giovanni Paolo II e, nel 1999, dichiarata, con S. Brigida di Svezia e S. Caterina da Siena, Compatrona dell’Europa.
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2) Lettura: Osea 2, 16. 17. 21 - 22
Così dice il Signore: «Ecco, la condurrò nel deserto e parlerò al suo cuore. Là mi risponderà come nei giorni della sua giovinezza, come quando uscì dal paese d’Egitto. Ti farò mia sposa per sempre, ti farò mia sposa nella giustizia e nel diritto, nell’amore e nella benevolenza, ti farò mia sposa nella fedeltà e tu conoscerai il Signore».
 
3) Commento su Osea 2, 16. 17. 21 - 22
? Ti farò mia sposa per sempre, ti farò mia sposa nella giustizia e nel diritto, nella benevolenza e nell'amore, ti fidanzerò con me nella fedeltà e tu conoscerai il Signore. (Osea 2, 21-22) - Come vivere questa Parola?
Con l'immagine forte e tenerissima dello Sposo, il profeta Osea esprime l'amore di Dio per il suo popolo che dagli idoli si converte a Lui. In effetti, se Dio è totalmente Amore, questa immagine più di ogni altra parla al nostro cuore ed esprime una realtà esistenziale di fondo: sia per chi è sposato, sia per chi non lo è, il Dio dell'Alleanza – e Lui solo! – può entrare nelle profondità abissali del nostro cuore. Ci sposa nella giustizia che è la sorgente di tutta l'azione di Dio, nel diritto che è la sua capacità di difenderci dal male e soprattutto ci unisce a sé in quella benevolenza e fedeltà che è la sostanza stessa del suo essere Amore senza limiti.
Oggi troverò uno spazio e un tempo d'intimità con Gesù che nel Vangelo odierno s'identifica allo Sposo e mi consegnerò a Lui come l'unica risposta inesauribile alla mia sete d'Amore.
Ecco le parole dal Padre della Chiesa, S. Bernardo: Chi si conosce amato da Dio con tanta intensità non s'accontenterà più della manifestazione dello Sposo accessibile a tutti tramite le cose create. Non s'accontenterà finché non potrà accoglierlo nel segreto dei suoi affetti, nelle profondità del suo cuore. È il Verbo stesso infatti che vi penetra senza suono e agisce senza parlare. Con la sua luce non colpisce gli occhi del corpo, ma inonda di gioia quelli del cuore.
 
 Nella sua dolorosa vicenda matrimoniale, Osea scorge il simbolo della travagliata relazione d’alleanza tra il Signore e il suo popolo, segnata dall’infedeltà di quest’ultimo e dall’ostinatamente fedele amore divino. Il Signore è lo Sposo che, pur essendo ferito dal tradimento d’Israele, vuole ricuperare la sposa infedele e restituirle nuova dignità. Si intrecciano perciò due voci, quella di Osea e quella di Dio, finché quest’ultima prevale e occupa tutta la scena.
Il cambiamento di situazione non procede da una decisione del popolo-sposa, bensì dall’amore dello Sposo, che intraprende un nuovo corteggiamento per riconquistare la sposa. Così il deserto (v. 16) rappresenta il tempo esemplare dei rapporti tra il Signore e Israele e riportare la sposa nel deserto è come ricondurla ai tempi della luna di miele, l’esodo. Grazie al rinnovato corteggiamento rifiorisce l’amore, espresso qui con degli oracoli di salvezza, che proclamano il ritrovato rapporto sponsale (vv. 18-20), i nuovi doni recati dallo Sposo alla sposa (vv. 21s). Al centro dell’annuncio sta dunque il rifiorire, tra Osea e sua moglie, di un rapporto d’amore che sembrava umanamente irrecuperabile. In ciò il profeta intravede la novità radicale che l’amore del Signore, lo Sposo d’Israele, immette nella relazione d’alleanza. Tale novità è suggerita da più elementi. Anzitutto, dal nuovo consenso matrimoniale, contrassegnato da una totale dimenticanza degli amanti-idoli, che prima avevano sedotto il cuore della sposa; in secondo luogo dai nuovi doni di nozze, contrassegnati dall’interiorità e riassunti nel bene supremo della fedeltà (v. 22). Infine si deve notare l’espressione “ti farò mia sposa”. Essa, nel linguaggio biblico, è riservata alle prime nozze di un giovane con una vergine. La vicenda della moglie di Osea è parabola di quanto avviene ad Israele, che è guarito radicalmente dal peccato e sperimenta il bene della fedeltà e della conoscenza dello Sposo-Signore, ossia un’intimità esclusiva con il suo Dio.
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4) Lettura: dal Vangelo secondo Matteo 25, 1 - 13
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: «Il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini che presero le loro lampade e uscirono incontro allo sposo. Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; le stolte presero le loro lampade, ma non presero con sé l’olio; le sagge invece, insieme alle loro lampade, presero anche l’olio in piccoli vasi. Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e si addormentarono. A mezzanotte si alzò un grido: “Ecco lo sposo! Andategli incontro!”. Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. Le stolte dissero alle sagge: “Dateci un po’ del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono”. Le sagge risposero: “No, perché non venga a mancare a noi e a voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene”. Ora, mentre quelle andavano a comprare l’olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: “Signore, signore, aprici!”. Ma egli rispose: “In verità io vi dico: non vi conosco”. Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora».
 
5) Riflessione sul Vangelo secondo Matteo 25, 1 - 13
 Un cuore vigile e una lampada accesa.
Santa Teresa Benedetta della Croce, Edith Stein, Vergine e martire, è rimasta affascinata da una voce misteriosa che l'ha convinta e avvinta con profondi e inscindibili legami di amore allo Sposo divino. È questa in sintesi la storia della sua conversione e della sua piena adesione a Cristo. «Ecco, la condurrò nel deserto». Sì, proprio da un dialogo e da una proposta divina di intimità sgorga la convinta risposta di un totale dono di sé al Signore. «Parlerò al suo cuore. mi risponderà come nei giorni della sua giovinezza». È un vero atto sponsale con cui in antico Dio solennemente legava a sé il suo popolo con una alleanza perenne: «Io sono il tuo Dio, tu sei il mio popolo». Era una promessa di reciproca fedeltà sempre mantenuta da Dio, molte volte tradita e disattesa dal popolo eletto. Ora alle anime predilette e pronte a rispondere, il Signore dice amorevolmente: «Ti farò mia sposa nella giustizia e nel diritto, nell'amore e nella benevolenza, ti farò mia sposa nella fedeltà e tu conoscerai il Signore». La sposa che "conosce", ama e si sente amata è vigilante e trepidante quando è in attesa dello sposo, come le vergini sagge del brano evangelico. Poiché la sposa è ignara dell'ora dell'arrivo dell'amato, ha con sé ardente la lampada dell'amore e un buon rifornimento di olio, che significa la perseveranza, la vigilanza e la prontezza nell'ascolto. Sono le condizioni per entrare a far parte del gioioso corteo nuziale degli eletti e poi per essere ammessi con l'abito nuziale al festoso banchetto. «Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: "Signore, signore, aprici!". Ma egli rispose: "In verità io vi dico: non vi conosco". Dinanzi a Dio non sono mai ammessi colpevoli ritardi: Dobbiamo affermare sempre il suo primato nella nostra vita. «Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l'ora».
 
 Oggi è la festa di santa Edith Stein che nel Carmelo assunse il nome di Teresa Benedetta della Croce. Per questo, il vangelo di oggi narra la parabola delle dieci vergini che dovevano dare il benvenuto allo sposo, quando fosse giunto per le nozze.
 
 Matteo 25,1ª: L’ inizio: “In quel tempo”. La parabola inizia con queste due parole: “In quel tempo”. Si tratta della venuta del Figlio dell’Uomo (cf Mt 24,37). Nessuno sa quando verrà questo giorno, questo tempo, “nemmeno gli angeli del cielo, né il figlio stesso, ma solamente il Padre” (Mt 24, 36). Non ci riusciranno gli indovini a fare calcoli. Il Figlio dell’Uomo verrà di sorpresa, quando la gente meno se lo aspetta (Mt 24,44). Può essere oggi, può essere domani, per questo l’avviso finale della parabola delle dieci vergini è: “Vigilate!” Le dieci fanciulle devono essere preparate per qualsiasi eventualità. Quando la polizia nazista bussò alla porta del monastero delle Suore Carmelitane di Echt nella provincia di Limburgia, nei Paesi Bassi, Edith Stein, suor Teresa Benedetta della Croce, era preparata. Assunse la Croce e prese il cammino del martirio nel campo di sterminio per amore verso Dio ed il suo popolo. Era una delle vergini prudenti della parabola.
 
 Matteo 25,1b-4: Le dieci vergini disposte per aspettare lo sposo. La parabola inizia così: “Il Regno del Cielo è simile a dieci vergini che, prese le loro lampade, uscirono incontro allo sposo”. Si tratta di fanciulle che dovevano accompagnare lo sposo per la festa delle nozze. Per questo, dovevano portare con sé le lampade, sia per illuminare il cammino, sia per rendere più luminosa la festa. Cinque di loro erano prudenti e cinque erano stolte. Questa differenza appare nel modo in cui si preparano alla funzione che dovranno svolgere. Insieme alle lampade accese, le prudenti avevano portato con sé l’olio di riserva, preparandosi per qualsiasi eventualità. Le stolte portarono solo le lampade e non pensarono a portare con sé un poco di olio di riserva.
 
 Matteo 25,5-7: Il ritardo imprevisto dell’arrivo dello sposo. Lo sposo ritarda. Non aveva precisato l’ora dell’arrivo. Nell’attesa, le fanciulle sono prese dal sonno. Ma le lampade continuano a consumare olio e si spengono poco a poco. Improvvisamente, nel mezzo della notte, si alza un grido: “Ecco lo sposo. Andategli incontro”. Tutte si svegliano, e cominciano a preparare le lampade che stavano già per spegnersi. Dovevano mettere olio di riserva per evitare che le lampade si spegnessero.
 
 Matteo 25,8-9: Le diverse reazioni dinanzi al ritardo dello sposo. Solo ora le stolte si rendono conto che avrebbero dovuto portare con loro olio di riserva. Andarono a chiederlo alle prudenti: “Datemi un poco di olio per noi, perché le nostre lampade si stanno spegnendo”. Le prudenti non potettero rispondere a questa loro richiesta, perché in quel momento l’importante non era che le prudenti condividessero il loro olio con le stolte, ma che loro stessero pronte ad accompagnare lo sposo fino al luogo della festa. Per questo consigliarono: Andate piuttosto dai venditori e compratevene.
 
 Matteo 25,10-12: Il destino delle fanciulle prudenti e di quelle senza giudizio. Le stolte seguiranno il consiglio delle prudenti e vanno a comprare l’olio. Durante questa loro breve assenza arriva lo sposo e le prudenti possono accompagnarlo ed entrare con lui alla festa delle nozze. Ma la porta si chiude dietro di loro. Quando giungono le altre, busseranno alla porta e diranno: “Signore, Signore, apri la porta per noi!” e riceveranno la risposta: “In verità vi dico: io non vi conosco.”
 
 Matteo 25,13: La raccomandazione finale di Gesù per tutti noi. La storia di questa parabola è molto semplice e la lezione è evidente: “Vegliate, dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora”. Morale della storia: non siate superficiali, guardate oltre il momento presente, cercate di scoprire la chiamata di Dio fin nelle minime cose della vita, perfino nell’olio che può mancare nel lumicino. ______________________________________________________________________________
 
 
 
6) Per un confronto personale
• Ti è successo qualche volta nella vita di pensare all’olio di riserva della tua lampada?
• Conosci la vita di Santa Edith Stein, Teresa Benedetta della Croce?
 
 
7) Preghiera finale: Salmo 44
Ecco lo sposo: andate incontro a Cristo Signore.
 
Ascolta, figlia, guarda, porgi l’orecchio:
dimentica il tuo popolo e la casa di tuo padre;
il re è invaghito della tua bellezza.
È lui il tuo signore: rendigli omaggio. 
 
Entra la figlia del re: è tutta splendore,
tessuto d’oro è il suo vestito.
È condotta al re in broccati preziosi;
dietro a lei le vergini, sue compagne,
a te sono presentate. 
 
Condotte in gioia ed esultanza,
sono presentate nel palazzo del re.
Ai tuoi padri succederanno i tuoi figli;
li farai prìncipi di tutta la terra.