venerdì 6 agosto 2021: per la preghiera personale e familiare "Lectio divina sulla Liturgia della Parola del giorno"

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  • venerdì | 6 agosto 2021

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Lectio venerdì 6 agosto 2021

 
Venerdì della Diciottesima Settimana del Tempo Ordinario (Anno B)
Trasfigurazione del Signore
 
2 Lettera di Pietro 1, 16 - 19
Luca 9, 28 - 36
 
 
1) Preghiera 
O Dio, che nella gloriosa Trasfigurazione del Cristo Signore, hai confermato i misteri della fede con la testimonianza della legge e dei profeti e hai mirabilmente preannunziato la nostra definitiva adozione a tuoi figli, fa’ che ascoltiamo la parola del tuo amatissimo Figlio per diventare coeredi della sua vita immortale.
 
La Trasfigurazione non era destinata agli occhi di chiunque. Solo Pietro, Giacomo e Giovanni, cioè i tre discepoli a cui Gesù aveva permesso, in precedenza, di rimanere con lui mentre ridava la vita ad una fanciulla, poterono contemplare lo splendore glorioso di Cristo. Proprio loro stavano per sapere, così, che il Figlio di Dio sarebbe risorto dai morti, proprio loro sarebbero stati scelti, più tardi, da Gesù per essere con lui al Getsemani. Per questi discepoli la luce si infiammò perché fossero tollerabili le tenebre della sofferenza e della morte. Breve fu la loro visione della gloria e appena compresa: non poteva certo essere celebrata e prolungata perché fossero installate le tende! Sono apparsi anche Elia e Mosè, che avevano incontrato Dio su una montagna, a significare il legame dei profeti e della Legge con Gesù.
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2) Lettura: 2 Lettera di Pietro 1, 16 - 19
Carissimi, vi abbiamo fatto conoscere la potenza e la venuta del Signore nostro Gesù Cristo, non perché siamo andati dietro a favole artificiosamente inventate, ma perché siamo stati testimoni oculari della sua grandezza. Egli infatti ricevette onore e gloria da Dio Padre, quando giunse a lui questa voce dalla maestosa gloria: «Questi è il Figlio mio, l’amato, nel quale ho posto il mio compiacimento». Questa voce noi l’abbiamo udita discendere dal cielo mentre eravamo con lui sul santo monte. E abbiamo anche, solidissima, la parola dei profeti, alla quale fate bene a volgere l’attenzione come a lampada che brilla in un luogo oscuro, finché non spunti il giorno e non sorga nei vostri cuori la stella del mattino.
 
3) Riflessione su 2 Lettera di Pietro 1, 16 - 19
 È opinione ormai consolidata che la seconda lettera di Pietro non sia stata scritta da questo apostolo bensì da un personaggio autorevole della Chiesa che tra la fine del I secolo e l'inizio del II aveva raccolto e messo per iscritto il pensiero di Pietro a favore dei cristiani dell'Asia Minore provenienti dal paganesimo. In questa comunità si erano introdotti alcuni falsi maestri che interpretavano le scritture in modo da giustificare la propria condotta immorale e deridevano coloro che attendevano la seconda venuta del Signore. La lettera assume toni molto forti, in modo da riportare i cristiani alla retta dottrina. Il brano che la liturgia propone oggi è stato scelto poiché l'autore porta a sostegno delle sue argomentazioni l'evento della Trasfigurazione di Cristo, a cui aveva assistito anche Pietro.
 
 Il fatto prodigioso di cui l'autore è stato testimone è la trasfigurazione di Gesù sul monte Tabor. Non solo egli manifestò tutta la sua gloria e il suo splendore, ma il Padre con la sua voce dal cielo lo ha dichiarato Figlio amato e oggetto di compiacimento. Il Padre viene indicato qui con un giro di parole tipico dello stile ebraico. Essi per non nominare il sacro nome di Dio, JHWH, lo chiamano Signore o con altri termini onorifici. Qui troviamo la "maestosa gloria".
Cristo nella trasfigurazione ricevette onore e gloria dal Padre. e con questo si sottolinea che in lui la maestà nascosta, la divinità fu rivelata anche all'esterno. Pertanto quando gli apostoli annunciano che Cristo ritornerà con grande maestà e gloria non inventano favole. Essi hanno già contemplato sul monte della Trasfigurazione la maestà divina di Cristo, con la quale egli ritornerà.
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4) Lettura: Vangelo secondo Luca 9, 28 - 36
In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giovanni e Giacomo e salì sul monte a pregare. 
Mentre pregava, il suo volto cambiò d’aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante. Ed ecco, due uomini conversavano con lui: erano Mosè ed Elìa, apparsi nella gloria, e parlavano del suo esodo, che stava per compiersi a Gerusalemme. Pietro e i suoi compagni erano oppressi dal sonno; ma, quando si svegliarono, videro la sua gloria e i due uomini che stavano con lui. 
Mentre questi si separavano da lui, Pietro disse a Gesù: «Maestro, è bello per noi essere qui. Facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elìa». Egli non sapeva quello che diceva. Mentre parlava così, venne una nube e li coprì con la sua ombra. All’entrare nella nube, ebbero paura. E dalla nube uscì una voce, che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’eletto; ascoltatelo!». Appena la voce cessò, restò Gesù solo. Essi tacquero e in quei giorni non riferirono a nessuno ciò che avevano visto.
 
5) Riflessione sul Vangelo secondo Luca 9, 28 - 36
 E li condusse in disparte, su un alto monte.
La Festa della Trasfigurazione, trasfigurazione del Signore. La manifestazione particolare della sua vera identità, identità divina, identità gloriosa, identità che Gesù, anzi che Dio stesso concede oggi ai discepoli, ai tre discepoli più vicini a lui, gli apostoli Pietro, Giacomo e Giovanni, e grazie a loro anche a noi... Una celebrazione allora che ha come suo fondamento un avvenimento storico, una cosa realmente accaduta, un miracolo della vita pubblica di Gesù, prima della sua Pasqua, prima della sua morte e della risurrezione gloriosa, prima di questi ma che racchiude in sé significati profondi, significati che vanno al di là di questa sua morte e della risurrezione, perché il Signore si mostra, si fa vedere così come è veramente, glorioso.
Un punto fondamentale di questo evento, un punto che la caratterizza questa festa, che la caratterizza in modo particolare, univoco è la Teofania. Che cosa significa questa parola? Teofania è la manifestazione, manifestazione di Dio, ma una manifestazione solenne, grande... Nell'Antico Testamento abbiamo molti esempi, molti casi delle manifestazioni di Dio. Dio appariva spesso al popolo eletto. Lo sapevano vedere, riconoscere gli israeliti, forse più di noi... Uno dei segni della sua presenza, di Dio, era la nube, la nube che sia alzava sopra la tenda, nel deserto. O roveto ardente, o terremoto, o la vittoria miracolosa sui nemici... Erano tutte le manifestazioni, teofanie appunto di Dio che voleva essere vicino all'uomo, vicino a noi.
Ma tutte queste manifestazioni veterotestamentarie erano solo un anticipo, una preparazione alla manifestazione definitiva, alla manifestazione massima, la manifestazione della redenzione, della venuta del Signore Gesù Cristo, nato, vissuto tra noi, morto e risuscitato; Gesù, Uomo – Dio. Anche se noi aspettiamo ancora un'altra manifestazione del Signore, l'ultima manifestazione di Gesù, quella della fine dei tempi. Quando ritornerà il Signore con le schiere degli angeli, quando dividerà i buoni dai cattivi.
La manifestazione dunque... la teofania sul Monte, la conferma da parte di Dio Padre, della missione del Cristo della missione che Gesù ha da compiere nel mondo... «Questi è il mio figlio prediletto, ascoltatelo» è il massimo della Teofania. Dio Padre, in presenza dei profeti antichi, di Mosè, di Elia, dei profeti, coloro che hanno preparato la venuta del Messia; in presenza poi dei discepoli, degli Apostoli, dei testimoni prescelti... ecco Dio Padre proclama Cristo suo Figlio, anzi, Figlio prediletto, in cui egli si compiace...
Nel brano di oggi c'è però un'altra parola che non vorrei ci sfuggisse. Questo è il Figlio prediletto, dice, ma dice anche: «Ascoltatelo». Il Padre ci dà un ordine preciso, l'ordine di ascoltare il messaggio del Figlio, di ascoltare Gesù. Anche la Madonna ma alle nozze di Cana, lei che «ascoltava, meditava e portava le parole di Dio nel proprio cuore, dice ai servi: ascoltatelo, «fate quello che vi dirà». Che significa dunque ascoltare Gesù? Ascoltare... non sentire...! Ascoltare è compiere i suoi comandamenti e particolarmente il primo dei comandamenti, quello dell'Amore. Ascoltare il Signore è comportarsi come egli si è comportato, come lui è vissuto sulla terra, vivere dall'esempio che Gesù ci ha lasciato... E lui ha trascorso tutta la sua vita facendo la volontà di Dio, facendo del bene a tutti, aiutando i bisognosi, sanando i malati, predicando la Buona Novella del Regno di Dio.
Tanti parteciperanno all'Eucaristia oggi. L'Eucaristia è la manifestazione, la nostra teofania di Dio. Non le accompagnano né terremoti, né nubi o saette. Qui però abbiamo tra noi, nelle nostre mani Dio stesso, Dio che si lascia pregare, sentire, toccare, gustare, perfino mangiare... Dio che mangiato nel pane inizia in noi l'opera sua, inizia in noi la nostra trasfigurazione, entra dentro di noi e ci trasfigura, trasforma dal di dentro, quasi dall'interno... Ecco la festa della trasfigurazione, di Dio, di Gesù, ma anche la festa della nostra trasfigurazione, la profezia di ciò che dobbiamo diventare noi. E quando scenderemo dal monte, quando torneremo a casa nostra, ai nostri impegni, dopo l'Eucaristia, possiamo continuare ad essere trasfigurati, luminosi, bianchi, per contagiare con la nostra esperienza, con il nostro esempio anche gli altri. Il Signore ce lo conceda.
 
 La Trasfigurazione si realizza sulla vetta del monte, che è l’abisso ombroso del nostro cuore. Qui, in questo Luogo sacro e inviolabile, si manifesta, sfolgora e risplende il Cristo, col Volto pieno di luce per la preghiera (Lc 9,29; Mt 17,2).
Ma finché non sorga la Stella del mattino, il nostro Lucifero di salvezza; finché non si realizzi la creazione del nuovo giorno, il Giorno del sole di giustizia, che sorge dall’alto (Lc 1,78), noi dovremo sapere aspettare, rimanendo svegli (Lc 9,32). Il sonno, la discesa nell’oscurità della profondità, sono necessari, per noi, perché laggiù, alla scuola della solitudine e dell’ascolto assoluto, nel silenzio, noi possiamo imparare a riconoscere, a distinguere, a seguire i tratti del nostro Lucifero, il nostro Fosfòro, come scrive Pietro. Esiste, per noi, per ognuno di noi, un Portatore di Luce, una fonte, una sorgente di Luce, di Luce vera e vivente, che non si spegne, che non viene meno.
 
 È la Stella del mattino, quella promessa al principio dell’Apocalisse (2,28) e poi rivelata, alla fine del libro e conosciuta, incontrata, amata: lo stesso Signore nostro Gesù Cristo, che si dichiara e si manifesta così: “Io sono la radice e la stirpe di Davide, la stella luminosa del mattino” (Ap 22,16).
Lui, che si dona a noi, senza prezzo, senza merito alcuno; solamente perché desidera sorgere, dare luce alla notte, ancora sempre di nuovo.
Per questo non ci spaventi più la tenebra, il buio, la notte; proprio qui, quando non c’è più alcuna luce, quando rimane solo l’ombra, il deserto, Lui sorge e risplende, come Stella che porta la luce al nostro cuore.
Il nostro Lucifero, Fosfòro, non tarda, certamente verrà; eccolo, già sorge, Stella, Sole nascente dall’alto e risalente dal più profondo buio del nostro cuore, dal nostro stesso essere.
 
 Lasciamoci anche noi prendere in disparte dal Signore, insieme a Pietro, Giacomo e Giovanni; saliamo con loro fino alla cima del Tabor; entriamo nella nube e ascoltiamo la voce del Padre. In grande, profondissimo silenzio, ascoltiamo. Nella forza della preghiera di Gesù, lasciamoci abbracciare, lasciamoci fare prigionieri di questo mistero dei misteri, che è la preghiera del Signore. Poiché qui noi vivremo; qui e solo qui noi potremo trovare la vera bellezza della vita. “È bello per noi essere qui, Signore!”. È bello per noi vivere, poiché siamo nella preghiera, siamo nell’incontro con te, con il Padre. Siamo nell’abbraccio, nel bacio, che ci fa nascere di nuovo, anche se vecchi. Sì, proprio nel bacio, nel soffio vitale. Infatti la parola “bocca”, peh e l’avverbio “qui”, poh, nell’ebraico sono scritte allo stesso modo: con le due radicali peh ed he. Appena due soffi, un alito, un respiro; appena tutta la potenza della vita del Padre, che si posa su di noi, che scende fin nel profondo del nostro cuore, del nostro essere. Appena tutta una vita, che comincia a esistere qui, nell’incontro di un bacio tra noi e la bocca di Dio, tra il nostro silenzio e la sua voce che dice: “Questi è il Figlio mio, l’amato mio, il prescelto mio”.
 
 E allora si schiuderanno i nostri occhi e noi potremo vedere, potremo contemplare il volto radioso e luminoso di Cristo e riconosceremo in Lui, nei suoi tratti, nei suoi lineamenti di Sole, il nostro Fosfòro, Colui che porta la Luce vera, Colui che è la Luce per il nostro buio, per la nostra notte. Amen.
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6) Per un confronto personale
a) Qual è il punto di questo testo che più ti è piaciuto o che ti ha maggiormente colpito? Perché?
b) Come avviene la trasfigurazione e qual è la reazione dei discepoli dinanzi a questa esperienza?
c) Perché il testo presenta Gesù con vesti risplendenti mentre parla con Mosè e con Elia? Cosa significano per Gesù Mosè ed Elia? E cosa significano per i discepoli?
d) Qual è il messaggio della voce del cielo per Gesù? E qual è il messaggio per i discepoli?
e) Come trasfigurare, oggi, la vita personale e familiare, e la vita comunitaria nel nostro quartiere?
 
 
7) Preghiera finale: Salmo 96
Il Signore regna, il Dio di tutta la terra.
 
Il Signore regna: esulti la terra,
gioiscano le isole tutte.
Nubi e tenebre lo avvolgono,
giustizia e diritto sostengono il suo trono.     
 
I monti fondono come cera davanti al Signore,
davanti al Signore di tutta la terra.
Annunciano i cieli la sua giustizia,
e tutti i popoli vedono la sua gloria.   
 
Perché tu, Signore,
sei l’Altissimo su tutta la terra,
eccelso su tutti gli dèi.