Dettagli evento
- mercoledì | 28 luglio 2021
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Lectio mercoledì 28 luglio 2021
Mercoledì della Diciassettesima Settimana del Tempo Ordinario (Anno B)
Esodo 34, 29 - 35
Matteo 13, 44 - 46
1) Preghiera
Rivelaci, o Padre, il mistero della preghiera filiale di Cristo, nostro fratello e salvatore e donaci il tuo Spirito, perché, invocandoti con fiducia e perseveranza, come egli ci ha insegnato, cresciamo nell’esperienza del tuo amore.
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2) Lettura: Esodo 34, 29 - 35
Quando Mosè scese dal monte Sinai – le due tavole della Testimonianza si trovavano nelle mani di Mosè mentre egli scendeva dal monte – non sapeva che la pelle del suo viso era diventata raggiante, poiché aveva conversato con il Signore. Ma Aronne e tutti gli Israeliti, vedendo che la pelle del suo viso era raggiante, ebbero timore di avvicinarsi a lui. Mosè allora li chiamò, e Aronne, con tutti i capi della comunità, tornò da lui. Mosè parlò a loro. Si avvicinarono dopo di loro tutti gli Israeliti ed egli ingiunse loro ciò che il Signore gli aveva ordinato sul monte Sinai. Quando Mosè ebbe finito di parlare a loro, si pose un velo sul viso. Quando entrava davanti al Signore per parlare con lui, Mosè si toglieva il velo, fin quando non fosse uscito. Una volta uscito, riferiva agli Israeliti ciò che gli era stato ordinato.
Gli Israeliti, guardando in faccia Mosè, vedevano che la pelle del suo viso era raggiante. Poi egli si rimetteva il velo sul viso, fin quando non fosse di nuovo entrato a parlare con il Signore.
3) Commento su Esodo 34, 29 - 35
Il Signore ha richiamato Mose sul monte dopo la sconfitta dell'idolatria nel suo popolo alle falde del monte e la distruzione del vitello d'oro. E il Signore lo ha rincuorato. Così la scoperta e la verifica dell'amicizia di Dio ha suscitato in Mosè, ancora una volta, il coraggio della mediazione ed è tornato il dialogo per il popolo che avrebbe ricevuto la legge.
Con Dio Mosè si ferma per 40 giorni senza mangiare e bere: è Dio la forza, il cibo, il sostegno che converte il cuore e fa scoprire essenziali solo poche cose (come Gesù, il nuovo Mosè, digiuna 40 giorni: Mt 4,2).
Con Dio viene maturata la parola nuova: "le parole dell'Alleanza, le dieci parole" (v 28) e quindi ci si arricchisce di sapienza, di gioia e di novità; lo splendore interiore dell'animo traspare all'esterno sul volto. Mosè non se ne accorge, ma la gente resta turbata nel vederlo. Inizia così quel distacco sacro che emargina questo loro fratello e mediatore, ponendolo lontano dalla loro vita.
Mosè, tuttavia, ritiene che il suo compito non è concluso senza una relazione dettagliata della legge che il Signore gli ha consegnato; perciò spiega ad Aronne e ai capi e a tutto il popolo quello che l'alleanza esige e quindi si assoggetta volontariamente alla emarginazione che gli fa portare il velo. Il velo copre la presenza di Dio che splende sul volto di Mosè come il velo del tempio, tra le due zone dette del Santo e del Santo dei Santi, che coprono e nascondono la presenza del Signore. Il velo tende così a separare dagli altri l'uomo che parla con Dio. Mosè entra ed esce dalla tenda del convegno per parlare con Dio (vv 34-35). E tale tenda si trova fuori del campo, secondo la fonte Eloista (per ricordare che Dio è santo, separato dagli uomini: Es 33,7-11; Num. 11,24-30) ed è in mezzo al popolo secondo la fonte P (sacerdotale) per ricordare la grandezza del popolo stesso e l'amore di Dio (Num 2,17; Es 25,8).
Mosè sa che si deve fermare lungamente con Dio, e ciò muta totalmente la sua persona e lo arricchisce della sapienza del Signore. L'incontro avvenuto sul Sinai si ripete nella tenda del convegno. Dio, infatti, ha deciso di essere vicino al suo popolo e di camminare in alleanza e libertà con la gente che lo ha scelto.
I momenti in cui Mosè è libero ed è se stesso sono solo quelli del colloquio con Dio nella tenda e quelli della comunicazione della volontà di Dio al suo popolo: quando Mosè è figlio ed amico di Dio e quando è maestro e mediatore. Altrimenti egli è nascosto, oscuro, isolato e lontano dalla vita quotidiana. È perfino commovente.
Mosè è il vero e solo amico di Dio e questa vicinanza con il Signore lo riveste di bellezza. A volte capita anche a noi di trovare persone che portano luce: sono persone di particolare preghiera e interiorità.
Un equivoco nato da questo brano si è verificato nell'opera del Mosè di Michelangelo. Per rendere il significato di "raggi luminosi" l'ebraico usa una forma verbale del sostantivo "geren" (corno). Così la traduzione latina di S. Girolamo traduce letteralmente "Mosè ignorava di avere la faccia con le corna" invece di "ignorava di avere la faccia raggiante".
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4) Lettura: dal Vangelo secondo Matteo 13, 44 - 46
In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: «Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo; un uomo lo trova e lo nasconde; poi va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo. Il regno dei cieli è simile anche a un mercante che va in cerca di perle preziose; trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra».
5) Riflessione sul Vangelo secondo Matteo 13, 44 - 46
La vita è il Regno di Dio in noi. È per questo che Gesù, parlando in parabole, ci dirà che per avere quel tesoro nascosto o quella perla preziosa, dobbiamo essere disposti a spendere tutto per averla: "Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto in un campo; un uomo lo trova e lo nasconde di nuovo, poi va, pieno di gioia, e vende tutti i suoi averi e compra quel campo. Il regno dei cieli è simile a un mercante che va in cerca di perle preziose; trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra". Trovare il vero tesoro e la perla veramente preziosa implica la continua ed assidua ricerca, implica prima ancora una interiore illuminazione dello spirito che ci renda capaci da valutare e di scegliere. Chi sa se Gesù ancora oggi e con maggiore amarezza non debba ripetere: quanto pochi sono quelli che la trovano!".
Il Regno di Dio non è semplicemente acquistare la perla, ma è il movimento che ci sta dietro: il vendere tutto, cioè il donare tutto.
Ecco in proposito il brano di un illustre padre spirituale, che è Teofane il Recluso.
"Mi chiese che cosa stessi cercando. "A dir la verità", dissi, "sto cercando la perla di grande valore". Lui la estrasse da una tasca e me la diede. Proprio così. Io rimasi senza parole, poi mi ripresi: "Davvero è per me? Sei sicuro di non volerla tenere?". Alla fine mi disse: "Secondo te, cosa è preferibile: possedere la perla di gran valore, o poterla donare?". Ad ogni modo, ora l'ho io. E non lo dico a nessuno, per paura di non essere preso sul serio ("Tu, proprio tu possiedi la perla di gran valore? Ma va'!"), o di destare invidia, o di venirne derubato. Sì, l'ho io. Ma rimane quella domanda: "È preferibile possederla o poterla donare?". Per quanto tempo ancora mi impedirà la gioia?"
Matteo 13,44: La parabola del tesoro nascosto nel campo. Gesù racconta una storia molto semplice e breve che potrebbe avvenire nella vita di qualsiasi persona. Dice: “Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto in un campo; un uomo lo trova e lo nasconde di nuovo, poi va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo”. Gesù non spiega. Solamente dice. Il Regno dei Cieli è simile a un tesoro nascosto in un campo”. Così spinge gli uditori a condividere con gli altri ciò che questa storia ha suscitato in loro. Condivido alcuni punti scoperti:
(a) Il tesoro, il Regno, si trova già nel campo, nella vita. È nascosto. Passiamo e calpestiamo il campo senza rendercene conto.
(b) L’uomo incontra il tesoro. Per puro caso. Non spera di incontrarlo, perché non lo stava cercando.
(c) Scoprendo che si tratta di un tesoro molto importante, cosa fa? Ciò che faremmo tutti per avere il diritto di appropriarsi del tesoro. Va, vende tutto ciò che ha, e compra il campo. E così, insieme al campo, ottiene anche il tesoro, il Regno. La condizione è vendere tutto!
(d) Se il tesoro, il Regno, è già nella nostra vita, allora un aspetto importante della vita comincia ad avere un nuovo valore.
(e) In questa storia, ciò che domina è la gratuità. Il tesoro viene incontrato per caso, indipendentemente dai nostri programmi. Il Regno avviene! E noi dobbiamo trarne le conseguenze e non permettere che questo momento di grazia passi senza dare frutto.
Matteo 13,45-46: La parabola del mercante di pietre preziose. La seconda parabola è simile alla prima, ma con una differenza importante. Cerchiamo di scoprirla. La storia è la seguente: “Il regno dei cieli è simile a un mercante che va in cerca di perle preziose; trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra”. Condivido alcuni punti che ho scoperto:
(a) Si tratta di un mercante di perle. La sua professione è cercare perle. Fa solo questo nella sua vita: cercare e trovare perle. Cercando, trova una perla di grande valore. Qui la scoperta del Regno non è puro caso, ma frutto di una lunga ricerca.
(b) Il commerciante di perle conosce il valore delle perle, perché molte persone vorranno vendergli le perle che trovano. Ma il mercante non si lascia ingannare. Lui conosce il valore della sua merce.
(c) Quando trova una perla di grande valore, va e vende tutto ciò che possiede e compra la perla. Il Regno è il valore più grande.
Riassumendo l’insegnamento delle due parabole. Le due hanno lo stesso obiettivo: rivelare la presenza del Regno, ma ognuna lo rivela in modo diverso: attraverso la scoperta della gratuità dell’azione di Dio in noi, e attraverso lo sforzo e la ricerca che ogni essere umano fa per scoprire sempre meglio il senso della sua vita.
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6) Per un confronto personale
• Tesoro nascosto: l’ho trovato qualche volta? Ho venduto tutto per poterlo comprare?
• Cercare perle: qual è la perla che cerchi e che non hai ancora trovato?
7) Preghiera finale: Salmo 98
Tu sei santo, Signore, nostro Dio.
Esaltate il Signore, nostro Dio,
prostratevi allo sgabello dei suoi piedi.
Egli è santo!
Mosè e Aronne tra i suoi sacerdoti,
Samuèle tra quanti invocavano il suo nome:
invocavano il Signore ed egli rispondeva.
Parlava loro da una colonna di nubi:
custodivano i suoi insegnamenti
e il precetto che aveva loro dato.
Signore, nostro Dio, tu li esaudivi,
eri per loro un Dio che perdona,
pur castigando i loro peccati.
Esaltate il Signore, nostro Dio,
prostratevi davanti alla sua santa montagna,
perché santo è il Signore, nostro Dio!