lunedì 19 luglio 2021: per la preghiera personale e familiare "Lectio divina sulla Liturgia della Parola del giorno"

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  • lunedì | 19 luglio 2021

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Lectio lunedì 19 luglio 2021

 
Lunedì della Sedicesima Settimana del Tempo Ordinario (Anno B)
 
Esodo 14, 5 - 18
Matteo 12, 38 - 42
 
 
1) Orazione iniziale 
Sii propizio a noi tuoi fedeli, Signore, e donaci i tesori della tua grazia, perché, ardenti di speranza, fede e carità, restiamo sempre fedeli ai tuoi comandamenti.
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2) Lettura: Esodo 14, 5 - 18
In quei giorni, quando fu riferito al re d’Egitto che il popolo era fuggito, il cuore del faraone e dei suoi ministri si rivolse contro il popolo. Dissero: «Che cosa abbiamo fatto, lasciando che Israele si sottraesse al nostro servizio?». Attaccò allora il cocchio e prese con sé i suoi soldati. Prese seicento carri scelti e tutti i carri d’Egitto con i combattenti sopra ciascuno di essi. 
Il Signore rese ostinato il cuore del faraone, re d’Egitto, il quale inseguì gli Israeliti mentre gli Israeliti uscivano a mano alzata. Gli Egiziani li inseguirono e li raggiunsero, mentre essi stavano accampati presso il mare; tutti i cavalli e i carri del faraone, i suoi cavalieri e il suo esercito erano presso Pi Achiròt, davanti a Baal Sefòn. Quando il faraone fu vicino, gli Israeliti alzarono gli occhi: ecco, gli Egiziani marciavano dietro di loro! Allora gli Israeliti ebbero grande paura e gridarono al Signore. E dissero a Mosè: «È forse perché non c’erano sepolcri in Egitto che ci hai portati a morire nel deserto? Che cosa ci hai fatto, portandoci fuori dall’Egitto? Non ti dicevamo in Egitto: “Lasciaci stare e serviremo gli Egiziani, perché è meglio per noi servire l’Egitto che morire nel deserto”?». Mosè rispose: «Non abbiate paura! Siate forti e vedrete la salvezza del Signore, il quale oggi agirà per voi; perché gli Egiziani che voi oggi vedete, non li rivedrete mai più! Il Signore combatterà per voi, e voi starete tranquilli». Il Signore disse a Mosè: «Perché gridi verso di me? Ordina agli Israeliti di riprendere il cammino. Tu intanto alza il bastone, stendi la mano sul mare e dividilo, perché gli Israeliti entrino nel mare all’asciutto. Ecco, io rendo ostinato il cuore degli Egiziani, così che entrino dietro di loro e io dimostri la mia gloria sul faraone e tutto il suo esercito, sui suoi carri e sui suoi cavalieri. Gli Egiziani sapranno che io sono il Signore, quando dimostrerò la mia gloria contro il faraone, i suoi carri e i suoi cavalieri».
 
3) Commento su Esodo 14, 5 - 18
 Possiamo capire l'angoscia degli Ebrei stretti fra il mare e l'esercito egiziano e riconoscerci anche nella loro reazione di viltà che li fa rimpiangere la schiavitù prima aborrita e la decisione di seguire Mosè: "Forse perché non c'erano sepolcri in Egitto ci hai portati a morire nel deserto?... Non ti dicevamo in Egitto: Lasciaci stare e serviremo gli Egiziani?". La loro soluzione sarebbe di arrendersi e tornare in schiavitù. 
Ma vediamo piuttosto la soluzione di Dio. Il Signore disse a Mosè: Ordina agli Israeliti di riprendere il cammino". La soluzione è da cercare in avanti, nella continuazione del cammino intrapreso fidandosi di lui. 
 
 E qui viene l'insegnamento per noi. In ogni cammino vitale si incontrano ostacoli, difficoltà anche gravi e tante volte possiamo essere tentati di bloccarci, di tornare indietro, alla situazione che oggi ci sembra più tranquilla, con meno problemi. Ma questo non è il pensiero di Dio. "Chi mette mano all'aratro e poi si volta indietro non entrerà nel regno dei cieli" ha detto Gesù. La soluzione non è nel voltarci indietro, ma nel pregare il Signore che ci faccia trovare la sua soluzione. Essa potrà essere inaspettata, ma sempre in continuazione al cammino iniziato in obbedienza alla sua volontà. E neppure dobbiamo chiedere "segni", come i farisei nel Vangelo di oggi. Dio agli Israeliti nel deserto ha dato segni strepitosi e li darà anche ai nostri tempi, se così gli piacerà, ma non tocca a noi chiederli. La richiesta di segni è molte volte un alibi per la nostra pigrizia, per la riluttanza a compiere la volontà del Signore. 
Oggi la liturgia della parola ci dà una lezione di coraggio e di fiducia. Dio è forte ed è fedele, e ci chiama ad avanzare insieme con lui, che fa delle difficoltà mezzi per "dimostrare la sua gloria", la sua presenza vittoriosa. "Io sono il Signore", dice a Mosè. Da noi vuole solo una totale fiducia, come la richiedeva al popolo di Israele per dargli la Terra promessa.
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4) Lettura: dal Vangelo secondo Matteo 12, 38 - 42
In quel tempo, alcuni scribi e farisei dissero a Gesù: «Maestro, da te vogliamo vedere un segno». 
Ed egli rispose loro: «Una generazione malvagia e adultera pretende un segno! Ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona il profeta. Come infatti Giona rimase tre giorni e tre notti nel ventre del pesce, così il Figlio dell’uomo resterà tre giorni e tre notti nel cuore della terra. 
Nel giorno del giudizio, quelli di Nìnive si alzeranno contro questa generazione e la condanneranno, perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Giona! Nel giorno del giudizio, la regina del Sud si alzerà contro questa generazione e la condannerà, perché ella venne dagli estremi confini della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone!».
 
5) Riflessione sul Vangelo secondo Matteo 12, 38 - 42 Maestro, vorremmo che tu ci facessi vedere un segno.
È la richiesta, che sembra legittima, rivolta a Gesù. Il segno che domandano significa la richiesta di dimostrare visibilmente che Gesù sia il messia che il popolo d'Israele si aspettava per il suo riscatto politico. Siamo ancora lontani dalla comprensione di Gesù come Figlio di Dio venuto per redimere il peccato del mondo con la sua morte e resurrezione. Questa richiesta è la stessa che è poi rivolta al Gesù morente sulla Croce. Si può credere a Gesù solo se lo si vede scendere dalla Croce per restaurare il regno davidico. In questa richiesta, nel modo in cui è posta, si nasconde una sfiducia nell'operato stesso di Gesù. La condanna di Gesù si riferisce proprio alla chiusura dei cuori dei suoi ascoltatori. Egli per essere accolto dovrebbe dimostrare la sua potenza con eventi spettacolari ed incredibili. Noi siamo capaci di leggere nei segni dei tempi l'operare di Gesù anche nelle piccole cosa che ci sembrano poco importanti?
 
 Il vangelo di oggi ci presenta una discussione tra Gesù e le autorità religiose dell’epoca. Questa volta sono i dottori della legge ed i farisei che chiedono a Gesù di fare loro vedere un segno. Gesù aveva fatto molti segni: aveva guarito il lebbroso (Mt 8,1-4), il servo del centurione (Mt 8,5-13), la suocera di Pietro (Mt 8,14-15), i malati e i posseduti della città (Mt 8,16), aveva calmato la tempesta (Mt 8,23-27), scacciato i demoni (Mt 8,28-34) ed aveva fatto molti altri miracoli. La gente, vedendo questi segni, riconobbe in Gesù il Servo di Yavè (Mt 8,17; 12,17-21). Ma i dottori e i farisei non furono capaci di percepire il significato di tanti segnali che Gesù aveva già fatto. Loro volevano qualcosa di diverso.
 
 Matteo 12,38: La richiesta di un segno da parte dei farisei e dei dottori. I farisei giunsero e dissero a Gesù: "Maestro, vogliamo vedere un segno fatto da te". Vogliono che Gesù faccia un segno per loro, un miracolo, così potranno verificare ed esaminare se Gesù è o no colui che è mandato da Dio secondo ciò che loro immaginavano e speravano. Vogliono constatarlo. Vogliono sottoporre Gesù ai loro criteri, in modo da poterlo inquadrare nello schema del loro messianismo. In loro non c’é apertura per una possibile conversazione. Non avevano capito nulla di ciò che Gesù aveva fatto.
 
 Matteo 12,39: La risposta di Gesù: il segno di Giona. Gesù non si sottopone alla richiesta delle autorità religiose, perché non è sincera. "Una generazione perversa e adultera pretende un segno! Ma nessun segno le sarà dato, se non il segno di Giona profeta.” Queste parole costituiscono un giudizio molto forte riguardo ai dottori e ai farisei. Loro evocano l’oracolo di Osea che denunciava il popolo, accusandolo di essere una sposa infedele ed adultera (Os 2,4). Il vangelo di Marco dice che Gesù, dinanzi alla richiesta dei farisei, sospirò profondamente (Mc 8,12), probabilmente di disgusto e di tristezza dinanzi ad una cecità così grande. Perché a nulla serve mettere un bel quadro davanti a chi non vuole aprire gli occhi. Chi chiude gli occhi non può vedere! L’unico segno che sarà loro dato è il segno di Giona.
 
 Matteo 12,41: Qui c’è più di Giona. Gesù guarda verso il futuro: “Come infatti Giona rimase tre giorni e tre notti nel ventre del pesce, così il Figlio dell’uomo resterà tre giorni e tre notti nel cuore della terra”. Ossia, l’unico segno sarà la risurrezione di Gesù che si prolungherà nella risurrezione dei suoi seguaci. Questo è il segno che nel futuro sarà dato ai dottori e ai farisei. Loro saranno messi dinanzi al fatto che Gesù, da loro condannato a morte e a una morte di croce, Dio lo risusciterà e continuerà a risuscitare in molti modi coloro che crederanno in lui. Per esempio, lui risusciterà nella testimonianza degli apostoli, “persone non istruite” che avranno il coraggio di affrontare le autorità annunciando la risurrezione di Gesù (At 4,13). Ciò che converte è la testimonianza! Non i miracoli: “Quelli di Ninive si alzeranno a giudicare questa generazione e la condanneranno, perché essi si convertirono alla predicazione di Giona”. La gente di Ninive si convertì dinanzi alla testimonianza della predicazione di Giona e denunciò l’incredulità dei dottori e dei farisei. Poiché “ecco, qui ora c’è più di Giona”.
 
 Matteo 12,42: Qui ora c’è più di Salomone. L’allusione alla conversione della gente di Ninive associa e fa ricordare l’episodio della Regina di Saba. “Nel giorno del giudizio la regina del sud si leverà a giudicare questa generazione e la condannerà, perché essa venne dall’estremità della terra per ascoltare la sapienza di Salomone; ecco, ora qui c’è più di Salomone!” Questa evocazione dell’episodio della Regina di Saba che riconosce la saggezza di Salomone, indica come veniva usata la Bibbia in quel tempo. Per associazione. La regola principale dell’interpretazione era questa: “La Bibbia si spiega mediante la Bibbia”. Finora questa è una delle norme più importanti per l’interpretazione della Bibbia, soprattutto per la lettura orante della Parola di Dio.
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6) Per un confronto personale
• Convertirsi vuol dire cambiare comportamento morale, ma anche cambiare le idee e il modo di pensare. Moralista è colui che cambia comportamento, ma conserva inalterato il suo modo di pensare. E io, come sono?
• Dinanzi all’attuale rinnovamento della Chiesa, sono fariseo che chiede un segno o sono come la gente che riconosce che questo è il cammino voluto da Dio?
 
 
7) Preghiera finale: Esodo 15, 1 - 6
Cantiamo al Signore: stupenda è la sua vittoria.
 
Voglio cantare al Signore,
perché ha mirabilmente trionfato:
cavallo e cavaliere ha gettato nel mare. 
 
Mia forza e mio canto è il Signore,
egli è stato la mia salvezza.
È il mio Dio: lo voglio lodare,
il Dio di mio padre: lo voglio esaltare!
 
I carri del faraone e il suo esercito
li ha scagliati nel mare;
i suoi combattenti scelti furono sommersi nel Mar Rosso.
 
La tua destra, Signore, è gloriosa per la potenza,
la tua destra, Signore, annienta il nemico.