Dettagli evento
- domenica | 30 maggio 2021
___________________________________________________________________________________________________________________
_____________________________________________________________________________________________________________________
Lectio domenica 30 maggio 2021
Domenica della Nona Settimana del Tempo Ordinario (Anno B)
SS. Trinità
Lettera ai Romani 8, 14 - 17
Matteo 28, 16 - 20
1) Orazione iniziale
O Dio Padre, che hai mandato nel mondo il tuo Figlio, Parola di verità, e lo Spirito santificatore per rivelare agli uomini il mistero della tua vita, fa’ che nella professione della vera fede riconosciamo la gloria della Trinità e adoriamo l’unico Dio in tre persone.
______________________________________________________________________________
2) Lettura: Lettera ai Romani 8, 14 - 17
Fratelli, tutti quelli che sono guidati dallo Spirito di Dio, questi sono figli di Dio. E voi non avete ricevuto uno spirito da schiavi per ricadere nella paura, ma avete ricevuto lo Spirito che rende figli adottivi, per mezzo del quale gridiamo: «Abbà! Padre!». Lo Spirito stesso, insieme al nostro spirito, attesta che siamo figli di Dio. E se siamo figli, siamo anche eredi: eredi di Dio, coeredi di Cristo, se davvero prendiamo parte alle sue sofferenze per partecipare anche alla sua gloria.
3) Commento su Lettera ai Romani 8, 14 - 17
Nella seconda lettura san Paolo ci dice che qualche cosa di meraviglioso è accaduto: grazie alla venuta di Gesù, figlio di Dio e con il dono dello Spirito, noi non siamo più schiavi, ma, in virtù della morte e resurrezione di Cristo, siamo diventati figli e possiamo rivolgerci a Dio chiamandolo "abbà", padre. Aggiunge anche che in qualità di figli siamo anche suoi eredi e coeredi di Cristo.
L'apostolo Paolo, scrivendo alla comunità dei Romani, invita i fratelli a contemplare il volto del Cristo per poter comprendere quello del Padre e poter così capire come si diventa figli di Dio, coeredi del Cristo, tutto per mezzo dello Spirito. Voi avete ricevuto lo Spirito di Dio non per essere schiavi della paura ma per essere suoi figli, e se siete suoi figli potete dire: “Abba, Padre”, e diventare figli adottivi, e quindi coeredi di Cristo. Se prenderete parte alle sue sofferenze, diventerete anche eredi della sua gloria.
Paolo parla ai fratelli di Roma, ma parla anche agli uomini di oggi, ci ricorda che per mezzo dello Spirito ricevuto nel battesimo siamo anche noi figli di Dio. Quante volte nelle nostre meditazioni, nei nostri colloqui con il Signore abbiamo preso in considerazione questa realtà? La certezza di questa realtà ci dovrebbe rendere sempre gioiosi, pieni di energia, desiderosi di aiutare i fratelli, capaci di creare la comunità. La gioia non regna nei nostri cuori perché non siamo capaci di abbandonare tutto ciò che è terreno e elevarci a ciò che di grande Dio ha messo nei nostri cuori.
______________________________________________________________________________
4) Lettura: dal Vangelo secondo Matteo 28, 16 - 20
In quel tempo, gli undici discepoli andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato.
Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono. Gesù si avvicinò e disse loro: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo».
5) Riflessione sul Vangelo secondo Matteo 28, 16 - 20
Celebriamo la festa della S. Trinità; purtroppo consideriamo generalmente poco questo mistero della fede e forse preghiamo poco in modo trinitario: eppure è un mistero centrale che riguarda la natura di Dio. Dei riferimenti alla S. Trinità ci sono nelle nostre preghiere: nel segno della croce, anzitutto, nel quale invochiamo le tre Divine Persone; nel Gloria al Padre poi facciamo esplicito riferimento alla Trinità e così nelle preghiere della Santa Messa specialmente quelle che dice il sacerdote. Forse però non teniamo molto conto della Trinità nelle preghiere personali. Forse questa festa potrebbe aiutarci a riscoprire la presenza delle tre Persone nella preghiera e nella vita.
Nel brano del vangelo che abbiamo ascoltato Gesù appare agli apostoli in Galilea pur nel dubbio di alcuni, e dice loro di andare e battezzare tutti i popoli nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Il mandato di Gesù è di annunciare il vangelo a tutti e di battezzare nel nome della Trinità. Nel corso dei secoli tantissimi cristiani hanno messo in pratica l’invito di Gesù così che la fede cristiana ha potuto diffondersi in tutto il mondo. Oggi tocca a noi continuare a diffondere la fede. Il riferimento trinitario è inusuale in Matteo, ma offre una sintesi teologica: Dio è unico quanto alla natura ma trino nelle persone e l’invito è ad adorarlo così. Cerchiamo di conformare sempre più a questo mistero la nostra preghiera e la nostra vita: se amiamo Dio dobbiamo cercare di conoscerlo e amarlo come Egli è Padre, Figlio e Spirito Santo.
Andate e battezzate nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
L'appuntamento è in Galilea, là dove inizialmente si era fatto conoscere e aveva iniziato con loro a manifestare il lieto annuncio. Proprio in quella regione, misconosciuta e disprezzata dall'ortodossia di Gerusalemme, il Risorto dà ora appuntamento ai suoi, di iniziare la loro personale missione e la loro preziosa testimonianza: "Mi sarete testimoni fino agli estremi confini della terra". Saranno idonei per questo compito, così importante? L'evangelista non esita a riconoscere che "alcuni dubitavano". Veramente quelli che Gesù invia in tutto il mondo a portare il suo vangelo, erano persone semplici, non certo qualificate secondo gli uomini. Eppure diventeranno strumento di salvezza, attraverso l'annuncio della buona novella. In effetti non devono confidare nelle loro forze, nelle loro risorse. Ciò che li sosterà, in qualsiasi situazione, davanti a qualsiasi ostacolo, è la presenza continua di Gesù: "Io sono con voi, tutti i giorni, fine alla fine del mondo". Allora sarà tutto un trionfo? Niente affatto! Ci vuole una seria audacia per buttarsi in questa meravigliosa avventura. Perché non si tratta di essere al riparo o di passare incolumi fra eventuali pericoli, ma di accogliere ogni giorno l'evento salvifico in sé per poi trasmetterlo agli altri, confidando nella vicinanza del Signore e offrendo come strumento il proprio martirio. La missione, dunque, non è una navigazione tranquilla, e sarà sempre così. Tuttavia c'è una solenne promessa, "avrete tribolazione nel mondo, ma abbiate fiducia in me, io ho vinto il mondo". Per avere accesso a questa proposta, bisogna aver fede, accettare di mettere la propria esistenza nelle mani di Gesù. "Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni". Lo scopo per tutti indistintamente è di raggiungere una comunione di vita con Dio stesso, attraverso il gesto battesimale, compiuto "nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo". Battezzare vuol dire immergersi. Il cristiano è uno che è immerso nella vita divina, nella sua grazia. La Trinità non è solo una formula di fede o un mistero da contemplare. È una verità da vivere quotidianamente. Amare Dio e chi ci sta accanto per entrare nel flusso d'amore del Padre, del Figlio, dello Spirito Santo. La Trinità è una famiglia dove ogni Persona dona tutta se stessa all'altra. Un progetto di vita per tutti.
Vivere, per Dio e l'uomo, è essere in comunione.
Dogma della Trinità, ovvero quando il racconto di Dio diventa il racconto dell'uomo. La dottrina di Dio che è Padre, Figlio e Spirito Santo non racchiude un freddo distillato di pensieri, ma tutta una sapienza del vivere, colma di indicazioni esistenziali che illuminano la mia vita. Infatti Adamo è creato più ancora che ad immagine di Dio, a somiglianza della Trinità, a immagine di un legame d'amore, di un Dio che non è solitudine. Dove vivere, per Dio e per l'uomo, è essere in comunione. In principio, la relazione; in principio, il legame.
Per questa memoria festosa della Trinità il Vangelo non offre formule, ma riferisce di un appuntamento, di un monte scalato con il batticuore, perché la fede prima di tutto è desiderio d'incontro: andarono sul monte che Gesù aveva loro fissato.
Alcuni, però, dubitavano. Ci riconosciamo tutti quanti in questa comunità che crede e dubita al tempo stesso. Eppure il dubbio e la poca fede dei discepoli non fermano né scoraggiano il Signore. Anzi fanno nascere una reazione bellissima, invece di rimproverarli, Gesù si fa ancora più vicino: avvicinatosi a loro disse... Ancora non è stanco di parlare, di farsi vicino, delicatamente e senza imporsi, e salvando perfino la loro libertà di dubitare.
Mi è stato dato ogni potere in cielo e in terra. Potere è parola che in bocca a Gesù cambia di segno: non il potere del mondo, che evoca violenza e sopruso, ma la forza di un Dio che può soltanto ciò che l'amore può.
Andate e battezzate nel nome del Padre, del Figlio, dello Spirito. Andate: Dio si è appena fatto trovare e già t'invita ad andare oltre, per "battezzare", che significa "immergere" il mondo nel mare di Dio.
I nomi che Gesù sceglie per dire Dio, sono nomi di famiglia, di affetto: Padre e Figlio, nomi che abbracciano, che si abbracciano.
Spirito è nome che dice respiro, dice che ogni vita prende a respirare quando si sa accolta, presa in carico, abbracciata. Dio non è in se stesso solitudine, l'oceano della sua essenza vibra di un infinito movimento d'amore: essenza della Trinità.
Insegnate loro ad osservare tutto ciò che vi ho insegnato. Il tutto che Gesù ha insegnato è che la nostra vita è immersa in un mare d'amore. Ai suoi raccomanda: insegnate ad amare. Ed è detto tutto.
Io sarò con voi tutti i giorni. Fino alla fine del mondo. Senza condizioni. Su queste parole si chiude il Vangelo di Matteo e si apre, si fonda la nostra vita.
Tutti i giorni, fino al consumarsi del tempo, dentro gli abbandoni e le solitudini, quando ti sfiora l'ala severa della morte e quando ti pare di volare, Lui sarà con te, sempre. E senza porre mai condizioni.
______________________________________________________________________________
6) Alcune domande per aiutarci nella meditazione e nella orazione.
- Siamo sicuri che il Dio, uno e trino, è in cielo, ma che Gesù è anche in terra e ci accompagna nel nostro cammino quotidiano? Se no, quali le motivazioni?
- L'unione con il Cristo avviene in noi attraverso i sacramenti; avvertiamo anche la sua presenza negli avvenimenti speciali che avvengono nel mondo?
- Paolo ci ricorda che per mezzo del Battesimo noi siamo diventati figli di Dio. Lo stress del quotidiano ci porta spesso a dimenticarci di questa meravigliosa realtà: come mai e perché?
- La famiglia nasce da Dio Padre, Figlio e Spirito Santo: affidiamo alla trinità quale origine anche la nostra famiglia terrena e siamo consapevoli che la trinità ci accompagna nel nostro cammino verso la felicità futura?
- Accettiamo con serenità il fatto di non comprendere il mistero trinitario e preghiamo con fervore ed intensità le tre persone?
7) Preghiera: Salmo 32
Beato il popolo scelto dal Signore.
Retta è la parola del Signore
e fedele ogni sua opera.
Egli ama la giustizia e il diritto;
dell’amore del Signore è piena la terra.
Dalla parola del Signore furono fatti i cieli,
dal soffio della sua bocca ogni loro schiera.
Perché egli parlò e tutto fu creato,
comandò e tutto fu compiuto.
Ecco, l’occhio del Signore è su chi lo teme,
su chi spera nel suo amore,
per liberarlo dalla morte
e nutrirlo in tempo di fame.
L’anima nostra attende il Signore:
egli è nostro aiuto e nostro scudo.
Su di noi sia il tuo amore, Signore,
come da te noi speriamo.
8) Orazione Finale
O Dio nostro Padre, perfetta Comunione, nella tua misericordia accogli le nostre preghiere e donaci ciò che è veramente necessario per la nostra vita: il primo dono necessario è proprio la tua presenza, lo Spirito Santo in noi.