Per la preghiera personale e familiare: Lectio divina sulla Liturgia della Parola del giorno - domenica 23 maggio 2021

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  • domenica | 23 maggio 2021

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Lectio domenica 23 maggio 2021


Domenica di Pentecoste (Anno B)
 
Lettera ai Galati 5, 16 - 25
Giovanni 15, 26 - 27; 16, 12 - 15
 
 
1) Orazione iniziale 
O Padre, che nel mistero della Pentecoste santifichi la tua Chiesa in ogni popolo e nazione, diffondi sino ai confini della terra i doni dello Spirito Santo, e continua oggi, nella comunità dei credenti, i prodigi che hai operato agli inizi della predicazione del Vangelo.
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2) Lettura: Lettera ai Galati 5, 16 - 25
Fratelli, camminate secondo lo Spirito e non sarete portati a soddisfare il desiderio della carne. La carne infatti ha desideri contrari allo Spirito e lo Spirito ha desideri contrari alla carne; queste cose si oppongono a vicenda, sicché voi non fate quello che vorreste. Ma se vi lasciate guidare dallo Spirito, non siete sotto la Legge. Del resto sono ben note le opere della carne: fornicazione, impurità, dissolutezza, idolatria, stregonerie, inimicizie, discordia, gelosia, dissensi, divisioni, fazioni, invidie, ubriachezze, orge e cose del genere. Riguardo a queste cose vi preavviso, come già ho detto: chi le compie non erediterà il regno di Dio. Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, magnanimità, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé; contro queste cose non c’è Legge. Quelli che sono di Cristo Gesù hanno crocifisso la carne con le sue passioni e i suoi desideri. Perciò se viviamo dello Spirito, camminiamo anche secondo lo Spirito.
 
3) Commento su Lettera ai Galati 5, 16 - 25
 Nella seconda lettura, tratta dalla lettera ai Galati, l'apostolo Paolo ricorda che solo attraverso lo Spirito il cristiano può entrare in relazione con il Padre ed il Figlio e indirizzare la propria vita secondo gli insegnamenti della Parola.
Paolo invita i fratelli a camminare secondo quanto suggerito dallo Spirito e a non seguire i desideri della carne; infatti vi sono ben noti i desideri della carne che portano ad una vita lontana dal Signore, ma se si cammina nello Spirito si vivrà in serenità, gioia e in relazione con Dio Padre e con il Cristo.
I doni che lo Spirito dona all'uomo lo arricchiscono, ma sono per ciascuno un impegno per costruire la comunità.
 
 «Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, magnanimità, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé; contro queste cose non c'è Legge». (Gal 5, 24) - Come vivere questa Parola?
Questo catalogo di frutti è proprio da imparare a memoria! Anche solo l'azione di ripeterli dentro di noi, sembra produrre una nuova armonia. Nove parole che descrivono in sintesi il risultato della presenza consapevolmente accolta dello Spirito in noi. Nove parole che esprimono la bellezza dell'essere inabitati da Dio al punto da traboccarne in questi modi la presenza. Nove parole trasparenti, che i "sepolcri imbiancati" non sono in grado di articolare! Nove parole che svelano l'ambiguità della Legge e un po' la sovvertono. Senza violenza, senza moralismo, solo con la logica delle Beatitudini.
Signore, i frutti dello spirito generino e connotino le azioni della nostra carità, solidarietà, giustizia e misericordia.
Ecco la voce di uno teologo Cardinal G. Ravasi: Paolo apre ai suoi lettori l'orizzonte luminoso dello Spirito che genera nel cuore e nella vita dei fedeli nove virtù, il cui corteo è articolato in forma ternaria. Ecco la prima triade, aperta dall'amore e seguita dalla gioia e dalla pace. Subentrano poi la magnanimità, la benevolenza e la bontà, che ricalcano la precedente trilogia per quanto riguarda il rapporto col prossimo. Infine, la fedeltà, la mitezza e il dominio di sé, che sono virtù di indole personale. È su questa triplice triade che deve modellarsi il nostro "cammino secondo lo Spirito", ossia la nostra nuova esistenza di redenti da Cristo.
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4) Lettura: dal Vangelo secondo Giovanni 15, 26 - 27; 16, 12 - 15
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Quando verrà il Paràclito, che io vi manderò dal Padre, lo Spirito della verità che procede dal Padre, egli darà testimonianza di me; e anche voi date testimonianza, perché siete con me fin dal principio. 
Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future. Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà».
 
5) Riflessione sul Vangelo secondo Giovanni 15, 26 - 27; 16, 12 - 15
 Gesù, come abbiamo ascoltato nel brano del vangelo, promette ai discepoli il Paraclito, che ricorderà le Sue parole e permetterà loro di approfondire la conoscenza di Lui. Lo Spirito darà anche la forza di testimoniare e farà conoscere le cose future intendendo con ciò i segreti e le ragioni profonde di ciò che sta per accadere, più che i fatti in se stessi: i discepoli saranno capaci quindi di interpretare la storia, il suo orientamento e gli esiti finali.
Le immagini usate nel racconto della Pentecoste suggeriscono la forza dello Spirito che opera una seconda creazione: Egli è una forza irresistibile che inonda chi lo riceve. È nostro compito non rendere vana questa grazia che ci è stata donata nel battesimo e nella Cresima. A volte purtroppo seppelliamo la fede con il pretesto di rispettare la libertà altrui. Il dono dello Spirito ci porti alla testimonianza della fede anche fuori dalle mura domestiche: non è impossibile se siamo docili a Lui; l’importante è che non vogliamo fare da soli con le nostre forze ma ci appoggiamo allo Spirito. Invochiamolo dunque: Vieni Santo Spirito riempi i cuori dei tuoi fedeli e accendi in essi il fuoco del tuo amore: discenda in noi la forza del tuo spirito creatore e la faccia della terra sarà rinnovata. Sia questa pentecoste un rinnovato dono del Paraclito.
 
 Dio è amore.
Dio è amore. È la sua essenza che ci viene rivelata come alito vivificante sin dalla creazione. Abbiamo scoperto che è fonte di vita, fonte di tutte le forme di vita, riempie di sé l’universo. Sappiamo che lo Spirito ci rende somiglianti a Dio. Sappiamo che nella pienezza dei tempi ha adombrato la vergine di Nazareth e l’ha resa madre di Gesù redentore conservando intatta la sua verginità. Sappiamo che è lo stesso Spirito a rivelare ad Elisabetta che colei che la sta salutando è “la madre del Signore”. Illumina nel tempio il santo Simeone e la profetessa Anna. Parla ai dottori per bocca del bambino Gesù. Rivela nelle acque del Giordano che il battezzato è il Figlio, l’Eletto. Viene ripetutamente annunciato e promesso dallo stesso Gesù agli Apostoli, inizialmente tristi alla notizia della sua prossima dipartita. Viene atteso e invocato nel cenacolo dagli undici, radunati in preghiera con la Madre Santissima. Oggi pentecoste scende sulla chiesa nascente: scende su tutta la chiesa per santificare, illuminare e fortificare. Scende affinché gli inviati nel mondo, quelli di allora e quelli di oggi, non si sentano soli, affinché non abbiano a temere, affinché sappiano superare le prove che li attendono, affinché siano pronti a dare la suprema testimonianza di fedeltà e di amore al loro maestro anche con il dono della vita. Scende sotto forma di lingue di fuoco: la Parola da annunciare ha in sé un connaturale ardore divino e deve infuocare d’amore i cuori dei credenti. Sgorga dal cuore stesso di Dio, sgorga come un effluvio dalla croce di Cristo, sgorga dal suo costato trafitto dalla lancia. Sgorga dal cenacolo e dal sepolcro vuoto e dall’annuncio che ormai il mondo intero conosce: Egli è vivo, è risorto, ha vinto il peccato, ha vinto la morte, ci ha ridonato la vita. È l’Alito nuovo di Dio che fa rinascere le sue creature a vita nuova. Lo Spirito è entrato nella chiesa e i pavidi sono diventati araldi intrepidi del Vangelo. Anch’essi affrontano il “mondo” e vincono e cantano un canto nuovo, il canto dei risorti. I pescatori di pesci sono diventati pescatori di uomini e i tremanti e fuggitivi della passione, ora gridano nelle piazze e stanno cambiando il mondo. Pare che ora quello Spirito non sia più desiderato, invocato ed accolto. Sta prendendo il sopravvento lo spirito del mondo, quella insana presunzione che ci fa credere di poter agire e vivere senza di Lui. Allo Spirito di Dio si vuol sostituire l’intelligenza e la superbia dell’uomo. Stiamo costatando con spavento quali sono le terrificanti conseguenze di questo peccato contro lo Spirito Santo. Freddo e buio stanno calando sul mondo che trema. Che tristezza!
 
 Quel vento di libertà che scuote i nostri schemi.
La Bibbia è un libro pieno di vento e di strade. E così sono i racconti della Pentecoste, pieni di strade che partono da Gerusalemme e di vento, leggero come un respiro e impetuoso come un uragano. Un vento che scuote la casa, la riempie e passa oltre; che porta pollini di primavera e disperde la polvere; che porta fecondità e dinamismo dentro le cose immobili, «quel vento che fa nascere i cercatori d'oro» (G. Vannucci).
Riempì la casa dove i discepoli erano insieme. Lo Spirito non si lascia sequestrare in certi luoghi che noi diciamo sacri. Ora sacra diventa la casa. La mia, la tua, e tutte le case sono il cielo di Dio. Venne d'improvviso, e sono colti di sorpresa, non erano preparati, non era programmato. Lo Spirito non sopporta schemi, è un vento di libertà, fonte di libere vite.
Apparvero lingue di fuoco che si posavano su ciascuno. Su ciascuno, nessuno escluso, nessuna distinzione da fare. Lo Spirito tocca ogni vita, le diversifica tutte, fa nascere creatori. Le lingue di fuoco si dividono e ognuna illumina una persona diversa, una interiorità irriducibile. Ognuna sposa una libertà, afferma una vocazione, rinnova una esistenza unica. Abbiamo bisogno dello Spirito, ne ha bisogno questo nostro piccolo mondo stagnante, senza slanci. Per una Chiesa che sia custode di libertà e di speranza. Lo Spirito con i suoi doni dà a ogni cristiano una genialità che gli è propria. E abbiamo bisogno estremo di discepoli geniali. Abbiamo bisogno cioè che ciascuno creda al proprio dono, alla propria unicità e che metta a servizio della vita la propria creatività e il proprio coraggio. La Chiesa come Pentecoste continua vuole il rischio, l'invenzione, la poesia creatrice, la battaglia della coscienza.
Dopo aver creato ogni uomo, Dio ne spezza la forma e la butta via. Lo Spirito ti fa unico nel tuo modo di amare, nel tuo modo di dare speranza. Unico, nel modo di consolare e di incontrare; unico, nel modo di gustare la dolcezza delle cose e la bellezza delle persone. Nessuno sa voler bene come lo sai fare tu; nessuno ha quella gioia di vivere che hai tu; e nessuno ha il dono di capire i fatti come li comprendi tu. Questa è proprio l'opera dello Spirito: quando verrà lo Spirito vi guiderà a tutta la verità. Gesù che non ha la pretesa di dire tutto, come invece troppe volte l'abbiamo noi, che ha l'umiltà di affermare: la verità è avanti, è un percorso da fare, un divenire. Ecco allora la gioia di sentire che i discepoli dello Spirito appartengono a un progetto aperto, non a un sistema chiuso, dove tutto è già prestabilito e definito. Che in Dio si scoprono nuovi mari quanto più si naviga. E che non mancherà mai il vento al mio veliero.
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6) Alcune domande per aiutarci nella meditazione e nella orazione.
- Che cosa è per noi lo Spirito Santo?
- Fin da bambini ci hanno insegnato a pregare Gesù; da adulti preghiamo lo Spirito Santo? 
- La Chiesa è supportata dallo Spirito di Dio Padre, che attraverso di esso vuole farci comprendere la Parola. Perché allora molte persone non seguono gli insegnamenti della Chiesa pensando di essere egualmente dei buoni cristiani?
- Conosciamo i sette doni dello Spirito Santo e gli chiediamo giornalmente di donarceli?
- Prima di grandi decisioni per la nostra vita ci ricordiamo di chiedere l'aiuto dello Spirito perché illumini le nostre menti per realizzare nella nostra vita il progetto che Dio ha su di noi?
- Quando entriamo in relazione con un fratello siamo capaci prima di parlare di ascoltarlo e di metterci sul suo piano in modo da parlare la stessa lingua per poter realizzare insieme grandi cose?
 
 
7) Preghiera: Salmo 103
Manda il tuo Spirito, Signore, a rinnovare la terra.
 
Benedici il Signore, anima mia!
Sei tanto grande, Signore, mio Dio!
Quante sono le tue opere, Signore!
Le hai fatte tutte con saggezza;
la terra è piena delle tue creature.     
 
Togli loro il respiro: muoiono,
e ritornano nella loro polvere.
Mandi il tuo spirito, sono creati,
e rinnovi la faccia della terra. 
 
Sia per sempre la gloria del Signore;
gioisca il Signore delle sue opere.
A lui sia gradito il mio canto,
io gioirò nel Signore.
 
 
8) Orazione Finale
Esaudisci, o Signore, le nostre preghiere e, per la potenza del tuo Santo Spirito, trasforma i nostri desideri nel compimento della tua volontà.