Dettagli evento
- lunedì | 5 aprile 2021
___________________________________________________________________________________________________________________
_____________________________________________________________________________________________________________________
Lectio lunedì 5 aprile 2021
Lunedì fra l’Ottava di Pasqua (Anno B)
Atti degli Apostoli 2, 14. 22 - 33
Matteo 28, 8 - 15
1) Orazione iniziale
O Padre, che fai crescere la tua Chiesa, donandole sempre nuovi figli, concedi ai tuoi fedeli di esprimere nella vita il sacramento che hanno ricevuto nella fede.
______________________________________________________________________________
2) Lettura: Atti degli Apostoli 2, 14. 22 - 33
[Nel giorno di Pentecoste,] Pietro con gli Undici si alzò in piedi e a voce alta parlò così:
«Uomini di Giudea, e voi tutti abitanti di Gerusalemme, vi sia noto questo e fate attenzione alle mie parole: Gesù di Nàzaret – uomo accreditato da Dio presso di voi per mezzo di miracoli, prodigi e segni, che Dio stesso fece tra voi per opera sua, come voi sapete bene –, consegnato a voi secondo il prestabilito disegno e la prescienza di Dio, voi, per mano di pagani, l’avete crocifisso e l’avete ucciso. Ora Dio lo ha risuscitato, liberandolo dai dolori della morte, perché non era possibile che questa lo tenesse in suo potere. Dice infatti Davide a suo riguardo: “Contemplavo sempre il Signore innanzi a me; egli sta alla mia destra, perché io non vacilli. Per questo si rallegrò il mio cuore ed esultò la mia lingua, e anche la mia carne riposerà nella speranza, perché tu non abbandonerai la mia vita negli ínferi né permetterai che il tuo Santo subisca la corruzione. Mi hai fatto conoscere le vie della vita, mi colmerai di gioia con la tua presenza”. Fratelli, mi sia lecito dirvi francamente, riguardo al patriarca Davide, che egli morì e fu sepolto e il suo sepolcro è ancora oggi fra noi. Ma poiché era profeta e sapeva che Dio gli aveva giurato solennemente di far sedere sul suo trono un suo discendente, previde la risurrezione di Cristo e ne parlò: questi non fu abbandonato negli ínferi, né la sua carne subì la corruzione. Questo Gesù, Dio lo ha risuscitato e noi tutti ne siamo testimoni. Innalzato dunque alla destra di Dio e dopo aver ricevuto dal Padre lo Spirito Santo promesso, lo ha effuso, come voi stessi potete vedere e udire».
3) Commento su Atti degli Apostoli 2, 14. 22 - 33
Nella prima lettura, tratta dagli Atti degli Apostoli, ascoltiamo il discorso che l'Apostolo Pietro, il giorno di Pentecoste, prendendo la parola e alzandosi in piedi, fa agli israeliti: "Ascoltate bene, come già sapete, Dio Padre mandò nel mondo in mezzo a voi suo Figlio, che vi ammaestrò con la sua Parola ma voi non lo avete compreso e lo avete messo in croce. Ora Dio lo ha risuscitato liberandolo dai dolori della morte perché non era possibile che questa lo tenesse in suo potere. Lo stesso Davide diceva di averlo conosciuto e di sentirlo sempre vicino, perché lo aiutava nelle difficoltà e aveva messo nel suo cuore la speranza della vita futura.
Ora fratelli io vi devo dire che il patriarca Davide è morto e sepolto e il suo sepolcro esiste ancora fra noi ma egli aveva profetizzato la venuta del Cristo Salvatore. Infatti questo Gesù che abbiamo conosciuto, dopo la sua risurrezione è salito alla destra del Padre e ricevuto lo Spirito lo ha effuso su di noi come vedete".
Non è facile credere alla risurrezione di Cristo anche per noi cristiani: da sempre ci è stata presentata la Pasqua come il momento più importante della nostra religione, attraverso la Pasqua si è realizzata la nostra salvezza. Gesù è risorto per noi per esserci vicino ogni giorno sul cammino verso di lui e per attenderci alla fine della nostra vita per essere felici in eterno nella luce dei beati insieme a tutti coloro che ci hanno preceduto e che in terra abbiamo amato. Gesù tornato al Padre ci ha mandato lo Spirito Santo, il Consolatore, colui che deve illuminare tutte le nostre scelte spirituali e umane: ci affidiamo a questo Spirito?
"Mi hai fatto conoscere le vie della vita, mi colmerai di gioia con la tua presenza" (Atti 2,28) - Come vivere questa Parola?
Forte dello Spirito Santo e illuminato da Lui che era sceso a Pentecoste sui discepoli nel cenacolo, Pietro non è più l'uomo di prima: generoso sì ma pavido di fronte a qualsiasi opposizione. Sembra di vederlo alzarsi e proclamare con una forza di tutto inedita che quel Gesù, condannato a morte dagli stessi Giudei è risorto. E questa entusiastica proclamazione trova la sua conferma nel discorso di Pietro con quel suo appropriarsi delle parole di un salmo famoso: il salmo 15 che recita così: "Mi indicherai il sentiero della vita gioia piena alla tua presenza".
Si tratta del salmo proposto dai liturgisti proprio come responsoriale di questo giorno.
"Repetita iuvant", dicevano i Romani. Sì, certe verità, opportunamente ripetute diventano in noi bagaglio dell'intelligenza, conforto e certezza del cuore.
Signore, continua a rendermi fedele all'ascolto della tua Parola. Dammi di vedere chiaramente il cammino della vera vita, cioè conforme ai tuoi insegnamenti. E poi colma il mio cuore di gioia così che trabocchi anche su chi mi sta accanto.
Ecco la voce di Papa Francesco (domenica delle Palme, 24/03/13): "Non siate mai uomini, donne tristi: un cristiano non può mai esserlo! Non lasciatevi prendere mai dallo scoraggiamento! La nostra non è una gioia che nasce dal possedere tante cose, ma dall'aver incontrato una Persona: Gesù, dal sapere che con Lui non siamo mai soli, anche nei momenti difficili, anche quando il cammino della vita si scontra con problemi e ostacoli che sembrano insormontabili, e ce ne sono tanti! Noi accompagniamo, seguiamo Gesù, ma soprattutto sappiamo che Lui ci accompagna e ci carica sulle sue spalle: qui sta la nostra gioia, la speranza che dobbiamo portare in questo nostro mondo. Portiamo a tutti la gioia della fede!"
______________________________________________________________________________
4) Lettura: dal Vangelo secondo Matteo 28, 8 - 15
In quel tempo, abbandonato in fretta il sepolcro con timore e gioia grande, le donne corsero a dare l’annuncio ai suoi discepoli. Ed ecco, Gesù venne loro incontro e disse: «Salute a voi!». Ed esse si avvicinarono, gli abbracciarono i piedi e lo adorarono. Allora Gesù disse loro: «Non temete; andate ad annunciare ai miei fratelli che vadano in Galilea: là mi vedranno». Mentre esse erano in cammino, ecco, alcune guardie giunsero in città e annunciarono ai capi dei sacerdoti tutto quanto era accaduto. Questi allora si riunirono con gli anziani e, dopo essersi consultati, diedero una buona somma di denaro ai soldati, dicendo: «Dite così: “I suoi discepoli sono venuti di notte e l’hanno rubato, mentre noi dormivamo”. E se mai la cosa venisse all’orecchio del governatore, noi lo persuaderemo e vi libereremo da ogni preoccupazione». Quelli presero il denaro e fecero secondo le istruzioni ricevute. Così questo racconto si è divulgato fra i Giudei fino a oggi.
5) Riflessione sul Vangelo secondo Matteo 28, 8 - 15
La pasqua che continua.
La pasqua che continua.
Le donne, abbandonato in fretta il sepolcro con timore e gioia grande, corsero a dare l'annuncio ai suoi discepoli. È l'essenza dell'annuncio di Pasqua che riassume la missione perenne della Chiesa: con gioia grande e con il dovuto timore, tutti possiamo finalmente lasciare il nostro sepolcro, uscire dai sepolcri del nostro peccato, smettere il lutto e le paure, indossare l'abito della gioia, essere certi nella fede di aspirare alla risurrezione nostra e dell'umanità intera. Gesù risorto ci esorta: ‘Non temete; andate ad annunciare ai miei fratelli’, diventate cioè annunciatori e testimoni coraggiosi della sua e nostra risurrezione, fino agli estremi confini della terra. Infatti la missione inizialmente affidata alle pie donne, diventerà il mandato assegnato agli apostoli, ai loro successori e a tutta Chiesa: ‘Andate per tutto il mondo, predicate il vangelo a ogni creatura’. È e sarà un compito che si svolgerà perennemente con le due caratteristiche del timore, del sacrificio e della gioia; sarà la continuazione dell'’opera’ del divino redentore, che quindi sempre racchiude passione, morte e la finale certa risurrezione. ‘Hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi!’. San Pietro, superata la prova, rinfrancato e illuminato dallo Spirito, alza coraggiosamente la voce e comincia ad annunciare la pasqua: «Uomini di Giudea, e voi tutti abitanti di Gerusalemme, vi sia noto questo e fate attenzione alle mie parole: Gesù di Nazareth, voi, per mano di pagani, l'avete crocifisso e l'avete ucciso. Ora Dio lo ha risuscitato, liberandolo dai dolori della morte, perché non era possibile che questa lo tenesse in suo potere. Questo Gesù, Dio lo ha risuscitato e noi tutti ne siamo testimoni». La morte sia stata sconfitta per sempre, è una verità che noi cristiani in qualche modo lo crediamo, dopo secoli di storia però ancora non incide nella vita del mondo e della nostra umanità: siamo capaci di ignorare, dimenticare e nascondere il messaggio fondamentale che Dio ci ha donato con il rischio di ripiombare nei sepolcri del male. Scriviamo, incidiamo nel profondo della nostra anima il messaggio di Gesù: ‘Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno.
Credi, tu, questo?
Il vangelo di oggi descrive l’esperienza di risurrezione delle discepole di Gesù. All’inizio del suo vangelo, nel presentare Gesù, Matteo aveva detto che Gesù è l’Emanuel, Dio con noi (Mt 1,23). Ora, alla fine, comunica ed aumenta la stessa certezza di fede, poiché proclama che Gesù è risorto (Mt 28,6) e che starà con noi sempre, fino alla fine dei tempi! (Mt 28,20). Nelle contraddizioni della vita, questa verità è molte volte contestata. Non mancano le opposizioni. I nemici, i capi dei giudei, si difesero contro la Buona Novella della risurrezione e mandarono a dire che il corpo era stato rubato dai discepoli (Mt 28,11-13). Tutto ciò succede anche oggi. Da un lato, lo sforzo di molte persone per vivere e testimoniare la risurrezione. Dall’altro, tanta gente cattiva che combatte la risurrezione e la vita.
Nel vangelo di Matteo, la verità della risurrezione di Gesù è raccontata attraverso un linguaggio simbolico, che rivela il senso nascosto degli avvenimenti. Matteo parla di scosse di terremoto, di fulmini e di angeli che annunciano la vittoria di Gesù sulla morte (Mt 28,2-4). È un linguaggio apocalittico, molto comune in quel tempo, per annunciare che finalmente il mondo era stato trasformato dalla potenza di Dio! Si compiva la speranza dei poveri che riaffermavano la loro fede: “Lui è vivo, in mezzo a noi!”
Matteo 28,8: L’allegria della Risurrezione vince la paura. Al mattino di domenica, il primo giorno della settimana, due donne si recano al sepolcro, Maria Maddalena e Maria di Giacomo, chiamata l’altra Maria. Improvvisamente la terra trema ed un angelo appare come un fulmine. Le guardie che stavano vigilando il tumulo svennero. Le donne si impaurirono, ma l’angelo le incoraggiò, annunciando la vittoria di Gesù sulla morte e mandandole a riunire i discepoli di Gesù in Galilea. E in Galilea potettero vederlo di nuovo. Lì cominciò tutto, lì avvenne la grande rivelazione del Risorto. L’allegria della risurrezione comincia a superare la paura. Si inizia così l’annuncio della vita e della risurrezione.
Matteo 28,9-10: Gesù appare alle donne. Le donne escono di corsa. In loro c’è un misto di paura e di gioia. Sentimenti tipici di coloro che fanno una profonda esperienza del Mistero di Dio. Improvvisamente, Gesù stesso va incontro a loro e dice: “Rallegratevi!” E loro si prostrarono ed adorarono. È l’atteggiamento di colui che crede ed accoglie la presenza di Dio, anche se sorprende e supera la capacità umana di comprensione. Ora Gesù stesso ordina di riunire i fratelli in Galilea: "Non abbiate paura. Andate ad annunciare ai miei fratelli che vadano in Galilea e là mi vedranno".
Matteo 28,11-15: L’astuzia dei nemici della Buona Novella. La stessa opposizione che Gesù ha avuto in vita, spunta ora dopo la sua risurrezione. I capi dei sacerdoti si riuniscono e danno denaro alle guardie. Loro devono spargere la notizia che i discepoli hanno rubato il corpo di Gesù per evitare così quanto si dice della risurrezione. I capi non accettano la Buona Novella della Risurrezione. Preferiscono credere che si tratta di un’invenzione da parte dei discepoli e delle discepole di Gesù.
Il significato della testimonianza delle donne. La presenza delle donne alla morte, alla sepoltura e alla risurrezione di Gesù è significativa. Loro sono testimoni della morte di Gesù (Mt 27,54-56). Nel momento della sepoltura, rimangono sedute dinanzi al sepolcro e quindi possono rendere testimonianza del luogo dove Gesù fu sepolto (Mt 27,61). Ora, al mattino di domenica, loro sono lì di nuovo. Sanno che quel sepolcro vuoto è veramente il sepolcro di Gesù! La profonda esperienza di morte e di risurrezione che loro hanno fatto ha trasformato le loro vite. Loro stesse diventano testimoni qualificati della risurrezione nelle Comunità cristiane. Per questo ricevono l’ordine di annunciare: “Gesù è vivo! Risuscitò!"
______________________________________________________________________________
6) Per un confronto personale
• Qual è l’esperienza di resurrezione che ho nella mia vita? C’è in me qualche forza che cerca di combattere l’esperienza della risurrezione? Come reagisco?
• Qual è oggi la missione della nostra comunità di noi discepoli e discepole di Gesù? Da dove possiamo trarre forza e coraggio per adempiere la nostra missione?
7) Preghiera finale: Salmo 15
Proteggimi, o Dio: in te mi rifugio.
Proteggimi, o Dio: in te mi rifugio.
Ho detto al Signore: «Il mio Signore sei tu,
solo in te è il mio bene».
Il Signore è mia parte di eredità e mio calice:
nelle tue mani è la mia vita.
Benedico il Signore che mi ha dato consiglio;
anche di notte il mio animo mi istruisce.
Io pongo sempre davanti a me il Signore,
sta alla mia destra, non potrò vacillare.
Per questo gioisce il mio cuore
ed esulta la mia anima;
anche il mio corpo riposa al sicuro,
perché non abbandonerai la mia vita negli ínferi,
né lascerai che il tuo fedele veda la fossa.
Mi indicherai il sentiero della vita,
gioia piena alla tua presenza,
dolcezza senza fine alla tua destra.