Per la preghiera personale e familiare: Lectio divina sulla Liturgia della Parola del giorno - sabato 3 aprile 2021

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  • sabato | 3 aprile 2021

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Lectio sabato 3 aprile 2021


Sabato della Settimana Santa (Anno B)
 

Lettera ai Romani 6, 3 - 11
Luca 24, 1 - 12  
 
 
1) Preghiera 
O Dio, che illumini questa santissima notte con la gloria della risurrezione del Signore, ravviva nella tua famiglia lo spirito di adozione, perché tutti i tuoi figli, rinnovati nel corpo e nell’anima, siano sempre fedeli al tuo servizio.
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2) Lettura: Lettera ai Romani 6, 3 - 11
Fratelli, non sapete che quanti siamo stati battezzati in Cristo Gesù, siamo stati battezzati nella sua morte? Per mezzo del battesimo dunque siamo stati sepolti insieme a lui nella morte affinché, come Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre, così anche noi possiamo camminare in una vita nuova. Se infatti siamo stati intimamente uniti a lui a somiglianza della sua morte, lo saremo anche a somiglianza della sua risurrezione. Lo sappiamo: l’uomo vecchio che è in noi è stato crocifisso con lui, affinché fosse reso inefficace questo corpo di peccato, e noi non fossimo più schiavi del peccato. Infatti chi è morto, è liberato dal peccato. 
Ma se siamo morti con Cristo, crediamo che anche vivremo con lui, sapendo che Cristo, risorto dai morti, non muore più; la morte non ha più potere su di lui. Infatti egli morì, e morì per il peccato una volta per tutte; ora invece vive, e vive per Dio. Così anche voi consideratevi morti al peccato, ma viventi per Dio, in Cristo Gesù.
 
3) Riflessione su Lettera ai Romani  6, 3 - 11
 Nella notte in cui riviviamo la vittoria di Cristo sulla morte, la Chiesa ci fa riflettere su diversi brani dell'Antico Testamento che ripercorrono la storia della salvezza. Insieme al Vangelo c'è solo un brano del Nuovo Testamento, tratto dalle lettere di Paolo, Romani 6,3-11. Questo brano fa parte della sezione teologica della lettera ai Romani. In esso l'Apostolo, dopo aver parlato della giustificazione che viene dalla fede e non dall'osservanza della Legge, ci ricorda il nesso tra la morte di Cristo e il nostro battesimo. Con questo sacramento partecipiamo anche noi al mistero di morte e di risurrezione. Questo brano ben si adatta alla celebrazione dei battesimi durante la Veglia Pasquale.
 
 "Per mezzo del battessimo siamo stati sepolti insieme a Lui nella morte affinché, come Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre, così anche noi possiamo camminare in una vita nuova". (Rm 6,4) - Come vivere questa Parola?
Il sabato Santo segna una battuta di attesa nella Grande Settimana dell'Anno Liturgico. "Tutto è compiuto" ha detto Gesù morendo in croce. E questo "compimento" ora è silenzio pervaso di speranza.
Noi sostanzialmente crediamo che Cristo ha vinto la morte con la sua risurrezione e per questo noi pure risorgeremo a una vita di pienezza. 
Questa è la nostra Fede che, saldata alla speranza, radica il nostro vivere in Dio che non delude. Proprio perché è Dio non un idolo, non un'ideologia, né illusione - promessa da mercato.
Il nostro essere battezzati dunque ci conferisce non solo la conoscenza di questo Mistero che salva, ma la forza per viverlo.
Ciò avviene se ci lasciamo persuadere a unirci strettamente a Gesù in tutto quello che viviamo (sia nella gioia che nel dolore). Veniamo così riscattati dal vuoto, dal non senso, dalla confusione. Allora davvero " possiamo camminare in una vita nuova"
Quello che quassù mi viene confidato da molti cuori, è la fatica di un quotidiano segnato da incomprensioni: in famiglia e fuori, uno scorrere di giorni nell'ombra della morte che è il non saper perdonare, il non saper amare.
Ecco, è proprio da questo tipo di morte che chiediamo al Signore di farci RISORGERE nella sua Pasqua di Risurrezione. 
L'uovo di cioccolata, la colomba, la gita turistica sono un "contorno" della festa. La Verità, la bontà la bellezza e la gioia sono Gesù Risorto.
Nel Suo Mistero Pasquale, noi gli chiediamo che rovesci la pietra, a volte tanto pesante, del nostro cuore ridotto a sepolcro interiore, perché tutta la nostra persona risorga a una vita nuova: autenticamente umana e veramente cristiana.
Spirito Santo, alito dell'Amore - Persona, riduci a silenzio il mio chiacchiericcio mentale. E sia un silenzio di attesa, pervaso di Fede e Speranza perché Gesù risorga in me e io mi impegni a vivere Lui, il suo Vangelo camminando in una vita nuova all'insegna dell'amore 
Ecco la voce dell'Apostolo per eccellenza Paolo di Tarso: "Se Cristo non fosse Risorto, vana sarebbe la nostra fede"
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4) Lettura: Vangelo secondo Luca 24, 1 - 12  
 Il primo giorno dopo il sabato, di buon mattino, si recarono alla tomba, portando con sé gli aromi che avevano preparato. 2 Trovarono la pietra rotolata via dal sepolcro; 3 ma, entrate, non trovarono il corpo del Signore Gesù. 4 Mentre erano ancora incerte, ecco due uomini apparire vicino a loro in vesti sfolgoranti. 5 Essendosi le donne impaurite e avendo chinato il volto a terra, essi dissero loro: «Perché cercate tra i morti colui che è vivo? 6 Non è qui, è risuscitato. Ricordatevi come vi parlò quando era ancora in Galilea, 7 dicendo che bisognava che il Figlio dell'uomo fosse consegnato in mano ai peccatori, che fosse crocifisso e risuscitasse il terzo giorno». 8 Ed esse si ricordarono delle sue parole. 9 E, tornate dal sepolcro, annunziarono tutto questo agli Undici e a tutti gli altri. 10 Erano Maria di Màgdala, Giovanna e Maria di Giacomo. Anche le altre che erano insieme lo raccontarono agli apostoli. 11 Quelle parole parvero loro come un vaneggiamento e non credettero ad esse.12 Pietro tuttavia corse al sepolcro e chinatosi vide solo le bende. E tornò a casa pieno di stupore per l'accaduto.
 
5) Riflessione sul Vangelo secondo Luca 24, 1 - 12 
 Non è qui, è resuscitato.
È l'annuncio che aspettavamo, ancora siamo increduli per la sua straordinaria bellezza. Parole umane non possono esprimere questo dilatarsi di cuori, la gioia di tale certezza! Forse il silenzio è la risposta migliore di fronte a tanta bellezza, il silenzio per contemplare questa luce, un silenzio di stupore, di adorazione e di commozione. La luce della Resurrezione ci riempie di felicità, fa sparire tutte le ombre che così foscamente si erano addensate nei giorni precedenti, quando Gesù parlava di questo evento con parole che allora sembravano incomprensibili ed ora brillano di nuova luce. Questa luce rischiara la Passione che Cristo ha subito e consola anche noi che ricordiamo queste ore drammatiche e possiamo sopportarle solo per la certezza della Resurrezione. Trasformiamo quindi lo stupore di Pietro nel vedere il sepolcro vuoto nella nostra gioia per vedere i cuori pieni. Sappiamo bene cosa significa la gioia della Resurrezione e come possa essere vera gioia! Sappiamo che questo significa un nostro impegno quotidiano nella vita di tutti i giorni che sembra non avere luci di riferimento, quando non punta su traguardi eterni e vanno oltre le mode, oltre i nostri egoismi, oltre il tempo.
 
 Nel giorno dopo il sabato: è "il primo giorno della settimana" ed eredita in ambito cristiano la grande sacralità del sabato ebraico. Per i Cristiani è il primo giorno della nuova settimana, l’inizio del nuovo tempo, il giorno memoriale della resurrezione, chiamato "giorno del Signore" (dies Domini, domenica).
 
 Di buon mattino, quando era ancora buio: Luca parla in modo diverso, ma si comprende che si tratta delle primissime ore del mattino, quando la luce è molto tenue e ancora livida. Forse sottolinea la mancanza di luce per evidenziare il contrasto simbolico fra tenebre - mancanza di fede e luce – accoglienza del vangelo della resurrezione.
 La pietra era stata ribaltata dal sepolcro: la parola greca è generica: la pietra era stata "tolta" o "rimossa" . Il verbo "togliere" ci rimanda a Gv 1, 29: il Battista indica Gesù come "l’Agnello che toglie il peccato del mondo". Forse l’evangelista vuole richiamare il fatto che questa pietra "tolta", sbalzata via dal sepolcro è il segno materiale che la morte e il peccato sono stati "tolti" dalla resurrezione di Gesù?
 
 Corse allora e andò da Pietro e dall’altro discepolo: la Maddalena corre da coloro che condividono con lei l’amore per Gesù e la sofferenza per la sua morte atroce, ora accresciuta da questa scoperta. Si reca da loro, forse perché erano gli unici che non erano fuggiti con gli altri e si erano tenuti in contatto fra loro. Vuole almeno condividere con loro l’ulteriore dolore per l’oltraggio al cadavere. 
Notiamo come Pietro, il "discepolo amato" e Maddalena si caratterizzino per l’amore speciale che li lega a Gesù: è proprio l’amore, specie se ricambiato, che rende capaci di intuire la presenza della persona amata.
 
 L’altro discepolo, quello che Gesù amava, compare in tutti i momenti decisivi della passione e della resurrezione di Gesù, ma rimane anonimo e sulla sua identità sono state fatte ipotesi abbastanza varie. Probabilmente si tratta del discepolo anonimo del Battista che segue Gesù assieme ad Andrea. "Quello che Gesù amava": è evidentemente un’aggiunta dovuta non all’apostolo, che non avrebbe osato vantare tanta confidenza col Signore, ma ai suoi discepoli, che hanno scritto materialmente il vangelo e hanno coniato quest’espressione riflettendo sull’evidente amore privilegiato che intercorre fra Gesù e questo discepolo. Laddove si usa l’espressione più semplice, "l’altro discepolo" o "il discepolo", è mancata, dunque, l’aggiunta dei redattori.
 
 Hanno portato via il Signore dal sepolcro: queste parole, che ricorrono anche in seguito, rivelano che Maria teme uno dei furti di cadavere che avvenivano spesso all’ epoca, tanto da costringere l’imperatore romano a emanare severi decreti per arginare il fenomeno. A questa stessa possibilità ricorrono, in Matteo (28, 11-15), i capi dei sacerdoti per diffondere discredito sull’evento della resurrezione di Gesù ed, eventualmente, giustificare il mancato intervento dei soldati posti a guardia del sepolcro.
 
 Non sappiamo dove l’hanno posto: la frase rimanda a quanto successe a Mosè, il cui luogo di sepoltura era sconosciuto (Dt 34, 10). Un altro probabile rimando implicito è alle stesse parole di Gesù sull’impossibilità di conoscere il luogo dove si sarebbe recato (7, 11. 22; 8, 14. 28. 42; 13, 33; 14, 1-5; 16, 5).
 
 Correvano insieme … ma l’altro … giunse per primo … ma non entrò: La corsa rivela l’ansia che vivono questi discepoli. 
Il fermarsi dell’ "altro discepolo" è più che un gesto di cortesia o di rispetto verso un anziano: è il riconoscimento tacito e pacifico, nella sua semplicità, della preminenza di Pietro all’interno del gruppo apostolico, sebbene questa non vada enfatizzata. È, dunque, un segno di comunione. Questo gesto potrebbe anche essere un artificio letterario per spostare l’evento della fede nella resurrezione al momento successivo e culminante del racconto.
 
 Le bende per terra e il sudario … piegato in un luogo a parte: già l’altro discepolo, pur senza entrare, ne aveva visto qualcosa. Pietro, varcando la soglia del sepolcro, scopre la prova che non vi era stato alcun furto del cadavere: nessun ladro avrebbe perso tempo a sbendare il cadavere, distendere ordinatamente le fasce e il lenzuolo (per terra potrebbe essere tradotto meglio con "stese" o "adagiate sul piano") e anche arrotolare a parte il sudario! L’operazione sarebbe stata complicata anche dal fatto che gli olii con cui era stato unto quel corpo (specialmente la mirra) agivano quasi come un collante, facendo aderire perfettamente e saldamente il lenzuolo al corpo, quasi come avveniva per le mummie. Il sudario, inoltre, è piegato; il verbo greco può voler dire anche "arrotolato", oppure indicare che quel drappo di stoffa leggera aveva conservato in gran parte le forme del volto sul quale era stato posto, quasi come una maschera mortuaria. 
Nel sepolcro, tutto risulta in ordine, anche se manca il corpo di Gesù e Pietro riesce a vedere bene all’interno, perché il giorno sta salendo. 
A differenza di Lazzaro, dunque, il Cristo è risorto abbandonando del tutto il proprio corredo funerario: i commentatori antichi fanno notare che, infatti, Lazzaro dovette poi usare quelle bende per la propria definitiva sepoltura, mentre il Cristo non aveva più alcun bisogno di esse, non dovendo mai più morire (cfr Rm 6, 9).
 
 Pietro … vide … l’altro discepolo … vide e credette: anche Maria, all’inizio del racconto, aveva "visto". Nonostante la versione italiana traduca tutto con lo stesso verbo, il testo originale ne usa tre diversi (theorein per Pietro; blepein per l’altro discepolo e Maddalena; idein, qui, per l’altro discepolo), lasciandoci intendere un accrescimento della profondità spirituale di questo "vedere" che, infatti, culmina con la fede dell’altro discepolo. 
Il discepolo anonimo, di certo, non ha visto nulla di diverso da quanto aveva già osservato Pietro; forse, egli interpreta ciò che vede diversamente dagli altri anche per la particolare sintonia d’amore che aveva avuto con Gesù. Tuttavia, come indicato dal tempo del verbo greco, la sua è una fede ancora solo iniziale, tanto che egli non trova il modo di condividerla con Maria o Pietro o qualcun altro dei discepoli (non vi si accenna più in seguito). 
 
 Non avevano infatti ancora compreso la Scrittura: si riferisce evidentemente a tutti gli altri discepoli. Anche per coloro che avevano vissuto accanto a Gesù, dunque, è stato difficile credere in Lui e per loro, come per noi, l’unica porta che ci permette di varcare la soglia della fede autentica è la conoscenza della Scrittura (cfr Lc 24, 26-27; 1Cor 15, 34; At 2, 27-31) alla luce dei fatti della resurrezione.
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6) Per un confronto personale
- Quali sono le caratteristiche dell' "uomo vecchio" che deve morire in me, in modo che io sia libero di vivere la vita nuova che Cristo mi ha donato con la sua morte e risurrezione?
- Ho mai visto il mio battesimo come dono di una vita nuova?
- Come posso riconoscerla e viverla giorno dopo giorno?
- Cosa vuol dire concretamente, per noi, "credere in Gesù il Risorto"? Quali difficoltà incontriamo? La resurrezione riguarda solo Gesù o è veramente il fondamento della nostra fede? 
-  Il rapporto che vediamo fra Pietro, l’altro discepolo e Maria di Magdala è evidentemente di grande comunione attorno a Gesù. In quali persone, realtà, istituzioni oggi ritroviamo la stessa intesa d’amore e la stessa "comune unione" fondata su Gesù? Dove riusciamo a leggere i segni concreti del grande amore per il Signore e per i "suoi" che mosse tutti i discepoli? 
-  Quando osserviamo la nostra vita e la realtà che ci circonda a breve e a lungo raggio abbiamo lo sguardo di Pietro (vede i fatti, ma rimane fermo ad essi: alla morte e sepoltura di Gesù) oppure quello dell’altro discepolo (vede i fatti e scopre in essi i segni della vita nuova)?
 
 
7) Preghiera finale: Salmo 117
Alleluia, alleluia, alleluia.
 
Rendete grazie al Signore perché è buono,
perché il suo amore è per sempre.
Dica Israele: «Il suo amore è per sempre». 
 
La destra del Signore si è innalzata,
la destra del Signore ha fatto prodezze.
Non morirò, ma resterò in vita
e annuncerò le opere del Signore. 
 
La pietra scartata dai costruttori è divenuta la pietra d’angolo.
Questo è stato fatto dal Signore: una meraviglia ai nostri occhi.