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- venerdì | 12 febbraio 2021
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Lectio venerdì 12 febbraio 2021
Martedì della Prima Settimana del Tempo Ordinario (Anno B)
Lettera agli Ebrei 2, 5 - 12
Marco 1, 21 - 28
1) Preghiera
Ispira nella tua paterna bontà, o Signore, i pensieri e i propositi del tuo popolo in preghiera, perché veda ciò che deve fare e abbia la forza di compiere ciò che ha veduto.
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2) Lettura: Lettera agli Ebrei 2, 5 - 12
Fratelli, non certo a degli angeli Dio ha sottomesso il mondo futuro, del quale parliamo. Anzi, in un passo della Scrittura qualcuno ha dichiarato: «Che cos’è l’uomo perché di lui ti ricordi o il figlio dell’uomo perché te ne curi? Di poco l’hai fatto inferiore agli angeli, di gloria e di onore l’hai coronato e hai messo ogni cosa sotto i suoi piedi». Avendo sottomesso a lui tutte le cose, nulla ha lasciato che non gli fosse sottomesso. Al momento presente però non vediamo ancora che ogni cosa sia a lui sottomessa. Tuttavia quel Gesù, che fu fatto di poco inferiore agli angeli, lo vediamo coronato di gloria e di onore a causa della morte che ha sofferto, perché per la grazia di Dio egli provasse la morte a vantaggio di tutti. Conveniva infatti che Dio – per il quale e mediante il quale esistono tutte le cose, lui che conduce molti figli alla gloria – rendesse perfetto per mezzo delle sofferenze il capo che guida alla salvezza. Infatti, colui che santifica e coloro che sono santificati provengono tutti da una stessa origine; per questo non si vergogna di chiamarli fratelli, dicendo:
«Annuncerò il tuo nome ai miei fratelli, in mezzo all’assemblea canterò le tue lodi».
3) Commento su Lettera agli Ebrei 2, 5 - 12
Che cos'è l'uomo perché di lui ti ricordi o il figlio dell'uomo perché te ne curi? Di poco lo hai fatto inferiore agli Angeli, di gloria e di onore lo hai coronato e hai messo ogni cosa sotto i suoi piedi. (Eb 2,6-8) - Come vivere questa Parola?
Conoscere Gesù, la sua grandezza, è schiudere l'uscio di uno stanzino di cui si rischia di dimenticare l'esistenza, perché troppo occupati a trattenerci fuori di casa. Restiamo quasi spaventati dal cigolio della porta i cui cardini cominciano ad arrugginire a causa del disuso. Ma vale la pena varcare quella soglia, e ti trovi di fronte alla tua stessa straordinaria bellezza.
No, non sto esagerando: non ci amiamo abbastanza perché non ci apprezziamo e non ci apprezziamo perché siamo diventati estranei a noi stessi. Il primo "tu" che dobbiamo imparare a contattare per scoprirne le insondabili ricchezze e trasformare la vita in un canto di gioiosa riconoscenza, siamo proprio noi stessi.
E Gesù, la sua umanità è la via di accesso al nostro io più sicura e più veritiera. Contemplandolo dalla culla alla croce una sola parola può affiorare stupita e commossa al nostro labbro: quella che ci suggerisce il salmo 8 e ci ripropone la lettera agli Ebrei: "Che cos'è l'uomo, che cosa sono io, perché tu, Dio grande, onnipotente, ineffabile ti ricordi di lui, te ne prendi cura fino a farti suo fratello e condividere con lui la gloria, l'onore e il potere di cui sei ammantato?".
No, non possiamo svendere superficialmente un dono così grande! Non possiamo diventare schiavi di ciò che Dio ha messo sotto i nostri piedi perché lo usassimo regalmente!
Voglio rompere ogni titubanza, quest'oggi, e inoltrarmi là dove dimoro troppo poco, forse mai, per il timore di incontrarmi con quello sconosciuto che sono io. E voglio guardarmi negli occhi per scoprire quella traccia che il tocco di Dio, creandomi, vi ha lasciato. E gioirne.
Signore, finora ti ho ringraziato per tante cose: la natura che mi circonda, le persone che mi amano, gli eventi che mi hanno allietato... Ma quanto ti ho ringraziato per quel dono stupendo che sono io? Perdonami per non essermi apprezzato abbastanza, accantonando così il regalo che più di ogni altro mi parla del tuo amore.
Ecco la voce di un dottore della chiesa, Sant’Agostino: Vanno gli uomini ad ammirare le vette dei monti, ed i grandi flutti del mare, ed il lungo corso dei fiumi, e l'immensità dell'Oceano, ed il volgere degli astri, e si dimenticano di sé medesimi
Avendo sottomesso a lui tutte le cose, nulla ha lasciato che non gli fosse sottomesso. (Eb 2, 8) - Come vivere questa Parola?
La lettera agli Ebrei continua anche oggi, sottolineando la sottomissione a Cristo di tutta la creazione e di tutta la storia. L'incarnazione strappa il Figlio dall'eternità, lo abbassa e lo immerge nel limite dell'essere creatura, secondo un movimento che gli permette di entrare nel mondo, dunque in uno spazio e un tempo precisi. Questo movimento fa sì che l'eternità invada la creazione e così, la riporti alla sua originalità. Sottomissione è qui da intendere come il ritrovamento del senso e della relazione autentica con la propria origine. La creazione che soffre e geme in attesa della redenzione e dell'adozione a figlia, vede in Cristo il termine dei suoi dolori.
Signore, aiutaci a non far soffrire la creazione inutilmente. La sua redenzione è con la nostra e come ci impegniamo ad essere prolungamento di salvezza nel nostro tempo perché il vangelo arrivi ad ogni uomo, così fa' che l'attenzione all'ambiente, l'amore alle piante e agli animali, la cultura del non spreco e della non distruzione, siano il nostro modo di permettere a tutte le cose di sottomettersi a Cristo, trovando piena bellezza e vocazione
Ecco la voce di Papa Francesco (Laudato sii, 1-2) : «Laudato si', mi' Signore, per sora nostra matre Terra, la quale ne sustenta et governa, et produce diversi fructi con coloriti flori et herba». Questa sorella protesta per il male che le provochiamo, a causa dell'uso irresponsabile e dell'abuso dei beni che Dio ha posto in lei. Siamo cresciuti pensando che eravamo suoi proprietari e dominatori, autorizzati a saccheggiarla. La violenza che c'è nel cuore umano ferito dal peccato si manifesta anche nei sintomi di malattia che avvertiamo nel suolo, nell'acqua, nell'aria e negli esseri viventi. Per questo, fra i poveri più abbandonati e maltrattati, c'è la nostra oppressa e devastata terra, che «geme e soffre le doglie del parto» (Rm 8,22).
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4) Lettura: Vangelo secondo Marco 1, 21 - 28
In quel tempo, Gesù, entrato di sabato nella sinagoga, [a Cafarnao,] insegnava. Ed erano stupìti del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come gli scribi.
Ed ecco, nella loro sinagoga vi era un uomo posseduto da uno spirito impuro e cominciò a gridare, dicendo: «Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!». E Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». E lo spirito impuro, straziandolo e gridando forte, uscì da lui. Tutti furono presi da timore, tanto che si chiedevano a vicenda: «Che è mai questo? Un insegnamento nuovo, dato con autorità. Comanda persino agli spiriti impuri e gli obbediscono!». La sua fama si diffuse subito dovunque, in tutta la regione della Galilea.
5) Commento sul Vangelo secondo Marco 1, 21 - 28
La giornata di Gesù.
San Marco, all’inizio del suo Vangelo riunisce alcuni episodi della vita di Gesù nell’arco di una sola giornata. Vi è un motivo preciso in questa scelta narrativa. L’intento di San Marco è mostrarci l’opera di Gesù in tutti i suoi aspetti: dalla predicazione nel tempio, dalla cura agli ammalati, nel dire parole di conforto ai sofferenti, dal cacciare i demoni, come nel vangelo di oggi. Per tutti riesce a riservare parte del suo tempo e a tutti dedica uno sguardo, una parola o un’attenzione qualsiasi. Non trascura neanche la sua crescita spirituale trovando anche il tempo per la preghiera, senza la quale tutte le opere hanno un valore solo umano. Dovremmo imparare qualcosa! Sembra sempre che il tempo ci sommerga, ci travolga con le tante cose da fare - forse manca l’equilibrio per poterle affrontare tutte nel modo adeguato. A questa ricerca interiore, spirituale ci spinge la lettura della cosiddetta “giornata di Cafarnao”. Viene oggi da pensare intensamente all’uso del tempo: alle nostre frenesie e per contrasto alla noia che attanaglia tante giovani vite. Il tempo è come un prezioso contenitore che il buon Dio ci ha donato e che dobbiamo riempire ogni giorno con le nostre buone azioni; quando il contenitore rimane vuoto o si riempie di cattiverie, è la vita che resta vuota o diventa malvagia. I saggi hanno detto che l’ozio è il padre dei vizi. Per il cristiano significa anche disprezzo di un dono, disprezzo della vita, lasciarsi consumare dal tempo senza imparare a viverlo fruttuosamente. La giornata di Gesù è piena e feconda di bene e la tua com’è? Ritengo che ogni cristiano si debba così interrogare, ma particolarmente i pastori di anime, i sacerdoti, i consacrati...
Ecco la sequenza dei vangeli dei giorni di questa settimana. Il vangelo di ieri informava sulla prima attività di Gesù: chiamò quattro persone per formare la comunità con lui (Mc 1,16-20). Il vangelo di oggi descrive l’ammirazione della gente dinanzi all’insegnamento di Gesù (Mt 1,21-22) ed il primo miracolo che espelle un demonio (Mt 1,23-28). Il vangelo di domani narra la guarigione della suocera di Pietro (Mc 1,29-31), la guarigione di molti malati (Mc 1,32-34) e la preghiera di Gesù in un luogo isolato (Mc 1.35-39). Marco raccoglie questi episodi, che erano stati trasmessi oralmente nelle comunità e li unisce tra di loro come i mattoni di una parete. Nel 70, anno in cui lui scrive, le comunità avevano bisogno di orientamento. Descrivendo come fu l’inizio dell’attività di Gesù, Marco indicava come dovevano fare per annunciare la Buona Novella. Marco fa catechesi, raccontando alle comunità gli avvenimenti della vita di Gesù.
Gesù insegna con autorità, diversamente da come fanno gli scribi. La prima cosa che la gente percepisce è il modo diverso che Gesù ha di insegnare. Non è tanto il contenuto, bensì il modo di insegnare che impressiona. Per questo suo modo diverso, Gesù crea una coscienza critica nella gente rispetto alle autorità religiose dell’epoca. La gente percepisce, paragona e dice: Insegna con autorità, in modo diverso da come fanno gli scribi. Gli scribi dell’epoca insegnavano citando le autorità. Gesù non cita nessuna autorità, ma parla partendo dalla sua esperienza di Dio e della sua vita. La sua parola ha le radici nel cuore.
Sei venuto a distruggerci! In Marco, il primo miracolo è l’espulsione di un demonio. Gesù combatte ed espelle il potere del male che si impossessa delle persone e le alienava da loro stesse. L’uomo posseduto dal demonio grida: “Io so chi sei tu: tu sei il Santo di Dio!” L’uomo ripeteva l’insegnamento ufficiale che presentava il Messia come “Santo di Dio”, cioè, come un Sommo Sacerdote, o come re, giudice, dottore o generale. Anche oggi, molta gente vive alienata da se stessa, ingannata dal potere dei mezzi di comunicazione, della propaganda del commercio. Ripete ciò che sente dire. Vive schiava del consumismo, oppressa dalle prestazioni del denaro, minacciata dai debitori. Molti pensano che la loro vita non è come dovrebbe essere se non possono comprare ciò che la propaganda annuncia e raccomanda.
Gesù minaccia lo spirito del male: “Taci ed esci da lui!” Lo spirito scosse l’uomo, gettò un urlo ed uscì da lui. Gesù restituisce le persone a se stesse. Restituisce la coscienza e la libertà. Fa recuperare alla persona il suo perfetto giudizio (cf. Mc 5,15). Non è stato facile allora, non lo è stato ieri, non lo è oggi fare in modo che una persona cominci a pensare ed a agire in modo diverso dall’ideologia ufficiale.
Insegnamento nuovo! Gesù comanda perfino gli spiriti impuri. I due primi segnali della Buona Novella sono questi: il suo modo diverso di insegnare le cose di Dio, ed il suo potere sugli spiriti impuri. Gesù apre un nuovo cammino affinché la gente raggiunga la purezza. In quel tempo, una persona dichiarata impura non poteva presentarsi davanti a Dio per pregare e per ricevere la benedizione promessa da Dio ad Abramo. Doveva prima purificarsi. Queste e molte altre leggi e norme rendevano difficile la vita della gente ed emarginavano molte persone considerate impure, lontane da Dio. Ora, purificate dal contatto con Gesù, le persone potevano presentarsi davanti a Dio. Era per loro una grande Buona Novella!
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6) Per un confronto personale
• Posso dire: “Io sono pienamente libero/a, signore/a di me stesso/a? Se non lo posso dire di me, allora qualcosa in me è posseduta da altri poteri. Come faccio per espellere questo potere estraneo?
• Oggi molta gente non vive, ma è vissuta. Non pensa, ma è pensata dai mezzi di comunicazione. Non ha un pensiero critico. Non è padrone di sé. Come espellere questo “demonio”?
7) Preghiera finale: Salmo 8
Hai posto il tuo Figlio sopra ogni cosa.
O Signore, Signore nostro,
quanto è mirabile il tuo nome su tutta la terra!
Che cosa è mai l’uomo perché di lui ti ricordi,
il figlio dell’uomo, perché te ne curi?
Davvero l’hai fatto poco meno di un dio,
di gloria e di onore lo hai coronato.
Gli hai dato potere sulle opere delle tue mani,
tutto hai posto sotto i suoi piedi.
Tutte le greggi e gli armenti
e anche le bestie della campagna,
gli uccelli del cielo e i pesci del mare,
ogni essere che percorre le vie dei mari.