Per la preghiera personale e familiare: Lectio divina sulla Liturgia della Parola del giorno - lunedì 1 febbraio 2021

Dettagli evento

  • lunedì | 1 febbraio 2021

___________________________________________________________________________________________________________________

Per prendere visione delle Lectio Divine finora pubblicate 

_____________________________________________________________________________________________________________________

Lectio lunedì 1 febbraio 2021


Lunedì della Quarta Settimana del Tempo Ordinario (Anno B)
 
Lettera agli Ebrei 11, 32 - 40
Marco 5, 1 - 20
 
 
1) Orazione iniziale 
Dio grande e misericordioso, concedi a noi tuoi fedeli di adorarti con tutta l’anima e di amare i nostri fratelli nella carità del Cristo.
______________________________________________________________________________
 
 
2) Lettura: Lettera agli Ebrei 11, 32 - 40
Fratelli, che dirò ancora? Mi mancherebbe il tempo se volessi narrare di Gedeone, di Barak, di Sansone, di Iefte, di Davide, di Samuèle e dei profeti; per fede, essi conquistarono regni, esercitarono la giustizia, ottennero ciò che era stato promesso, chiusero le fauci dei leoni, spensero la violenza del fuoco, sfuggirono alla lama della spada, trassero vigore dalla loro debolezza, divennero forti in guerra, respinsero invasioni di stranieri. Alcune donne riebbero, per risurrezione, i loro morti. Altri, poi, furono torturati, non accettando la liberazione loro offerta, per ottenere una migliore risurrezione. Altri, infine, subirono insulti e flagelli, catene e prigionia. Furono lapidati, torturati, tagliati in due, furono uccisi di spada, andarono in giro coperti di pelli di pecora e di capra, bisognosi, tribolati, maltrattati – di loro il mondo non era degno! –, vaganti per i deserti, sui monti, tra le caverne e le spelonche della terra. Tutti costoro, pur essendo stati approvati a causa della loro fede, non ottennero ciò che era stato loro promesso: Dio infatti per noi aveva predisposto qualcosa di meglio, affinché essi non ottenessero la perfezione senza di noi.
 
3) Commento su Lettera agli Ebrei 11, 32 - 40
 “Per fede, Abele offrì a Dio un sacrificio migliore di quello di Caino e in base ad essa fu dichiarato giusto, avendo Dio attestato di gradire i suoi doni; per essa, benché morto, parla ancora”. La fede diventata realtà di vita fu il fondamento dell'agire di Abele, il quale per la fede fu giustificato. Abele continua a parlare ancora mediante il suo sangue, segno del suo martirio per mano dell'invidioso Caino (Cf. Gn 4,4).
Per fede, Enoc fu portato via, in modo da non vedere la morte”. La fede vissuta rese gradito Enoc a Dio (Gn 5,24; Sir 44,16).
 
 “Dio infatti per noi aveva predisposto qualcosa di meglio, affinché essi non ottenessero la perfezione senza di noi”. I giusti del Vecchio Testamento sostarono nel Limbo (Inferi, Ade o Sheol) in attesa che il Salvatore universale aprisse i cieli e ottenessero così la perfezione mediante l'adesione a Cristo da loro atteso. Cristo, infatti, discese nel Limbo ad annunciare che la loro attesa era finita e che in lui avevano l'accesso al cielo (1Pt 3,19). I cieli si aprirono per tutti i giusti del passato, sia per i rigenerati dal sangue di Cristo mediante la fede e l'appartenenza alla Chiesa.
Nessuno poteva entrare nei cieli prima di Cristo. Ora quel Limbo non esiste più, e neppure per i bambini morti senza il Battesimo, per la semplice ragione che Cristo, Sommo Sacerdote impartisce egli stesso, senza rito di acqua, il Battesimo.
La perfezione della salvezza, cioè il suo compimento completo, si avrà con la risurrezione, dove non ci sarà solo la glorificazione dell'anima, ma anche del corpo. E in quell'evento glorioso nessuno avrà un vantaggio di precedenza sull'altro (1Ts 4,15).
______________________________________________________________________________
 
 
4) Lettura: dal Vangelo secondo Marco 5, 1 - 20
In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli giunsero all’altra riva del mare, nel paese dei Gerasèni. Sceso dalla barca, subito dai sepolcri gli venne incontro un uomo posseduto da uno spirito impuro. 
Costui aveva la sua dimora fra le tombe e nessuno riusciva a tenerlo legato, neanche con catene, perché più volte era stato legato con ceppi e catene, ma aveva spezzato le catene e spaccato i ceppi, e nessuno riusciva più a domarlo. Continuamente, notte e giorno, fra le tombe e sui monti, gridava e si percuoteva con pietre. Visto Gesù da lontano, accorse, gli si gettò ai piedi e, urlando a gran voce, disse: «Che vuoi da me, Gesù, Figlio del Dio altissimo? Ti scongiuro, in nome di Dio, non tormentarmi!». Gli diceva infatti: «Esci, spirito impuro, da quest’uomo!». E gli domandò: «Qual è il tuo nome?». «Il mio nome è Legione – gli rispose – perché siamo in molti». E lo scongiurava con insistenza perché non li cacciasse fuori dal paese. C’era là, sul monte, una numerosa mandria di porci al pascolo. E lo scongiurarono: «Mandaci da quei porci, perché entriamo in essi». Glielo permise. E gli spiriti impuri, dopo essere usciti, entrarono nei porci e la mandria si precipitò giù dalla rupe nel mare; erano circa duemila e affogarono nel mare. I loro mandriani allora fuggirono, portarono la notizia nella città e nelle campagne e la gente venne a vedere che cosa fosse accaduto. Giunsero da Gesù, videro l’indemoniato seduto, vestito e sano di mente, lui che era stato posseduto dalla Legione, ed ebbero paura. Quelli che avevano visto, spiegarono loro che cosa era accaduto all’indemoniato e il fatto dei porci. Ed essi si misero a pregarlo di andarsene dal loro territorio. Mentre risaliva nella barca, colui che era stato indemoniato lo supplicava di poter restare con lui. Non glielo permise, ma gli disse: «Va’ nella tua casa, dai tuoi, annuncia loro ciò che il Signore ti ha fatto e la misericordia che ha avuto per te». Egli se ne andò e si mise a proclamare per la Decàpoli quello che Gesù aveva fatto per lui e tutti erano meravigliati.
 
5) Riflessione sul Vangelo secondo Marco 5, 1 - 20
 Va' nella tua casa, dai tuoi, annunzia loro ciò che il Signore ti ha fatto.
Il miracolo descritto oggi, così movimentato e per certi versi paradossale, si comprende in queste parole che Gesù rivolge all'indemoniato guarito. Il miracolo si svolge nella Decapoli, nella terra dove regna il paganesimo. Nella scena vi è un contrasto netto del comportamento di questo uomo; prima lo vediamo posseduto da una forza sovraumana, che lo vagare tra i sepolcri. In quella regione dobbiamo immaginarci luoghi impervi, solitari ed aspri dove è difficile la sopravvivenza. Dopo il miracolo ritorna in sé, calmo, rivestito ed è pronto per tornare alla sua casa, alla sua attività. Al centro l'intervento portentoso di Gesù. Non fermiamoci a considerarlo un episodio, anche imprevisto, ma poniamolo su un livello esistenziale e notiamo subito che l'esortazione di Gesù è per tutti noi! Proprio dove regna il massimo della incredulità, laddove vediamo e scorgiamo elementi che ci fanno pensare ad un nuovo paganesimo, proprio lì è il momento dell'annuncio ed è il luogo di mostrare la misericordia di Dio. È la vicenda di ognuno di noi; troppe volte legati da tante preoccupazioni, da tanti affanni dove la vita sembra che ci faccia vagare nel buio ed invece in Cristo troviamo la pace e la possibilità di una vita pienamente vissuta. La salvezza personale diventa, quindi fonte di evangelizzazione, diventa messaggio di speranza.
 
 Nel vangelo di oggi, meditiamo un lungo testo sull’espulsione di un demonio che si chiamava Legione e che opprimeva e maltrattava una persona. C’è oggi molta gente che si serve dei testi del vangelo sull’espulsione dei demoni per far paura agli altri. È un peccato! Marco fa l’opposto. Come vedremo, associa l’azione del potere del male con quattro cose
a) Con il cimitero, il luogo dei morti. La morte che uccide la vita! 
b) Con il porco, che era considerato un animale impuro. L’impurità che separa da Dio! 
c) Con il mare, che era considerato come un simbolo del caos esistente prima della creazione. Il caos che distrusse la natura. 
d) Con la parola Legione, nome degli eserciti dell’impero romano. L’impero che opprime e sfrutta la gente. Orbene, Gesù vince il potere del male in questi quattro punti. La vittoria di Gesù aveva una portata enorme per le comunità degli anni 70, epoca in cui Marco scrive il suo vangelo. Queste comunità vivevano perseguitate dalle legioni romane, la cui ideologia manipolava le credenze popolari relative ai demoni per far paura alla gente ed ottenerne la sottomissione!
? Il potere del male opprime, maltratta ed aliena le persone. I versi iniziali descrivono la situazione della gente prima dell’arrivo di Gesù. Nel modo di descrivere il comportamento dell’indemoniato, Marco associa il potere del male al cimitero e alla morte. È un potere senza meta, minaccioso, senza controllo e distruttore che fa paura a tutti. Priva la persona della coscienza, di autocontrollo e di autonomia. 
 
 In presenza di Gesù il potere del male si disintegra, cade in frantumi. Nel modo di descrivere il primo contatto tra Gesù e l’uomo posseduto, Marco mette l’accento sulla sproporzione totale! Il potere, che prima sembrava molto forte, si scioglie e si frantuma davanti a Gesù. L’uomo cade in ginocchio, chiede di non essere espulso dalla regione e dice perfino il suo nome Legione. Mediante questo nome, Marco associa il potere del male al potere politico e militare dell’impero romano che dominava il mondo attraverso le sue Legioni.
 
?Il demonio non ha potere sui suoi movimenti. Ottiene solo di introdursi nei porci con il permesso di Gesù! Una volta che si è introdotto nei porci, questi si precipitano in mare. Questo episodio dei porci che si precipitano in mare è strano e difficile da capire, ma il messaggio è assai chiaro: davanti a Gesù il potere del male non ha né autonomia, né consistenza. Chi crede in Gesù ha vinto già il potere del male e non deve aver paura! 
 
 La reazione della gente del luogo. Messa sull’avviso dai mandriani che si occupavano dei porci, la gente del luogo corse e vide l’uomo liberato dal potere del male ormai “sano di mente”. Ma la legione si introdusse nei porci! Per questo chiedono a Gesù di andarsene. Per loro, infatti, i porci erano più importanti dell’essere umano che era appena ritornato in sé. 
 
? Annunciare la Buona Novella vuol dire annunciare “ciò che il Signore ha fatto per te!” L’uomo liberato vuole “seguire Gesù”, ma Gesù gli dice: “Va’ nella tua casa, dai tuoi, annunzia loro ciò che il Signore ti ha fatto e la misericordia che ti ha usato”. Questa frase di Gesù, Marco la rivolge alle comunità e a tutti noi. Per la maggior parte di noi “seguire Gesù” significa: “Va’ nella tua casa, dai tuoi, annunzia loro ciò che il Signore ti ha fatto!”
______________________________________________________________________________
 
 
6) Per un confronto personale
• Qual è il punto di questo testo che più ti è piaciuto o che più ti ha colpito? Perché? 
• L’uomo guarito vuole seguire Gesù. Ma deve rimanere a casa e raccontare a tutti ciò che Gesù ha fatto per lui. Cos’è che Gesù ha fatto per te e che può essere raccontato agli altri?
 
 
7) Preghiera finale: Salmo 30
Rendete saldo il vostro cuore, voi tutti che sperate nel Signore.
 
Quanto è grande la tua bontà, Signore! La riservi per coloro che ti temono,
la dispensi, davanti ai figli dell’uomo, a chi in te si rifugia.
 
Tu li nascondi al riparo del tuo volto, lontano dagli intrighi degli uomini;
li metti al sicuro nella tua tenda, lontano dai litigi delle lingue.
 
Benedetto il Signore, che per me ha fatto meraviglie di grazia
in una città fortificata.
 
Io dicevo, nel mio sgomento: «Sono escluso dalla tua presenza».
Tu invece hai ascoltato la voce della mia preghiera quando a te gridavo aiuto.
 
Amate il Signore, voi tutti suoi fedeli; il Signore protegge chi ha fiducia in lui
e ripaga in abbondanza chi opera con superbia.