Lunedì 11 gennaio 2021: Per la preghiera personale e familiare - Lectio divina sulla Liturgia della Parola del giorno

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  • lunedì | 11 gennaio 2021

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Lectio lunedì 11 gennaio 2021

Lunedì della Prima Settimana del Tempo Ordinario (Anno B)
 
Lettera agli Ebrei 1, 1 - 6
Marco 1, 14 - 20
 
 
1) Orazione iniziale 
Ispira nella tua paterna bontà, o Signore, i pensieri e i propositi del tuo popolo in preghiera, perché veda ciò che deve fare e abbia la forza di compiere ciò che ha veduto.
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2) Lettura: Lettera agli Ebrei 1, 1 - 6
Dio, che molte volte e in diversi modi nei tempi antichi aveva parlato ai padri per mezzo dei profeti, ultimamente, in questi giorni, ha parlato a noi per mezzo del Figlio, che ha stabilito erede di tutte le cose e mediante il quale ha fatto anche il mondo. Egli è irradiazione della sua gloria e impronta della sua sostanza, e tutto sostiene con la sua parola potente. Dopo aver compiuto la purificazione dei peccati, sedette alla destra della maestà nell’alto dei cieli, divenuto tanto superiore agli angeli quanto più eccellente del loro è il nome che ha ereditato. Infatti, a quale degli angeli Dio ha mai detto: «Tu sei mio figlio, oggi ti ho generato»? e ancora: «Io sarò per lui padre ed egli sarà per me figlio»? Quando invece introduce il primogenito nel mondo, dice: «Lo adorino tutti gli angeli di Dio».
 
3) Commento su  Lettera agli Ebrei  1, 1 - 6
• «Dio, che molte volte e in diversi modi nei tempi antichi aveva parlato ai padri per mezzo dei profeti, ultimamente, in questi giorni, ha parlato a noi per mezzo del Figlio, che ha stabilito erede di tutte le cose e mediante il quale ha fatto anche il mondo» (Eb 1, 1) - Come vivere questa Parola?
Ricominciamo il tempo ordinario della liturgia con la lettera agli Ebrei. I primissimi versetti ci ricordano il compimento definitivo della rivelazione di Dio in Gesù Cristo. La storia della rivelazione di Dio agli uomini inizia con il popolo eletto, si intreccia con il dispiegamento della promessa e si compie in Gesù Cristo, parola di Dio che si è fatta carne. La promessa si incarna nel Messia anticipato da secoli che realizza la liberazione, costruisce la salvezza e la dona a tutti gli uomini. In lui il dono promesso si manifesta universale, dedicato a tutta l'umanità e capace di destare il desiderio di dono, di risposta di ogni uomo, in ogni tempo.
Signore, la buona notizia di Gesù è andata oltre ogni confine e oggi sta incontrando testimoni e martiri ad ogni latitudine. Sostieni i cristiani perseguitati e dona a chi è in pace la grazia di non vivere nella banalità la tua grazia a caro prezzo.
Ecco la voce del Concilio Vaticano II - Dei Verbum 4 : Perciò egli, vedendo il quale si vede anche il Padre (cfr. Gv 14,9), col fatto stesso della sua presenza e con la manifestazione che fa di sé con le parole e con le opere, con i segni e con i miracoli, e specialmente con la sua morte e la sua risurrezione di tra i morti, e infine con l'invio dello Spirito di verità, compie e completa la Rivelazione e la corrobora con la testimonianza divina, che cioè Dio è con noi per liberarci dalle tenebre del peccato e della morte e risuscitarci per la vita eterna. 
 
Egli è irradiazione della sua gloria. (Eb 1,3) - Come vivere questa Parola?
Ieri siamo stati sollecitati a soffermarci sulla nostra realtà filiale. Ma Dio continua provocarci mettendo sotto i nostri occhi lo splendore del Figlio, di cui siamo chiamati a raggiungere la piena statura, come ricorda Paolo nelle sue lettere.
Di lui, la lettera agli Ebrei dice che è "irradiazione della sua gloria". Un'espressione che va letta in tutto il suo spessore biblico, cioè nel suo significato di manifestazione della magnificenza di Dio. In altre parole: Cristo nella sua realtà umana è rivelazione della straordinaria magnanimità divina. Nel suo volto è il volto di un Dio essenzialmente amante e perciò benefico e straordinariamente prodigo.
Ma Cristo non è venuto a rivelarci soltanto il volto del Padre, ma anche quello dell'uomo, chiamato ad essere figlio nel Figlio, e quindi a ricalcarne le orme.
Allora anche di me si deve poter dire che sono "irradiazione della sua gloria"!
Nella nostra falsa umiltà ci verrebbe da dire: Ma no! È troppo!
E invece è soltanto la misura di quella statura che mi definisce nella pienezza del mio essere e verso la quale devo tendere con tutto me stesso.
"Irradiazione della gloria del Padre", come a dire: quanti mi incontrano, mi contattano devono allontanarsi da me con la percezione di aver sperimentato qualcosa di Dio, del suo essere amore che previene, comprende, perdona, rilancia...
L'altezza della meta non ci deve spaventare ma incitare ad andare sempre avanti, a protenderci verso un oltre che è la misura di quello che siamo. Su questo vogliamo riflettere nella nostra pausa contemplativa.
Trasfigura, Signore, il mio essere con la presenza del tuo Spirito, perché in me tutto parli di te: mio unico, mio bene, mio tutto. 
Ecco la voce del Papa Emerito Benedetto XVI: La Chiesa non è la luce, ma riceve la luce di Cristo, la accoglie per esserne illuminata e per diffonderla in tutto il suo splendore. E questo deve avvenire anche nella nostra vita personale.
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4) Lettura: dal Vangelo secondo Marco 1, 14 - 20
Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo».
Passando lungo il mare di Galilea, vide Simone e Andrea, fratello di Simone, mentre gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. Gesù disse loro: «Venite dietro a me, vi farò diventare pescatori di uomini». E subito lasciarono le reti e lo seguirono. 
Andando un poco oltre, vide Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni suo fratello, mentre anch’essi nella barca riparavano le reti. Subito li chiamò. Ed essi lasciarono il loro padre Zebedeo nella barca con i garzoni e andarono dietro a lui.
 
5) Riflessione sul Vangelo secondo Marco 1, 14 - 20
Convertitevi e credete al Vangelo.
Gesù passa vicino al lago della Galilea, predicando il Regno di Dio. L'evangelista Marco pone in questa cornice la chiamata dei primi quattro discepoli. Egli dipinge un quadro di vita reale, animato dall'operosità di questi pescatori. Gesù passa non indifferente e sceglie i suoi primi apostoli proprio nel pieno della loro attività e nello svolgimento attento e premuroso del loro lavoro. La vocazione, qualsiasi essa sia, è una chiamata di Dio, dono gratuito del suo amore verso di noi ed è la chiamata di un Dio attento a noi ed alle nostre esigenze. La vera vocazione non può prescindere da questo aspetto. La vocazione rappresenta la scelta elettiva di un Dio che ha voluto sentire le sofferenze e le difficoltà dell'uomo e che si fa vicino a lui. La vocazione è il Dio che passa attraverso la nostra vita, la osserva per cambiarla. Può essere un percorso di maturazione che passa attraverso diverse tappe della propria vita o anche un incontro radicale che sembra causale ma che è l'attenzione dello sguardo di Dio su di noi. Una risposta veramente convinta ad un Dio che chiama è quella dell'uomo che risponde al mistero dell'Incarnazione. È la risposta di Maria, generosa e che si pone subito a servizio della propria parente Elisabetta. La vocazione è la chiamata di un Dio attento ai bisogni dell'uomo, allora la risposta a questa chiamata deve essere generosa e premurosa nei confronti dei più deboli.
 
Dopo l’arresto di Giovanni, Gesù si recò nella Galilea predicando il vangelo di Dio. Giovanni fu arrestato dal re Erode per aver denunciato il comportamento immorale del re (Lc 3,18-20). La prigione di Giovanni Battista non impaurì Gesù! Anzi! Vide in essa un simbolo della venuta del Regno. Ed oggi, sarà che sappiamo leggere i fatti della politica e della violenza urbana per annunciare la Buona Novella di Dio?
 
Gesù proclamava la Buona Novella di Dio. La Buona Novella è di Dio non solo perché viene da Dio, ma anche e soprattutto perché Dio è il suo contenuto. Dio, lui stesso, è la maggiore Buona Novella per la vita umana. Lui risponde all’aspirazione più profonda del nostro cuore. In Gesù appare ciò che avviene quando un essere umano lascia entrare e regnare Dio. Questa Buona Novella del Regno di Dio annunciata da Gesù ha quattro aspetti:
a) Il tempo è compiuto! Per gli altri giudei il tempo non si era ancora compiuto. Mancava molto per la venuta del Regno. Per i farisei, per esempio, il Regno poteva giungere solo quando l’osservanza della Legge fosse perfetta. Gesù aveva un altro modo di leggere i fatti. Lui dice che il tempo è compiuto.
b) Il Regno di Dio è vicino! Per i farisei la venuta del Regno dipendeva dal loro sforzo. Sarebbe giunto solo dopo che loro avessero osservato la legge. Gesù dice il contrario: “Il Regno è vicino”. È già qui! Indipendentemente dallo sforzo compiuto! Quando Gesù dice: “Il Regno è vicino”, non vuol dire che il regno sta giungendo solo in quel momento, ma che già era lì. Ciò che tutti aspettavano, era già presente nella loro vita, e loro non lo sapevano, non lo percepivano (cf. Lc 17,21). Gesù lo percepì! Poiché lui leggeva la realtà con uno sguardo differente. Ed è in questa presenza nascosta del Regno in mezzo alla gente che Gesù si rivela ai poveri della sua terra. Ed è questo il seme del Regno che riceverà la pioggia della sua parola ed il calore del suo amore.
c) Convertitevi! Il significato esatto è cambiare il modo di pensare e di vivere. Per poter percepire la presenza del Regno nella vita, la persona dovrà cominciare a pensare ed a vivere in modo diverso. Dovrà cambiare vita e trovare un’altra forma di convivenza! Dovrà lasciare da parte il legalismo dell’insegnamento del fariseo e permettere che la nuova esperienza di Dio invada la sua vita e gli dia uno sguardo nuovo per leggere e capire i fatti.
d) Credete nella Buona Notizia! Non era facile accettare questo messaggio. Non è facile per noi cominciare a pensare in modo diverso da tutto ciò che abbiamo imparato, fin da piccoli. Questo è possibile solo mediante un atto di fede. Quando qualcuno porta una notizia diversa, è difficile accettarla, e si accetta solo se la persona che reca la notizia gode della nostra fiducia. E così tu dirai agli altri: “Puoi accettare! Io conosco la persona! Non inganna! Ti puoi fidare! Di Gesù ci si può fidare!
 
Il primo obiettivo dell’annuncio della Buona Novella è quello di formare comunità. Gesù passa, guarda e chiama. I primi quattro chiamati, Simone, Andrea, Giovanni e Giacomo, ascoltano, lasciano tutto e seguono Gesù per formare comunità con lui. Sembra amore a prima vista! Secondo la narrazione di Marco, tutto avvenne poi nel primo incontro con Gesù. La chiamata non è stata una cosa di un solo momento, ma è questione di ripetute chiamate ed inviti, di progressi e regressi. La chiamata inizia e ricomincia sempre di nuovo! In pratica, coincide con la convivenza di due tre anni con Gesù, fin dal battesimo fino al momento in cui Gesù fu innalzato al cielo (At 1,21-22). E allora perché Marco lo presenta come un fatto repentino d’amore a prima vista? Marco pensa all’ideale: l’incontro con Gesù deve provocare una mutazione radicale nella nostra vita!
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6) Per un confronto personale
• Un fatto politico, la prigione di Giovanni, portò Gesù ad iniziare l’annuncio della Buona Novella di Dio. Oggi, i fatti della politica e della polizia influiscono sull’annuncio che facciamo della Buona Novella alla gente?
• “Convertitevi! Credete alla Buona Novella!” Come sta avvenendo questo nella mia vita?
 
 
7) Preghiera finale: Salmo 96
Adoriamo il Signore insieme ai suoi angeli.
Il Signore regna: esulti la terra, gioiscano le isole tutte.
Giustizia e diritto sostengono il suo trono.
 
Annunciano i cieli la sua giustizia, e tutti i popoli vedono la sua gloria.
A lui si prostrino tutti gli dèi!   
Perché tu, Signore, sei l’Altissimo su tutta la terra, eccelso su tutti gli dèi.