Mercoledì 6 gennaio 2021: Per la preghiera personale e familiare - Lectio divina sulla Liturgia della Parola del giorno

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  • mercoledì | 6 gennaio 2021

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Lectio mercoledì 6 gennaio 2021

Mercoledì della Feria dopo Natale (Anno B)
Epifania del Signore

 
Lettera agli Efesini 3, 2 - 3. 5 - 6
Matteo 2, 1 - 12  
 
1) Preghiera 
O Dio, che in questo giorno, con la guida della stella per i Magi, hai rivelato alle genti il tuo unico Figlio, conduci benigno anche noi, che già ti abbiamo conosciuto per la fede, a contemplare la grandezza della tua gloria.
 
Una stella ha guidato i Magi fino a Betlemme perché là scoprissero “il re dei Giudei che è nato” e lo adorassero. Perché potessero provare la gioia del vedere Cristo, dell’adorarlo e dell’offrirgli i loro doni, i Magi sono passati per situazioni in cui hanno dovuto sempre chiedere, sempre seguire il segno inviato loro da Dio. 
La fermezza, la costanza, soprattutto nella fede, è impossibile senza sacrifici, ma è proprio da qui che nasce la gioia indicibile della contemplazione di Dio che si rivela a noi, così come la gioia di dare o di darsi a Dio. “Al vedere la stella, essi provarono una grandissima gioia”. 
Noi possiamo vedere la stella nella dottrina e nei sacramenti della Chiesa, nei segni dei tempi, nelle parole sagge e nei buoni consigli che, insieme, costituiscono la risposta alle nostre domande sulla salvezza e sul Salvatore. Rallegriamoci, anche noi, per il fatto che Dio, vegliando sempre, nella sua misericordia, su chi cammina guidato da una stella ci rivela in tanti modi la vera luce, il Cristo, il Re Salvatore.
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2) Lettura: Lettera agli Efesini 3, 2 - 3. 5 - 6  
Fratelli, penso che abbiate sentito parlare del ministero della grazia di Dio, a me affidato a vostro favore: per rivelazione mi è stato fatto conoscere il mistero. Esso non è stato manifestato agli uomini delle precedenti generazioni come ora è stato rivelato ai suoi santi apostoli e profeti per mezzo dello Spirito: che le genti sono chiamate, in Cristo Gesù, a condividere la stessa eredità, a formare lo stesso corpo e ad essere partecipi della stessa promessa per mezzo del Vangelo.
 
3) Commento su  Lettera agli Efesini  3, 2 - 3. 5 - 6   
• In questi pochi vv. della lettera agli Efesini, san Paolo si rivolge ai destinatari del suo scritto, ricordando loro, il campo apostolico affidatogli da Dio a favore dei pagani, missione che loro, gli Efesini, ben conoscono, il cui fine è quello di riunire l'universo intero nel mistero di Cristo. Il mistero di Cristo consiste nell'inclusione degli ex-gentili e degli ex-ebrei nel corpo di Cristo, la Chiesa. Dopo la rivelazione di Cristo non ci sono più né giudei né greci ma membri di un medesimo corpo che beneficano delle stesse promesse. Questa unione di popoli, apportatrice di pace tra gli uomini, da essi desiderata ma mai realizzata, ora, con la venuta di Gesù, è alla nostra portata.
 
Il Signore si rivela a chi lo cerca con cuore sincero e privo di malizia. A chi affronta il viaggio verso di Lui. A chi si sposta lasciando l'uomo vecchio per abbracciare quello nuovo. A chi accoglie i suoi doni e li riversa al prossimo smanioso di abbracciare il Salvatore. Paolo ce lo dice chiaramente: ‘Voi avete, certo, inteso dell'economia della grazia di Dio che è stata affidata a me a vostro vantaggio’. A vantaggio di tutti. Ecco il senso del viaggio dei Magi che non appartenevano al popolo eletto, ma bramavano la salvezza.
 
• Paolo ribadisce più volte il senso di questo messaggio. Quello che era stato promesso durante la storia della salvezza e che hanno testimoniato gli apostoli, si è avverato: anche i pagani sono stati ‘ammessi alla stessa eredità e uniti nello stesso corpo e compartecipi della promessa in Gesù Cristo’. La salvezza non ammette distinzioni, è per tutti, basta volerla e disporsi ad adorare il Signore. È lo spirito di adorazione che ci rende servitori perché prima ci fa sentire debitori.
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4) Lettura: dal Vangelo secondo Matteo 2, 1 - 12  
Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme e dicevano: «Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo». All’udire questo, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. Riuniti tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, si informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Cristo. Gli risposero: «A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta: “E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero l’ultima delle città principali di Giuda: da te infatti uscirà un capo che sarà il pastore del mio popolo, Israele”».
Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire da loro con esattezza il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme dicendo: «Andate e informatevi accuratamente sul bambino e, quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch’io venga ad adorarlo».
Udito il re, essi partirono. Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese.
 
5) Riflessione sul Vangelo secondo Matteo  2, 1 - 12  
La parola “epifania” significa “manifestazione” e la parola di Dio di questa festa è tutta indirizzata a presentare Gesù come Salvatore universale. La venuta dei magi, di cui si parla nel vangelo, è l’inizio dell’unità delle nazioni, radunate in un solo popolo dalla fede in Gesù. I magi sono preludio dei futuri adoratori di Gesù, che proverranno da tutte le nazioni.
Il racconto di Matteo, oltre a contenere elementi storici, allude a passi dell’Antico Testamento e parla di una rivelazione straordinaria, che porta i magi a incontrare Gesù e a scoprire in Lui il Salvatore universale.
Questi personaggi, probabilmente sacerdoti e astrologi del vicino Oriente, interpretando i segni celesti, giungono a Gerusalemme dove interrogano Erode e, di rimando, i sommi sacerdoti e gli scribi ebrei, sul luogo dove doveva nascere il Messia: essi rispondono, rifacendosi alle profezie: “a Betlemme di Giudea”. Emerge qui il ruolo fondamentale della Scrittura per incontrare il Cristo.
I magi si recano così a Betlemme e trovano Gesù: lo adorano, riconoscendo in Lui il Salvatore, e gli offrono i loro doni. È evidente il contrasto tra il loro atteggiamento e quello di Erode, che cerca il bambino per farlo morire, ma anche quello di Gerusalemme, che rimane “turbata” e immobile.
Si evidenzia già da qui come Gesù sia segno di contraddizione: c’è chi lo accoglie e chi lo rifiuta. E
noi, come ci poniamo di fronte a Gesù? Certamente non lo vogliamo morto ma forse ci capita talvolta di soffocare la Sua voce nella coscienza, quando ci dice cose sgradite. Proviamo a interrogarci…
Un altro spunto che questa festa suggerisce riguarda l’importanza del cercare la verità, come hanno fatto i magi, perché chi si avventura per questa strada incontra Cristo, che ha detto di sé: “Io sono la Via, la Verità e la Vita”.
Infine l’Epifania ci invita ad essere missionari, perché sempre più gente di tutte le lingue sia unita dalla fede in Gesù.
 
La gloria del Signore brilla sopra di te!
"Alzati e rivestiti di Luce!". La luce è Gesù: Luce del mondo. Egli è venuto a stare in mezzo a noi e, se avremo davvero fede in Lui, essa brillerà sempre sul nostro cammino e sopra di noi: "la Gloria del Signore brillerà su di te". Oggi purtroppo "la tenebra ricopre la terra, nebbia fitta avvolge i popoli". Ma nella notte del mondo brilla finalmente una Stella in oriente: è Gesù! Egli è la stella del mattino, del nuovo giorno. E i Re Magi chiedevano: "Dov'è Colui che è nato? ... siamo venuti per ad adorarlo". "A Betlemme di Giudea!". Là si dirigono e vanno i Magi santi, e li guida una stella. "Entrati nella casa, videro il Bambino con Maria sua Madre. Si prostrarono e Lo adorarono... aprirono i loro scrigni e gli offrirono oro, incenso e mirra". Ecco, è festa dell'Epifania, è la festa della Manifestazione del Signore in mezzo a noi. Egli vuole manifestarsi anche a noi, ad uno a uno: inginocchiamoci dunque davanti al Verbo Incarnato, a Gesù Cristo Signore, vivente in mezzo a noi e vivente nella Santa Eucaristia, presso l'altare di Dio, e, umilmente, imitiamo i Santi Magi, offrendogli l'oro della nostra carità e del nostro amore, a Dio e ai fratelli, offriamogli ogni giorno l'incenso profumato della nostra lode e della nostra preghiera, e anche la mirra delle amarezze della vita, che non mancano mai quaggiù. E anche vedremo la Gloria del Signore brillare sopra di noi... e diverremo tutti sorridenti, raggianti e ripieni del divino splendore. Ciò avverrà in modo speciale durante la Santa Eucaristia quando Gesù Bambino prende dimora nel nostro cuore e lo riempie tutto di pace, quella vera. E la Pace è Gesù! Auguri a tutti, auguri di pace! E a tutti: buona festa della Santa Epifanìa, che si festeggia in ogni Eucarestia.
 
Il dono più prezioso dei Magi? Il loro stesso viaggio.
Epifania, festa dei cercatori di Dio, dei lontani, che si sono messi in cammino dietro a un loro profeta interiore, a parole come quelle di Isaia. «Alza il capo e guarda». Due verbi bellissimi: alza, solleva gli occhi, guarda in alto e attorno, apri le finestre di casa al grande respiro del mondo. E guarda, cerca un pertugio, un angolo di cielo, una stella polare, e da lassù interpreta la vita, a partire da obiettivi alti. Il Vangelo racconta la ricerca di Dio come un viaggio, al ritmo della carovana, al passo di una piccola comunità: camminano insieme, attenti alle stelle e attenti l'uno all'altro. Fissando il cielo e insieme gli occhi di chi cammina a fianco, rallentando il passo sulla misura dell'altro, di chi fa più fatica. Poi il momento più sorprendente: il cammino dei Magi è pieno di errori: perdono la stella, trovano la grande città anziché il piccolo villaggio; chiedono del bambino a un assassino di bambini; cercano una reggia e troveranno una povera casa. Ma hanno l'infinita pazienza di ricominciare. Il nostro dramma non è cadere, ma arrenderci alle cadute. Ed ecco: videro il bambino in braccio alla madre, si prostrarono e offrirono doni. Il dono più prezioso che i Magi portano non è l'oro, è il loro stesso viaggio. Il dono impagabile sono i mesi trascorsi in ricerca, andare e ancora andare dietro ad un desiderio più forte di deserti e fatiche. Dio desidera che abbiamo desiderio di Lui. Dio ha sete della nostra sete: il nostro regalo più grande. Entrati, videro il Bambino e sua madre e lo adorarono. Adorano un bambino. Lezione misteriosa: non l'uomo della croce né il risorto glorioso, non un uomo saggio dalle parole di luce né un giovane nel pieno del vigore, semplicemente un bambino. Non solo a Natale Dio è come noi, non solo è il Dio-con-noi, ma è un Dio piccolo fra noi. E di lui non puoi avere paura, e da un bambino che ami non ce la fai ad allontanarti. Informatevi con cura del Bambino e poi fatemelo sapere perché venga anch'io ad adorarlo! Erode è l'uccisore di sogni ancora in fasce, è dentro di noi, è quel cinismo, quel disprezzo che distruggono sogni e speranze. Vorrei riscattare queste parole dalla loro profezia di morte e ripeterle all'amico, al teologo, all'artista, al poeta, allo scienziato, all'uomo della strada, a chiunque: Hai trovato il Bambino? Ti prego, cerca ancora, accuratamente, nella storia, nei libri, nel cuore delle cose, nel Vangelo e nelle persone; cerca ancora con cura, fissando gli abissi del cielo e gli abissi del cuore, e poi raccontamelo come si racconta una storia d'amore, perché venga anch'io ad adorarlo, con i miei sogni salvati da tutti gli Erodi della storia e del cuore.
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6) Per un confronto personale
- Siamo consapevoli che uno dei compiti del cristiano è quello di "ricercare" Dio nella quotidianità?
- Quando abbiamo scoperto la grandezza della festa dell'"Epifania"? Per molti è forse una festa come le altre del periodo natalizio.
- La manifestazione del Signore ci fa comprendere la missione universale del Cristo venuto nel mondo per la salvezza di tutti gli uomini?
- Quando ci mettiamo alla ricerca di Dio, siamo noi che lo cerchiamo o piuttosto è lui che ci cerca e ci attende?
- È anche per noi, oggi, Gesù una provocazione che ci lascia indifferenti?
- La stella che è sorta crediamo che sia sorta sol per gli altri e noi stiamo indifferenti?
- Quale è il nostro attaccamento alla verità? È una conoscenza soltanto oppure impegna il nostro essere per farla conoscere almeno ai nostri vicini?
 
 
 
 
7) Preghiera finale: Salmo 71
Ti adoreranno, Signore, tutti i popoli della terra.
 
O Dio, affida al re il tuo diritto,
al figlio di re la tua giustizia;
egli giudichi il tuo popolo secondo giustizia
e i tuoi poveri secondo il diritto.
 
Nei suoi giorni fiorisca il giusto
e abbondi la pace,
finché non si spenga la luna.
E dòmini da mare a mare,
dal fiume sino ai confini della terra.
 
I re di Tarsis e delle isole portino tributi,
i re di Saba e di Seba offrano doni.
Tutti i re si prostrino a lui,
lo servano tutte le genti.
 
Perché egli libererà il misero che invoca
e il povero che non trova aiuto.
Abbia pietà del debole e del misero
e salvi la vita dei miseri.
 
 
8) Orazione Finale
Padre Santo, che hai chiamato tutti gli uomini a partecipare alla medesima eredità, aiutaci a sentirci fratelli in Cristo Gesù, nostro Signore.