giovedì 31 dicembre 2020: Per la preghiera personale e familiare - Lectio divina sulla Liturgia della Parola del giorno

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  • giovedì | 31 dicembre 2020

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Lectio giovedì 31 dicembre 2020

Giovedì fra l’Ottava di Natale (Anno B)
 
1 Lettera di Giovanni 2, 18 - 21
Giovanni 1, 1 - 18
 
 
1) Orazione iniziale
Dio onnipotente ed eterno, che nella nascita del tuo Figlio hai stabilito l’inizio e la pienezza della vera fede, accogli anche noi come membra del Cristo, che compendia in sé la salvezza del mondo.
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2) Lettura: 1 Lettera di Giovanni 2, 18 - 21
Figlioli, è giunta l’ultima ora. Come avete sentito dire che l’anticristo deve venire, di fatto molti anticristi sono già venuti. Da questo conosciamo che è l’ultima ora. Sono usciti da noi, ma non erano dei nostri; se fossero stati dei nostri, sarebbero rimasti con noi; sono usciti perché fosse manifesto che non tutti sono dei nostri. Ora voi avete ricevuto l’unzione dal Santo, e tutti avete la conoscenza. Non vi ho scritto perché non conoscete la verità, ma perché la conoscete e perché nessuna menzogna viene dalla verità.
 
3) Commento su  1 Lettera di Giovanni  2, 18 - 21
• “Figlioli, è giunta l’ultima ora. Come avete sentito dire che l’anticristo deve venire, di fatto molti anticristi sono già venuti”. Giovanni usa ora il termine “paidia" per tutti i fedeli. “Paidia" è parola di maggiore dolcezza che “teknia": è il padre che, maestro, parla ai figli a cuore aperto, quasi sostenendoli perché non vacillino di fronte a parole così forti. 
L’ultima ora è cominciata con la presenza di Cristo. Le ore dei patriarchi, dei profeti, sono passate, ora si è nell’ultima ora e si deve vivere l’ultima ora, che il presente di Cristo (Cf. At 2,17; 2Tim 3,1; Eb 1,2; Gc 5,3; 1Pt 1,5.20; 2Pt 3,3; Gd 18). Essendo l’ultima ora, cioè l’ora nella quale Satana è stato buttato fuori. L’ultima ora è caratterizzata da una lotta perversa al massimo di Satana contro Cristo, mediante gli anticristi, che culmineranno nell’anticristo, che sarà il figlio di Satana, manifestazione dell’orrore di Satana. Già anticristi sono apparsi, e sono precisamente i falsi dottori che negavano Cristo. Satana, principe usurpatore, è stato buttato fuori, cioè l’usurpatore è stato sconfitto; con ciò cerca furentemente di lottare contro chi l’ha buttato fuori, ma non riuscirà a vincere Cristo e sarà annientato da lui che dissolverà in una sconfitta totale il potere costruito con gli anticristi, suoi perversi servi (2Tes 2,8). 
 
• “Da questo conosciamo che è l’ultima ora”. L’ultima ora è segnalata dalla battaglia finale, dalla furente voglia di vendetta di Satana contro Cristo che l’ha buttato fuori. Gli anticristi sono messi in campo da Satana dopo che si sono consegnati a lui. Sono anticristi non solo quelli che negano Cristo, ma anche quelli che negano la Chiesa, che sussiste nella sua pienezza nella Chiesa cattolica (“Lumen Gentium”, c. 8, [305]; “Unitatis reintegratio”, c. 3, [507]; “Dominus Jesus”, c. 4, n° 16). 
 
• “Sono usciti da noi, ma non erano dei nostri; se fossero stati dei nostri, sarebbero rimasti con noi; sono usciti perché fosse manifesto che non tutti sono dei nostri”. Gli anticristi hanno la drammatica particolarità di avere conosciuto il messaggio di Cristo ed è per questo che la loro azione è perversa. Non sono pagani che combattono la fede cristiana, ma gente che è stata dentro le comunità cristiane e ne ha rinnegato la fede. Ma ciò non è avvenuto perché Cristo non sia convincente, potente nella sua azione salvifica, nella prospettiva della sua speranza, ma perché gli anticristi erano animati dall’anticarità, non erano fratelli coi fratelli. Sono usciti dalla comunione fraterna, che non avevano vissuto perché entrati per opportunismi, per desideri economici, di successo, e con ciò è diventato chiaro “che non tutti sono dei nostri”. Ciò comporta vigilanza, attenzione, valutazione dei comportamenti, prima di dare credito a persone, che poi faranno danni. Certamente, l’evangelizzazione aveva avuto nelle comunità asiatiche una ricerca del numero delle adesioni a discapito di un discernimento prima di ammettere al Battesimo. 
 
• “Ora voi avete ricevuto l’unzione dal Santo, e tutti avete la conoscenza”. I cristiani non sono però sguarniti di fronte a questo doloroso fenomeno avendo ricevuto “l’unzione dal Santo”. L’unzione è quella data dal Santo, che è Cristo, Sommo Sacerdote (At 2,27; 3,14; Gv 6,69; Ap 3,7; Ps Eb 8,26). L’unzione è santificatrice e avviene per mezzo dell’olio spirituale dello Spirito Santo. Essa è conferita per mezzo del ministero dei presbiteri, che agiscono “in persona Cristi” 
Lo Spirito Santo era conferito dagli apostoli con l’imposizione delle mani (At 8,17; 19,6). L’azione dei presbiteri avviene “in persona Cristi”, poiché è lui il Sommo ed Eterno sacerdote. 
L’unzione con olio - crismazione - venne aggiunta dalla Chiesa nel sec. III, sulla scorta delle unzioni consacratorie regali e sacerdotali Veterotestamentarie (Es 29,29; 30,30; 1Sam 16,13). 
Lo Spirito Santo con “la sua unzione” (2,27) conduce a tutta intera la verità (Gv 14,25; 16,13) e perciò dona la conoscenza di Cristo e delle verità che ne definiscono l’identità e la missione (Gv 14,21.23). 
 
• “Non vi ho scritto perché non conoscete la verità, ma perché la conoscete e perché nessuna menzogna viene dalla verità”. Giovanni non sta facendo il “primo annuncio”, ma vuole premunire i fedeli contro gli anticristi, facendo vedere come nell’unzione dello Spirito ne abbiano i mezzi.
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4) Lettura: dal Vangelo di   Giovanni 1, 1 - 18
In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era, in principio, presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste.
In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre e le tenebre non l’hanno vinta. Venne un uomo mandato da Dio: il suo nome era Giovanni. Egli venne come testimone per dare testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui. Non era lui la luce, ma doveva dare testimonianza alla luce. Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. Era nel mondo e il mondo è stato fatto per mezzo di lui; eppure il mondo non lo ha riconosciuto. Venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto. A quanti però lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali, non da sangue né da volere di carne né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati. E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre, pieno di grazia e di verità.
Giovanni gli dà testimonianza e proclama: «Era di lui che io dissi: Colui che viene dopo di me è avanti a me, perché era prima di me».
Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto: grazia su grazia. Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo. Dio, nessuno lo ha mai visto: il Figlio unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre, è lui che lo ha rivelato.
 
5) Riflessione sul Vangelo di  Giovanni 1, 1 - 18
•  In principio, prima della creazione, era il Verbo, divino, dinamico e vivo. Era con Dio ed era Dio. Con queste tre brevi affermazioni, eccoci condotti al mistero stesso della Trinità. Ci è stato concesso di vedere che il Verbo divino ha origine nell’eternità di Dio, vive in un’unione particolare e ineffabile con Dio, è Dio stesso, uguale al Padre e non subordinato o inferiore. E questo Verbo, personale e trascendente, è sceso dalla sua dimora celeste perché Dio fosse presente, in carne ed ossa, sulla terra e per insegnarci a conoscere direttamente il Padre, che lui solo aveva visto. Perché il Verbo è da sempre e per sempre il Figlio Unigenito e prediletto di Dio. In Cristo si trovano unite la divinità e l’umanità. In Cristo vediamo la gloria di Dio brillare attraverso la sua umanità. Ma l’identità del Figlio col Padre è espressa nella dipendenza, nell’obbedienza completa rivelata nel sacrificio, nel dono totale di sé. Si intravede qui l’umiltà della Trinità, così come è manifestata nella carne mortale di Cristo. Parlandoci del suo legame con il Padre, Gesù vuole attirarci a sé per fare di noi i suoi discepoli e figli di Dio. Vuole insegnarci che la nostra vita deve riflettere, nella condizione umana, la vita della Trinità, la vita di Dio stesso, se desideriamo ricevere i suoi doni apportatori di salvezza.
 
•  Gesù Cristo, vero Dio e vero Uomo - Noi, luce del mondo.
La fede cristiana è soprattutto l'accoglienza del mistero dell'Incarnazione, cioè della nascita umana del Figlio di Dio Salvatore di tutto l'universo. L'evangelista Giovanni nel suo Prologo ci presenta proprio questo mistero: "Il Verbo si fece carne": questo è il contenuto del Natale. L'apostolo vuole dire che il Figlio di Dio, che esiste dall'eternità, che è Dio e Creatore, che è fonte della Vita e della Luce, è veramente uomo e non solo in apparenza. Cristo è la luce che non si spegne mai. Noi siamo lo specchio di quella luce. La luce bella, che rischiara le tenebre del mondo. Infatti laddove ci sono i cristiani c'è la luce di Cristo, la luce del bene, la luce della pace, la luce dell'amore. Cerchiamo di diventare sempre più la vera luce di Cristo per riscaldare il modo con i raggi di Cristo.
Affinché, anche grazie a noi, questo nuovo anno domini 2021 sia migliore da quello che si sta spegnendo...
 
Il Prologo è la prima cosa che si vede aprendo il vangelo di Giovanni. Ma fu anche l’ultima ad essere scritta. È il riassunto finale, posto all’inizio. In esso, Giovanni descrive il cammino della Parola di Dio. Era accanto a Dio, da prima della creazione, e per mezzo di lei tutto fu creato. Tutto ciò che esiste è espressione della Parola di Dio. Come avviene con la Sapienza di Dio, (Pr 8,22-31), così anche la Parola volle giungere più vicino a noi e si fece carne in Gesù. Venne in mezzo a noi, svolse la sua missione e ritornò a Dio. Gesù è questa Parola di Dio. Tutto ciò che dice e fa è comunicazione che ci rivela il Padre.
 
• Nel dire "In principio era il Verbo", Giovanni evoca la prima frase della Bibbia che dice: "In principio Dio creò il cielo e la terra" (Gen 1,1). Dio creò tutto per mezzo della sua Parola. "Parla e tutto è fatto" (Sal 33,9; 148,5). Tutte le creature sono un’espressione della Parola di Dio. Questa Parola viva di Dio, presente in tutte le cose, brilla nelle tenebre. Le tenebre cercano di spegnerla, ma non ci riescono. La ricerca di Dio, sempre nuova, rinasce nel cuore umano. Nessuno riesce a coprirla. Non riusciamo per molto tempo a vivere senza Dio!
 
Giovanni Battista venne per aiutare la gente a scoprire e gustare questa presenza luminosa e consolatrice della Parola di Dio nella vita. La testimonianza di Giovanni Battista è stata molto importante, così tanto che molta gente pensava che era lui il Cristo (Messia) (Atti 19,3; Gv 1,20). Per questo, il Prologo chiarisce dicendo: "Giovanni non era la luce! Venne per dare testimonianza alla luce!"
 
Così come la Parola di Dio si manifesta nella natura, nella creazione, così pure si manifesta nel “mondo”, cioè nella storia dell’umanità, in particolare, nella storia del popolo di Dio. Ma il “mondo” non riconobbe, né ricevette la Parola. "Venne fra la sua gente, ma i suoi non l’hanno accolto”. Qui, quando dice gente, Giovanni vuole indicare il sistema sia dell’impero che della religione dell’epoca, ambedue rinchiusi in se stessi e, per questo, incapaci di riconoscere la Buona Notizia (Vangelo), la presenza luminosa della Parola di Dio.
 
Ma le persone che si aprono accettando la Parola, diventano figli e figlie di Dio. La persona diventa figlio e figlia di Dio non per i propri meriti, né per appartenere alla razza di Israele, ma per il semplice fatto di aver fiducia e credere che Dio nella sua bontà, ci accetta e ci accoglie. La Parola di Dio entra nella persona e fa che questa si senta accolta come un figlio, come una figlia da Dio. È il potere della grazia di Dio.
 
Dio non vuole rimanere lontano da noi. Per questo, la sua Parola, giunse ancora più vicino e si fece presente in mezzo a noi nella persona di Gesù. Il Prologo dice letteralmente: "E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi". Anticamente, nel tempo dell’esodo, nel deserto Dio viveva in una tenda in mezzo al popolo (Es 25,8). Ora la tenda in cui Dio abita con noi è Gesù, “pieno di grazia e di verità". Gesù venne a rivelare chi è questo nostro Dio, presente in tutto, fin dall’inizio della creazione.
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6) Alcune domande per aiutarci nella meditazione e nella orazione
• Tutto ciò che esiste è un’espressione della Parola di Dio, una rivelazione della sua presenza. Sono sufficientemente contemplativo per poter ricevere e sperimentare questa presenza universale della Parola di Dio?
• Cosa significa per me essere chiamato figlio di Dio?
 
 
7) Preghiera: Salmo 95
Gloria nei cieli e gioia sulla terra
 
Cantate al Signore un canto nuovo,
cantate al Signore, uomini di tutta la terra.
Cantate al Signore, benedite il suo nome,
annunciate di giorno in giorno la sua salvezza.
 
Gioiscano i cieli, esulti la terra,
risuoni il mare e quanto racchiude;
sia in festa la campagna e quanto contiene,
acclamino tutti gli alberi della foresta.
 
Davanti al Signore che viene:
sì, egli viene a giudicare la terra;
giudicherà il mondo con giustizia
e nella sua fedeltà i popoli.