Per la preghiera personale e familiare: Lectio divina sulla Liturgia della Parola del giorno - domenica 20 dicembre 2020

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  • domenica | 20 dicembre 2020

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Lectio domenica 20 dicembre 2020
 
 
Domenica della Quarta Settimana di Avvento (Anno B)
 
Lettera ai Romani 16, 25 - 27
Luca 1, 26 - 38
 
 
 
1) Orazione iniziale 
Infondi nel nostro spirito la tua grazia, o Padre, tu, che nell’annunzio dell’angelo ci hai rivelato l’incarnazione del tuo Figlio, per la sua passione e la sua croce guidaci alla gloria della risurrezione.
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2) Lettura: Lettera ai Romani 16, 25 - 27
Fratelli, a colui che ha il potere di confermarvi nel mio vangelo, che annuncia Gesù Cristo, secondo la rivelazione del mistero, avvolto nel silenzio per secoli eterni, ma ora manifestato mediante le scritture dei Profeti, per ordine dell’eterno Dio, annunciato a tutte le genti perché giungano all’obbedienza della fede, a Dio, che solo è sapiente, per mezzo di Gesù Cristo, la gloria nei secoli. Amen.
 
3) Commento su Lettera ai Romani  16, 25 - 27
Questa domenica è l'ultima tappa del cammino del tempo d'avvento prima della celebrazione del Natale, avvento che ha il compito di introdurci al mistero dell'Incarnazione e al suo significato profondo, come compimento delle promesse dell'Antico Testamento.
 
È la modalità paolina con cui si conclude la lettera ai Romani, la seconda lettura di questa IV domenica d'Avvento che precede la festa del Santo Natale.
Non importa chi annuncia, ma cosa annuncia, e il Vangelo paolino annuncia che Gesù Cristo verrà come predetto dalle scritture profetiche, come dire che tutto l'antico testamento è una progressiva “pedagogia” profetica della venuta dell'Emmanuele, dell'adventus Domini.
È davvero mistero insondabile vedere Dio che condiziona la salvezza ad un “Sì”.
 
San Paolo, a conclusione della lettera ai Romani, dopo gli ultimi saluti, eleva a Dio un inno di lode e di gloria. Il mistero di cui parla è l'opera della salvezza, cioè un disegno che Dio ha da sempre avuto nella mente e che realizza al tempo giusto. San Paolo ci ricorda che questo vero e unico progetto di Dio, tenuto nascosto per secoli, è stato rivelato ora in Cristo a tutte le genti "perché giungano all'obbedienza della fede" (Rom 16,25). Attraverso la Fede in Gesù Cristo san Paolo ci fa anche capire l'importanza della Parola di Dio e come questa si manifesti e si realizzi nell'uomo.
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4) Lettura: dal Vangelo secondo Luca 1, 26 - 38
In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallègrati, piena di grazia: il Signore è con te». A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.
 
5) Riflessione  sul Vangelo secondo Luca 1, 26 - 38
A pochi giorni dal Santo Natale, la Liturgia ci offre ancora una volta la pagina dell’Annunciazione: è evidente che non c’è una giustificazione cronologica, perché questo avvenimento si è realizzato nove mesi prima, ma questo vangelo ci aiuta a prepararci al Natale.
Nell’Annunciazione l’angelo dice a Maria che si sta per realizzare la promessa fatta da Dio al re Davide, la promessa di un suo successore che avrebbe regnato in eterno, il Messia. Il compimento della promessa è più grande di quanto ci si aspettasse (e questo capita spesso nelle opere di Dio): il Cristo, infatti, è Figlio di Dio. Maria, allora, domanda all’angelo come avverrà questo e il messaggero di Dio le risponde che il bambino non avrà un padre umano, ma sarà concepito per opera dello Spirito Santo. È un disegno straordinario, è qualcosa di inaudito ciò che Dio ha realizzato tramite Maria: ella è diventata madre del Suo Figlio eterno. Questa è una cosa meravigliosa, che ha cambiato la storia dell’umanità. Balza all’attenzione in questo brano la sproporzione, anche nella lunghezza dei discorsi, tra le promesse dell’angelo e le risposte di Maria. Di fronte alle predizioni meravigliose dell’arcangelo, Maria risponde umilmente che è la “serva del Signore” ed esprime il suo “sì” al progetto di Dio. Maria si riconosce piccola davanti a Dio, ma si rende conto che la sua disponibilità è importante per la realizzazione del disegno di Dio e dà il suo assenso. Il suo atteggiamento corrisponde a quello del suo Figlio, che venendo nel mondo dice: “Ecco, io vengo per fare, o Dio, la Tua volontà”, come si dice nella lettera agli Ebrei; e Maria dice: “Eccomi, sono la serva del Signore”. La risposta della vergine è perfettamente in linea con le disposizioni di suo Figlio che entra nel mondo, ed ella si rivela collaboratrice perfetta di Dio. Nel Magnificat Maria canta che Dio “ha innalzato gli umili” e questa espressione si applica bene a lei, che con la sua umile disponibilità ha permesso la realizzazione del piano di Dio e per questo ha ottenuto una gloria altissima.
Dobbiamo ammirare Maria e provare un’intima gioia per la sua generosa risposta a Dio: chiediamo la grazia di poter anche noi accettare, ciascuno secondo la propria vocazione, il progetto di Dio sulla nostra vita, con umiltà e grande disponibilità, come la “serva del Signore”.
 
"Eccomi"!
Lo sguardo misericordioso di Dio Padre, dopo aver visto lo stato miserevole in cui la nostra umanità si era ridotto, si posa sull'uomo fuori del paradiso terrestre, nudo, spaurito e sfregiato gravemente dal peccato e preannuncia la redenzione e la vittoria della Vergine sull'antico avversario. Dio, sempre fedele alle sue promesse, ci invita meditare l'annuncio dell'Angelo a Maria, la piccola vergine di Nazareth. Viene definita "piena di grazia", giàricolma di ogni dono, perché immacolata, concepita senza peccato, già pronta ad accogliere come in uno luminoso tabernacolo vivente il Verbo che si fa carne, per venire tra noi. La futura Madre, piccola e povera come si autodefinisce, non riesce immediatamente a comprendere come possa diventare mamma senza conoscere uomo, ma appena illuminata dall'Arcangelo Gabriele che ciò avverrà per opera dello Spirito Santo e che tutto rientra nel meraviglioso progetto divino dell'umana redenzione, Maria dichiara la sua completa disponibilità: «Eccomi, sono la serva del Signore; avvenga di me quello che hai detto». Significa concretamente l'adesione libera e totale alla volontà di Dio per sempre, senza riserva, sino alla fine, sino al Calvario. Significa anche la partecipazione attiva alla missione terrena del Figlio suo legata al tempo e a quella che come un memoriale, permane nei secoli. L'evangelista Giovanni direbbe dopo l'assenso di Maria: "E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre, pieno di grazia e di verità". Sta per ripetersi il miracolo dell'Incarnazione, il Natale è alle porte: siamo ancora invitati a ripetere il nostro "eccomi" al Signore e a contemplare la gloria del Figlio che nasce Bambino, ma che è pieno di grazia e di verità. Doni questi che urgono per ognuno di noi e che la Madre sempre vergine è pronta a donarci.
 
La radice della fede è nella gioia.
Tra pochi giorni è Natale. E ci sentiamo ancora una volta impreparati. La liturgia allora ci prende per mano e ci accompagna, additando colei che meglio ha vissuto l’attesa di Dio: santa Maria. Con lei come modello, di colpo capiamo che cosa è il Natale: non il ricordo di un fatto storico accaduto in quel tempo, ma l’accoglienza di un fatto che avviene ora: l’incarnazione di un Dio che già germina in me.
Il Vangelo dell’annunciazione comincia con sette nomi propri (sette è il numero della completezza) di luoghi e persone che affollano la pagina di Luca e mostrano che il venire di Dio coinvolge la totalità della vita. Maria è così importante perché è il punto di incontro tra Dio e la materialità della nostra vita.
«L’angelo entrò da lei», nella sua casa: un giorno qualunque, in un luogo qualunque, un annuncio consegnato nell’intimità, nella normalità di una casa. È nella casa che Dio ti sfiora, ti tocca. Lo fa in un giorno di festa, nel tempo delle lacrime, quando dici alle persone che ami parole che si sognano eterne. È così bello pensare che Dio ti sfiora non solo nelle liturgie solenni delle Cattedrali, o in giorni speciali, ma soprattutto nella vita comune! Come nella Messa il sublime confina con una tovaglia, un calice e un pane, così nella casa l’immenso si insinua nelle piccole cose finite di ogni giorno.
La prima parola dell’angelo è dire, gioisci, sii felice; non dice: «fai, alzati, inginocchiati, prega»; solo: «gioisci». Il primo Vangelo è lieta notizia e precede qualunque tua risposta. La fede ha radice nella gioia. Il perché della gioia è detto con la parola successiva: «piena di grazia», riempita della vita di Dio, sei amata teneramente, gratuitamente, per sempre. Ecco il nome di Maria: «amata per sempre». Il mio nome.
L’angelo aggiunge: Il Signore è con te. In questa nostra vita inadeguata il Signore è con noi. In questa nostra vita distratta e invasa, il Signore è ancora con noi. L’angelo fa eco all’antica parola: sono stato con te, dovunque sei andato. Parole di un Dio innamorato, che nessuna creatura potrà mai dirti, per quanto ti ami; nessuno può affermare: sono stato con te, dovunque, sempre. Nessuno sarà con noi dovunque noi andremo. Nessuno è stato con noi in tutti i passi che abbiamo compiuto, che abbiamo perduto, che abbiamo ritrovato, Dio solo. E quando Gesù lascerà i suoi, l’ultima parola sarà eco della prima: Io sarò con voi tutti i giorni, fino al consumarsi del tempo, al compiersi dell’incarnazione.
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6) Alcune domande per aiutarci nella meditazione e nella orazione.
- Per me come singolo, questo Avvento è stato motivo di una rigenerante attesa spirituale o di dubbiosità umana? 
- Per me come famiglia o come Comunità, come ho vissuto l'attesa di Cristo nella reciproca vita spirituale coniugale?
- Per me come comunità, durante tutto l'Avvento che gesti di concreta speranza ho rivolto verso gli ultimi nella certezza salvifica di Gesù?
- Maria, pur avendo dei problemi, non si rifiuta di confrontarsi con la realtà e la Parola di Dio e sceglie il Suo progetto. Noi come ci rapportiamo con la realtà: accettiamo come Maria di essere presenti o cerchiamo degli alibi?
 
   
7) Preghiera: Salmo 88
Canterò per sempre l’amore del Signore.
 
Canterò in eterno l’amore del Signore,
di generazione in generazione 
farò conoscere con la mia bocca la tua fedeltà,
perché ho detto: «È un amore edificato per sempre;
nel cielo rendi stabile la tua fedeltà».
 
«Ho stretto un’alleanza con il mio eletto,
ho giurato a Davide, mio servo.
Stabilirò per sempre la tua discendenza,
di generazione in generazione edificherò il tuo trono».
 
«Egli mi invocherà: “Tu sei mio padre,
mio Dio e roccia della mia salvezza”.
Gli conserverò sempre il mio amore,
la mia alleanza gli sarà fedele».
 
 
8) Orazione Finale
Padre Santo, che hai scelto Maria, tua umile serva, come madre del tuo Figlio, salvatore del mondo, aiutaci ad imitarla nell'accettare con amore la tua volontà e nel servire con sollecitudine i nostri fratelli.