Per la preghiera personale e familiare: Lectio divina sulla Liturgia della Parola del giorno - giovedì 17 dicembre 2020

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  • giovedì | 17 dicembre 2020

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Lectio giovedì 17 dicembre 2020
 
Giovedì della Terza Settimana di Avvento (Anno B)
 
Genesi 49, 2. 8 - 10
Matteo 1, 1 - 17
 
 
1) Orazione iniziale
Dio creatore e redentore, che hai rinnovato il mondo nel tuo Verbo, fatto uomo nel grembo di una Madre sempre vergine, concedi che il tuo unico Figlio, primogenito di una moltitudine di fratelli, ci unisca a sé in comunione di vita.
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2) Lettura: Genesi 49, 2. 8 - 10
In quei giorni, Giacobbe chiamò i figli e disse: «Radunatevi e ascoltate, figli di Giacobbe, ascoltate Israele, vostro padre! Giuda, ti loderanno i tuoi fratelli; la tua mano sarà sulla cervìce dei tuoi nemici; davanti a te si prostreranno i figli di tuo padre. Un giovane leone è Giuda: dalla preda, figlio mio, sei tornato; si è sdraiato, si è accovacciato come un leone e come una leonessa; chi lo farà alzare? Non sarà tolto lo scettro da Giuda né il bastone del comando tra i suoi piedi, finché verrà colui al quale esso appartiene e a cui è dovuta l’obbedienza dei popoli».
 
3) Commento  su  Genesi  49, 2. 8 - 10
Radunatevi e ascoltate, figli di Giacobbe, ascoltate Israele, vostro padre! 8Giuda, ti loderanno i tuoi fratelli; la tua mano sarà sulla cervice dei tuoi nemici; davanti a te si prostreranno i figli di tuo padre. Un giovane leone è Giuda: dalla preda, figlio mio, sei tornato; si è sdraiato, si è accovacciato come un leone e come una leonessa; chi lo farà alzare? (Gn.49, 2.8-9)

- Come vivere questa Parola?
È bello scorgere già nella Genesi, primo libro della Bibbia, il baluginare di una promessa che è tripudio di luce, profezia di speranza messianica già in tante pagine del Primo Testamento.
Giacobbe rappresenta una presenza viva, diciamo: un nodo importante nel cordone di Patriarchi e Profeti che, in parole e fatti, attraversano il tempo della Prima Alleanza, custodi della grande promessa: verrà il Messia Salvatore.
Giuda, scelto da suo padre Giacobbe per essere suo erede e per esercitare il potere su Israele, è importante per una forza che, il bel testo biblico rivela addirittura come quella di un "giovane leone”. Egli si accovaccia ai piedi del padre quasi presago di quanto Giacobbe sta per dirgli. Sì, impugnerà il bastone del comando e i figli dei suoi figli vedranno il Messia promesso: il benedetto e benedicente sovrano in cui tutto sarà ricapitolato in un'armonia di salvezza per tutti
A Lui sarà dovuta l'obbedienza dei popoli cioè di ogni uomo che viene sulla terra. E, appunto, sarà per questa obbedienza alla sua legge non di prepotenza ma di amore, che quanti la vivranno conosceranno gioia e salvezza. 
Signore Gesù, grazie per quello che la Tua parola racchiude illuminando il senso profondo della tua venuta nella storia di tutti e nella nostra storia.
Aprici sempre più il cuore all'ascolto della Tua Parola, rafforzaci nella volontà perché noi la viviamo.
Ecco la voce di un teologo Ermes Maria Ronchi: La storia vera è l'opera di chi si colloca là dove nessuno vorrebbe essere, nell'umiltà del servizio, nell'insignificanza apparente della bontà, nel silenzio degli uomini di buona volontà.
 
• "Non sarà tolto lo scettro da Giuda né il bastone del comando tra i suoi piedi, finché verrà colui al quale esso appartiene e a cui è dovuta l'obbedienza dei popoli». (Genesi 49,10) - Come vivere questa Parola?
Giacobbe, l'antico patriarca, ispirato dal Signore, convoca i suoi figli e, tra loro, benedice in modo particolare Giuda. È come se i suoi occhi scrutassero il futuro, leggendovi qualcosa di grande per questo suo figlio.
Egli dunque, non solo avrà una lunga discendenza che deterrà il potere in Israele, ma proprio tra i figli dei suoi figli, ne sorgerà UNO che sarà talmente grande da ottenere che tutte le genti lo riconoscano.
Non a caso il Vangelo di oggi (Mt. 1,1-17) ci presenta una sintesi della storia della salvezza: da Abramo a Giacobbe a Giuda giù giù fino a Davide, alla deportazione degli Israeliti in Babilonia, fino al tempo in cui - a Betlemme - nasce Gesù.
E non è una storia di gente tutta virtuosa Sì, nella stessa genealogia di Gesù si alternano luci e ombre.
Sì, sia prima che dopo Cristo, la storia resta una storia di luci in cui risplende la presenza dei santi, e di tenebre dove emana fetore di azioni abominevoli compiuti dei malvagi.
Non c'è da scandalizzarsi ma piuttosto guardare il mondo con la misericordia di Dio, pregare e impegnarsi a quotidiana conversione sorretti dalla sua grazia.
Signore, insegnaci che si deve denunciare il male, soprattutto con chiara testimonianza del bene. Converti a Te il nostro cuore perché noi pratichiamo le virtù umane e cristiane con quella agilità, con quella gioia che Tu doni a chi è fedele nell'ascolto della tua Parola impegnandosi a viverla.
Ecco la voce di Papa Francesco: "Colui che isola la sua coscienza dal cammino del popolo di Dio non conosce l'allegria dello Spirito Santo che sostiene la speranza."
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4) Lettura: dal Vangelo di  Matteo 1, 1 - 17
Genealogia di Gesù Cristo figlio di Davide, figlio di Abramo. Abramo generò Isacco, Isacco generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuda e i suoi fratelli, Giuda generò Fares e Zara da Tamar, Fares generò Esrom, Esrom generò Aram, Aram generò Aminadàb, Aminadàb generò Naassòn, Naassòn generò Salmon, Salmon generò Booz da Racab, Booz generò Obed da Rut, Obed generò Iesse, Iesse generò il re Davide. Davide generò Salomone da quella che era stata la moglie di Urìa, Salomone generò Roboamo, Roboamo generò Abìa, Abìa generò Asaf, Asaf generò Giòsafat, Giòsafat generò Ioram, Ioram generò Ozìa, Ozìa generò Ioatàm, Ioatàm generò Àcaz, Àcaz generò Ezechìa, Ezechìa generò Manasse, Manasse generò Amos, Amos generò Giosìa, Giosìa generò Ieconìa e i suoi fratelli, al tempo della deportazione in Babilonia. 
Dopo la deportazione in Babilonia, Ieconìa generò Salatièl, Salatièl generò Zorobabele, Zorobabele generò Abiùd, Abiùd generò Eliachìm, Eliachìm generò Azor, Azor generò Sadoc, Sadoc generò Achim, Achim generò Eliùd, Eliùd generò Eleàzar, Eleàzar generò Mattan, Mattan generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù, chiamato Cristo. In tal modo, tutte le generazioni da Abramo a Davide sono quattordici, da Davide fino alla deportazione in Babilonia quattordici, dalla deportazione in Babilonia a Cristo quattordici.
 
5) Riflessione sul Vangelo di  Matteo 1, 1 - 17
Oggi inizia il conto alla rovescia per giungere al Natale. Pochi giorni ci separano dalla celebrazione del mistero di un Dio che si rende presente, che viene in mezzo a noi, che si rende accessibile. Siamo qui perché abbiamo bisogno che Dio nasca nei nostri cuori, perché ogni Natale è un evento che si rinnova in noi e nella nostra vita: non siamo le stesse persone di un anno fa! 
E, in questo ultimo tratto di strada, la liturgia ci invita a fare memoria, ad andare indietro, nel passato, a individuare le tracce del progetto che Dio ha sull'umanità. 
La genealogia con cui Matteo inizia il vangelo, più teologica che storica, ha un solo obiettivo: fare memoria della fedeltà di Dio per il suo popolo. Dal primo cercatore di Dio, Abramo, fino a Gesù, Dio desidera intrecciare un rapporto con l'umanità. E quell'elenco ci apre allo stupore: nomi noti di fianco a perfetti sconosciuti, grandi santi accanto a filibustieri, ebrei e stranieri nella stessa lista... Dio non fa preferenze, non sceglie i bravi ragazzi, si allea con le persone concrete, si rende presente nelle loro storie più o meno edificanti... 
Ripensiamo, oggi, alla nostra piccola storia, a come tutto ci abbia portato a conoscere il Signore!
 
Non solo una lista di nomi.
I primi diciassette versetti del Vangelo di Matteo contengono una lunga lista di nomi. Vogliono raccontare una genealogia che inizia da Abramo, nostro padre nella fede, e giunge fino a Cristo, della stirpe di Davide. È difficile per chi non è assuefatto al linguaggio biblico comprendere che dentro ogni nome è contenuta una storia, apparentemente slegata l’una dall’altra, storia di ansie e di dolori, di santità e di tradimenti, di attese e di speranze, che risultano alla fine, in una visione teologica della storia, tutte incollate ad un approdo, ad un tempo, ad un evento e soprattutto ad una persona, alla persona del Cristo. I disegni di Dio hanno i propri percorsi, s’insinuano nelle vicende degli uomini, sembra talvolta ne risultino sconvolti e distorti, ma alla fine la conclusione nella fede è sempre la stessa: “quello che il Signore vuole, Egli lo compie in cielo e sulla terra”. Dio è Signore della storia e ad ogni Natale tale realtà rifulge di particolare evidenza. Quando le nostre storie sembrano calare a precipizio negli abissi del male, dovremmo ricordarci del Dio che salva, che interviene, che redime le nostre vicende, anche le peggiori.
 
Nella società patriarcale dei Giudei, le genealogie indicavano solo nomi degli uomini. Sorprende il fatto che Matteo indichi anche il nome di cinque donne tra gli antenati di Gesù: Tamar, Raab, Ruth, Bezabea (la moglie di Uria) e Maria. Perché Matteo sceglie precisamente queste quattro donne per compagne di Maria? Nessuna regina, nessuna matriarca, nessuna delle donne lottatrici dell’esodo: perché? È questa la domanda che il vangelo di Matteo lascia nella nostra testa.
 
Nella vita delle quattro donne compagne di Maria c’è qualcosa di anormale. Tutte e quattro sono straniere, concepiscono i loro figli fuori dei canoni normali e non soddisfano le esigenze delle leggi della purezza del tempo di Gesù. Tamar, una Cananea, vedova, si veste da prostituta per obbligare il patriarca Giuda ad essere fedele alla legge ed a dargli un figlio (Gen 38,1-30). Raab, una Cananea di Gerico, era una prostituta che aiutò gli Israeliti ad entrare nella Terra Promessa (Gs 2,1-21). Ruth, una Moabita, vedova, povera, scelse di rimanere accanto a Noemi e di aderire al Popolo di Dio (Rt 1,16-18). Prese l’iniziativa di imitare Tamar e di andare a passare la notte nell’aia, insieme a Booz, obbligandolo ad osservare la legge ed a dargli un figlio. Dalla relazione tra i due nasce Obed, antenato del re Davide (Rt 3,1-15; 4,13-17). Bezabea, una Hittita, moglie di Uria, fu sedotta, violentata e messa incinta dal re Davide, che oltre a questo, ordinò di uccidere il marito della donna (2Sam 11,1-27). Il modo di agire di queste quattro donne non concordava con le norme tradizionali. Intanto, furono queste le iniziative poco convenzionali che dettero continuità alla stirpe di Gesù e portarono a tutto il popolo la salvezza di Dio. Tutto ciò ci fa pensare e ci interpella quando diamo troppo valore alla rigidità delle norme.
 
• Il calcolo di x 14 generazioni (Mt 1,17) ha un significato simbolico. Tre è il numero della divinità. Quattordici è il doppio di sette. Sette è il numero perfetto. Per mezzo di questo simbolismo Matteo esprime la convinzione dei primi cristiani secondo cui Gesù apparve nel tempo stabilito da Dio. Con il suo arrivo la storia raggiunge la sua pienezza.
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6) Alcune domande per aiutarci nella meditazione e nella orazione
• Qual è il messaggio che tu scopri nella genealogia di Gesù? Hai trovato una risposta alla domanda che Matteo lascia nella nostra testa?
• Le compagne di Maria, la madre di Gesù, sono ben diverse da come ce le immaginavamo. Qual è la conclusione che tu ne trai per la tua devozione alla Vergine?
 
  
 
7) Preghiera: Salmo 71
Venga il tuo regno di giustizia e di pace.
 
O Dio, affida al re il tuo diritto, 
al figlio di re la tua giustizia;
egli giudichi il tuo popolo secondo giustizia
e i tuoi poveri secondo il diritto.
 
Le montagne portino pace al popolo 
e le colline giustizia.
Ai poveri del popolo renda giustizia, 
salvi i figli del misero.
 
Nei suoi giorni fiorisca il giusto 
e abbondi la pace,
finché non si spenga la luna. 
E dòmini da mare a mare,
dal fiume sino ai confini della terra.
 
Il suo nome duri in eterno, 
davanti al sole germogli il suo nome.
In lui siano benedette tutte le stirpi della terra 
e tutte le genti lo dicano beato.