Dettagli evento
- domenica | 6 dicembre 2020
___________________________________________________________________________________________________________________
_____________________________________________________________________________________________________________________
_____________________________________________________________________________________________________________________
Lectio domenica 6 dicembre 2020
Domenica della Seconda Settimana di Avvento (Anno B)
2 Lettera di Pietro 3, 8 - 14
Marco 1, 1 - 8
1) Orazione iniziale
Dio grande e misericordioso, fa’ che il nostro impegno nel mondo non ci ostacoli nel cammino verso il tuo Figlio, ma la sapienza che viene dal cielo ci guidi alla comunione con il Cristo, nostro Salvatore.
______________________________________________________________________________
2) Lettura: 2 Lettera di Pietro 3, 8 - 14
Una cosa non dovete perdere di vista, carissimi: davanti al Signore un solo giorno è come mille anni e mille anni come un solo giorno. Il Signore non ritarda nel compiere la sua promessa, anche se alcuni parlano di lentezza. Egli invece è magnanimo con voi, perché non vuole che alcuno si perda, ma che tutti abbiano modo di pentirsi. Il giorno del Signore verrà come un ladro; allora i cieli spariranno in un grande boato, gli elementi, consumati dal calore, si dissolveranno e la terra, con tutte le sue opere, sarà distrutta. Dato che tutte queste cose dovranno finire in questo modo, quale deve essere la vostra vita nella santità della condotta e nelle preghiere, mentre aspettate e affrettate la venuta del giorno di Dio, nel quale i cieli in fiamme si dissolveranno e gli elementi incendiati fonderanno! Noi infatti, secondo la sua promessa, aspettiamo nuovi cieli e una terra nuova, nei quali abita la giustizia. Perciò, carissimi, nell’attesa di questi eventi, fate di tutto perché Dio vi trovi in pace, senza colpa e senza macchia.
3) Commento su 2 Lettera di Pietro 3, 8 - 14
? Le letture di oggi ci introducono in pieno nel tempo di Avvento che stiamo vivendo e mettono in contatto due grandi personaggi, Isaia e Giovanni il Battista, l'ultimo dei profeti che fa da collegamento tra l'Antico Testamento e il Nuovo, quello di Gesù.
La si può chiamare la domenica della consolazione per non perdere la speranza di fronte alle difficoltà. Tutte le letture infatti sono un messaggio di buone notizie, che rispondono al bisogno che tutti sentiamo in questo momento storico che sembra dominato dalla disperazione. Davvero abbiamo un grande desiderio di notizie che aprano il cuore alla speranza, in un mondo che sembra capace solo di offrire notizie preoccupanti.
? L'invito ad annunciare il Signore senza remore: "alza la voce con forza (...) alza la voce e non temere" è un annuncio è per tutti e farà bene a tutti. Il salvatore, come un pastore, viene a prendersi cura del suo gregge. Viene e noi siamo in fiduciosa attesa. È venuto e tornerà. Questo è quanto ci ricorda Pietro nella lettura odierna. Dapprima ci richiama a non pensare che quella del Signore sia una vana parola: "non ritarda il compimento della promessa". Poi ci invita a tenere presente che le promesse riguardano la tempistica di Dio: "un giorno solo presso il Signore è come mille anni e mille anni sono come un solo giorno".
? La sua concezione del tempo è sinonimo della sua pazienza, "non volendo che alcuno perisca ma che tutti si volgano a penitenza". Oltre a questo Avvento liturgico c'è perciò un Avvento finale, escatologico che verrà all'improvviso, come i tempi del Signore. Verrà "come un ladro", improvvisamente. Allora "gli elementi si dissolveranno", cioè quello su cui il mondo terreno ha puntato si vanificherà, "poiché tutte queste cose devono dissolversi".
? In questa attesa, "sforzatevi di esser da lui trovati in pace", non affannatevi più del dovuto. Noi aspettiamo davvero nuovi cieli e nuova terra. Pietro ci ricorda che tutto ciò non è un sogno. Anche l'apostolo ci ricorda però la necessità della conversione: il Signore "porta pazienza verso di noi". Da qui la sua lentezza. Ci sprona in ogni modo alla conversione perché le opere della malvagità non rientrano nel suo disegno di salvezza e noi dobbiamo accantonarle inesorabilmente. Da qui l'invito alla "santità della condotta e della pietà" che deve contraddistinguere la nostra attesa.
______________________________________________________________________________
4) Lettura: dal Vangelo secondo Marco 1, 1 - 8
Inizio del vangelo di Gesù, Cristo, Figlio di Dio. Come sta scritto nel profeta Isaìa: «Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero: egli preparerà la tua via. Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri», vi fu Giovanni, che battezzava nel deserto e proclamava un battesimo di conversione per il perdono dei peccati. Accorrevano a lui tutta la regione della Giudea e tutti gli abitanti di Gerusalemme. E si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati. Giovanni era vestito di peli di cammello, con una cintura di pelle attorno ai fianchi, e mangiava cavallette e miele selvatico. E proclamava: «Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo».
5) Riflessione sul Vangelo secondo Marco 1, 1 - 8
? L'evangelista Marco presenta il Battista come battistrada del Messia che predica in conformità alla profezia di Isaia. Coetaneo di Gesù (è nato alcuni mesi prima) Giovanni il Battista è un'apparizione breve e infuocata. Egli predica nel deserto dove la gente va ad ascoltarlo: Ebrei e non, poveri e ricchi, fiduciosi e disperati, ma tutti in attesa che qualcosa accada. A tutti egli rivela la venuta imminente del Messia, li spinge a prepararsi, diffonde tra tutto un popolo la certezza che l'antico annuncio è vicino a realizzarsi, e che l'arrivo dell’Atteso è imminente.
Giovanni invita al battesimo nel fiume Giordano: è un gesto non soltanto cerimoniale, ma che vuole esprimere la volontà di conversione e la speranza dei tempi nuovi, caratterizzati dall'effusione dello Spirito Santo. Dio viene soltanto attraverso il sentiero dell'uomo convertito, Dio entra nel cuore convertito. Convertirsi è invertire la marcia, cambiare direzione. Il peccato ci porta in una direzione sbagliata, è prendere la strada opposta da quella che conduce a Dio. La conversione è ritornare a Dio, riprendere la buona strada che porta verso Lui.
Sin dall’antichità, ma la cosa conserva tutta l’attualità anche ai nostri giorni, quando veniva annunciato l’arrivo di grandi personaggi della storia, si procedeva con la massima celerità ad aggiustare al meglio le strade, a raddrizzare i sentieri per garantire loro la migliore accoglienza. Proprio questa è la vocazione del Battista nei confronti del Signore: egli sta preparando la strada al Messia, predicando la conversione e preannunciando l’avvento e la vicinanza del Regno di Dio. Nessuno quindi può accampare diritti precostituiti di appartenenza a quel regno, adducendo motivi di razza o vincoli di parentela con gli eletti del Signore: “Vi dico che Dio può far sorgere figli di Abramo da queste pietre”. La religiosità non si acquisisce per eredità, ma è sempre una scelta libera e personale di vita.
Cristo che sta per venire battezzerà in Spirito Santo e fuoco, soprattutto attraverso il suo martirio sulla croce; sarà questa la suprema testimonianza di amore, che egli offrirà al mondo, come motivo di salvezza e di perdono per tutti, ma anche come inevitabile motivo di selezione tra pula e grano buono, tra coloro che vorranno godere del suo perdono e coloro che colpevolmente lo rifiuteranno. Così l’evento Cristo diventa l’evento definitivo e determinante della storia, anche se sono incessanti le sue venute tra noi perché tutti possano vedere la salvezza. Ecco perché il 25 prossimo è ancora Natale!
? Mostraci, Signore, la tua misericordia.
Preparate le strade del Signore. Questo è l'appello che ci richiama a prendere consapevolezza del modo in cui possiamo vivere questo momento di attesa. Sperare non è sognare e credere non è illudersi. Si attende nella fede sperando. L'attesa a questo punto suppone la depurazione dei nostri desideri, di purificazione di tutte le illusioni che ci possono impedire di accedere al regno dell'amore. Il vero entusiasmo cristiano si esprime in questo lavoro paziente di purificazione, di conversione del cuore. In questo, la nostra pazienza non può essere utopia o cessa di essere utopia e diventa realistica e così la nostra pazienza diventa attiva e la nostra attesa caratterizzata dall'attività del nostro cuore alla preparazione all'incontro con il Signore che viene. Con questo cuore preparato, mostraci, Signore la tua misericordia e donaci la tua salvezza.
Ciò che si ritiene sottolineare è questo: Dio viene soltanto attraverso il sentiero dell'uomo convertito, Dio entra nel cuore convertito. L'evangelista Marco ci presenta la figura di Giovanni Battista che riprende l'invito del profeta Isaia. C'è un richiamo alla conversione. Giovanni Battista predica il battesimo di conversione. Convertirsi è invertire la marcia, cambiare direzione. Il peccato ci porta in una direzione sbagliata, si prende la altra strada opposta da quella che conduce a Dio. La conversione è ritornare a Dio, riprendere la buona strada che porta verso Lui. Convertirsi è fare ritorno come il popolo d'Israele. Non basta rientrare dall'esilio del peccato senza volere ritornare al Signore, o ancora perdere la pazienza per ritornare alla passività di cui parla Pietro nella seconda lettura. I primi cristiani, che attendevano il grande giorno del Signore, quando si sono accorti che l'Atteso non veniva, tardava a venire si sono lasciati all'impazienza. Bisogna togliere in noi ogni idea illusoria di pensare che la venuta del Signore deve eliminare tutte le condizioni esistenziali che fanno parte della vita umana. Il problema è di non perdere la fede, non perdere la speranza perché Egli viene e non tarderà. Occorre solo saper aspettare. Egli verrà come un ladro, occorre solo credere, sperare in Colui che viene, che viene per ciascuno, ma ciascuno deve prepararsi per accoglierlo nella purezza del cuore pentito.
? Quelle buone novelle nella vita di ogni giorno.
Il Vangelo di questa domenica è chiuso tra due parentesi che subito dilatano il cuore.
La prima: inizio del vangelo di Gesù.
E sembra quasi una annotazione pratica, un semplice titolo esterno al racconto. Ma il sigillo del senso è nel termine «vangelo» che ha il significato di bella, lieta, gioiosa notizia.
Dio si propone come colui che conforta la vita e dice: «Con me vivrai solo inizi, inizi buoni!» Perché ciò che fa ricominciare a vivere, a progettare, a stringere legami è sempre una buona notizia, un presagio di gioia, uno straccetto di speranza almeno intravista. Infatti è così che inizia la stessa Bibbia: Dio guardò e vide che era cosa buona!
La bella notizia di Marco è una persona, Gesù, un Dio che fiorisce sotto il nostro sole. Ma fioriscono anche altri minimi vangeli, altre buone notizie che ogni giorno aiutano a far ripartire la vita: la bontà delle creature, le qualità di chi mi vive accanto, i sogni coltivati insieme, le memorie da non dimenticare, la bellezza seminata nel mondo che crea ogni comunione. A noi spetta conquistare sguardi di vangelo! E se qualcosa di cattivo o doloroso è accaduto, buona notizia diventa il perdono, che lava via gli angoli oscuri del cuore.
Infine la parentesi finale: Viene dopo di me uno più forte di me. Giovanni non dice: verrà, un giorno. Non proclama: sta per venire, tra poco, e sarebbe già una cosa grande. Ma semplice, diretto, sicuro dice: viene. Giorno per giorno, continuamente, adesso Dio viene. Anche se non lo vedi, anche se non ti accorgi di lui, viene, in cammino su tutte le strade. Si fa vicino nel tempo e nello spazio. Il mondo è pieno di tracce di Dio.
C'è chi sa vedere i cieli riflessi in una goccia di rugiada, Giovanni vede il cammino di Dio nella polvere delle nostre strade. E ci aiuta, ci scuote, ci apre gli occhi, insinua in noi il sospetto che qualcosa di determinante stia accadendo, qualcosa di vitale, e rischiamo di non vederlo: Dio che si fa vicino, che è qui, dentro le cose di tutti i giorni, alla porta della tua casa, ad ogni risveglio. La presenza del Signore non si è rarefatta in questo mondo distratto, il Regno di Dio non è stato sopraffatto da altri regni: l'economia, il mercato, l'idolo del denaro.
Io credo che il mondo è più vicino a Dio oggi di dieci o vent'anni fa. Me lo assicura la libertà che cresce da un confine all'altro della terra, i diritti umani, il movimento epocale delle donne, il rispetto e la cura per i disabili, l'amore per l'ambiente...
La buona notizia è una storia gravida di futuro buono per noi e per il mondo, gravida di luce perché Dio è sempre più vicino, vicino come il respiro, vicino come il cuore. Profumo di vita.
______________________________________________________________________________
6) Alcune domande per aiutarci nella meditazione e nella orazione.
- Lo stile di vita di Giovanni è intonato alla sobrietà del Vangelo: oggi in che misura sarebbe ancora proponibile?
- In questo tipo di società che è più vicina alla mentalità consumistica e poco spirituale (il nostro deserto?), che ruolo possiamo o vogliamo avere?
- I nostri impegni quanto si basano sul “buon cuore”? e quanto su una spiritualità radicata nel Vangelo?
7) Preghiera: Salmo 84
Mostraci, Signore, la tua misericordia e donaci la tua salvezza.
Ascolterò che cosa dice Dio, il Signore:
egli annuncia la pace
per il suo popolo, per i suoi fedeli.
Sì, la sua salvezza è vicina a chi lo teme,
perché la sua gloria abiti la nostra terra.
Amore e verità s’incontreranno,
giustizia e pace si baceranno.
Verità germoglierà dalla terra
e giustizia si affaccerà dal cielo.
Certo, il Signore donerà il suo bene
e la nostra terra darà il suo frutto;
giustizia camminerà davanti a lui:
i suoi passi tracceranno il cammino.
8) Orazione Finale
O Dio, nostro Padre e pastore, che non vuoi che nessuno dei tuoi figli perisca, esaudisci le preghiere del tuo popolo. Concedi ai tuoi figli il dono di una trasparente testimonianza della buona notizia della tua venuta nel mondo.