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- mercoledì | 25 novembre 2020
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Lectio mercoledì 25 novembre 2020
Mercoledì della Trentaquattresima Settimana del Tempo Ordinario (Anno A)
Apocalisse 15, 1 - 4
Luca 21, 12 - 19
1) Preghiera
Ridesta, Signore, la volontà dei tuoi fedeli perché, collaborando con impegno alla tua opera di salvezza, ottengano in misura sempre più abbondante i doni della tua misericordia.
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2) Lettura: Apocalisse 15, 1 - 4
Io, Giovanni, vidi nel cielo un altro segno, grande e meraviglioso: sette angeli che avevano sette flagelli; gli ultimi, poiché con essi è compiuta l’ira di Dio. Vidi pure come un mare di cristallo misto a fuoco; coloro che avevano vinto la bestia, la sua immagine e il numero del suo nome, stavano in piedi sul mare di cristallo. Hanno cetre divine e cantano il canto di Mosè, il servo di Dio, e il canto dell’Agnello: «Grandi e mirabili sono le tue opere, Signore Dio onnipotente; giuste e vere le tue vie,
Re delle genti! O Signore, chi non temerà e non darà gloria al tuo nome? Poiché tu solo sei santo,
e tutte le genti verranno e si prostreranno davanti a te, perché i tuoi giudizi furono manifestati».
3) Commento su Apocalisse 15, 1 - 4
• «Io, Giovanni, vidi nel cielo un altro segno, grande e meraviglioso: sette angeli che avevano sette flagelli; gli ultimi, poiché con essi è compiuta l'ira di Dio». (Ap 15,1) - Come vivere questa Parola?
Dopo la donna vestita di sole e il Figlio dell'uomo che viene sulla nube bianca, ecco un terzo segno: sette angeli con sette flagelli. Questi sette angeli riceveranno le sette coppe con le quali si esaurirà l'ira di Dio. Le sette coppe verranno rovesciate sulla terra e quanto è in esse rappresenta una lezione esemplare per l'umanità, perché in modo decisivo si educhi a rifiutare il male e scegliere il bene. Ma allo stesso tempo le coppe permetteranno all'ira di Dio di esaurirsi! Un giudizio che apre ad una nuova immagine di Dio, ad una nuova relazione con lui, più consapevole, più adulta. All'insegna della misericordia senza fine. Il cantico contenuto nella lettura di oggi esprime e celebra la gioia di potersi riconoscere in un Dio onnipotente, le cui opere sono grandi e mirabili. Una altra versione del magnificat di Maria, che proclamato, continua ad educarci alla nuova immagine di Dio rivelata da Cristo.
Signore, fa' che il nostro agire non sia dettato da rabbia e paura, ma solo da amore. Da quell'amore che nasce in noi conoscendo te... unico vero Dio, Signore della nostra vita.
Ecco la voce di una mistica Adrienne von Speyr: Nel momento del giudizio la cortina viene tirata da lato: tutto ciò che era nascosto si svela ora in una trasparenza perfetta, in una visibilità ultima e definitiva.
• «Grandi e mirabili sono le tue opere, Signore Dio onnipotente; giuste e vere le tue vie, Re dellegenti! O Signore, chi non temerà e non darà gloria al tuo nome? Poiché tu solo sei santo, e tutte le genti verranno e si prostreranno davanti a te, perché i tuoi giudizi furono manifestati». (Ap 15,3-4) - Come vivere questa Parola?
È questo il canto che l'autore dell'Apocalisse mette sulle labbra di coloro che, con la grazia (forza di Dio anche in noi) hanno vinto definitivamente il male nella propria vita ormai giunta a compimento.
Se ne stanno ritti su quel "mare di cristallo" che raffigura emblematicamente tutta la storia e la loro gioia è tradotta in un canto che è esaltazione della gloria di Dio: da prima evocando l'epico canto di Mosè che, al mar Rosso sperimentò con tutto il popolo la vittoria sul Faraone e sulle sue incredibili forze di opposizione e inimicizia. Ma il canto di questa gente ormai felice passa poi a glorificare Gesù: l'Agnello immolato e risorto, il Sovrano liberatore di tutte le genti di ogni epoca ed etnia.
Ecco, il canto è un'ovazione entusiasta a colui che "Dio vero da Dio vero" non disdegna di farsi uomo, subire la morte e "ingoiarla" vincendola nella RISURREZIONE.
Glorificare dunque la persona di Cristo Signore dell'universo vuol dire inneggiare a Lui credendo fin d'ora che i suoi giusti giudizi si sono venuti manifestando sempre e dovunque, quando nel cuore dell'uomo è la vittoria del bene a prevalere.
Signore Gesù, dacci occhi luminosi di questa fede che è certezza del trionfo del bene sul male. Anche quando tutto ci sembra oscuro, fa' che non dimentichiamo che "grandi e mirabili sono le tue opere" e Tu che "solo sei santo" vuoi e puoi aiutare anche noi a scegliere strade di luce.
Ecco la voce di un pensatore Jacques Nouet: La vita ci è data per cercare Dio, la morte per trovarlo, l'eternità per possederlo.
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4) Lettura: dal Vangelo secondo Luca 21, 12 - 19
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome. Avrete allora occasione di dare testimonianza. Mettetevi dunque in mente di non preparare prima la vostra difesa; io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere. Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi; sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto. Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita».
5) Riflessione sul Vangelo secondo Luca 21, 12 - 19
• Questo brano di Vangelo espone alcune delle questioni fondamentali della vita: la salvezza, le persecuzioni, la fine dei tempi. Quando avverrà tutto ciò? Questi interrogativi, sempre presenti, sono l’espressione del nostro smarrimento di fronte alla vita. Perciò desideriamo conoscere, scoprire il senso del nostro passato e del nostro futuro. In questo modo cerchiamo di superare la nostra disperazione, la nostra paura di fronte alla fine dei tempi, di fronte a tutte le sofferenze che vengono elencate in questo brano. Tuttavia spesso la nostra fede nella potenza di Dio vacilla.
Ma tutti i tormenti, tutte le persecuzioni sopportate per la gloria di Dio sono per noi altrettante occasioni di testimoniare la potenza del Redentore e l’Amore di Dio!
Il Vangelo non ci fornisce soluzioni pronte per i nostri problemi. Esso ci ricorda soltanto che è importante perseverare e restare radicati nella verità di Gesù Cristo. Durante la nostra vita terrena, siamo portati a subire tentazioni, a soffrire pene, dispiaceri, incomprensioni, crisi di disperazione di ogni specie al punto che la vita ci può sembrare vuota e priva di significato.
Ma per quanto dolorose e vane possano sembrare le cose terrene e la vita, la vittoria sulla rovina definitiva, eterna e assoluta è nelle mani di Cristo (Lc 21,8-9).
I discepoli e i fedeli di Cristo, quelli che hanno fondato e costruito la loro vita sulla Parola di Dio, possono far fronte a tutte le persecuzioni e trionfare su di esse, stimolati e fortificati dalla grazia di Nostro Signore. Di conseguenza, noi che crediamo in Dio, dobbiamo salvaguardare i valori umani che il mondo spesso calpesta. È nostro dovere proteggere questi valori e la dignità dell’uomo, perché è nostro fratello in Cristo. In mezzo al mondo che disprezza e irride i valori sacri dell’uomo e di Dio, dobbiamo difenderli e continuare a praticarli.
• Neppure un capello del vostro capo perirà.
L'evangelista Luca distingue bene tra i segni che preannunciano la fine di Gerusalemme e del mondo, sempre in tono apocalittico, e le difficoltà ordinarie che i discepoli di Cristo dovranno sostenere nel corso dei secoli. "Metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno". È quanto è avvenuto prima della distruzione di Gerusalemme, descritto negli Atti degli Apostoli, e quanto accadrà in futuro. Il discepolo cammina sulle orme del suo Maestro. Il motivo dei processi e delle condanne, dice Gesù, è a "causa del mio nome". La persecuzione quindi fa parte della sequela, e dal discepolo è vista come attuazione dell'esigenza di portare la croce. Essa sarà una "occasione per rendere testimonianza". A tale scopo Gesù medesimo darà ai suoi discepoli "lingua e sapienza a cui tutti gli avversari non potranno resistere, né controbattere". La fede nel messaggio evangelico giungerà anche a dividere i membri di una stessa famiglia: "Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli". Per questa prova estrema sarà assicurata a loro la presenza consolatrice di Gesù che non solo li renderà eloquenti davanti ai tribunali, ma li tutelerà con una paterna protezione: "Nemmeno un capello del vostro capo perirà". Il cammino del cristiano è aspro come è stato il suo, ma "non temete. Ho vinto il mondo". Non asseconda la paura, ma infonde l'ottimismo malgrado tutto: "Con la vostra perseveranza salverete le vostre anime". Questa è la legge stabilita da Dio nella storia della salvezza umana: la vita nasce dalla morte e, attraverso la croce, autentica testimonianza, si raggiunge la gloria della risurrezione. Questo è anche la forza del Regno, che fu messo in evidenza nel mistero pasquale di Gesù Cristo, nella sua morte e risurrezione, e che si realizza allo stesso modo anche nel cristiano che persevera con Cristo, nell'attesa del suo ritorno.
• Nel vangelo di oggi, che è il seguito del discorso iniziato ieri, Gesù enumera diversi segni per aiutare le comunità a collocarsi nei fatti e a non perdere la fede in Dio, né il coraggio di resistere agli assalti dell’impero romano. Ripetiamo i primi cinque segnali del vangelo di ieri:
1º segnale: i falsi messia (Lc 21,8);
2º segnale: guerra e rivoluzioni (Lc 21,9);
3º segnale: nazioni che lottano contro altre nazioni, un regno contro un altro regno (Lc 21,10);
4º segnale: terremoti in diversi luoghi (Lc 21,11);
5º segnale: fame, peste e segni nel cielo (Lc 21,11);
Fino a qui il vangelo di ieri. Ora, nel vangelo di oggi, aggiunge un segnale:
6º segnale: la persecuzione dei cristiani (Lc 21,12-19)
• Luca 21,12. Il sesto della persecuzione. Varie volte, nei pochi anni che passò tra di noi, Gesù aveva avvisato i discepoli che sarebbero stati perseguitati. Qui, nell’ultimo discorso, ripete lo stesso avviso e fa sapere che la persecuzione deve essere presa in considerazione nel discernere i segni dei tempi: “Metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e a governanti, a causa del mio nome”. E di questi avvenimenti, apparentemente così negativi Gesù aveva detto: “Non vi terrorizzate. Devono infatti accadere queste cose, ma non sarà subito la fine." (Lc 21,9). Ed il vangelo di Marco aggiunge che tutti questi segnali sono "appena l’inizio dei dolori di parto!" (Mc 13,8). Ora, i dolori del parto, pur essendo molto dolorosi per la madre, non sono segno di morte, bensì di vita! Non sono motivo di timore, bensì di speranza! Questo modo di leggere i fatti porta tranquillità alle comunità perseguitate. Così, leggendo o udendo questi segni, profetizzati da Gesù nell’anno 33, i lettori di Luca degli anni ottanta potevano concludere: "Tutte queste cose avvengono già secondo il piano previsto ed annunciato da Gesù! Quindi la storia non è scappata dalle mani di Dio! Dio è con noi!"
• Luca 21,13-15: La missione dei cristiani in epoca di persecuzione. La persecuzione non è una fatalità, né può essere motivo di scoraggiamento o di disperazione, ma deve essere considerata come una possibilità, offerta da Dio, in modo che le comunità svolgano la missione di testimoniare la Buona Novella di Dio. Gesù dice: “Questo vi darà occasione di render testimonianza. Mettetevi bene in mente di non preparare prima la vostra difesa; io vi darò lingua e sapienza, a cui tutti i vostri avversari non potranno resistere, né controbattere”. Per mezzo di questa affermazione, Gesù incoraggia i cristiani perseguitati che vivevano nell’angoscia. Fa loro sapere che, anche se perseguitati, loro avevano una missione da svolgere, cioè: rendere testimonianza della Buona Novella di Dio ed essere così segno del Regno (At 1,8). La testimonianza coraggiosa porterebbe la gente a ripetere ciò che dicevano i maghi in Egitto davanti ai segni e ad avere coraggio come Mosè e Aronne: “Qui c’è il dito di Dio” (Es 8,15). Conclusione: se le comunità non devono preoccuparsi, se tutto sta nelle mani di Dio, se tutto era già previsto da Dio, se tutto non è altro che un dolore da parto, allora non c’è motivo di preoccuparsi.
• Luca 21,16-17: Persecuzione fin dentro la propria famiglia. “Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e metteranno a morte alcuni di voi; sarete odiati da tutti a causa del mio nome”. La persecuzione non viene solo dal di fuori, dall’impero, ma anche dal di dentro, dalla propria famiglia. In una stessa famiglia, alcuni accettavano la Buona Notizia, altri no. L’annuncio della Buona Novella causava divisioni all’interno delle famiglie. C’erano perfino persone che, basandosi sulla Legge di Dio, denunciavano ed uccidevano i loro familiari che si dichiaravano seguaci di Gesù (Dt 13,7-12).
• Luca 21,18-19: La fonte di speranza e di resistenza. “Ma nemmeno un capello del vostro capo perirà. Con la vostra perseveranza salverete le vostre anime!" Questa osservazione finale di Gesù ricorda l’altra parola che Gesù aveva detto: “Ma nemmeno un capello del vostro capo perirà!” (Lc 21,18). Questo paragone era una chiamata forte a non perdere la fede e a continuare rettamente nella comunità. E conferma ciò che Gesù aveva detto in un’altra occasione: Chi vorrà salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la propria vita per me, la salverà” (Lc 9,24).
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6) Per un confronto personale
• Come sei solito/a leggere le tappe della storia della tua vita o del tuo paese?
• Guardando la storia dell’umanità degli ultimi anni, in te la speranza è diminuita o aumentata?
7) Preghiera finale: Salmo 97
Grandi e mirabili sono le tue opere, Signore Dio onnipotente.
Cantate al Signore un canto nuovo,
perché ha compiuto meraviglie.
Gli ha dato vittoria la sua destra
e il suo braccio santo.
Il Signore ha fatto conoscere la sua salvezza,
agli occhi delle genti ha rivelato la sua giustizia.
Egli si è ricordato del suo amore,
della sua fedeltà alla casa d’Israele.
Risuoni il mare e quanto racchiude,
il mondo e i suoi abitanti.
I fiumi battano le mani,
esultino insieme le montagne.
Davanti al Signore
che viene a giudicare la terra:
giudicherà il mondo con giustizia
e i popoli con rettitudine.