Per la preghiera personale e familiare: Lectio divina sulla Liturgia della Parola del giorno - venerdì 16 ottobre 2020

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  • venerdì | 16 ottobre 2020

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Lectio venerdì 16 ottobre 2020
 
Venerdì della Ventottesima Settimana del Tempo Ordinario (Anno A)
 
 
Lettera agli Efesini 1, 11 - 14
Luca 12, 1 - 7
 
 
1) Preghiera 
Ti preghiamo perché ogni uomo si lasci umanizzare dalla grazia di Dio, sappia vivere riconciliato con la vita, amandola ed apprezzandola sempre e ovunque come dono del Creatore.
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2) Lettura: Lettera agli Efesini 1, 11 - 14
Fratelli, in Cristo siamo stati fatti anche eredi, predestinati – secondo il progetto di colui che tutto opera secondo la sua volontà – a essere lode della sua gloria, noi, che già prima abbiamo sperato nel Cristo. In lui anche voi, dopo avere ascoltato la parola della verità, il Vangelo della vostra salvezza, e avere in esso creduto, avete ricevuto il sigillo dello Spirito Santo che era stato promesso, il quale è caparra della nostra eredità, in attesa della completa redenzione di coloro che Dio si è acquistato a lode della sua gloria.
 
3) Riflessione su Lettera agli Efesini  1, 11 - 14
• "Avete ricevuto il sigillo dello Spirito Santo che era stato promesso, il quale è caparra della nostra eredità, in attesa della completa redenzione di coloro che Dio si è acquistato a lode della Sua gloria". (Ef 1,12-14) - Come vivere questa Parola?
Non è affatto troppo ardito interpretare il sigillo dello Spirito Santo come sigillo e garanzia a proposito di quel che il Signore è venuto rivelando e promettendo a nostra salvezza.
Così pure, torna a puntino il percepirlo come caparra di quello che ereditiamo, già qui e ora, mentre viviamo il tempo dell'attesa.
Si, stiamo attendendo che si realizzi pienamente la nostra salvezza: quel venire interamente redenti dal peccato, mentre prendiamo inoltre coscienza della nostra nobilissima identità. Siamo infatti gente che Dio, tramite il mistero di Gesù Crocifisso e Risorto, non solo ha liberato dal male, ma ha reso idonei ad essere vivente lode della Sua gloria.
Cerchiamoci pure onestamente garanzie per vivere bene quaggiù, ma soprattutto consoliamoci profondamente pregando lo Spirito Santo che tenga desta in noi la Fede per vivere gli insegnamenti di Gesù e sperare con perseveranza l'eredità della felicità senz'ombra nel domani eterno.
Dacci, Signore, giorni illuminati dalla Tua Parola. Concedici il "sigillo del Tuo Spirito" che ci renda autentici nella nostra volontà di vivere una vita buona e ci sia "caparra" della gioia eterna che verrà!
Ecco la voce di un grande vescovo e martire Sant'Ignazio di Antiochia: "Chi possiede l'amore di Cristo Gesù non può odiare".
 
• «In lui anche voi, dopo avere ascoltato la parola della verità, il Vangelo della vostra salvezza, e avere in esso creduto, avete ricevuto il sigillo dello Spirito Santo che era stato promesso, il quale è caparra della nostra eredità, in attesa della completa redenzione di coloro che Dio si è acquistato a lode della sua gloria». (Ef 1, 13-14) -  Come vivere questa Parola?
Il brano di oggi continua a presentarci come sia questa nostra benedizione spirituale in Cristo. In Lui siamo scelti, abbiamo la redenzione, siamo eredi. In Lui maturiamo la consapevolezza di tutto ciò ascoltando la Parola, decidendo di credere in quanto dice e accogliendo in modo responsabile lo Spirito Santo in noi. Egli è la caparra, un anticipo di eredità che ci rassicura, che ci permette di andare avanti.
Questa ultima parte dell'inno descrivere la quotidianità della nostra condizione: immersi nella realtà, anche un po' banale, nella quale viviamo, non smettiamo di discernere cosa significhi quella Parola di Dio che si rivela a noi negli eventi che ci accadono, nelle persone che incontriamo e così accogliamo il dono della fede, ma anche costruiamo questa nostra stessa fede, la facciamo crescere. Con quella caparra che Dio ci dà, con quell'investimento iniziale, diamo vita ad un'impresa nuova, che genera bene, prolunga l'azione creatrice e salvatrice di Dio nel nostro tempo.
Signore, aiutaci oggi a non perdere l'occasione che abbiamo di essere protagonisti della tua salvezza, imprenditori del tuo amore, del tuo desiderio di bene che vuole arrivare a tutti.
Ecco la voce della liturgia (Sal 130,3.4): Se consideri le nostre colpe, Signore, chi potrà resistere? Ma presso di te è il perdono, o Dio di Israele.
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4) Lettura: Vangelo secondo Luca 12, 1 - 7
In quel tempo, si erano radunate migliaia di persone, al punto che si calpestavano a vicenda, e Gesù cominciò a dire anzitutto ai suoi discepoli: «Guardatevi bene dal lievito dei farisei, che è l’ipocrisia. Non c’è nulla di nascosto che non sarà svelato, né di segreto che non sarà conosciuto. Quindi ciò che avrete detto nelle tenebre sarà udito in piena luce, e ciò che avrete detto all’orecchio nelle stanze più interne sarà annunciato dalle terrazze.
Dico a voi, amici miei: non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo e dopo questo non possono fare più nulla. Vi mostrerò invece di chi dovete aver paura: temete colui che, dopo aver ucciso, ha il potere di gettare nella Geènna. Sì, ve lo dico, temete costui. Cinque passeri non si vendono forse per due soldi? Eppure nemmeno uno di essi è dimenticato davanti a Dio. Anche i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non abbiate paura: valete più di molti passeri!».
 
5) Riflessione sul Vangelo secondo Luca  12, 1 - 7
Il lievito dei farisei.
Gesù parla alle folle che si accalcano per ascoltarlo, ma ha sempre una predilezione per i suoi discepoli che dovranno accogliere, annunciare e testimoniare il suo mandato. Li ammonisce di guardarsi dal prendere ad esempio il comportamento dei farisei, di ripetere la loro ipocrisia. La falsità momentaneamente può anche restare nascosta, trarre in inganno i più semplici e non essere riconosciuta dagli uomini. Ma Gesù ammonisce: «Non c'è nulla di nascosto che non sarà svelato, né di segreto che non sarà conosciuto. Pertanto ciò che avrete detto nelle tenebre, sarà udito in piena luce; e ciò che avrete detto all'orecchio nelle stanze più interne, sarà annunziato sui tetti». Il giudizio di Dio riguarderà quindi la nostra interiore sincerità e lealtà e ogni menzogna verrà svelata alla sua luce. Ai suoi occhi dovrà splendere la verità tutta intera per ristabilire la perfezione della giustizia, violata con le menzogne e le ipocrisie. Solo allora scopriremo che le vere vittime non sono coloro che in buona fede hanno subìto raggiri, inganni e violenze ma piuttosto coloro che ne sono stati gli autori. È in questa prospettiva che leggiamo la conclusione del brano evangelico di oggi. Il Signore vuole rassicurare i suoi e tutti coloro che subiranno persecuzioni nel corpo e nello spirito: non mancherà per essi una speciale protezione divina: «Anche i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non temete, voi valete più di molti passeri».
 
• Luca 12,1ª: A migliaia cercano Gesù. “In quel tempo, radunatesi migliaia di persone a tal punto che si calpestavano a vicenda”. Questa frase lascia intravedere l’enorme popolarità di Gesù e la voglia della gente di incontrarsi con lui (cf. Mc 6,31; Mt 13,2). Fa vedere anche l’abbandono in cui si trovava la gente. “Sono come pecore senza pastore”, diceva Gesù in un’altra occasione quando vide la moltitudine avvicinarsi a lui per ascoltare la sua parola (Mc 6,34).
 
• Luca 12,1b: Attenzione all’ipocrisia. “Gesù cominciò a parlare, prima ai suoi discepoli: "Guardatevi dal lievito dei farisei, che è l’ipocrisia.” Marco parlava già di lievito dei farisei e degli erodiani e suggeriva che si trattava della mentalità o dell’ideologia dominante dell’epoca che aspettava un messia glorioso e potente. (Mc 8,15; 8,31-33). In questo testo, Luca identifica il lievito dei farisei con l’ipocrisia. L’ipocrisia è un atteggiamento che rovescia i valori. Nasconde la verità. Mostra una bella maschera che nasconde e trucca ciò che di putrido c’è dentro. In questo caso, l’ipocrisia era la maschera apparente della fedeltà massima alla parola di Dio che nascondeva la contraddizione della loro vita. Gesù vuole il contrario. Vuole la coerenza non ciò che rimane nascosto.
 
• Luca 12,2-3: Ciò che è nascosto sarà rivelato. “Non c’è nulla di nascosto che non sarà svelato, né di segreto che non sarà conosciuto... Pertanto ciò che avrete detto nelle tenebre, sarà udito in piena luce; e ciò che avrete detto all’orecchio nelle stanze più interne, sarà annunziato sui tetti." È la seconda volta che Luca parla di questo tema (cf. Lc 8,17). Invece dell’ipocrisia dei farisei che nasconde la verità, i discepoli devono essere sinceri. Non devono aver paura della verità. Gesù li invita a condividere con gli altri gli insegnamenti che impararono da lui. I discepoli non possono custodirli per sé, ma devono divulgarli. Un giorno, le maschere cadranno completamente e tutto sarà rivelato con chiarezza, e sarà proclamato sui tetti. (Mt 10,26-27).

• Luca 12,4-5: Non avere paura. “Sì, ve lo dico. Non temete coloro che uccidono il corpo e dopo non possono far più nulla. Vi mostrerò invece chi dovete temere: temete Colui che, dopo aver ucciso, ha il potere di gettare nella Geenna. Sì, ve lo dico, temete Costui. Qui Gesù si rivolge ai suoi amici, i discepoli e le discepole. Loro non devono aver paura di coloro che uccidono il corpo, che torturano, che calpestano e fanno soffrire. I torturatori possono uccidere il corpo, ma non possono uccidere la libertà e lo spirito. Devono aver paura, questo sì, che il timore della sofferenza li porti a nascondere o a negare la verità e quindi li spinga ad offendere Dio. Poiché chi si allontana da Dio si perde per sempre.
 
• Luca 12,6-7: Voi valete più di molti passeri. “Cinque passeri non si vendono forse per due soldi? Eppure nemmeno uno di essi è dimenticato davanti a Dio. Anche i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non temete, voi valete più di molti passeri”. I discepoli non devono aver paura di nulla, perché sono nelle mani di Dio. Gesù ordina di guardare i passeri. Due passeri si vendono per pochi centesimi e nessuno di loro cade in terra senza il consenso del Padre. Perfino i capelli della testa sono contati. Luca dice che non cade nessun capello senza il permesso del Padre (Lc 21,18). E ne cadono tanti di capelli! Per questo, “Non temete, voi valete più di molti passeri”. È questa la lezione che Gesù trae dalla contemplazione della natura. (cf Mt 10,29-31)
 
La contemplazione della natura. Nel Discorso della Montagna, il messaggio più importante Gesù lo trae dalla contemplazione della natura. Lui dice: "Avete inteso che fu detto: Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico; ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per i vostri persecutori, perché siate figli del Padre vostro celeste, che fa sorgere il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sopra i giusti e sopra gli ingiusti. Infatti se amate quelli che vi amano, quale merito ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? Siate voi dunque perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste" (Mt 5,43-45.48). 
 
L’osservazione del ritmo del sole e della pioggia portano Gesù a questa affermazione rivoluzionaria: “Amate i vostri nemici.” La stessa cosa è valida per l’invito a guardare i fiori del campo e gli uccelli del cielo (Mt 6,25-30). Questo atteggiamento contemplativo sorprendente dinanzi alla natura portò Gesù a criticare verità apparentemente eterne. Sei volte di seguito lui ha il coraggio di correggere pubblicamente la Legge di Dio: “È stato detto, ma io vi dico...”. La scoperta fatta nella contemplazione rinnovata della natura diventa per lui una luce molto importante per rileggere la storia con uno sguardo diverso, e scoprire luci che prima non erano percepite. Oggi è in corso una nuova visione dell’universo. Le scoperte della scienza rispetto all’immensità del macro-cosmo e del micro-cosmo stanno diventando sorgente di una nuova contemplazione dell’universo. Si cominciano a criticare molte verità apparentemente eterne.
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6) Per un confronto personale
• Ciò che è nascosto sarà rivelato. C’è in me qualcosa cha ho paura sia rivelato?
• La contemplazione dei passeri e delle cose della natura portarono Gesù ad atteggiamenti nuovi e sorprendenti che rivelano la bontà gratuita di Dio. Sono solito/a contemplare la natura?
 
 
7) Preghiera finale: Salmo 32
Beato il popolo scelto dal Signore.
 
Esultate, o giusti, nel Signore;
per gli uomini retti è bella la lode.
Lodate il Signore con la cetra,
con l’arpa a dieci corde a lui cantate. 
 
Retta è la parola del Signore
e fedele ogni sua opera.
Egli ama la giustizia e il diritto;
dell’amore del Signore è piena la terra. 
 
Beata la nazione che ha il Signore come Dio,
il popolo che egli ha scelto come sua eredità.
Il Signore guarda dal cielo:
egli vede tutti gli uomini.