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- giovedì | 17 settembre 2020
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Lectio giovedì 17 settembre 2020
Giovedì della Ventiquattresima Settimana del Tempo Ordinario (Anno A)
1 Lettera ai Corinzi 15, 1 - 11
Luca 7, 36 - 50
1) Orazione iniziale
O Dio, che hai creato e governi l’universo, fa’ che sperimentiamo la potenza della tua misericordia, per dedicarci con tutte le forze al tuo servizio.
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2) Lettura: 1 Lettera ai Corinzi 15, 1 - 11
Vi proclamo, fratelli, il Vangelo che vi ho annunciato e che voi avete ricevuto, nel quale restate saldi e dal quale siete salvati, se lo mantenete come ve l’ho annunciato. A meno che non abbiate creduto invano! A voi infatti ho trasmesso, anzitutto, quello che anch’io ho ricevuto, cioè che Cristo morì per i nostri peccati secondo le Scritture e che fu sepolto e che è risorto il terzo giorno secondo le Scritture e che apparve a Cefa e quindi ai Dodici. In seguito apparve a più di cinquecento fratelli in una sola volta: la maggior parte di essi vive ancora, mentre alcuni sono morti. Inoltre apparve a Giacomo, e quindi a tutti gli apostoli. Ultimo fra tutti apparve anche a me come a un aborto.
Io infatti sono il più piccolo tra gli apostoli e non sono degno di essere chiamato apostolo perché ho perseguitato la Chiesa di Dio. Per grazia di Dio, però, sono quello che sono, e la sua grazia in me non è stata vana. Anzi, ho faticato più di tutti loro, non io però, ma la grazia di Dio che è con me. Dunque, sia io che loro, così predichiamo e così avete creduto.
3) Commento su 1 Lettera ai Corinzi 15, 1 - 11
• "A voi infatti ho trasmesso, anzitutto, quello che anch'io ho ricevuto, cioè che Cristo morì per i nostri peccati … In seguito apparve a più di cinquecento fratelli in una sola volta… apparve a Giacomo, e quindi a tutti gli apostoli. Ultimo fra tutti apparve anche a me...”. (1 Cor 15,3.9) - Come vivere questa Parola?
Questa pericope è molto importante. Sintetizza, infatti, il contenuto della nostra Fede. C'è il Mistero Pasquale: nucleo di quella storia di Salvezza per la quale il nostro cuore può quietarsi in una certezza che dà pace vera. È a causa di tanta ignoranza che noi cristiani siamo accusati di creduloneria. La realtà è che il nostro cuore, supportato da motivi storici e di Fede, può andare oltre il raziocinio, mai contro la sana ragione.
• La scommessa è si Gesù morente in croce per un amore superiore a quello che - anche profondo e generoso - ha segnato certe storie del ‘donarsi' umano. La scommessa della Fede, però, è soprattutto quella del "terzo giorno". S. Paolo lo ha detto: "Se Cristo non fosse risorto, vana sarebbe la nostra Fede". (1Cor 15,14)
È proprio qui che si squarciano le tenebre. Se crediamo al testo sacro che ha raccolto le parole dei testimoni, siamo ben vivi, in un cammino di luce.
O Padre, la nostra sete di verità si acquieta. Alle soglie del Mistero, la Parola ci consegna la certezza che conta: Gesù è risorto vincendo la morte. E a questa verità noi ci consegniamo, per renderci oggi testimone.
Ecco la voce di un Pontefice santo S. Giovanni XXIII: "Far bene quel che faccio, dinanzi allo sguardo di Dio che mi ha amato e mi ama. Praticare questo fin dalle prime azioni del mattino"
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4) Lettura: dal Vangelo di Luca 7, 36 - 50
In quel tempo, uno dei farisei invitò Gesù a mangiare da lui. Egli entrò nella casa del fariseo e si mise a tavola. Ed ecco, una donna, una peccatrice di quella città, saputo che si trovava nella casa del fariseo, portò un vaso di profumo; stando dietro, presso i piedi di lui, piangendo, cominciò a bagnarli di lacrime, poi li asciugava con i suoi capelli, li baciava e li cospargeva di profumo.
Vedendo questo, il fariseo che l’aveva invitato disse tra sé: «Se costui fosse un profeta, saprebbe chi è, e di quale genere è la donna che lo tocca: è una peccatrice!».
Gesù allora gli disse: «Simone, ho da dirti qualcosa». Ed egli rispose: «Di’ pure, maestro». «Un creditore aveva due debitori: uno gli doveva cinquecento denari, l’altro cinquanta. Non avendo essi di che restituire, condonò il debito a tutti e due. Chi di loro dunque lo amerà di più?». Simone rispose: «Suppongo sia colui al quale ha condonato di più». Gli disse Gesù: «Hai giudicato bene».
E, volgendosi verso la donna, disse a Simone: «Vedi questa donna? Sono entrato in casa tua e tu non mi hai dato l’acqua per i piedi; lei invece mi ha bagnato i piedi con le lacrime e li ha asciugati con i suoi capelli. Tu non mi hai dato un bacio; lei invece, da quando sono entrato, non ha cessato di baciarmi i piedi. Tu non hai unto con olio il mio capo; lei invece mi ha cosparso i piedi di profumo. Per questo io ti dico: sono perdonati i suoi molti peccati, perché ha molto amato. Invece colui al quale si perdona poco, ama poco». Poi disse a lei: «I tuoi peccati sono perdonati». Allora i commensali cominciarono a dire tra sé: «Chi è costui che perdona anche i peccati?». Ma egli disse alla donna: «La tua fede ti ha salvata; va’ in pace!».
5) Riflessione sul Vangelo di Luca 7, 36 - 50
• La misericordia, la gioia di Dio che ama fino al perdono, la gioia di Dio che vede questa donna compiere un atto di fede nel suo amore. Credere all’amore. Credere alla misericordia per essere testimoni dell’amore, della misericordia, perché il nostro mondo ha bisogno proprio di questa testimonianza. Il nostro mondo è duro. Non crede all’amore gratuito, all’amore che si fa dono, alla misericordia. Nel dire ciò noi non ci lamentiamo della durezza dei tempi perché la misericordia di Dio è operante. Io ne sono la prova vivente, perché per me Cristo ridice di nuovo la storia della peccatrice. Essere consapevoli di essere frutto della misericordia di Dio. Cristo ci ha dato un segno della sua dolce misericordia col sacramento della penitenza. È per noi abitualmente fonte di vita? Lasciamo regolarmente a Cristo la gioia di perdonarci? Questo è infatti il sacramento della penitenza: un atto di fede nell’amore. Molto spesso ci teniamo lontani da questo sacramento. Noi pensiamo innanzi tutto alla confessione dei nostri peccati: la confessione è certamente di capitale importanza. È un’azione dell’uomo libero che si riconosce povero e peccatore di fronte a Dio. Dovremmo invece pensare di più alla gioia di Dio che, ogni volta che un uomo, in un atto libero e bello della sua volontà, si rivolge a lui per essere perdonato, si vede riconoscere Amore misericordioso. Grazie al sacramento della penitenza, il battezzato si sente divenire oggetto del perdono e potrà allora essere soggetto della misericordia. Potrà testimoniare che Dio è amore, se lui stesso si lascia rigenerare nell’amore. Il sacramento della penitenza è la realizzazione della profezia: “Vi darò un cuore nuovo”. La penitenza è un cambio di cuori. L’uomo dà a Dio il proprio cuore indurito dal peccato e Dio lo rigenera, lo riscalda con il perdono. Il battezzato potrà allora amare e a sua volta perdonare.
• Lacrime di conversione: la fede che salva.
Ancora oggi suscita compassione anche in noi questa donna peccatrice che si prostra ai piedi di Gesù, li cosparge di lacrime e di olio profumato e li asciuga con i suoi capelli e li bacia con venerazione. È un sincero atto di pentimento, di amore e di profonda gratitudine. Ci ricorda le lacrime di tanti pentiti della storia, di quanti, come Sant’Agostino, dopo l’esperienza amara del peccato hanno trovato la via della salvezza e della santità. A dire di molti le lacrime umane, quelle causate dal dolore più intimo e profondo, hanno un grande potere di interiore purificazione e sicuramente meritano un sincero rispetto; forse proprio per questo nei vecchi libri di preghiere troviamo ancora diverse invocazioni a Dio per ottenere il dono delle lacrime. Quelle della donna del Vangelo gli meritano il perdono e la salvezza da parte di Gesù. Ancora una volta però all’atteggiamento misericordioso di Cristo si contrappone la stupida e meschina miopia degli scribi e dei farisei, i quali, come è loro costume, si ostinano nel pensare solo agli spetti formali della legge fino a deformare lo stesso pensiero di Dio. Capita ancora a certi zelanti dell’umana giustizia vedere nella misericordia divina solo un atteggiamento di debolezza o addirittura di sottile ingiustizia. A pensare che in Paradiso saremo lì a cantare in eterno la misericordia del Signore; vale la pena iniziare sin da ora quel canto!
• Il vangelo di oggi ci presenta l’episodio della donna con il profumo che fu accolta da Gesù durante una festa in casa di Simone, il fariseo. Uno degli aspetti della novità della Buona Notizia di Gesù è il suo atteggiamento sorprendente verso le donne. All’epoca del Nuovo Testamento la donna viveva emarginata. Nella sinagoga non partecipava alla vita pubblica e non poteva essere testimone. Molte donne, però, resistevano a questa esclusione. Dal tempo di Esdra, aumentava l’emarginazione delle donne da parte delle autorità religiose (Esd 9,1 a 10,44) ed aumentava anche la resistenza delle donne contro la loro esclusione, come vediamo nelle storie di Giuditta, Ester, Ruth, Noemi, Susanna, della Sulamita e di altre. Questa resistenza incontrò eco ed accoglienza in Gesù. Nell’episodio della donna con il profumo spunta l’inconformismo e la resistenza delle donne nella vita di ogni giorno e l’accoglienza da parte di Gesù.
• Luca 7,36-38: La situazione che provoca il dibattito. Tre persone totalmente diverse si incontrano tra loro: Gesù, Simone il fariseo, un giudeo praticante, e la donna, di cui si diceva che era peccatrice. Gesù si trova in casa di Simone che lo ha invitato a pranzare con lui. La donna entra, si mette ai piedi di Gesù, comincia a piangere, bagna i piedi di Gesù con le sue lacrime, scioglie i capelli per asciugare i piedi di Gesù, li bacia e li unge con il profumo. Sciogliere i capelli in pubblico era un gesto di indipendenza. Gesù non si tira indietro, né allontana la donna, bensì accoglie il suo gesto.
• Luca 7,39-40: La reazione del fariseo e la risposta di Gesù. Gesù stava accogliendo una persona che, secondo l’usanza dell’epoca, non poteva essere accolta, essendo peccatrice. Il fariseo, osservando tutto, critica Gesù e condanna la donna: "Se costui fosse un profeta, saprebbe chi e che specie di donna è colei che lo tocca: è una peccatrice.” Gesù usa una parabola per rispondere alla provocazione del fariseo.
• Luca 7,41-43: La parabola dei due debitori. Uno doveva 500 denari, l’altro 50. Nessuno dei due poteva pagare. Tutti e due sono stati perdonati. Chi dei due amerà di più il loro padrone? Risposta del fariseo: "Suppongo quello a cui è stato perdonato di più!" La parabola suppone che i due, sia il fariseo come la donna, hanno ricevuto qualche favore di Gesù. Nell’atteggiamento che i due assumono dinanzi a Gesù indicano come apprezzano il favore ricevuto. Il fariseo mostra il suo amore, la sua gratitudine, invitando Gesù a mangiare con lui. La donna mostra il suo amore, la sua gratitudine, attraverso le lacrime, i baci ed il profumo.
• Luca 7,44-47: Il messaggio di Gesù per il fariseo. Dopo aver ricevuto la risposta del fariseo, Gesù applica la parabola. Pur trovandosi in casa del fariseo, invitato da lui, Gesù non perde la libertà di parlare e di agire. Difende la donna contro la critica del giudeo praticante. Il messaggio di Gesù per i farisei di tutti i tempi è questo: "Colui a cui si perdona poco, ama poco!" Un fariseo pensa che non è in peccato, perché osserva in tutto la legge. La sicurezza personale che io, fariseo, creo per me nell’osservanza delle leggi di Dio e della Chiesa, molte volte, mi impedisce di sperimentare la gratuità dell’amore di Dio. Ciò che importa non è l’osservanza della legge in sé, ma l’amore con cui osservo la legge. E usando i simboli dell’amore della donna, Gesù dà la risposta al fariseo che si considerava in pace con Dio: "tu non m’hai dato l’acqua per i piedi; tu non mi hai dato un bacio, tu non mi hai cosparso il capo di olio profumato! Simone, malgrado il banchetto che mi hai offerto, tu hai poco amore!"
• Luca 7,48-50: Parola di Gesù per la donna. Gesù dichiara che la donna è perdonata ed aggiunge: "La tua fede ti ha salvato. Vai in pace!" Qui spunta la novità dell’atteggiamento di Gesù. Non condanna, ma accoglie. Ed è la fede che aiuta la donna a incontrarsi con se stessa e con Dio. Nella relazione con Gesù, una forza nuova sorge in lei e la fa rinascere.
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6) Alcune domande per aiutarci nella meditazione e nella orazione
• Dove, quando e come le donne sono giudicate dal fariseo di oggi?
• La donna certamente non avrebbe fatto ciò che fece, se non avesse avuto la certezza assoluta di essere accolta da Gesù. Gli emarginati ed i peccatori hanno la stessa certezza oggi?
7) Preghiera: Salmo 117
Rendete grazie al Signore perché è buono.
Rendete grazie al Signore perché è buono,
perché il suo amore è per sempre.
Dica Israele: «Il suo amore è per sempre».
La destra del Signore si è innalzata,
la destra del Signore ha fatto prodezze.
Non morirò, ma resterò in vita
e annuncerò le opere del Signore.
Sei tu il mio Dio e ti rendo grazie,
sei il mio Dio e ti esalto.