Per la preghiera personale e familiare: Lectio divina sulla Liturgia della Parola del giorno - martedì 8 settembre 2020

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  • martedì | 8 settembre 2020

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Lectio martedì 8 settembre 2020
 
Martedì della Ventitreesima Settimana del Tempo Ordinario (Anno A)
Natività della Beata Vergine Maria
 
Matteo 1, 1-16. 18-23
Luca 8, 19 - 21
 
 
1) Preghiera 
Donaci, Signore, i tesori della tua misericordia e poiché la maternità della Vergine Maria ha segnato l’inizio della nostra salvezza, la festa della sua Natività ci faccia crescere nell’unità e nella pace.
 
La liturgia ci fa chiedere a Dio che la festa della natività della Madonna ci faccia crescere nella pace. Ed è effettivamente una festa che deve aumentare la pace in noi, perché ci parla dell'amore di Dio verso di noi. La nascita di Maria è il segno che Dio ha preparato per noi la salvezza: per questo ha preparato il corpo e l'anima della madre di Gesù, che è anche madre nostra.
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2) Lettura: Lettera ai Romani 8, 28 - 30
Fratelli, noi sappiamo che tutto concorre al bene, per quelli che amano Dio, per coloro che sono stati chiamati secondo il suo disegno. Poiché quelli che egli da sempre ha conosciuto, li ha anche predestinati a essere conformi all’immagine del Figlio suo, perché egli sia il primogenito tra molti fratelli; quelli poi che ha predestinato, li ha anche chiamati; quelli che ha chiamato, li ha anche giustificati; quelli che ha giustificato, li ha anche glorificati.
 
3) Commento  su   Lettera ai Romani 8, 28 - 30
• San Paolo nella lettera ai Romani scrive: "Quelli che egli da sempre ha conosciuto li ha anche predestinati ad essere conformi all'immagine del Figlio suo" (8,29). Questo è particolarmente vero per la Vergine santa, predestinata ad essere conforme all'immagine del Figlio di Dio e figlio suo. E Dio ha predisposto tutte le cose secondo questa intenzione: "Sappiamo che tutto concorre al bene di coloro che amano Dio", troviamo poco prima nella stessa lettera. 
Dio ha preparato tutte le generazioni umane in vista della nascita di Maria, in vista della nascita di Gesù, e insieme ha agito con mezzi soprannaturali.
 
Preconosciute le persone nella loro fede, predeterminato il fine glorioso cui devono giungere, a misura ch'esso arrivano sulla scena del mondo, Dio, nell'ora e nel modo migliori, li chiama colla predicazione del Vangelo e colle interne sollecitazioni ed influenze del Suo Spirito. Essi, a quella chiamata rispondono con la fede in Cristo e sono, in conseguenza, giustificati, dichiarati giusti per imputazione dei meriti di Cristo. Ed infine, coloro che sono giustificati ed in virtù della loro unione con Cristo, fatti partecipi di una vita nuova, Dio li glorifica, facendo sparire ogni traccia, della passata condannazione o servitù, e rendendoli conformi al Cristo glorioso. I verbi sono messi al passato, perché Paolo contempla le cose dal punto di vista della compiuta effettuazione del, piano di Dio, abbracciando così, in un solo sguardo, l'insieme degli eventi che si vanno svolgendo attraverso i secoli. Quello che fa parte del disegno di Dio, si può d'altronde considerare come compiuto, perché n'è certa la realizzazione. Se l'apostolo ne ricorda esplicitamente la fede colla quale i salvati rispondono all'appello divino, né la santificazione ch'è la via per la quale i giustificati giungono alla gloria celeste, ciò dipende verosimilmente dal fatto che, nei cinque anelli della gloriosa catena: preconoscenza, predestinazione chiamata, giustificazione, glorificazione, si tratta di altrettanti atti divini, mentre fede e santificazione presentano la salvezza dal lato delle sue condizioni umane.
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4) Lettura: Vangelo secondo Matteo 1, 1-16. 18-23
Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto. 
Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati».
Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele», che significa Dio con noi.
 
5) Commento sul Vangelo secondo Matteo 1, 1-16 . 18-23
• Nel Vangelo di oggi si può dire che appaiono sia la parte naturale che quella soprannaturale, l'una e l'altra necessarie per la nascita di Maria
Questa lunga serie di generazioni, così monotone alla lettura, è in realtà come la sintesi di una storia vivente, spesso anche di peccatori, che è stata condotta da Dio verso la nascita di Maria e di Gesù.  Alla fine però il disegno di Dio si è realizzato con mezzi straordinari, sconcertanti: Giuseppe non capisce ciò che succede, perché avviene per opera dello Spirito Santo. Non bastano dunque le generazioni umane che si succedono nel tempo per il compimento del progetto di Dio: è necessario l'intervento dello Spirito Santo. 
Tutto dunque ci parla dell'amore di Dio: amore di Dio creatore, amore di Dio salvatore.
Oggi dobbiamo, più di sempre, dire a Dio la nostra riconoscenza, la nostra gioia perché egli ha amato Maria e ci ha amati.
 
Quel che è generato in lei viene dallo Spirito Santo.
Due Evangelisti narrano della nascita di Gesù: Luca e Matteo. Oggi la liturgia ci propone il racconto di Matteo. A differenza di Luca, egli non si interessa né del luogo e neanche della data di questa nascita. L'evento della nascita di Gesù, infatti, è narrato da Luca nel contesto sociale-politico-religioso del tempo. Con il Terzo Evangelista Dio entra nel quotidiano per realizzare l'annuncio del Regno. Matteo guarda alla storia della salvezza del popolo di Israele. Nella pienezza dei tempi, Gesù nato da donna, riassume e completa le antiche promesse, per la salvezza del suo popolo. Matteo non narra semplicemente un evento di cronaca; i personaggi sono tutti coinvolti per l'attuazione di questo piano. Maria è la docile ancella del Signore che genera ciò che viene dallo Spirito Santo. La sua umiltà e docilità permettono questo agire di Dio, questa proposta di salvezza... Giuseppe è giusto, non si lascia ingannare o fuorviare. Conosce benissimo l'indole di Maria e anche su questa base umana di rispetto ed amore, accetta lo stesso piano di salvezza. È bello vedere questo legame profondo e complementare che lega in modo speciale Giuseppe e Maria. Leggiamo di amore, rispetto e fiducia. È un legame che ci spinge a vedere questo evento proprio alla luce di Giuseppe e Maria e il legame che li unisce così profondamente. In Maria si compie e realizza all'attesa profetica del messia, principe della pace. La figura di Giuseppe rappresenta il compimento della profezia della restaurazione del regno davidico. La nascita di Gesù, quindi, è l'evento salvifico che permette la compiutezza dell'aspettativa messianica. Possiamo chiederci, allora se questa storia ci interessa e se siamo coinvolti nello stesso piano di amore. Impariamo dalla umiltà di Maria e dalla giustizia di Giuseppe e troveremo facile la risposta.
 
Oggi, 8 settembre, festa della Natività di Nostra Signora, il vangelo riporta la genealogia o la carta d’identità di Gesù. Per mezzo dell’elenco degli antenati, l’evangelista racconta alle comunità chi è Gesù e come Dio agisce in modo sorprendente per compiere la sua promessa. Sulle nostre carte di identità c’è il nostro nome ed il cognome dei nostri genitori. Alcune persone, per dire chi sono, ricordano anche i nomi dei nonni e delle nonne. Altre, si vergognano degli antenati della loro famiglia, e si nascondono dietro apparenze che ingannano. La carta d’identità di Gesù ha molti nomi. Nell’elenco dei nomi c‘è una grande novità. In quel tempo, le genealogie indicavano solo il nome degli uomini. Per questo, sorprende che Matteo metta anche cinque donne tra gli antenati di Gesù: Tamar, Raab, Ruth, la moglie di Uria e Maria. Perché scelse proprio queste cinque donne, e non altre? Questa è la domanda che il vangelo di Matteo lascia a noi.
 
• Matteo 1,1-17: La lunga lista di nomi – l’inizio e la fine della genealogia. All’inizio ed alla fine della genealogia, Matteo fa capire chiaramente qual è l’identità di Gesù: lui è il Messia, figlio di Davide e figlio di Abramo. Quale discendente di Davide, Gesù è la risposta di Dio alle aspettative del popolo giudeo. (2 Sam 7,12-16). Quale discendente di Abramo, è fonte di benedizioni e di speranza per tutte le nazioni della terra (Gen 12,13). Così, sia i giudei che i pagani che fanno parte delle comunità della Siria e della Palestina all’epoca di Matteo, potevano vedere le loro speranze realizzate in Gesù.
 
Elaborando l’elenco degli antenati di Gesù, Matteo adotta uno schema di 3 x 14 generazioni (Mt 1,17). Il numero 2 è il numero della divinità. Il numero 14 è due volte 7, che è il numero della perfezione. In quel tempo, era cosa comune interpretare o calcolare l’azione di Dio servendosi di numeri e di date. Per mezzo di questi calcoli simbolici, Matteo rivela la presenza di Dio lungo generazioni ed esprime la convinzione delle comunità che dicevano che Gesù apparve nel tempo stabilito da Dio. Con la sua venuta la storia raggiunge il suo pieno compimento.
 
Il messaggio delle cinque donne citate nella genealogia. Gesù è la risposta di Dio alle aspettative sia dei giudei che dei pagani, pero lo è in modo completamento sorprendente. Nelle storie delle quattro donne dell’AT, citate nella genealogia, c’è qualcosa di anormale. Le quattro donne erano straniere, concepirono i loro figli fuori dagli schemi normali del comportamento dell’epoca e non soddisfanno le esigenze delle leggi di purezza del tempo di Gesù. Tamar, una cananea, vedova, si veste da prostituta per obbligare Giuda ad esserle fedele e a dargli un figlio (Gen 38,1-30). Raab, una cananea, prostituta di Gerico, fece alleanza con gli israeliti. Li aiutò ad entrare nella Terra Promessa e professò la fede in un Dio che libera dall’Esodo. (Gs 2,1-21). Betsabea, una ittita, moglie di Uria, fu sedotta, violentata e messa incinta dal re Davide, che oltre a ciò, ordinò di uccidere il marito (2 Sam 11,1-27). Ruth, una moabita, vedova povera, scelse di restare con Noemi ed aderire al popolo di Dio (Rt 1,16-18). Consigliata da sua suocera Noemi, Ruth imita Tamar e passa la notte insieme a Booz, obbligandolo ad osservare la legge e a dargli un figlio. Dalla loro relazione nasce Obed, il nonno del re Davide (Rt 3,1-15;4,13-17). Queste quattro donne questionano i modelli di comportamento imposti dalla società patriarcale. E così le loro iniziative poco convenzionali daranno continuità alla discendenza di Gesù e porteranno la salvezza di Dio a tutto il popolo. Attraverso di loro Dio realizza il suo piano ed invia il Messia promesso. Veramente, il modo di agire di Dio sorprende e fa pensare! Alla fine, il lettore si pone la domanda: “E Maria? C’è in lei qualche irregolarità? Qual è? La risposta ci viene dalla storia di San Giuseppe che segue nel testo di Matteo (Mt 1,18-23).
 
• Matteo 1,18-23: San Giuseppe, uomo giusto. L’irregolarità in Maria è che rimane incinta prima di convivere con Giuseppe, suo promesso sposo, uomo giusto. Gesù disse: “Se la vostra giustizia non è maggiore della giustizia dei farisei e degli scribi, voi non entrerete nel Regno dei cieli”. Se Giuseppe fosse stato giusto secondo la giustizia dei farisei, avrebbe dovuto denunciare Maria e lei sarebbe stata lapidata. Gesù sarebbe morto. Grazie alla vera giustizia di Giuseppe, nacque Gesù.
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6) Per un confronto personale 
• Quando mi presento agli altri, cosa dico di me e della mia famiglia?
• Se l’evangelista indica solamente queste cinque donne al lato di oltre quaranta uomini, lui, senza dubbio, vuole comunicare un messaggio. Quale è questo messaggio? Cosa ci dice tutto questo sull’identità di Gesù? E cosa ci dice su di noi?
 
 
 
 
 
 
7) Preghiera finale: Salmo 12
Gioisco pienamente nel Signore.
 
Guarda, rispondimi, Signore, mio Dio,
conserva la luce ai miei occhi.
 
Io nella tua fedeltà ho confidato;
esulterà il mio cuore nella tua salvezza,
canterò al Signore, che mi ha beneficato.