Per la preghiera personale e familiare: Lectio divina sulla Liturgia della Parola del giorno - giovedì 3 settembre 2020

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  • giovedì | 3 settembre 2020

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Lectio giovedì 3 settembre 2020
 
Giovedì della Ventiduesima Settimana del Tempo Ordinario (Anno A)
San Gregorio Magno
 
1 Lettera ai Corinzi 3, 18 - 23
Luca 5, 1 - 11
 
 
1) Orazione iniziale
O Dio, che guidi il tuo popolo con la soavità e la forza del tuo amore, per intercessione del papa san Gregorio Magno dona il tuo Spirito di sapienza a coloro che hai posto maestri e guide nella Chiesa, perché il progresso dei fedeli sia gioia eterna dei pastori.
 
Gregorio (Roma 540 – 12 marzo 604), già prefetto di Roma, divenne monaco e abate del monastero di sant’Andrea sul Celio. Eletto papa, ricevette l’ordinazione episcopale il 3 settembre 590. Nonostante la malferma salute, esplicò una multiforme e intensa attività nel governo della Chiesa, nella sollecitudine caritativa, nella tutela delle popolazioni angariate dai barbari, nell’azione missionaria. Autore e legislatore nel campo della liturgia e del canto sacro, elaborò un Sacramentario che porta il suo nome e costituisce il nucleo fondamentale del Messale Romano. Lasciò scritti di carattere pastorale, morale, omiletica e spirituale, che formarono intere generazioni cristiane specialmente nel Medio Evo.
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2) Lettura: 1 Lettera ai Corinzi 3, 18 - 23
Fratelli, nessuno si illuda. Se qualcuno tra voi si crede un sapiente in questo mondo, si faccia stolto per diventare sapiente, perché la sapienza di questo mondo è stoltezza davanti a Dio. Sta scritto infatti: «Egli fa cadere i sapienti per mezzo della loro astuzia». E ancora: «Il Signore sa che i progetti dei sapienti sono vani».
Quindi nessuno ponga il suo vanto negli uomini, perché tutto è vostro: Paolo, Apollo, Cefa, il mondo, la vita, la morte, il presente, il futuro: tutto è vostro! Ma voi siete di Cristo e Cristo è di Dio.
 
3) Commento su  1 Lettera ai Corinzi 3, 18 - 23
Sarebbe un equivoco pensare che Paolo sia nemico della sapienza e della scienza. Il suo pensiero è ben altro: egli allude a quell’uso della “sapienza” che è un autentico depistaggio dal centro del messaggio di Gesù
La vera sapienza di una comunità cristiana e di una chiesa sta nel sapere chi e che cosa stanno al centro. Dentro i secoli della tradizione cristiana non si è mai spenta la voce profetica di donne e di uomini che richiamavano con forza e con decise sferzate l’istituzione ecclesiastica che spesso faceva “centro su se stessa”, metteva i suoi interessi, la sua immagine e le sue fortune mondane prima e al posto del Vangelo.
 
• Questo ”tornare a Gesù” è l’operazione mai finita per chi, come cristiano/a, sa che egli è la icona, il simbolo, la rivelazione di Dio. Certo, una comunità che viva davvero dentro le gioie, le sofferenze, le lotte e le speranze delle donne e degli uomini, non potrà non fare i conti con “il mondo, la vita e la morte, il presente e il futuro” (versetto 22), non potrà non partecipare alle tensioni tra “Paolo, Apollo e Cefa”, ma deve ricordare l’affermazione dell’apostolo: “Ma voi appartenete a Cristo e Cristo appartiene a Dio”.
Come spazio di libertà, la comunità particolare e la chiesa non dovrebbero mai soffocare il fervore, la libertà e l’ampiezza e le tensioni della ricerca, ma oggi, non meno che ai tempi di Paolo, la vocazione della comunità cristiana trova la sua realizzazione nella predicazione e nella testimonianza del messaggio di Gesù, riconosciuto come il Cristo di Dio, e nella sua sequela.
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4) Lettura: dal Vangelo di   Luca 5, 1 - 11
In quel tempo, mentre la folla gli faceva ressa attorno per ascoltare la parola di Dio, Gesù, stando presso il lago di Gennèsaret, vide due barche accostate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedette e insegnava alle folle dalla barca.
Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca». Simone rispose: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti». Fecero così e presero una quantità enorme di pesci e le loro reti quasi si rompevano. Allora fecero cenno ai compagni dell’altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche fino a farle quasi affondare. 
Al vedere questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: «Signore, allontànati da me, perché sono un peccatore». Lo stupore infatti aveva invaso lui e tutti quelli che erano con lui, per la pesca che avevano fatto; così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedèo, che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone: «Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini». 
E, tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono.
 
5) Riflessione sul Vangelo di  Luca 5, 1 - 11  
“Ma sulla tua parola getterò le reti”. E il miracolo si compì. 
Che miracolo? Una pesca inattesa, certo, ma soprattutto una trasformazione, un cambiamento radicale della vita di questi rudi pescatori della Galilea. “D’ora in poi sarai pescatore di uomini”. Si tratta di un gioco di parole, ma lo stesso termine ha qui un senso pregnante. Significa il passaggio da una vita a misura d’uomo a una vita a misura di Dio. Dall’orizzonte umano all’orizzonte divino. Perché Dio nutre sempre più ambizioni sull’uomo di quanto l’uomo possa nutrire sulla sua esistenza. “Sulla tua parola”. Perché vivente è la parola di Dio. Se io acconsento a gettare le reti ogni giorno, ogni giorno diventerà un “d’ora in poi” e la mia vita assumerà orizzonti divini.  
 
Salì in una barca, che era di Simone e...
Una grande folla ascolta volentieri Gesù. Siamo nei pressi del Lago di Tiberiade e mentre Gesù continua ad insegnare ecco che nella scena compaiono dei pescatori. È questo il contesto nel quale San Luca pone la pesca miracolosa e la chiamata dei primi quattro discepoli: Pietro, Andrea, Giacomo e Giovanni. Essi sembrano estranei a quanto stia succedendo ed all'interesse suscitato tra la folla per la presenza del Signore. Sono interessati solo alla loro pesca. Sappiamo dal racconto che quello era per loro un giorno particolare. La loro perizia ed abilità, il loro curare meticolosamente le reti e le attrezzature non sono valse a riempirle, in quella notte di pesca faticosa ed infruttuosa. Gesù si presenta poi sul lago con un seguito enorme di folle. Due momenti diversi che si incontrano: Gesù con tante persone e i pescatori con le reti vuote. Tocca a Lui stesso far in modo che queste due realtà interagiscano tra di loro. La gente è così numerosa che Egli ritiene necessario prendere una barca dei pescatori per poter parlare alla folla. Ha usato la barca di Pietro per ammaestrare le folle. La barca è lo strumento prezioso di lavoro per lo stesso Pietro. Gesù, in definitiva, non è interessato a questo oggetto materiale, frutto dell'ingegno dell'uomo per un preciso uso. Egli, finito di ammaestrare le folle si rivolge direttamente a Simon Pietro. Non guarda alle cose ma alle persone e vuole chiamare i primi discepoli perché diventino pescatori d'uomini. È questo allora il momento nel quale l'esperienza di Pietro non solo incontra Gesù, quasi accidentalmente per diventare condivisione piena. L'esortazione del Signore a continuare a pescare è proprio la volontà di Gesù stesso di far partecipe Pietro ed i suoi compagni di una nuova vita. È la chiamata con la quale ci si rende conto che le reti e la barca divengono inutili. Per noi la chiamata, qualsiasi essa sia, non può essere legata a situazioni contingenti, a episodi o basata su strumenti materiali ma deve essere condivisione piena con Gesù; fede e fiducia in un amore di Padre provvidente e previdente.
 
•  Il vangelo di oggi narra la chiamata di Gesù a Pietro. Il vangelo di Marco colloca la chiamata dei primi discepoli dopo l’inizio del ministero pubblico di Gesù (Mc 1,16-20). Luca la colloca dopo che la fama di Gesù si era già estesa per tutta la regione (Lc 4,14). Gesù aveva curato molta gente (Lc 4,40) ed aveva pregato nelle sinagoghe di tutto il paese (Lc 4,44). La gente lo cercava e la moltitudine lo spingeva da tutte le parti per udire la Parola di Dio (Lc 5,1). Luca rende più comprensibile la chiamata. In primo luogo, Pietro ascolta le parole di Gesù alla gente. Poi è testimone della pesca miracolosa. Solo dopo questa duplice esperienza sorprendente, capisce la chiamata di Gesù. Pietro risponde, lascia tutto e diventa “pescatore di uomini”.
 
• Luca 5,1-3: Gesù insegna dalla barca. La gente cerca Gesù per ascoltare la Parola di Dio. Molte sono le persone che si radunano attorno a Gesù, che fanno ressa attorno a lui. E Gesù cerca aiuto da Simon Pietro e da alcuni compagni che erano appena ritornati dalla pesca. Entra nella barca con loro e risponde all’aspettativa della gente, comunicando loro la Parola di Dio. Seduto, Gesù prende l’atteggiamento di un maestro e parla dalla barca di un pescatore. La novità consiste nel fatto che insegna non solo nella sinagoga per un pubblico scelto, ma in qualsiasi luogo, dove c’è gente che voglia ascoltarlo, perfino sulla spiaggia.
 
• Luca 5,4-5: "Sulla tua parola getteremo le reti!" Terminata l’istruzione alla gente, Gesù si dirige a Simone e lo incoraggia a pescare di nuovo. Nella risposta di Simone spuntano la frustrazione, la fatica e lo scoraggiamento: "Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo pescato nulla!" Ma, fiduciosi nella parola di Gesù, gettano di nuovo le reti e continuano la lotta. La parola di Gesù tiene per loro più forza che l’esperienza frustrante della notte!
 
• Luca 5,6-7: Il risultato è sorprendente. La pesca è così abbondante che le reti quasi si rompono e le barche cominciano ad affondare. Simone ha bisogno dell’aiuto di Giovanni e di Giacomo, che sono su un’altra barca. Nessuno riesce ad essere completo, da solo. Una comunità deve aiutare l’altra. Il conflitto tra le comunità, sia al tempo di Luca che oggi, deve essere superato per raggiungere un obiettivo comune, che è la missione. L’esperienza della forza della Parola di Gesù che trasforma è l’asse attorno a cui le differenze si abbracciano e si superano.
 
• Luca 5,8-11: "Siate pescatori di uomini!" L’esperienza della vicinanza di Dio in Gesù fa capire a Simone chi è: "Allontanati da me, Signore, perché sono un peccatore!" Davanti a Dio siamo tutti peccatori! Pietro ed i suoi compagni hanno paura e, nello stesso tempo, si sentono attratti. Gesù allontana la paura: "Non temete!" Chiama Pietro e lo impegna nella missione, ordinandogli di essere pescatore di uomini. Pietro sperimenta, assai concretamente, che la Parola di Gesù è come la Parola di Dio. È capace di far succedere ciò che afferma. In Gesù quei rudi lavoratori faranno un’esperienza di potere, di coraggio e di fiducia. Ed allora, "lasceranno tutto e seguiranno Gesù!". Finora, era solo Gesù che annunciava la Buona Notizia del Regno. Ora, altre persone saranno chiamate e coinvolte nella missione. Questo modo di Gesù, di lavorare con gli altri, è anche una Buona Notizia per la gente.
 
L’episodio della pesca lungo il lago indica l’attrazione e la forza della Parola di Gesù. Attira la gente (Lc 5,1). Spinge Pietro ad offrire la sua barca a Gesù per poter parlare (Lc 5,3). La Parola di Gesù è così forte che vince la resistenza di Pietro, lo spinge a gettare di nuovo la rete e così avviene la pesca miracolosa (Lc 5,4-6). Vince in lui la volontà di allontanarsi da Gesù e lo attira ad essere "pescatore di uomini!" (Lc 5,10) E così che la Parola di Dio agisce in noi, fino ad oggi!
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6) Alcune domande per aiutarci nella meditazione e nella orazione
• Dove e come avviene oggi la pesca miracolosa, che avviene facendo attenzione alla Parola di Gesù?
• "Lasciarono tutto e lo seguirono." Cosa devo lasciare per seguire Gesù?
 
7) Preghiera: Salmo 23
Del Signore è la terra e quanto contiene.
 
Del Signore è la terra e quanto contiene:
il mondo, con i suoi abitanti.
È lui che l’ha fondato sui mari
e sui fiumi l’ha stabilito. 
 
Chi potrà salire il monte del Signore?
Chi potrà stare nel suo luogo santo?
Chi ha mani innocenti e cuore puro,
chi non si rivolge agli idoli.
 
Egli otterrà benedizione dal Signore,
giustizia da Dio sua salvezza.
Ecco la generazione che lo cerca,
che cerca il tuo volto, Dio di