Per la preghiera personale e familiare: Lectio divina sulla Liturgia della Parola del giorno - martedì 1 settembre 2020

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  • martedì | 1 settembre 2020

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Lectio martedì 1 settembre 2020
 
Martedì della Ventiduesima Settimana del Tempo Ordinario (Anno A)
 
1 Lettera ai Corinzi 2, 10 - 16
Luca 4, 31 - 37
 
 
1) Preghiera 
O Dio, nostro Padre, unica fonte di ogni dono perfetto, suscita in noi l’amore per te e ravviva la nostra fede, perché si sviluppi in noi il germe del bene e con il tuo aiuto maturi fino alla sua pienezza.
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2) Lettura: 1 Lettera ai Corinzi 2, 10 - 16
Fratelli, lo Spirito conosce bene ogni cosa, anche le profondità di Dio. Chi infatti conosce i segreti dell’uomo se non lo spirito dell’uomo che è in lui? Così anche i segreti di Dio nessuno li ha mai conosciuti se non lo Spirito di Dio. Ora, noi non abbiamo ricevuto lo spirito del mondo, ma lo Spirito di Dio per conoscere ciò che Dio ci ha donato. 
Di queste cose noi parliamo, con parole non suggerite dalla sapienza umana, bensì insegnate dallo Spirito, esprimendo cose spirituali in termini spirituali. Ma l’uomo lasciato alle sue forze non comprende le cose dello Spirito di Dio: esse sono follia per lui e non è capace di intenderle, perché di esse si può giudicare per mezzo dello Spirito. L’uomo mosso dallo Spirito, invece, giudica ogni cosa, senza poter essere giudicato da nessuno. Infatti chi mai ha conosciuto il pensiero del Signore in modo da poterlo consigliare? Ora, noi abbiamo il pensiero di Cristo.
 
3) Commento sul  1 Lettera ai Corinzi 2, 10 - 16
In questa liturgia celebriamo il piegarsi di Dio verso di noi, la divina compassione e l'eterna condiscendenza del Padre per i figli. Dio ha pietà di noi, ci visita, forza le porte chiuse del nostro cuore e del nostro spirito. Dio ci riempie di sé, proclama e dona la sua pace, abbatte il muro di separazione, fa di tutti un popolo solo con la sua croce. Nulla impedisce la potenza del dono di Dio, se non il demone dell'orgoglio che ci inganna e ci lascia alla tristezza della nostra solitudine. Chiediamo perdono per non aver avuto parte con Lui, per non avergli consentito di essere l'eredità magnifica della nostra vita.
 
• vs 11: noi abbiamo lo Spirito di Dio per conoscere le cose di Dio: queste cose si possono conoscere seguendo il Signore nella mitezza, nella piccolezza, fino alla croce. In Fil 1, 29 dice: "a voi è stata concessa la grazia non solo di credere in Cristo, ma anche di soffrire per lui".
 
• vs 16: noi abbiamo il pensiero di Cristo: è una rivelazione esplosiva. Ma qual'è il pensiero di Cristo? È il pensiero del più piccolo, di colui che, come Gesù nel vangelo di oggi, serve i fratelli.
 
• vs. 12: lo Spirito che ci è donato (uno spirito umile) ha una sua attività: deve farci capire che tutto ci viene da Dio. Bisogna esplorare il nostro rapporto con Dio. Parla poi di cose, non di segreti. Lo Spirito non è un lusso che ci permette indagini particolari, ma ci fa vedere le cose come stanno alla luce della verità. Al vs.14, anziché "uomo naturale" direbbe "psichico", con una connotazione un po' negativa: è un uomo ferito (la natura è ferita) e non può raggiungere la verità. L'uomo spirituale è colui che fa una ricerca vera.
 
• Il richiamo al vangelo di Matteo, quando Gesù ringrazia il padre per aver rivelato le cose ai piccoli, ci fa capire che la dimensione spirituale non si può conquistare, ma solo ricevere. Se si esce dalla dimensione di fanciullezza, si entra in quella psichica. Siamo chiamati ad esercitare il giudizio (vs.15) su ogni cosa, riflettere su ogni cosa. Avere il pensiero di Cristo (vs.16) chiama ad un grande impegno.
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4) Lettura: Vangelo secondo Luca 4, 31 - 37
In quel tempo, Gesù scese a Cafàrnao, città della Galilea, e in giorno di sabato insegnava alla gente. Erano stupiti del suo insegnamento perché la sua parola aveva autorità. 
Nella sinagoga c’era un uomo che era posseduto da un demonio impuro; cominciò a gridare forte: «Basta! Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!». 
Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». E il demonio lo gettò a terra in mezzo alla gente e uscì da lui, senza fargli alcun male. Tutti furono presi da timore e si dicevano l’un l’altro: «Che parola è mai questa, che comanda con autorità e potenza agli spiriti impuri ed essi se ne vanno?». E la sua fama si diffondeva in ogni luogo della regione circostante.
 
5) Commento sul Vangelo secondo Luca 4, 31 - 37
Taci, esci!
È l'intimazione di Gesù al demonio che si nasconde nell'uomo della sinagoga di Cafarnao. In queste poche battute si nasconde la lotta grande tra Gesù e il demonio; tra il Bene e il male; tra il piano divino di salvezza e l'aspettativa umana legata solo a favori terreni. Gesù si confronta con il demonio e possiamo scoprire chi è veramente il più forte. Il demonio ha paura di Gesù. Ha paura della sua autorità divina. Autorità piena della Parola di Dio, che annuncia misericordia e pace con la salvezza. Ha paura che il Regno del bene possa distruggere i piani delle aspettative solo umane di un regno basato sulla potenza militare. Gesù, inaugurando il suo Regno, evidenzia subito delle contraddizioni nei cuori di chi aveva altre speranze e vuol chiarire subito a quale sia il suo Regno. Gesù si pone, con il suo Mistero, davanti alle coscienze perché la domanda su Gesù diventa subito la domanda del senso della vita. Gesù non è santone di alcuna categoria. Egli non si pone allo stesso livello di chi parla in modo generico di un regno di giustizia umana. Egli non è semplicemente un moralizzatore della vita sociale. Gesù Cristo penetra nell'intimo dell'uomo, evidenziando la realtà del suo essere. L'incontro di Gesù diventa incontro di salvezza, perché Egli fa uscire allo scoperto tutto il male, per sconfiggerlo. È proprio questa la nostra consapevolezza profonda dettata nei nostri cuori da una fede pura e sincera, dove la vittoria del Bene è ineluttabile. Lo stesso Gesù ha provato angoscia e dolori insopportabili, ma mai si è piegato alla disperazione. La lotta tra il Bene ed il male trova sempre Gesù vincitore: questo è il messaggio del brano odierno. Un messaggio di speranza; della vera speranza che germoglia nei cuori di chi riconosce in Gesù Cristo il proprio Signore.
 
Nel vangelo di oggi vediamo da vicino due fatti: l’ammirazione della gente per il modo di insegnare di Gesù e la guarigione di un uomo posseduto da un demonio impuro. Non tutti gli evangelisti raccontano il fatto allo stesso modo. Per Luca, il primo miracolo è la calma con cui Gesù si libera dalla minaccia di morte da parte della gente di Nazaret (Lc 4,29-30) e la guarigione dell’uomo posseduto (Lc 4,33-35). Per Matteo, il primo miracolo è la guarigione dei malati e degli indemoniati (Mt 4,23) o, più specificamente, la guarigione di un lebbroso (Mt 8,1-4). Per Marco, l’espulsione di un demonio (Mc 1,23-26). Per Giovanni, il primo miracolo fu a Cana, dove Gesù trasformò l’acqua in vino (Gv 2,1-11). Così, nel modo di raccontare le cose, ciascun evangelista indica qual è stata secondo lui la più grande preoccupazione di Gesù.
 
? Luca 4,31: Il cambiamento di Gesù verso Cafarnao: “Gesù discese a Cafarnao, una città della Galilea, e il sabato ammaestrava la gente”. Matteo dice che Gesù andò a vivere a Cafarnao (Mt 4,13). Cambiò residenza. Cafarnao era una piccola città all’incrocio tra due strade importanti: quella che veniva dall’Asia Minore ed andava verso Petra al sud della Transgiordania, e l’altra che veniva dalla regione dei due fiumi: il Tigre e l’Eufrate e scendeva verso l’Egitto. Il cambiamento verso Cafarnao facilitava il contatto con la gente e la divulgazione della Buona Notizia.
 
• Luca 4,32: Ammirazione della gente per l’insegnamento di Gesù. La prima cosa che la gente percepisce è che Gesù insegna in modo diverso. Colpisce non tanto il contenuto, quanto il suo modo di insegnare: “Gesù parlava con autorità.” Marco aggiunge che per questo suo modo diverso di insegnare, Gesù creava una coscienza critica tra la gente nei riguardi delle autorità religiose del suo tempo. La gente percepisce e paragona: “Insegna con autorità, diverso dagli scribi” (Mc 1,22.27). Gli scribi dell’epoca insegnavano citando le autorità. Gesù non cita nessuna autorità, bensì parla partendo dalla sua esperienza di Dio e della sua vita.
 
• Luca 4,33-35: Gesù lotta contro il potere del male. Il primo miracolo è l’espulsione di un demonio. Il potere del male si impossessava delle persone, alienandole. Gesù restituisce le persone a se stesse, restituendo loro la coscienza e la libertà. Lo fa grazie alla forza della sua parola: "Taci, esci da costui!" Ed in un’altra occasione dice: “Se invece io scaccio i demoni con il dito di Dio, è dunque giunto a voi il regno di Dio.” (Lc 11,20). Anche oggi, molta gente vive alienata da se stessa, soggiogata dai mezzi di comunicazione, dalla propaganda del governo e del commercio. Vive schiava del consumismo, oppressa dai debiti e minacciata dai creditori. La gente pensa che non vive bene se non ha tutto ciò che la propaganda annuncia. Non è facile espellere questo potere che oggi aliena tanta gente, e restituire le persone a loro stesse
 
• Luca 1,36-37: La reazione della gente: ordina agli spiriti impuri. Gesù non solo ha un modo diverso di insegnare le cose di Dio, ma provoca anche ammirazione nella gente per il suo potere sugli spiriti impuri: "Che parola è questa che comanda con autorità e potenza gli spiriti immondi e questi se ne vanno?" Gesù apre un cammino nuovo in modo che il popolo possa mettersi dinanzi a Dio a pregare e ricevere la benedizione promessa ad Abramo. Doveva prima purificarsi. C’erano molte leggi e norme che rendevano difficile la vita della gente ed emarginavano molte persone, considerate impure. Ma ora, purificate dalla fede in Gesù, le persone potevano di nuovo mettersi in presenza di Dio e pregarlo, senza necessità di ricorrere alle norme di purezza complicate e spesso dispendiose.
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6) Per un confronto personale 
• Gesù causa ammirazione tra la gente. L’attuazione della nostra comunità nel quartiere causa ammirazione tra la gente? Che tipo di ammirazione?
• Gesù scaccia il potere del male e restituisce le persone a se stesse. Oggi molte persone vivono alienate da tutto e da tutti. Come restituirle a se stesse?
 
 
7) Preghiera finale: Salmo 144
Giusto è il Signore in tutte le sue vie.
 
Misericordioso e pietoso è il Signore,
lento all’ira e grande nell’amore.
Buono è il Signore verso tutti,
la sua tenerezza si espande su tutte le creature. 
 
Ti lodino, Signore, tutte le tue opere
e ti benedicano i tuoi fedeli.
Dicano la gloria del tuo regno
e parlino della tua potenza. 
 
Per far conoscere agli uomini le tue imprese
e la splendida gloria del tuo regno. 
Il tuo regno è un regno eterno,
il tuo dominio si estende per tutte le generazioni. 
 
Fedele è il Signore in tutte le sue parole
e buono in tutte le sue opere. 
Il Signore sostiene quelli che vacillano
e rialza chiunque è caduto.