Per la preghiera personale e familiare: Lectio divina sulla Liturgia della Parola del giorno - domenica 26 luglio 2020

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  • domenica | 26 luglio 2020

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Lectio domenica 26 luglio 2020
 
Domenica della Diciassettesima Settimana del Tempo Ordinario (Anno A)
 
Lettera ai Romani 8, 28 - 30
Matteo 13, 44 - 52
 
 
1) Orazione iniziale 
O Padre, fonte di sapienza, che ci hai rivelato in Cristo il tesoro nascosto e la perla preziosa, concedi a noi il discernimento dello Spirito, perché sappiamo apprezzare fra le cose del mondo il valore inestimabile del tuo regno, pronti ad ogni rinunzia per l’acquisto del tuo dono.
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2) Lettura: Lettera ai Romani 8, 28 - 30
Fratelli, noi sappiamo che tutto concorre al bene, per quelli che amano Dio, per coloro che sono stati chiamati secondo il suo disegno. Poiché quelli che egli da sempre ha conosciuto, li ha anche predestinati a essere conformi all’immagine del Figlio suo, perché egli sia il primogenito tra molti fratelli; quelli poi che ha predestinato, li ha anche chiamati; quelli che ha chiamato, li ha anche giustificati; quelli che ha giustificato, li ha anche glorificati.
 
3) Commento su Lettera ai Romani 8, 28 - 30
- Nel brano odierno della lettera ai Romani San Paolo ci fa sapere che siamo destinati " ad essere conformi" a Gesù Cristo, l'Unigenito Figlio di Dio, e ricorda che tutta l'umanità è indirizzata alla comunione totale con Dio. In poche parole: perché nel Figlio siamo "predestinati ad essere amati da Dio" e, pertanto, essere predisposti per la gloria. "Tutto concorre al bene, per quelli che amano Dio", anche in un mondo in cui la concorrenza è spietate, come il nostro. Dio ci ha dato anche i mezzi per raggiungere questo fine. Ecco quali sono i mezzi: il battesimo, la chiamata alla fede, Lo Spirito che prega in noi. Usiamoli!
 
- Nell'amore di Dio sta la saggezza di ogni persona retta e disposta a lasciarsi toccare da questo amore che va oltre la legge e l'osservanza esteriore. Ci ricorda, infatti, san Paolo Apostolo nel brano della seconda lettura di oggi, tratto dalla sua lettera ai Romani, che “noi sappiamo che tutto concorre al bene, per quelli che amano Dio, per coloro che sono stati chiamati secondo il suo disegno”.
L'amore di Dio apre nuovi spazi di vita spirituale e prospettive di salvezza vera, in quanto come scrive l'apostolo: “Poiché quelli che egli da sempre ha conosciuto, li ha anche predestinati a essere conformi all'immagine del Figlio suo, perché egli sia il primogenito tra molti fratelli; quelli poi che ha predestinato, li ha anche chiamati; quelli che ha chiamato, li ha anche giustificati; quelli che ha giustificato, li ha anche glorificati”.
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4) Lettura: dal Vangelo secondo Matteo 13, 44 - 52
In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: «Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo; un uomo lo trova e lo nasconde; poi va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo.
Il regno dei cieli è simile anche a un mercante che va in cerca di perle preziose; trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra.
Ancora, il regno dei cieli è simile a una rete gettata nel mare, che raccoglie ogni genere di pesci. Quando è piena, i pescatori la tirano a riva, si mettono a sedere, raccolgono i pesci buoni nei canestri e buttano via i cattivi. Così sarà alla fine del mondo. Verranno gli angeli e separeranno i cattivi dai buoni e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti.
Avete compreso tutte queste cose?». Gli risposero: «Sì». Ed egli disse loro: «Per questo ogni scriba, divenuto discepolo del regno dei cieli, è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche».
 
5) Riflessione sul Vangelo secondo Matteo 13, 44 - 52
- Il vangelo di questa domenica ci presenta tre parabole di Gesù sul Regno dei Cieli. Mi soffermo in particolare sulla prima, nella quale il Regno è paragonato ad un tesoro nascosto in un campo: questa analogia dice già molto. Anzitutto il Regno è un tesoro, è una realtà che ha un valore immenso: pensiamo allora un momento se per noi è veramente così, se per noi la fede cristiana è un grande tesoro o se talvolta la consideriamo un peso. Oggi siamo invitati a riscoprire come credere nel Dio di Gesù Cristo è avere un grande tesoro, aver ricevuto un grande dono. 
Un secondo elemento che la parabola ci suggerisce è che il tesoro è nascosto. Ecco allora un altro aspetto importante: non si incontra Dio per caso, camminando per strada o vivendo superficialmente; se si vuole trovare Dio bisogna cercarlo con un ardente desiderio, “come la cerva anela ai corsi d’acqua” direbbe il Salmo 42 o come la sentinella attende le prime luci dell’alba, come si dice nel Salmo 130. Se uno cerca Dio con tutto il cuore, allora lo troverà. Nella storia del cristianesimo troviamo tanti esempi di personaggi che hanno ricercato la felicità spasmodicamente e, rimasti delusi dall’offerta del mondo, hanno trovato in Dio la gioia che cercavano: pensiamo a S. Agostino, a San Francesco, a Charles De Foucauld; in essi vediamo anche un altro aspetto del Regno: la conversione. Per possedere il Regno bisogna abbandonare tutto il resto, come ha fatto l’uomo che ha trovato il tesoro e ha venduto tutto per acquistare il campo dove il tesoro era nascosto.
Si può dire che più la conversione è vera e totale, più riempie il cuore di gioia: chi si ferma a metà, chi si accontenta delle mezze misure, non gusta la gioia dell’incontro con Dio. San Francesco, che inizialmente aveva creduto che il tesoro fossero la fama e gli onori, dopo varie disillusioni, capì che la vera ricchezza è Gesù Cristo: allora abbandonò tutto per Lui e abbracciò con avidità la povertà, come mezzo per essere in comunione con il Signore. Così Charles de Foucauld, che aveva creduto di trovare la gioia nell’avventura della esplorazione, nella carriera militare e nel divertimento sfrenato, dopo essere rimasto deluso, cominciò una ricerca senza sosta accompagnata da una preghiera: “O Dio, se esistete, fate che io vi conosca”. Improvvisamente trovò Dio e lasciò tutto, perché niente più reggeva al confronto con Lui. Le testimonianze di queste persone e le loro conversioni mostrano concretamente ciò che Gesù vuole dire con le parabole di oggi: il Regno, Dio, è un tesoro per il quale vale la pena vendere tutto e solo così facendo si trova la felicità.
 
- Cercatori di perle.
San Benedetto qualifica il monaco come «cercatore di Dio». Quel «quaerere Deum» e metterlo al primo posto nella propria vita è l'ideale principale del monaco, un ideale condivisibile però da ogni cristiano. Come è condivisibile il motto benedettino: «Ora et labora»: «Preghiera e Lavoro». Siamo stati dotati di intelligenza, di volontà e di energie fisiche e spirituali per cui dobbiamo essere assidui, laboriosi e diligenti cercatori e operatori del bene. Tutta l'esistenza, tutta la storia della nostra umanità deve tendere indefessamente ad un approdo finale di benessere totale e definitivo. È il primo impegno, è il lavoro per eccellenza che Dio stesso ci ha commissionato, lavoro che è diventato tragitto, ritorno verso la meta. È quello che noi chiamiamo paradiso e che il Vangelo di oggi paragona ad una perla preziosa e ad un tesoro nascosto nel campo. Tutto si identifica con il bene supremo ed ultimo, con il Sommo Bene, con Dio stesso. Viviamo per trovarlo, servirlo, amarlo in questo mondo e poi possederlo per sempre nell'eternità. Stiamo parlando del fine ultimo della nostra vita, della salvezza eterna della nostra anima, dotata di immortalità. È importante prendere coscienza del fatto che tutto è legato al nostro vivere quotidiano, alle scelte anche semplici di ogni giorno, al saper vivere il tempo che ci è dato in vista dell'eternità. Occorre il grande dono della fede ed in particolare il dono della Sapienza divina che ci rende capaci di scegliere, di valutare, di ponderare i beni che ci necessitano per vivere e quelli che ci consentono di raggiungere la meta ultima. Siamo soggetti alla seduzione e all'inganno: accade ancora che ci prenda la tentazione di credere che possa esistere un per noi un bene migliore di quello che il nostro Creatore e Signore ci offre per il presente e ancor più per il futuro. Le perle false sembra siano più numerose di quelle vere e preziose. L'idea di poter scoprire tesori nascosti ha ammagliato schiere di illusi cercatori. Il Signore Gesù si propone a noi come Luce del mondo, come lampada ai nostri passi, come via sicura e come verità incontestabile, come maestro e guida. Affidandoci a Lui non perderemo mai di vista l'obiettivo primario ed unico della nostra esistenza, sicuramente meriteremo il titolo di cercatori di Dio e di conquistatori del Regno. Basti pensare che il contrario è il disorientamento e l'affannarsi inutilmente.
 
- Regno dei cieli, tesoro e rivoluzione di vita.
Tesoro: parola magica, parola da innamorati, da avventure, da favole, ma anche da Vangelo, uno dei nomi più belli di Dio.
Il regno dei cieli è simile a un tesoro. Accade per il regno ciò che accade a chi trova un tesoro o una perla: un capovolgimento, un ribaltone totale e gioioso che travolge l'esistenza. Un tesoro non è pane quotidiano, è rivoluzione della vita.
Ebbene, anche in giorni disillusi e scontenti, i nostri, il Vangelo osa annunciare tesori. Osa dire che l'esito della storia sarà felice, comunque felice, nonostante tutto felice. Perché nel mondo sono in gioco forze più grandi di noi, che non verranno meno, alle quali possiamo sempre attingere, dono non meritato. Il regno è di Dio, ma è per l'uomo.
Un uomo trova un tesoro e pieno di gioia va. La gioia è il primo tesoro che il tesoro regala. Che il Vangelo regala. Entrarvi «è come entrare in un fiume di gioia» (papa Francesco), respirare un'aria fresca e carica di pollini. Dio instaura con noi la pedagogia della gioia! Nel libro del Siracide è riportato un testo sorprendente: Figlio, per quanto ti è possibile, trattati bene... Non privarti di un solo giorno felice (Sir 14.11.14). È l'invito affettuoso del Padre ai suoi figli, il volto di un Dio attraente, bello, solare, il cui obiettivo non è essere finalmente obbedito o pregato da questi figli sempre ribelli che noi siamo, ma che adopera tutta la sua pedagogia per crescere figli felici. Come ogni padre e madre. Figlio non privarti di un giorno felice! Prima che chiedere preghiere, Dio offre tesori. E il vangelo ne possiede la mappa.
Quell'uomo va e vende quello che ha. Il contadino e il mercante vendono tutto, ma per guadagnare tutto. Niente viene buttato via, non perdono niente, lo investono. Fanno un affare. Così sono i cristiani: scelgono e scegliendo bene guadagnano. Non sono più buoni degli altri, ma più ricchi: hanno un tesoro di speranze, di coraggio, di libertà, di cuore, di Dio. «Cresce in me la convinzione di portare un tesoro d'oro fino che devo consegnare agli altri» (S. Weil).
Tesoro e perla sono i nomi che dà al suo amore chi è innamorato. Con la carica di affetto e di gioia, con la travolgente energia, con il futuro che sprigiona. Due nomi di Dio, per Gesù. Il Vangelo mi incalza: Dio per te è un tesoro o soltanto una fatica? È perla della tua vita o solo un dovere?
Mi sento contadino fortunato, mercante ricco perché conosco il piacere di credere, il piacere di amare Dio: una festa del cuore, della mente, dell'anima.
Non è un vanto, ma una responsabilità! E dico grazie a Chi che mi ha fatto inciampare in un tesoro, in molte perle, lungo molte strade, in molto giorni della mia vita.
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6) Alcune domande per aiutarci nella meditazione e nella orazione.
- La mia preoccupazione prevalente è quella di "salvarmi" da solo, oppure di incamminarmi sulla strada del Regno in compagnia degli uomini e delle donne che incontro e in particolare del mio coniuge e della mia famiglia? 
- Ognuno di noi è portato a dare alla "perla preziosa" un significato e un valore particolare. Qual è per me questo valore e questo significato?
- Salomone chiede a Dio la saggezza. Ci capita qualche volta di rivolgere a Dio la medesima richiesta (che tra l'altro, come ci dice la lettura, Dio apprezza molto...!)?
- Quali azioni concrete ci suggerisce, in famiglia o in Comunità, quanto dice l'apostolo Paolo ai cristiani di Roma, e cioè che siamo dei chiamati, dei giustificati e dei glorificati (cioè dei "salvati")?
 
 
7) Preghiera: Salmo 118
Quanto amo la tua legge, Signore!
 
La mia parte è il Signore:
ho deciso di osservare le tue parole.
Bene per me è la legge della tua bocca,
più di mille pezzi d’oro e d’argento.
 
Il tuo amore sia la mia consolazione,
secondo la promessa fatta al tuo servo.
Venga a me la tua misericordia e io avrò vita,
perché la tua legge è la mia delizia.  
 
Perciò amo i tuoi comandi,
più dell’oro, dell’oro più fino.
Per questo io considero retti tutti i tuoi precetti
e odio ogni falso sentiero.
 
Meravigliosi sono i tuoi insegnamenti:
per questo li custodisco.
La rivelazione delle tue parole illumina,
dona intelligenza ai semplici.
 
 
8) Orazione Finale
Tu che da sempre ci conosci, o Padre, e per tua grazia ci hai fatti cristiani, ascolta le nostre preghiere, perché possiamo essere strumenti del tuo amore, diffondendo nel mondo la buona notizia della salvezza.