Per la preghiera personale e familiare: Lectio divina sulla Liturgia della Parola del giorno - domenica 21 giugno 2020

Dettagli evento

  • domenica | 21 giugno 2020

Lectio domenica 21 giugno 2020
 
Domenica della Dodicesima Settimana del Tempo Ordinario (Anno A)
 
Lettera ai Romani 5, 12 - 15
Matteo 10, 26 - 33
 
 
1) Orazione iniziale 
O Dio, che affidi alla nostra debolezza l’annunzio profetico della tua parola, sostienici con la forza del tuo Spirito, perché non ci vergogniamo mai della nostra fede, ma confessiamo con tutta franchezza il tuo nome davanti agli uomini, per essere riconosciuti da te nel giorno della tua venuta.
______________________________________________________________________________
 
 
2) Lettura: Lettera ai Romani 5, 12 - 15
Fratelli, come a causa di un solo uomo il peccato è entrato nel mondo e, con il peccato, la morte, così in tutti gli uomini si è propagata la morte, poiché tutti hanno peccato. 
Fino alla Legge infatti c’era il peccato nel mondo e, anche se il peccato non può essere imputato quando manca la Legge, la morte regnò da Adamo fino a Mosè anche su quelli che non avevano peccato a somiglianza della trasgressione di Adamo, il quale è figura di colui che doveva venire.
Ma il dono di grazia non è come la caduta: se infatti per la caduta di uno solo tutti morirono, molto di più la grazia di Dio, e il dono concesso in grazia del solo uomo Gesù Cristo, si sono riversati in abbondanza su tutti.
 
3) Commento su Lettera ai Romani 5, 12 - 15
- "Il dono di grazia non è come la caduta: se infatti per la caduta di uno solo morirono tutti, molto più la grazia di Dio e il dono concesso in grazia del solo uomo Gesù Cristo, si sono riversati in abbondanza su tutti gli uomini." - Come vivere questa Parola?
In quel piccolo compendio di teologia sul peccato e sulla grazia che è la lettera di San Paolo ai Romani, si trova questa pericope: una vera perla.
Infatti l'autore sacro ha proclamato che la morte è entrata nel mondo non solo a causa del peccato di Adamo ma perché "tutti gli uomini hanno peccato". Ma, pur essendo caduto, Adamo è stato "figura di colui che doveva venire", cioè dell'uomo per eccellenza: quel Gesù la cui divina umanità è profezia e sorgente di grazia per noi che siamo chiamati a realizzare non una vita solo umano-terrena, ma una vita umano-divinizzata. Ecco perché San Paolo dice che "il dono di grazia non è come la caduta".
 
- La caduta ha causato un gran guasto; ma la grazia di Dio e il dono che ne viene di continuo a noi tramite Gesù, è di gran lunga più forte. È un influsso rigeneratore che si versa "in abbondanza su tutti gli uomini".
Oggi, nel nostro rientro al cuore, 'nuotiamo', per così dire, in questa grande certezza. Sì, la grazia che Gesù ci ha ottenuto con la sua passione morte e resurrezione è un mare sanante e beatificante: "Dove abbondò il peccato, sovrabbondò la grazia" (S. Paolo).
Signore, quando la smetteremo di vedere nero nella nostra vita e in quella del mondo? Ciò che più conta è la tua potenza di grazia e salvezza.
Ecco la voce di un padre della Chiesa, Origene: Cristo ha sommerso l'universo con flutti divini e santificanti. Egli fa scaturire per gli assetati una sorgente d'acqua viva, che zampilla dalla ferita che la lancia ha aperto nel suo costato.
______________________________________________________________________________
 
 
4) Lettura: dal Vangelo secondo Matteo 10, 26 - 33
In quel tempo, Gesù disse ai suoi apostoli: «Non abbiate paura degli uomini, poiché nulla vi è di nascosto che non sarà svelato né di segreto che non sarà conosciuto. Quello che io vi dico nelle tenebre voi ditelo nella luce, e quello che ascoltate all’orecchio voi annunciatelo dalle terrazze. 
E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l’anima; abbiate paura piuttosto di colui che ha il potere di far perire nella Geènna e l’anima e il corpo. 
Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure nemmeno uno di essi cadrà a terra senza il volere del Padre vostro. Perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non abbiate dunque paura: voi valete più di molti passeri!  Perciò chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch’io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch’io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli».
 
5) Riflessione sul Vangelo secondo Matteo 10, 26 - 33
- Nel vangelo di oggi Gesù invita i suoi discepoli a non avere timore degli uomini ma ad essere suoi testimoni anche a rischio della persecuzione; dobbiamo, dice il Signore, avere timor di Dio, che non è la paura bensì il rispetto per Lui e il timore di offenderLo, più che la preoccupazione per la reazione degli uomini. Ciò che abbiamo appreso nella fede, Gesù ci dice di annunciarlo agli altri, di non tenerlo per noi: la fede è un grande dono che ci è stato dato per condividerlo; dobbiamo avere coraggio ed essere certi della vicinanza del Signore in ogni situazione. La parola di verità che come cristiani siamo invitati ad annunciare dà fastidio a chi vive secondo il mondo e può scatenare il maltrattamento di chi si sente smascherato perché vive nella menzogna, nell’egoismo, nell’ingiustizia. Testimoniare Gesù non è un compito riservato solo ad una cerchia ristretta di persone, ma spetta ad ogni battezzato, il quale è costituito apostolo del Maestro ed è da Lui riconosciuto come discepolo nella misura in cui si espone nella testimonianza. Se siamo cristiani dobbiamo uscire allo scoperto ed è inevitabile che diamo fastidio, perché il modo di vivere del vangelo va controcorrente ed è percepito come giudicante da chi vive secondo la mentalità del mondo. Ci stupiamo? Se veramente cerchiamo di vivere l’amore ci scontreremo con il rifiuto; a ben guardare, però, a volte anche in noi stessi si trova un’opposizione alla proposta di Gesù, perché anche noi siamo segnati dal peccato, che abita nel nostro cuore. Gesù ci ha liberato dal peccato e se restiamo in comunione con Lui stiamo nella libertà. La prima lotta contro il peccato la dobbiamo combattere dentro noi stessi: siamo pronti a sostenerla? Siamo pronti a lottare perché tutto di noi sia secondo il volere di Cristo? Certo la nostra conversione e trasformazione interiore è opera della Grazia di Dio, ma dobbiamo collaborare con tutte le nostre forze a quest’opera: si dice che dobbiamo fare come se tutto dipendesse da noi, sapendo che tutto dipende da Dio. Coraggio, combattiamo la buona battaglia della fede dentro di noi e testimoniamo Cristo di fronte agli altri, certi del Suo sostegno che non verrà meno nella prova.
 
- Il coraggio della testimonianza.
Se vogliamo dare uno sguardo alla storia del Cristianesimo, fin dalle sue origini, ci accorgeremo che non sono mancate mai le persecuzioni nei suoi duemila anni di vita. Ha iniziato Gesù, testimone del Padre, che ha concluso la sua vita sulla croce, ed egli stesso dirà ai suoi discepoli: il discepolo non è maggiore del Maestro... Hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi, come sono stati perseguitati i profeti, come è stato perseguitato Geremia ed altri Profeti. Il messaggio evangelico e la vita che propone è ben lontana da quella che il mondo offre: ricerca di ricchezze, di potere, di piaceri... spesso rinnegando ogni onesto comportamento. 
È ovvio allora che la presenza del credente che coltiva l'onestà verso Dio e verso gli uomini, nel lavoro e negli impegni, che non siapprofitta, ma segue le norme della giustizia... dia fastidio ai disonesti, perché costituisce un richiamo, generalmente tacito, ma non meno eloquente. È come camminare con un sassolino nella scarpa... Ci si affretta a toglierlo perché fa male... Così si vorrebbe allontanare quella presenza che costituisce un continuo rimprovero. Sono situazioni di intolleranza che si verificano anche fra cristiani, nelle nostre città, nelle nostre fabbriche o studi professionali dove comportarsi onestamente diventa motivo di discriminazione. Gesù rassicura i suoi discepoli promettendo la sua assistenza: "...perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati..." e la sua testimonianza dinanzi al Padre celeste: "chi dunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch'io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli"... "Non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno il potere di uccidere l'anima..." E non temete le macchinazioni, le calunnie, i raggiri, le doppiezze degli uomini... perché tutto sarà svelato... Difatti... "Quello che vi dico nelle tenebre, ditelo nella luce; e quello che ascoltate all'orecchio, predicatelo sui tetti". Compito quindi dei cristiani non è quello di essere "cani muti" come si esprime San Gregorio, ma uomini senza paura, intrepidi, sicuri della forza che viene dallo Spirito, nel praticare e professare la propria fede.
 
- Dio e l’uomo: speranza intrecciata.
Non abbiate paura: voi valete più di molti passeri! Un Dio che si prende cura dei passeri e poi si perde amoroso a contarmi i capelli in capo. Eppure i passeri continuano a cadere, gli innocenti a morire, i bambini a essere venduti. E Dio a rassicurare i suoi: «Non temete, neppure un passero cadrà a terra senza il volere del Padre vostro». Ma allora è Dio che fa cadere? È lui che spezza le ali, è suo volere la morte? No. Il Vangelo non dice questo. Assicura invece che neppure un passero cadrà a terra «aneu», letteralmente «al di fuori, all'insaputa di Dio», di un Signore coinvolto nel volo e nel dolore delle sue creature. Nulla accadrà nell'assenza di Dio, ma nel mondo troppi cadono a terra senza che Dio lo voglia, troppe cose accadono contro il volere di Dio: ogni odio, ogni guerra, ogni ingiustizia. Ma nulla accade «al di fuori di Dio». Egli si china su di me. Intreccia la sua speranza con la mia, il suo respiro con il respiro dell'uomo, sta nel riflesso più profondo delle nostre lacrime per moltiplicare il coraggio.
Non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo: il corpo non è la vita, tu non sei il tuo corpo. Eppure lo ritroverai: neanche un capello andrà perduto. Per l'amante nulla è insignificante di ciò che appartiene all'amato.
Io che desidero essere salvato, voglio esserlo con il mio cuore e le mie emozioni, con tutte le persone che costituiscono il mio mondo di affetti e di forza. E lo sarò, perché nulla c'è in me di autenticamente umano che non trovi eco nel cuore di Dio.
Ma l'immagine dei passeri e dei capelli contati, di queste creature effimere e fragili, ci riporta ai più fragili tra i fratelli, agli anziani, agli ammalati, agli handicappati, a quanti non possono più lavorare e produrre, e si sentono inutili e impotenti. Proprio a loro Gesù dice: «Non temere: tu vali di più. Anche se la tua vita fosse leggera come quella di un passero o fragile come un capello, tu vali di più, perché esisti, vivi, sei amato, e Dio si intreccia con la tua vita».
Signore, ho combinato poco nella mia esistenza e adesso non riesco più a combinare niente. E lui risponde: Tu vali di più, non perché produci, lavori, ti affermi o hai successo, ma perché esisti, gratuitamente come i passeri, debolmente come i capelli, nelle mani di Dio. Su te è la sua cura, in te è il suo respiro. Dove tu finisci, comincia Dio.
______________________________________________________________________________
 
 
6) Alcune domande per aiutarci nella meditazione e nella orazione
- Non v'è nulla di nascosto che non debba essere svelato: la verità sotto i veli del silenzio si espande più che se esposta alle mani avide di uomini sordi al soffio dello Spirito. La parola di Dio che ascolti dove la poni? In balia dei tuoi pensieri avventurieri o nel sacrario della tua accoglienza profonda?
- Quello che vi dico nelle tenebre ditelo nella luce: Cristo parla nelle tenebre, nel segreto del cuore. Per offrire le sue parole alla luce queste devono passare per il tuo pensiero, dentro il tuo sentire, nelle tue viscere prima di risalire alle labbra. Le parole che abitualmente rivolgi agli altri sono le parole dette nel segreto da Lui oppure sillabe di pensieri che transitano per caso?
- E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo: niente e nessuno potrà farti del male se Dio è con te. Potranno farti prigioniero, ma non potranno toglierti la libertà e la dignità tua perché sono inafferrabili da chiunque. Paure, timori, sospetti, ansie… potranno diventare un ricordo lontano. Quando le lascerai nella fiducia che Dio non ti abbandona mai e ha cura di te?
- Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure neanche uno di essi cadrà a terra senza che il Padre vostro lo voglia. La provvidenza di Dio può somigliare al destino, ma è tutt’altro. Passeri che cadono a terra. Non è Dio che li butta a terra, ma quando cadono il Padre è lì. Non è Dio che manda la malattia, ma quando l’uomo si ammala, il Padre è lì con lui. Le nostre cose gli appartengono. La solitudine che spesso ci stringe non è abbandono. Volgeremo intorno lo sguardo per incontrare gli occhi di Cristo che vive con noi quel momento di desolazione?
- Chi mi riconoscerà davanti agli uomini, anch'io lo riconoscerò davanti al Padre mio: Dare a Cristo il coraggio della nostra fede in lui… questa esigenza di vita in cui Dio non è un accessorio, ma pane quotidiano e carta identificativa di sé ti interpella già oppure resta un desiderio nascosto? Anche tra i capi, dice Giovanni, molti credettero in lui, ma non lo riconoscevano apertamente a causa dei farisei, per non essere espulsi dalla sinagoga. Rischierai il tuo nome per Lui?
 
 
7) Preghiera: Salmo 68
Nella tua grande bontà rispondimi, o Dio.
 
Per te io sopporto l’insulto
e la vergogna mi copre la faccia;
sono diventato un estraneo ai miei fratelli,
uno straniero per i figli di mia madre.
Perché mi divora lo zelo per la tua casa,
gli insulti di chi ti insulta ricadono su di me.
 
Ma io rivolgo a te la mia preghiera,
Signore, nel tempo della benevolenza.
O Dio, nella tua grande bontà, rispondimi,
nella fedeltà della tua salvezza.
Rispondimi, Signore, perché buono è il tuo amore;
volgiti a me nella tua grande tenerezza.
 
Vedano i poveri e si rallegrino;
voi che cercate Dio, fatevi coraggio,
perché il Signore ascolta i miseri
non disprezza i suoi che sono prigionieri.
A lui cantino lode i cieli e la terra,
i mari e quanto brùlica in essi.
 
 
8) Orazione Finale
Padre buono, che vedi nel segreto dei cuori, ascolta le nostre preghiere, sia quelle che abbiamo espresso sia quelle che tu solo conosci: dacci il coraggio di una fede sincera.