Per la preghiera personale e familiare: Lectio divina sulla Liturgia della Parola del giorno - 7 giugno 2020

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  • domenica | 7 giugno 2020

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Lectio domenica 7 giugno 2020
 
Domenica della Decima Settimana del Tempo Ordinario (Anno A)
SS. Trinità
 
 
2 Lettera ai Corinzi 13, 11 - 13
Giovanni 3, 16 - 18
 
 
1) Orazione iniziale 
O Dio Padre, che hai mandato nel mondo il tuo Figlio, Parola di verità, e lo Spirito santificatore per rivelare agli uomini il mistero della tua vita, fa’ che nella professione della vera fede riconosciamo la gloria della Trinità e adoriamo l’unico Dio in tre persone.
 
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2) Lettura: 2 Lettera ai Corinzi 13, 11 - 13
Fratelli, siate gioiosi, tendete alla perfezione, fatevi coraggio a vicenda, abbiate gli stessi sentimenti, vivete in pace e il Dio dell’amore e della pace sarà con voi. Salutatevi a vicenda con il bacio santo. Tutti i santi vi salutano. La grazia del Signore Gesù Cristo, l’amore di Dio e la comunione dello Spirito Santo siano con tutti voi.
 
3) Commento su 2 Lettera ai Corinzi 13, 11 - 13
- "Fratelli, siate gioiosi, tendete alla perfezione, fatevi coraggio a vicenda, abbiate gli stessi sentimenti, vivete in pace e il Dio dell'amore e della pace sarà con voi." (2 Cor 13,11) - Come vivere questa Parola?
Dio non solo nella sua essenza è amore e pace ma è anche colui che ha fatto dell'amore e della pace una scelta precisa e il suo criterio di giudizio. Ci guarda attraverso queste lenti e si lascia invitare da chi cerca l'amore e la pace.
I nostri sentimenti, i nostri pensieri, le nostre scelte hanno il potere (!) di attirare o di respingere la presenza del Signore. É il nostro potere e anche la nostra responsabilità.
Per l'apostolo Paolo impegnarsi per la gioia (degli altri e di conseguenza anche nostra), tendere alla perfezione e quindi puntare in alto, incoraggiarsi a vicenda, salutarsi con un bacio santo quindi non falso come quello di Giuda, scegliere decisamente di volere la pace e di vivere in pace, sono tutti atteggiamenti che afferrano il Dio della pace e dell'amore.
 
- In noi il Signore vuole stare comodo, sentirsi a sua agio. E quando trova quei sentimenti che sono un piccolo riflesso della sua vita intima, allora si sente a casa e sente di poter dare in abbondanza: "una misura buona, pigiata, colma e traboccante, vi sarà versata nel grembo." (Lc 6,38).
Mosè chiedeva a Dio di camminare in mezzo al suo popolo. In Gesù l'ha fatto, anche fisicamente.
E con il dono dello Spirito dal camminare "in mezzo" è passato al vivere "dentro". Ad essere presente "sempre".
Siamo troppo piccoli per comprendere il dono che il Dio uno e trino fa di se stesso. La nostra ragione non può che ammettere la sua sconfitta davanti a questo mistero che però può essere intuito proprio da chi fa una decisa e irrevocabile scelta di parte: volere Lui con il pacchetto completo, fatto dai sentimenti che furono in Cristo Gesù.
Come Mosè, o Dio, ci curviamo e ci prostriamo davanti a te e ti chiediamo: "Se ho trovato grazia ai tuoi occhi, se trovi in me qualcosa di Te, non stancarti di cercarmi per venire ad abitare nella mia casa. Della mia perseveranza posso dubitare ma non della tua e del tuo amore.”
Ecco la voce di un monaco, dall' Imitazione di Cristo: "Che cosa ti serve disputare intorno ai profondi misteri della Trinità, se poi ti manca l'umiltà, senza la quale non riesci gradito alla Trinità?"
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4) Lettura: dal Vangelo secondo Giovanni 3, 16 - 18
In quel tempo, disse Gesù a Nicodèmo: «Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio, unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. 
Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio».
 
5) Riflessione sul Vangelo secondo Giovanni 3, 16 - 18
- Oggi celebriamo la festa della SS. Trinità, uno dei misteri principali della nostra fede: crediamo in un Dio unico in tre persone. Anzitutto è importante sapere che è un mistero, cioè una realtà così luminosa da non poterla esaurire, da non riuscire a penetrarla se non un poco. Dobbiamo dire poi che crediamo nella SS. Trinità perché Dio stesso si è rivelato all’uomo e si è fatto conoscere, in particolare, nella maniera più alta, in Gesù Cristo. Un passaggio importante di questa rivelazione è quanto si dice nel vangelo di oggi: Dio ha tanto amato il mondo da dare il Suo Figlio unigenito perché chiunque crede in Lui non vada perduto ma abbia la vita eterna. Mi stupisce questo amore: Dio ha dato ciò che aveva e ha di più caro e il Figlio ha condiviso pienamente la scelta del Padre. In Gesù Cristo Crocifisso e Risorto abbiamo la rivelazione più alta dell’amore di Dio. San Giovanni dirà nella sua prima lettera: Dio è amore! Eh sì, nella Sua identità profonda Dio è amore: è un Unico Dio in tre persone che si amano infinitamente e che si aprono all’esterno creando il mondo; ma non basta: il Padre manda il Figlio che opera con lo Spirito Santo per salvare l’uomo, per redimerlo e innalzarlo alla dignità divina. Ecco lo stupendo disegno di Dio: c’è da rimanere a bocca aperta, perché siamo al centro dell’amore. E questo amore cosa suscita? Suscita la lode, il ringraziamento ma ancor più suscita l’amore dell’uomo per Dio e apre l’uomo ad amare: inserito nell’Amore l’uomo esce dall’egoismo e si apre al dono, all’amore come dono di sé e inizia un mondo nuovo. Sostiamo almeno un poco oggi nella contemplazione del mistero di Dio: Egli non è lontano da noi, tutt’altro: lodiamolo con cuore traboccante perché ha dato il Figlio unigenito e nello Spirito Santo ci apre ogni volta all’accoglienza dell’amore e alla pratica del dono di sé agli altri.
 
- Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Sant'Agostino passeggiava lungo la spiaggia meditando sul grande mistero della Trinità. Vede un bambino che, scavata una buca nella sabbia, vi versava l'acqua che attingeva con una conchiglia dal mare. - Che fai, bambino mio? Voglio mettere il mare in questa buca...- È impossibile... mettere il mare così vasto in una buca così piccola...- E allora... come puoi turichiudere nella tua piccola testa... Dio così infinito?... E l'angelo sparì. Non è possibile alla nostra corta e limitata intelligenza penetrare e scrutare il mistero. Sarebbe bello poterci tuffare in esso e scoprire le meravigliose armonie di amore che intercorrono tra il Padre e il Figlio, e tra il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo. Chi ha solo intravisto queste altezze e questa profondità della sapienza di Dio non ha saputo fare altro che balbettare... Nessuna mente al mondo può immaginare, nessuna lingua può esprime quello che Dio tiene pronto per i suoi figli! Più che indagare, si accresca in noi la gioia di accogliere la Parola di Gesù che ci rivela il Dio, Uno e Trino, parlandoci ripetutamente della vita trinitaria che è amore: Il Padre manda nel mondo il suo Figlio Gesù per amore verso le sue creature, il Figlio offre se stesso in sacrificio di espiazione per amore dell'uomo peccatore, lo Spirito Santo, spirito di amore, diffonde nel cuore dell'uomo la tenerezza di figli adottivi del Padre... Nella pratica della vita cristiana spesso viene adombrato questo mistero: All'inizio della giornata e di ogni azione importante ci segniamo con il segno della croce in cui esprimiamo, a volte inconsciamente, i due misteri principali della fede: Unità e Trinità di Dio e Incarnazione, passione morte e risurrezione del Signore Gesù. Convinti di essere tempio del Dio vivente, sarebbe un prezioso frutto della solennità odierna se riuscissimo ad adorare in noi stessi questo nostro Dio che dimora presso di noi, se lo amiamo e fare con attenzione, devozione e intelligenza il segno della croce.
 
- La Trinità, specchio del nostro cuore profondo.
I termini che Gesù sceglie per raccontare la Trinità, sono nomi di famiglia, di affetto: Padre e Figlio, nomi che abbracciano, che si abbracciano. Spirito è nome che dice respiro: ogni vita riprende a respirare quando si sa accolta, presa in carico, abbracciata. In principio a tutto è posta una relazione; in principio, il legame. E se noi siamo fatti a sua immagine e somiglianza, allora il racconto di Dio è al tempo stesso racconto dell'uomo, e il dogma non rimane fredda dottrina, ma mi porta tutta una sapienza del vivere. Cuore di Dio e dell'uomo è la relazione: ecco perché la solitudine mi pesa e mi fa paura, perché è contro la mia natura. Ecco perché quando amo o trovo amicizia sto così bene, perché allora sono di nuovo a immagine della Trinità.
Nella Trinità è posto lo specchio del nostro cuore profondo, e del senso ultimo dell'universo. Nel principio e nella fine, origine e vertice dell'umano e del divino, è il legame di comunione.
Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio... In queste parole Giovanni racchiude il perché ultimo dell'incarnazione, della croce, della salvezza: ci assicura che Dio in eterno altro non fa' che considerare ogni uomo e ogni donna più importanti di se stesso. Dio ha tanto amato... E noi, creati a sua somigliante immagine, «abbiamo bisogno di molto amore per vivere bene» (J. Maritain).
Da dare il suo Figlio: nel Vangelo il verbo amare si traduce sempre con un altro verbo concreto, pratico, forte, il verbo dare (non c'è amore più grande che dare la propria vita...). Amare non è un fatto sentimentale, non equivale a emozionarsi o a intenerirsi, ma a dare, un verbo di mani e di gesti.
Dio non ha mandato il Figlio per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato. Salvato dall'unico grande peccato: il disamore. Gesù è il guaritore del disamore (V. Fasser). Quello che spiega tutta la storia di Gesù, quello che giustifica la croce e la Pasqua non è il peccato dell'uomo, ma l'amore per l'uomo; non qualcosa da togliere alla nostra vita, ma qualcosa da aggiungere: perché chiunque crede abbia più vita.
Dio ha tanto amato il mondo... E non soltanto gli uomini, ma il mondo intero, terra e messi, piante e animali. E se lui lo ha amato, anch'io voglio amarlo, custodirlo e coltivarlo, con tutta la sua ricchezza e bellezza, e lavorare perché la vita fiorisca in tutte le sue forme, e racconti Dio come frammento della sua Parola. Il mondo è il grande giardino di Dio e noi siamo i suoi piccoli "giardinieri planetari".
Davanti alla Trinità, ci sentiamo piccoli ma abbracciati, come un bambino: abbracciato dentro un vento in cui naviga l'intero creato e che ha nome amore.
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6) Momento di silenzio
perché la Parola di Dio possa entrare in noi ed illuminare la nostra vita.
 
 
7) Alcune domande per aiutarci nella meditazione e nella orazione.
- È per noi la casa, come diceva Giovanni Paolo II, una scuola di comunione?
- Pensiamo anche noi come Origene che la " Chiesa è piena della Trinità"?
- Ci vergogniamo di fare il segno della croce in pubblico?