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SPUNTI DI RIFLESSIONE
28 Marzo 2010
DOMENICA DELLE PALME
IL VANGELO
+ Passione di nostro Signore
Gesù Cristo secondo Luca
- Ho tanto desiderato
mangiare questa Pasqua con voi, prima della mia passione
Quando venne l’ora, [Gesù]
prese posto a tavola e gli apostoli con lui, e disse loro: «Ho tanto desiderato
mangiare questa Pasqua con voi, prima della mia passione, perché io vi dico: non
la mangerò più, finché essa non si compia nel regno di Dio». E, ricevuto un
calice, rese grazie e disse: «Prendetelo e fatelo passare tra voi, perché io vi
dico: da questo momento non berrò più del frutto della vite, finché non verrà il
regno di Dio».
- Fate questo in memoria
di me
Poi prese il pane, rese
grazie, lo spezzò e lo diede loro dicendo: «Questo è il mio corpo, che è dato
per voi; fate questo in memoria di me». E, dopo aver cenato, fece lo stesso con
il calice dicendo: «Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue, che è
versato per voi».
- Guai a quell’uomo dal
quale il Figlio dell’uomo viene tradito!
«Ma ecco, la mano di colui
che mi tradisce è con me, sulla tavola. Il Figlio dell’uomo se ne va, secondo
quanto è stabilito, ma guai a quell’uomo dal quale egli viene tradito!». Allora
essi cominciarono a domandarsi l’un l’altro chi di loro avrebbe fatto questo.
- Io sto in mezzo a voi
come colui che serve
E nacque tra loro anche una
discussione: chi di loro fosse da considerare più grande. Egli disse: «I re
delle nazioni le governano, e coloro che hanno potere su di esse sono chiamati
benefattori. Voi però non fate così; ma chi tra voi è più grande diventi come il
più giovane, e chi governa come colui che serve. Infatti chi è più grande, chi
sta a tavola o chi serve? Non è forse colui che sta a tavola? Eppure io sto in
mezzo a voi come colui che serve. Voi siete quelli che avete perseverato con me
nelle mie prove e io preparo per voi un regno, come il Padre mio l’ha preparato
per me, perché mangiate e beviate alla mia mensa nel mio regno. E siederete in
trono a giudicare le dodici tribù di Israele.
- Tu, una volta
convertito, conferma i tuoi fratelli
Simone, Simone, ecco: Satana
vi ha cercati per vagliarvi come il grano; ma io ho pregato per te, perché la
tua fede non venga meno. E tu, una volta convertito, conferma i tuoi fratelli».
E Pietro gli disse: «Signore, con te sono pronto ad andare anche in prigione e
alla morte». Gli rispose: «Pietro, io ti dico: oggi il gallo non canterà prima
che tu, per tre volte, abbia negato di conoscermi».
- Deve compiersi in me
questa parola della Scrittura
Poi disse loro: «Quando vi
ho mandato senza borsa, né sacca, né sandali, vi è forse mancato qualcosa?».
Risposero: «Nulla». Ed egli soggiunse: «Ma ora, chi ha una borsa la prenda, e
così chi ha una sacca; chi non ha spada, venda il mantello e ne compri una.
Perché io vi dico: deve compiersi in me questa parola della Scrittura: “E fu
annoverato tra gli empi”. Infatti tutto quello che mi riguarda volge al suo
compimento». Ed essi dissero: «Signore, ecco qui due spade». Ma egli disse:
«Basta!».
- Entrato nella lotta,
pregava più intensamente
Uscì e andò, come al solito,
al monte degli Ulivi; anche i discepoli lo seguirono. Giunto sul luogo, disse
loro: «Pregate, per non entrare in tentazione». Poi si allontanò da loro circa
un tiro di sasso, cadde in ginocchio e pregava dicendo: «Padre, se vuoi,
allontana da me questo calice! Tuttavia non sia fatta la mia, ma la tua
volontà». Gli apparve allora un angelo dal cielo per confortarlo. Entrato nella
lotta, pregava più intensamente, e il suo sudore diventò come gocce di sangue
che cadono a terra. Poi, rialzatosi dalla preghiera, andò dai discepoli e li
trovò che dormivano per la tristezza. E disse loro: «Perché dormite? Alzatevi e
pregate, per non entrare in tentazione».
- Giuda, con un bacio tu
tradisci il Figlio dell’uomo?
Mentre ancora egli parlava,
ecco giungere una folla; colui che si chiamava Giuda, uno dei Dodici, li
precedeva e si avvicinò a Gesù per baciarlo. Gesù gli disse: «Giuda, con un
bacio tu tradisci il Figlio dell’uomo?». Allora quelli che erano con lui,
vedendo ciò che stava per accadere, dissero: «Signore, dobbiamo colpire con la
spada?». E uno di loro colpì il servo del sommo sacerdote e gli staccò
l’orecchio destro. Ma Gesù intervenne dicendo: «Lasciate! Basta così!». E,
toccandogli l’orecchio, lo guarì. Poi Gesù disse a coloro che erano venuti
contro di lui, capi dei sacerdoti, capi delle guardie del tempio e anziani:
«Come se fossi un ladro siete venuti con spade e bastoni. Ogni giorno ero con
voi nel tempio e non avete mai messo le mani su di me; ma questa è l’ora vostra
e il potere delle tenebre».
- Uscito fuori, Pietro,
pianse amaramente
Dopo averlo catturato, lo
condussero via e lo fecero entrare nella casa del sommo sacerdote. Pietro lo
seguiva da lontano. Avevano acceso un fuoco in mezzo al cortile e si erano
seduti attorno; anche Pietro sedette in mezzo a loro. Una giovane serva lo vide
seduto vicino al fuoco e, guardandolo attentamente, disse: «Anche questi era con
lui». Ma egli negò dicendo: «O donna, non lo conosco!». Poco dopo un altro lo
vide e disse: «Anche tu sei uno di loro!». Ma Pietro rispose: «O uomo, non lo
sono!». Passata circa un’ora, un altro insisteva: «In verità, anche questi era
con lui; infatti è Galileo». Ma Pietro disse: «O uomo, non so quello che dici».
E in quell’istante, mentre ancora parlava, un gallo cantò. Allora il Signore si
voltò e fissò lo sguardo su Pietro, e Pietro si ricordò della parola che il
Signore gli aveva detto: «Prima che il gallo canti, oggi mi rinnegherai tre
volte». E, uscito fuori, pianse amaramente.
- Fa’ il profeta! Chi è
che ti ha colpito?
E intanto gli uomini che
avevano in custodia Gesù lo deridevano e lo picchiavano, gli bendavano gli occhi
e gli dicevano: «Fa’ il profeta! Chi è che ti ha colpito?». E molte altre cose
dicevano contro di lui, insultandolo.
- Lo condussero davanti
al loro Sinedrio
Appena fu giorno, si riunì
il consiglio degli anziani del popolo, con i capi dei sacerdoti e gli scribi; lo
condussero davanti al loro Sinedrio e gli dissero: «Se tu sei il Cristo, dillo a
noi». Rispose loro: «Anche se ve lo dico, non mi crederete; se vi interrogo, non
mi risponderete. Ma d’ora in poi il Figlio dell’uomo siederà alla destra della
potenza di Dio». Allora tutti dissero: «Tu dunque sei il Figlio di Dio?». Ed
egli rispose loro: «Voi stessi dite che io lo sono». E quelli dissero: «Che
bisogno abbiamo ancora di testimonianza? L’abbiamo udito noi stessi dalla sua
bocca».
- Non trovo in quest’uomo
alcun motivo di condanna
Tutta l’assemblea si alzò;
lo condussero da Pilato e cominciarono ad accusarlo: «Abbiamo trovato costui che
metteva in agitazione il nostro popolo, impediva di pagare tributi a Cesare e
affermava di essere Cristo re». Pilato allora lo interrogò: «Sei tu il re dei
Giudei?». Ed egli rispose: «Tu lo dici». Pilato disse ai capi dei sacerdoti e
alla folla: «Non trovo in quest’uomo alcun motivo di condanna». Ma essi
insistevano dicendo: «Costui solleva il popolo, insegnando per tutta la Giudea,
dopo aver cominciato dalla Galilea, fino a qui». Udito ciò, Pilato domandò se
quell’uomo era Galileo e, saputo che stava sotto l’autorità di Erode, lo rinviò
a Erode, che in quei giorni si trovava anch’egli a Gerusalemme.
- Erode con i suoi
soldati insulta Gesù
Vedendo Gesù, Erode si
rallegrò molto. Da molto tempo infatti desiderava vederlo, per averne sentito
parlare, e sperava di vedere qualche miracolo fatto da lui. Lo interrogò,
facendogli molte domande, ma egli non gli rispose nulla. Erano presenti anche i
capi dei sacerdoti e gli scribi, e insistevano nell’accusarlo. Allora anche
Erode, con i suoi soldati, lo insultò, si fece beffe di lui, gli mise addosso
una splendida veste e lo rimandò a Pilato. In quel giorno Erode e Pilato
diventarono amici tra loro; prima infatti tra loro vi era stata inimicizia.
- Pilato abbandona Gesù
alla loro volontà
Pilato, riuniti i capi dei
sacerdoti, le autorità e il popolo, disse loro: «Mi avete portato quest’uomo
come agitatore del popolo. Ecco, io l’ho esaminato davanti a voi, ma non ho
trovato in quest’uomo nessuna delle colpe di cui lo accusate; e neanche Erode:
infatti ce l’ha rimandato. Ecco, egli non ha fatto nulla che meriti la morte.
Perciò, dopo averlo punito, lo rimetterò in libertà». Ma essi si misero a
gridare tutti insieme: «Togli di mezzo costui! Rimettici in libertà Barabba!».
Questi era stato messo in prigione per una rivolta, scoppiata in città, e per
omicidio. Pilato parlò loro di nuovo, perché voleva rimettere in libertà Gesù.
Ma essi urlavano: «Crocifiggilo! Crocifiggilo!». Ed egli, per la terza volta,
disse loro: «Ma che male ha fatto costui? Non ho trovato in lui nulla che meriti
la morte. Dunque, lo punirò e lo rimetterò in libertà». Essi però insistevano a
gran voce, chiedendo che venisse crocifisso, e le loro grida crescevano. Pilato
allora decise che la loro richiesta venisse eseguita. Rimise in libertà colui
che era stato messo in prigione per rivolta e omicidio, e che essi richiedevano,
e consegnò Gesù al loro volere.
- Figlie di Gerusalemme,
non piangete su di me
Mentre lo conducevano via,
fermarono un certo Simone di Cirene, che tornava dai campi, e gli misero addosso
la croce, da portare dietro a Gesù. Lo seguiva una grande moltitudine di popolo
e di donne, che si battevano il petto e facevano lamenti su di lui. Ma Gesù,
voltandosi verso di loro, disse: «Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me,
ma piangete su voi stesse e sui vostri figli. Ecco, verranno giorni nei quali si
dirà: “Beate le sterili, i grembi che non hanno generato e i seni che non hanno
allattato”. Allora cominceranno a dire ai monti: “Cadete su di noi!”, e alle
colline: “Copriteci!”. Perché, se si tratta così il legno verde, che avverrà del
legno secco?».
Insieme con lui venivano condotti a morte anche altri due, che erano malfattori.
- Padre, perdona loro
perché non sanno quello che fanno
Quando giunsero sul luogo
chiamato Cranio, vi crocifissero lui e i malfattori, uno a destra e l’altro a
sinistra. Gesù diceva: «Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno».
Poi dividendo le sue vesti, le tirarono a sorte.
- Costui è il re dei
Giudei
Il popolo stava a vedere; i
capi invece lo deridevano dicendo: «Ha salvato altri! Salvi se stesso, se è lui
il Cristo di Dio, l’eletto». Anche i soldati lo deridevano, gli si accostavano
per porgergli dell’aceto e dicevano: «Se tu sei il re dei Giudei, salva te
stesso». Sopra di lui c’era anche una scritta: «Costui è il re dei Giudei».
- Oggi con me sarai nel
paradiso
Uno dei malfattori appesi
alla croce lo insultava: «Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e noi!». L’altro
invece lo rimproverava dicendo: «Non hai alcun timore di Dio, tu che sei
condannato alla stessa pena? Noi, giustamente, perché riceviamo quello che
abbiamo meritato per le nostre azioni; egli invece non ha fatto nulla di male».
E disse: «Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno». Gli rispose: «In
verità io ti dico: oggi con me sarai nel paradiso».
- Padre, nelle tue mani
consegno il mio spirito
Era già verso mezzogiorno e
si fece buio su tutta la terra fino alle tre del pomeriggio, perché il sole si
era eclissato. Il velo del tempio si squarciò a metà. Gesù, gridando a gran
voce, disse: «Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito». Detto questo,
spirò.
(Qui si genuflette e si
fa una breve pausa)
Visto ciò che era accaduto,
il centurione dava gloria a Dio dicendo: «Veramente quest’uomo era giusto». Così
pure tutta la folla che era venuta a vedere questo spettacolo, ripensando a
quanto era accaduto, se ne tornava battendosi il petto. Tutti i suoi conoscenti,
e le donne che lo avevano seguito fin dalla Galilea, stavano da lontano a
guardare tutto questo.
- Giuseppe pone il corpo
di Gesù in un sepolcro scavato nella roccia
Ed ecco, vi era un uomo di
nome Giuseppe, membro del Sinedrio, buono e giusto. Egli non aveva aderito alla
decisione e all’operato degli altri. Era di Arimatèa, una città della Giudea, e
aspettava il regno di Dio. Egli si presentò a Pilato e chiese il corpo di Gesù.
Lo depose dalla croce, lo avvolse con un lenzuolo e lo mise in un sepolcro
scavato nella roccia, nel quale nessuno era stato ancora sepolto. Era il giorno
della Parascève e già splendevano le luci del sabato. Le donne che erano venute
con Gesù dalla Galilea seguivano Giuseppe; esse osservarono il sepolcro e come
era stato posto il corpo di Gesù, poi tornarono indietro e prepararono aromi e
oli profumati. Il giorno di sabato osservarono il riposo come era prescritto.
Parola del Signore.
SPUNTI PER
L’OMELIA
Eccoci giunti al termine della
Quaresima. Oggi Domenica delle Palme tutti noi cristiani festeggiamo o meglio ci
prepariamo alla festa più importante dell'anno liturgico che è la Pasqua!
Ci prepariamo ascoltando questo lungo brano del Vangelo di Luca che è il
racconto degli ultimi giorni che Gesù ha vissuto in Palestina, e precisamente a
Gerusalemme. È un racconto ricco di dettagli, di personaggi e di eventi. Questi
sono gli eventi che approfondiremo e gusteremo con attenzione durante la
settimana santa, durante la quale rifaremo il gesto del lavarci i piedi l'uno
l'altro, accompagneremo simbolicamente Gesù fino alla croce e poi il sabato
rimarremo in silenzio per fare spazio nel nostro cuore a Gesù Risorto.
Ora però soffermiamoci sul significato della Domenica delle Palme. Mi sono
infatti posta molte domande su questa festa, che riassumo così: come mai
facciamo festa pur sapendo come Gesù è stato umiliato, malmenato, ed infine
ucciso quasi senza una ragione? Insomma, davanti agli eventi che abbiamo
ricordato quali sentimenti proviamo? Forse ci viene di essere tristi o
dispiaciuti per Gesù o anche arrabbiati con quanti pur conoscendo la sua bontà
non hanno fatto nulla per salvarlo o ancora rimanere nel dubbio: perché Gesù non
ha fatto un miracolo?
E tuttavia noi festeggiamo ricordando che Gesù entrando in Gerusalemme è stato
osannato, accolto come un re, un re un po' dimesso visto che si è presentato su
un asinello, e volendo vivere questo momento rifacciamo il gesto benedicendo i
rametti di ulivo in chiesa e li agitiamo come hanno fatto gli ebrei. Ma così
facendo non dimentichiamo forse la sofferenza di Gesù?!
La risposta che mi son data voglio spiegarvela attraverso l'immagine di una
persona che compra un libro e decide di leggerlo. Ora spesso le persone leggono
il libro partendo dall'inizio e seguendo il racconto giungono pazientemente alla
fine; altri invece, curiosoni, sbirciano subito la fine della storia per vedere
come finisce e man mano leggono immaginando come si arriva al termine.
Ecco questa differenza la possiamo riportare anche a noi che oggi ascoltiamo il
Vangelo di san Luca avendo ben presente come va a finire e quindi già
assaporiamo la gioia che hanno provato le donne quando sapranno che Gesù è
risorto. Gli ebrei invece, che hanno accolto festanti Gesù, non potevano
immaginare cosa sarebbe accaduto e come ognuno di loro, compresi i discepoli, si
sarebbe comportato. Insomma noi oggi possiamo accogliere festanti Gesù
ricordando certamente quello che ha patito, ma festanti perché conosciamo a
quale gioia porterà tutto questo.
Con questa consapevolezza accogliamo non solo simbolicamente Gesù agitando i
rami di ulivo, ma veramente nel cuore cominciando a riservargli un posto
speciale e durante la settimana santa dedicandoGli del tempo, facendo attenzione
a tutto ciò che è successo, ma con la gioia di chi sa cosa Dio ha preparato per
Suo Figlio Gesù e per tutti noi.
Così possiamo festeggiare: dicendo a Gesù che è bello conoscerLo e imparare da
Lui la bellezza di tutto ciò che ci accade, anche di ciò di cui è difficile
immaginare il finale, perché con Lui tutto procede per il nostro bene.
Buona Domenica delle Palme!
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