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di Paolo Sgroia
La parrocchia è la più piccola
circoscrizione territoriale ecclesiastica, formata da un gruppo di
fedeli affidati alle cure spirituali di un sacerdote, detto parroco. La
divisione in parrocchia cominciò a effettuarsi quando con la crescita
dei fedeli non ci si riusciva più a recarsi in un unico luogo di culto.
Ciò si verificò prima nelle città: a Roma già nel III secolo
l’organizzazione ecclesiastica era divisa in 25 tituli, le
attuali parrocchie. Più tardi anche le piccole comunità di campagna
ebbero le loro parrocchie, ma questo avvenne solo nel Basso Medioevo. A
norma delle vigenti leggi canoniche la parrocchia è eminentemente una
circoscrizione territoriale. Eccezionalmente possono esistere più
parrocchie sullo stesso territorio per fedeli di rito e lingue diverse.
In ogni parrocchia deve esservi un solo parroco. Se ve ne sono due sono
in solidum, ossia hanno la stessa dignità, ma uno solo, cioè il
moderatore è quello che ha le responsabilità civili. Più parrocchie
formano una Diocesi, cui presiede un Vescovo che ha l’autorità di
fondare parrocchie e nominare parroci. Le Diocesi, se grandi, possono
dividersi in zone pastorali chiamate Foranie. La nostra città appartiene
alla Forania di Eboli che comprende sette parrocchie.
S. Maria della Pietà
È eretta in
parrocchia da mons. Laspro nel 1880. La chiesa però è molto antica: è
l’originaria S. Maria de Conce costruita nel sec. XI; è nominata con
questo nome anche in un documento del 1309. La sua antichità trova
riscontro nello stile della chiesa, con costruzione solida ed imponente,
maestosa, con facciata munita di un porticato chiuso da cancelli. Nel
1511 la chiesa è indicata già con l’attuale titolo. Clemente VII la
eleva a Collegiata con non più di 12 canonici e un Primicerio con Bolla
«In supereminentis Apostolice dignitatis», datata 4 maggio 1531.
La prima nomina a Primicerio la ottiene don Donato Giuliani. Nel 1702 la
chiesa si arricchisce di un meraviglioso gruppo ligneo denominato S.
Maria della Pietà. La data che tutti conoscono, del 1698, non è altro
che l’anno in cui si stipulò il contratto tra il Primicerio della
Collegiata ed il celebre scultore Giacomo Colombo. Questa statua esce in
processione solo in occasione di grandi eventi. L’ultimo è stato il
giubileo del 2000. Il 17 agosto 1741 la Collegiata ottiene da papa
Benedetto XIV le insegne per il Primicerio, il cantore e i canonici. L’8
agosto 1811 è detta “insigne Collegiata Chiesa Maggiore” con 22
membri: 12 canonici, 2 dignità e 8 ebdomadari. Il 13 luglio 1866 in
applicazione alle leggi eversive il Capitolo è soppresso; tutti i beni
sono incamerati dallo Stato. L’11 febbraio 1903, mons. Laspro,
ricostituisce il Capitolo Collegiale con la dignità del Primicerio, con
6 canonici e 4 mansionari. Attualmente è Primicerio don Lazzaro
Benincasa. |
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S. Bartolomeo Apostolo
La prima notizia sulla chiesa parrocchiale di S.
Bartolomeo è del giugno 1179, dove in un documento si legge che
Benincasa, Abate del Monastero della SS. Trinità di Cava, compra una
casa “in parrocchia Sancti Bartolomei”. Istituita la Collegiata
di S. Maria della Pietà, la parrocchiale fu annessa alle dipendenze
della stessa, come quasi tutte le parrocchie di Eboli. Nel 1654, la
Parrocchia di S. Caterina (l’attuale chiesa di S. Giuseppe) fu soppressa
e unita a S. Bartolomeo.
La chiesa di S. Bartolomeo era ad una sola navata con
l’altare maggiore e due cappelle laterali, una per lato. Era posta
all’incrocio degli scaloni che portano il nome “Salita S. Bartolomeo”
con via Roma, proprio sulla destra di chi sale.
Nel luglio 1917, mons. Grasso, arcivescovo di Salerno,
visita la parrocchia dove vi ammira sull’altare il quadro della Madonna
della Pace, ed annota che quest’opera è di un elevato valore artistico.
Ma sia la chiesa sia le opere d’arte, furono tutte distrutte dai
bombardamenti aerei del 1943. Si salvò solo un antico busto piuttosto
tozzo e ruvido di S. Bartolomeo in pietra.
La nuova chiesa di S. Bartolomeo, fu costruita ex nova
dove prima della guerra v’era il campo sportivo. Con rito religioso il
tempio fu solennemente benedetto l’8 dicembre 1957, e il 17 dicembre fu
assegnato a don Teodoro Rossomando. Nel nuovo territorio parrocchiale vi
è anche la cappella di S. Maria del Soccorso.
Il 29 novembre 1965, nella chiesa di S. Bartolomeo, il
signor Bernas Zdzistaw, invitò l’amico cardinale Carlo Wojtyla,
Arcivescovo Metropolita di Cracovia in Polonia, futuro papa Giovanni
Paolo II, ad amministrare alle sue figliole il Sacramento dell’Eucarestia.
A causa del sisma del 1980, la chiesa subì danni alla parte superiore
dell’ingresso e varie lesioni in tutta la struttura. Chiusa al culto, è
stata riaperta l’1 giugno 1999. Dall’8 luglio 1986, regge la parrocchia
mons. Fernando Sparano. |
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S. Cuore di Gesù e
S. Berniero
Dopo il terremoto del 1980 nasce un nuovo quartiere in
loc. Pescara. Per le necessità pastorali di questa zona, mons. Italo
D’Elia, Vicario Generale della Diocesi di Salerno, chiede nel 1981
un’area per costruirvi una chiesa. Dopo l’autorizzazione del Comune di
Eboli di potervi installare un prefabbricato pesante, nel 1983, è donato
dalla diocesi di Treviso un prefabbricato per lo svolgimento delle
funzioni religiose. La chiesa è dedicata al Sacro Cuore di Gesù, sempre
per volontà di mons. Italo D’Elia, per non far dimenticare la
consacrazione della città di Eboli al S. Cuore di Gesù avvenuta il 28
marzo 1928, e a San Berniero perché compatrono della città. Il 28 giugno
1986 la chiesa è elevata a parrocchia con decorrenza dal 18 luglio 1986.
Il suo territorio è interamente distaccato dalla parrocchia di S. Maria
delle Grazie. Con il passare degli anni, con l’aumento delle attività
pastorali il prefabbricato risulta insufficiente per eseguire le
funzioni religiose e, pertanto, viene costruito un notevole Complesso
parrocchiale, uno dei più grandi di tutta la Diocesi, consacrato da
mons. Gerardo Pierro, il 3 settembre 1995. Nel 1998 sul sagrato della
chiesa viene riconsacrata la città di Eboli al Sacro Cuore di Gesù per
mano di mons. Gerardo Pierro, arcivescovo Metropolita di Salerno. Nel
territorio parrocchiale vi è anche l’antica chiesa della Madonna della
Catena. Attuale parroco è don Giuseppe Guariglia. |
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S. Maria ad Intra
Antichissima chiesa
parrocchiale, situata nella parte più alta della città, vicino alle mura
del Castello Colonna. Fu denominata ad Intra perché situata
all’interno delle mura. La notizia più antica di questa chiesa è del
977. Nel 1236 ha un rettore. Nel 1305 è indicata come rettoria con due
titolari. Dal secolo XIV viene spesso ricordata come parrocchia. Essendo
la parrocchia più antica della città, ha posseduto il privilegio della
processione del Corpus Domini, fino a quando i canonici della
Collegiata protestarono presso il Vicario Generale della Diocesi. Il 22
giugno 1746, fu firmato un decreto che la processione appartenesse non
più a S. Maria ad Intra ma alla Collegiata, privilegio mai più revocato.
Nel 1907 la chiesa fu dotata di una statua dell’Addolorata, opera del
Guachi. Nel 1924, la Pia unione delle Figlie di Maria, eretta nella
chiesa acquistò la statua di S. Agnese, opera degli artisti Vollono di
Napoli. Con Decreto arcivescovile del 1962, il titolo e il beneficio
sono trasferiti in una futura erigenda chiesa della nuova località del
Paterno. Le prime funzioni si svolgono in una civile abitazione. La
nuova chiesa prende il nome di S. Maria della Consolazione a ricordo
dell’antico affresco che si trova nell’oratorio al fianco dell’antica
chiesa di S. Maria ad Intra. Attendendo la fine della costruzione della
nuova chiesa in località Fontanelle iniziata nel 1968, si costruisce una
sede provvisoria, che in seguito diviene la sede definitiva della
parrocchia perché i lavori di via Fontanelle non saranno mai ultimati.
La chiesa è stata restaurata recentemente e nel campanile si possono
ammirare le artistiche campane dell’antica chiesa. Attuale parroco è don
Andrea Arminio. |
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S. Nicola de Schola
Graeca in S. Vito al Sele
Il primo documento
che concerne la chiesa di S. Nicola, è del 977. Nel 1095, il conte
Ruggiero, signore di Eboli, dona detta chiesa all’abate Gregorio di S.
Pietro Apostolo di Eboli. Tale dono è confermato dall’Arcivescovo
Romualdo II nel 1160. Per vari secoli la chiesa fu grancia della badia
di S. Pietro Apostolo. Il 16 marzo 1289 si ha il primo documento che la
riporta come parrocchia. La chiesa nel 1309 è servita da ben quattro
rettori, oltre al parroco ed i cappellani. Nel 1606 fu fondata nella
chiesa la confraternita sotto il titolo di Maria Santissima del Carmine.
Nell’anno 1709 fu fondata nella chiesa una Ricettizia di preti, che in
seguito passò nella chiesa di S. Francesco. La chiesa cambiò forma e
posizione nell’anno 1716. Nell’anno 1883 la chiesa fu consacrata da
mons. Pietro Maglione, ultimo Vescovo ebolitano. Nel 1909 la chiesa
aveva sette altari e su quello maggiore vi era la statua del Sacro Cuore
di Gesù, opera dello scultore Raffaele Campa. Intorno al 1932 al
campanile fu installato l’orologio smontato dal campanile di S. Rocco
che si trovava all’inizio di Via Matteo Ripa. La chiesa fu danneggiata
durante l’ultimo conflitto. Dall’1 novembre 1957, il titolo e il
beneficio sono stati trasferiti in S. Vito al Sele, in loc. S. Cecilia,
nel centro dell'abitato, mentre il territorio è accorpato a S.
Eustachio e S. Biagio. La chiesa di S. Vito al Sele è già esistente
nel X secolo, di proprietà della Curia Arcivescovile. Attuale parroco è
il veneto don Daniele Peron che è anche Vicario foraneo di Eboli. |
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S. Maria del
Carmine e S. Eustachio in S. Francesco
È la fusione di due
parrocchie: S. Maria del Carmine e S. Lorenzo con S. Eustachio
e S. Biagio, con sede nell’antichissima chiesa di S. Francesco
fondata dai Frati Minori Conventuali nel XIII secolo. La chiesa di S.
Francesco, diviene sede parrocchiale nel 1811, quando vi sono trasferiti
il titolo e il beneficio dell’antica parrocchia di S. Lorenzo; nel 1836
vi è trasferita anche la ricettizia di S. Maria del Carmine. La prima
notizia della chiesa di S. Lorenzo è del 1135. Il primo documento,
invece, che accenna alla chiesa di S. Eustachio è del 1309; è elencata
nel 1653 tra le parrocchie di Eboli. L’1 ottobre 1957, la sede della
parrocchia di S. Eustachio e S. Biagio è trasferita in S. Nicola,
per poi accorparsi il 28 giugno 1986 con quella di S. Maria del
Carmine e S. Lorenzo, ricevendo l’attuale titolo. |
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S. Maria delle Grazie
Il Complesso
conventuale è costruito dai Frati Domenicani alla fine del XV secolo.
Soppresso il Monastero nel 1652 da Innocenzo X, nel 1690 è concesso ai
Padri Riformati di S. Francesco. Il convento è soppresso ancora una
volta dalle leggi eversive del 1807, ed i Francesi adibiscono la chiesa
a Quartiere Generale delle Truppe. Dal 1807 al 1932 il Complesso
conventuale è rettoria. Nel 1932 il convento e la chiesa sono concessi
alle Figlie di Cristo Re, rifugiate in Italia in seguito alla
persecuzione religiosa ed alla guerra civile scoppiata in Spagna. Il
Convento viene completamente distrutto dai bombardamenti del 1943.
Rimangono in piedi solo il campanile e la facciata della chiesa. Nel
1952 viene ricostruito l’intero complesso e restaurato il campanile e
il battistero. Le suore di Cristo Re vi ritornarono nel 1961. La chiesa
della Madonna delle Grazie è elevata a parrocchia il 1° giugno 1966 con
Decreto dell'arcivescovo di Salerno mons. Demetrio Moscato. Nello stesso
anno è
nominato parroco don Enzo Caponigro e in seguito, nel 2002, don Paolo
Castaldi. Nel 1970 nella chiesa viene rifatto uno splendido pavimento.
Dopo il sisma del 1980, la chiesa è interamente rifatta tranne la
facciata e il battistero. La chiesa è ad una sola navata con l’altare
maggiore e altri tre altari per lato. |
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