Ruderi di S. Aniello

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Emergenze storiche sulla Via delle Calabrie ad Eboli in antichi  documenti inediti

I maestosi ruderi di S. Aniello alla Sciuscella, la Strada Regia e  l'Epitaffio

Foto e ricerche di Carmine Giarla

 

I ruderi di S. Aniello, che scopriamo per la prima volta all'attenzione di tutti gli amanti della nostra storia, riportano ad un indubbio ambiente sacro tardo medioevale con caratteristiche costruttive simili a S. Maria del Carmine e S. Maria del Castello con aspetto di modesta fortezza. Sono testimonianze antichissime del culto di Eboli al santo abate napoletano, <Agnello> che in un himnarium del  XII  sec. veniva cantato ed invocato per i suoi miracoli: l 'udito ai sordi, la parola ai muti, la guarigione degli storpi e degli indemoniati (demones sevos fugat). Riportata come torre nel 1612, è citata <diruta> nel XVI sec. una chiesa di S. Aniello <grangia> della Collegiata di Eboli in una carta dell'Archivio Diocesano. Un cippo di confine in loco di pietra scolpito <SS.T.C.> ci rimanda ad antica dipendenza della Santissima Trinità di Cava. Da verificare della Santissima Trinità di Campagna per diversi fondi limitrofi del Capitolo campagnese. E' sita sotto Tavoliello a sinistra della vicinale Madonna della Catena circondata da annosi ulivi e olmi. Un centinaio di metri separano i ruderi da una sorgente incanalata nella proprietà Tommasini, che, senza ombra di dubbio, si tratta delle acque di Amelio.

Dai documenti inediti che riportiamo S. Aniello era al centro dell'allora Ceffato, <casale> sulla via romana Popilia in cui sono stati effettuati recenti e preziosissimi scavi archeologici. Era prossima all'incontro della strada regia vecchia e nuova ove era l'Epitaffio della Dogana Ducale. Dopo la decadenza come chiesa è utilizzata come taverna. Conserva ancora tracce di un incendio (taverne arse), alla memoria del quale potrebbe risalire la denominazione delle attuali località di Casarsa e Castrullo.

 

I documenti

 

1) ACSMP; 1560;

Da una copia (autenticata da not. Alessandro Sproviero di Eboli) estratta da not. Paolo Paladino del 10 aprile 1560, il notaio Bernardino Nuzzillo di Eboli, aliena al figlio Nicola Francesco un territorio con piante di olive “ubi dicitur Santo Aniello”  vicino i beni di Domenico de Gaudiano e di Donato Corcione.

 

2) ASS; 2583; 1602;

Risulta che Cornelia, figlia di Geronimo Marcangione e  Camilla Perrella di Altavilla, si era sposata il 16/1/1601 davanti alla chiesa di S. Maria dei Martiri di Altavilla con Tommaso de Julianis con la seguente dote: 1100 ducati in beni mobili, stabili e censi “more nobilium et iure francorum”, hoc modo: ducati 58 e ducati 100 in panni, uno sproviero con lo tornalietto de tre peczi de bracza sectantasei de tela lavorato de raso de fili bianco, che nge sono canne cinquanta de lavoro a carlini 5 la canna e sono ducati 25 de tela, uno paro de lenzole de li stessa tela de bracza trenta, un altro paro de lenzola de bracza 56, una coltra de tela bianca piena de bambace, 28 palmi de telecto de seta de onze 30 lavorata d'auglia, 62 bracza de mataraczi in tocco, un oliveto a S. Aniello ed uno a Morena di Eboli.

 

3) ACSMP; 1610;

Da copia autentica di not. P. Vassallo, Berardino Nozzillo possiede un oliveto ove si dice S. Aniello ed un altro a Melito seu Froaldo venduto a Michele Marra di Eboli per 21 ducati.

 

4) PLADEF; 1612;

Dalla descrizione dei beni del clerico Antonio de Cenna risulta possedere una casa palaziata a S. Eustachio vicino la  via, la famiglia de Criscillo, Portia de Lisa e i rivellini ed un oliveto "ubi dicitur l'acqua dell'Amelio seu Sancto Aniello".  Nello stesso documento si precisa “un oliveto dove se dice la Torre seu l'acqua d'Amelio”.

 

5) S. NICOLA, PLATEA; 1737; EPITAFFIO;

Si riporta questa località nella platea di S. Nicola ove e' inserita una copia del notaio Berniero Romano autenticata dal notaio Biagio Elefante. Angela Zuccaro, già moglie di Vincenzo Grisignano nel 1721 aveva venduto al notaio B. Romano una "sua vigna vecchia oggi affatto diruta e presentemente  cominciata a piantarsi da nuovo da detto signor notaio Romano con territorio vacuo contiguo, casa, palmento e pozzo, con arbori fruttiferi dentro di capacità di tomola nove in circa in semina col ius della strada che comincia dalla Via Regia e va in detta vigna, tanto larga detta strada che vi possono camminare due carra insieme... Oltre la strada antica che vi è che comincia vicino al ponte del Petaffio della Ducal Doana nel luogo detto il Ceffato e va a terminare alla difesa della Pescara, quale vigna è sita e posta in questo territorio di Eboli nel luogo detto il Ceffato seu la Torre, sotto a l'altri beni del signor notar Romano da settentrione, li beni del monastero di Donne Monache, li beni ereditari di Maffia con detta strada grande, li beni del signor De Sio da oriente, li beni di Francesco Pinto e Giuseppe Fresolone da mezzo giorno, e la via vicinale che cala da detto Epitaffio da occidente..."

 

6) S. NICOLA, SS PP; 1770; SCIOSCELLA, STRADA REGIA e TAVERNE ARSE;

La chiesa ricettizia di S. Maria del Carmine in S. Nicola, per pesi di messe di Giulia Malena possiede: “Un pezzo di territorio di tomola 3 in circa nel le luogo detto la Torre ossiano Taverne Arse, quale territorio oggi è olivetato, cioè tomola due in circa conceduto in enfiteusim a Giuseppe Giordano a terza generazione maschile, che confina coll'arbosto di Giovan Battista Ferraro mediante la Strada Regia vecchia, quale Strada Regia vecchia oggi s'appartiene al detto territorio colli beni del signor D. Francesco Galardi, e Strada Regia nuova, per l'annuo canone di carlini venti l'anno, e matura ad ultimo agosto come appare da istrumento rogato per mano di notar Biaggio Elefanti ad aprile 1770. Il restante del detto territorio di capacità tomolo uno e quarto in circa fu venduto al signor D. Francesco Viviano per ducati 35 al cinque per cento e rende ogni anno carlini diciessette e mezzo e matura ad aprile, quale capitale è restato ippotecato sopra il detto territorio ed altri beni del sudetto Viviano e confina colla sudetta Strada Regia nuova, colli beni del sudetto D. Francesco Galardi e colli beni del sudetto Viviano denominato la Scioscella, il tutto appare da istrumento stipolato per mano di notar Antonio Romano ad aprile 1769”.

 

7) A C; CARTACEO; 1748; CASARSA E CASTRULLO;

Annota il tavolario Manni: <Distante da questa terra circa miglia tre verso il territorio della città di Campagna vi è un territorio denominato lo Castruro seu  le Casarse posseduto dalla magnifica Angela Greco, scampio, seminatorio e parte saldo con luogo macchioso, con alcuni alberi di querce,   olmi, e frassini, dove sta la chiusa, confinante con la strada Regia che conduce a Calabria ed altri luoghi, la quale è confino divisorio fra questa terra d'Euoli e la città di Campagna>.

 

8) ASMP; Conti; 1784; S. Aniello;

Dallo <Stato delle rendite della venerabile Cappella dei Morti> di Pasquale Ferraro l'uliveto di S. Aniello è fittato a Giacomo Genovese.

 

9) ASMP; CONTI; 1789; S. Aniello;

Dallo <Stato delle rendite della venerabile Cappella dei Morti> di Pasquale Ferraro l'uliveto di S. Aniello è fittato a Giuseppe  Giudice.

 

10) ASS; Catasto Provvisorio; 1866;

In testa al Demanio dello Stato al n. 2022 il 26/3/1866 figurano: un  pascolo a S. Aniello  (1  F  96 TER ) ed un oliveto S. Aniello espressamente come cappella è riportata nella <Prebenda del Cantore Ludovici> di S. Maria della Pietà di Eboli. Altra notizia è di S. Aniello discaricato a tal Nobile Vincenzo.

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