Otto per mille
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All'inizio Qualcuno lo scambiava per il prodotto di una moltiplicazione o addirittura per una tassa in più. Altri invece ignoravano del tutto il problema. Oggi, invece, l’8xmille è, tra le due forme di derivazione concordataria, quella che ha riscosso più interesse, dimostrando che gli italiani hanno fiducia nella Chiesa Cattolica e nel suo operato. Questa forma di sostegno economico alla Chiesa Cattolica provvede a finalità più ampie rispetto a quella prevista dalle Offerte per i sacerdoti. Se il contribuente sceglie in favore della Chiesa Cattolica, sa che la quota a questa spettante sarà versata dallo Stato alla Conferenza Episcopale Italiana (C.E.I.), la quale sarà tenuta a ripartirla e ad assegnarla per tre finalità: - ESIGENZE DI CULTO E PASTORALE DELLA POPOLAZIONE ITALIANA - INTERVENTI CARITATIVI IN ITALIA E NEL TERZO MONDO - SOSTENTAMENTO DEI SACERDOTI La Conferenza Episcopale Italiana dà annualmente pubblico rendiconto del modo in cui ha ripartito e gestito la quota di 8xmille attribuitale dai contribuenti; ciò per favorire la trasparenza e l'informazione e per far crescere la coscienza e la partecipazione dei fedeli e di tutti i cittadini.
Cosa si intende per 8xmille? Lo Stato mette a disposizione dei contribuenti una quota del gettito complessivo dell’Irpef (l’imposta sul reddito delle persone fisiche) per scopi "sociali o umanitari" a gestione statale oppure "religiosi o caritativi" gestiti da confessioni religiose. Questa quota è pari all’8xmille dell’intero gettito Irpef. Lo Stato non ne decide però direttamente l'attribuzione, ma affida alla libera scelta dei cittadini contribuenti il compito di determinare a chi e per quali scopi deve essere destinata, esprimendo la propria preferenza firmando in una delle caselle sui modelli Unico (ex mod.740), 730 (nel modello 730-1), Certificazione Unica (ex 101 e 201).
I soggetti destinatari Possono variare ogni anno, perchè il meccanismo è aperto: ogni confessione religiosa può infatti stipulare accordi con lo Stato italiano e chiedere di aderire al meccanismo dell'8xmille. Oggi, in seguito alle intese con altre confessioni religiose, sono sette i soggetti che ne possono beneficiare: Stato italiano, Chiesa Cattolica, Unione Chiese cristiane avventiste del 7° giorno, Assemblee di Dio in Italia, Chiesa Evangelica Valdese, Chiesa Evangelica Luterana in Italia, Unione Comunità Ebraiche italiane.
Esprimere la propria scelta comporta il pagamento di una tassa in più? Assolutamente no. Non si tratta di una maggiorazione dell'imposta, di un 8xmille in più di tasse da pagare: si tratta invece della facoltà di decidere quale destinazione debba essere data all'8xmille dell'Irpef che tutti abbiamo pagata. E attenzione: non si tratta dell'8xmille dell'Irpef pagata da ciascun contribuente, ma dell'8xmille del gettito complessivo che lo Stato riceve da questa imposta. Quindi la firma non costa niente perché la scelta sulla destinazione si riferisce ad una quota dell’intero gettito dell’Irpef e non all’Irpef personale di ognuno. In sede di ripartizione ogni firma vale allo stesso modo e non c’è differenza, ad esempio, tra la firma di un contribuente il cui reddito ammonta a 100 mila euro annui e quella di un altro contribuente con un reddito di 25 mila euro. Come viene ripartito tra i diversi destinatari l'8xmille del gettito Irpef ? La ripartizione avviene in proporzione alle scelte espresse e quindi senza tenere conto degli "astenuti". Ad esempio, se il 60 per cento dei contribuenti esprime una scelta, si terrà conto solo delle preferenze di quel 60 per cento. Non esiste obbligo, ma semplicemente la facoltà di scegliere la destinazione dell'8xmille; perciò può capitare che alcuni contribuenti si astengano da qualsiasi scelta. Che cosa succede in questo caso? Lo Stato ripartisce l'intero 8xmille in proporzione alle scelte espresse da chi ha deciso di avvalersi della possibilità di scegliere, senza che l'astensione di alcuni ne sottragga alla ripartizione una parte.
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