I domenica

Home Su Sommario Cerca Contatti Privacy Area riservata

 

=======================================================================

Domenica 2 dicembre 2012 - I DOMENICA DI AVVENTO (ANNO C)

=======================================================================

 

VANGELO (Lc 21,25-28.34-36)
La vostra liberazione è vicina.

 

+ Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l’attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte. Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire su una nube con grande potenza e gloria. Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina. State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso all’improvviso; come un laccio infatti esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra. Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere, e di comparire davanti al Figlio dell’uomo».

Parola del Signore

 

SPUNTI PER L’OMELIA

 

Accanto all’altare ci sarà una mangiatoia che resterà per tutto il periodo dell’Avvento

 

Vi è mai capitato che, mentre camminavate per strada intenti a leggere e a rispondere ad un messaggio sul cellulare, vi siete così distratti da andare a sbattere contro qualcosa o qualcuno? A me si. Non mi è capitato tante volte, ma mi son bastate un paio di brutte figure (e leggeri bernoccoli) da insegnarmi la lezione: quando si cammina per strada è meglio stare attenti a quello che abbiamo di fronte e non "perdersi" in letture di giornali o messaggini.

Questo può sembrare un discorso molto ridicolo dopo aver letto le parole del Vangelo di questa prima domenica di Avvento. Ma credo che sia importante partire da una situazione così banale, come quella di uno scontro passeggiando per strada, per arrivare a capire come sia vero che se non stiamo attenti a quello che succede attorno a noi, rischiamo di perdere una delle più grandi occasioni della nostra vita: incontrare Gesù Cristo.

E come possiamo fare esperienza di un incontro così importante se non a Natale?

Proprio per evitare di giungere al Natale quasi senza rendercene conto, per non correre il rischio di lasciarci scivolare il tempo e i giorni sulla pelle, senza avvertirne il peso e la preziosità, ecco che la Chiesa, saggiamente, ha predisposto il tempo dell'Avvento. Un periodo di attesa…Un sentiero da percorrere aiutati da alcuni elementi per iniziare al meglio quest'anno liturgico.

Per prima cosa, siamo avvisati dal colore: i paramenti dell'altare e addosso al sacerdote sono viola, un colore che significa "attenzione, attesa, preparazione"; un colore che è un invito a concentrarci bene, ad essere profondamente attenti così da non sprecare tempo ed energie. Un altro aiuto fondamentale per vivere bene l'Avvento ci viene dai brani della Parola di Dio che la Chiesa sceglie per questo periodo, quasi per suggerirci un percorso, ricco e intenso. È vero che ogni Avvento assomiglia un po' a quelli che lo hanno preceduto, ma se prestiamo orecchio, ci accorgeremo che ogni Avvento ha anche il suo filo conduttore specialissimo e unico: una parola, un dettaglio, un'immagine, che lega insieme i brani della Scrittura di tutte e quattro le domeniche che ci preparano al Natale. 

Cerchiamo allora di scoprire quale sarà questo particolare, speciale e luminoso, che ci accompagnerà lungo il nostro Avvento. Dunque…vi sarete accorti che accanto all’altare è presente una mangiatoia. Sapete, ragazzi, questo simbolo mi riporta con la mente ai ricordi di quand’ero bambino. Non so se si usa ancora, ma una delle più belle tradizioni Natalizie è la preparazione del presepe. Ebbene, è proprio questo che faremo insieme in queste domeniche. Prepareremo un bel presepe. Siete d’accordo?

Dunque…il vangelo di oggi parla di vegliare, di non dormire. Gesù lo diceva sempre: "Tenete gli occhi aperti, non dormite…". Perché poi ciò che accade sembra un laccio improvviso, un imprevisto, ma non è così. Avere gli occhi aperti vale per tutte le realtà: personali e sociali. Il vangelo si conclude con le parole: "Vegliate e pregate". Una grande forma di preghiera, allora, è non prendere sonno, non dormire. 

 

Un bambino porta all’altare la sagoma di un pastore e ne legge il commento

 

Commento: Vegliare è non permettere che il nostro cuore prenda sonno e non provi più la gioia per la vita, l'entusiasmo per le cose nuove, la passione per ciò che ama, lo stupore di fronte alla bellezza. 

 

Dunque la parola chiave di questa prima settimana di avvento è vegliare. Il personaggio del presepe che più di ogni altro incarna la caratteristica della vigilanza è il pastore. Proprio i pastori, infatti sono stati i primi testimoni di Gesù e, in quanto tali vanno premiati e messi per primi accanto alla mangiatoia. “Dio ama parlare con i semplici”. Per vederlo bisogna essergli vicini. I pastori, persone semplici, che non si aspettavano grandi onori, eppure il Signore li ha trattati come dei principi, ai quali si deve annunciare per primi un avvenimento che cambierà il corso della storia. Chi può riconoscere nella sua piccolezza di Agnello “il Pastore Grande delle pecore” se non dei piccoli pastori?  Essi credono all’annuncio dell’Angelo. L’annuncio è efficace solo per chi lo ascolta e cambia direzione. Dio opera sempre ciò che dice, ma è la nostra obbedienza di fede che ci mette in moto per vedere la verità di ciò che dice. Seguendo l’annuncio i pastori intraprendono il cammino di fede, incoraggiandosi l’un…i pastori che vanno senza indugio sono modelli di fede, essi vedono la realtà di ciò che il Signore ha fatto loro conoscere. Chi crede sperimenta che è vero ciò che crede. Ma non solo…Chi crede si impegna a tutti i costi perché anche gli altri credano. I pastori, quindi sono anche i primi apostoli di Gesù bambino, perché dopo averlo incontrato e riconosciuto come Messia, portano la lieta notizia a tutti gli altri. I pastori dunque sono stati attenti e vigilanti a riconoscere in quel piccolo bambino il Re del Mondo.

Questa purtroppo è una cosa che a noi riesce abbastanza difficile, sapete perché? Perché spesso confondiamo l’attesa con le attese. Mi spiego meglio raccontandovi una storia.

 

STORIELLA

 

E' famosa la storia di quel barbone che mendicava lungo la strada raccogliendo a mala pena quel poco per sfamarsi giorno per giorno. E pensava: "Ma Dio, perché non mi dà mai una mano? Perché non passa mai?". Passa un altro barbone che gli chiede un'offerta: "Tu che chiedi a me un'offerta. E cosa ti posso dare io?". Così cerca nelle sue tasche dove c'è un po' di grano. Prende un chicco di grano e lo dà all'altro barbone. A sera tirò fuori quello che aveva raccolto durante la giornata per sfamarsi: un po' di pane, una mela e i chicchi di grano. Ma che sorpresa: c'era un chicco di grano d'oro! Sì, Dio era passato ma non come credeva o pensava Lui. Non l'aveva riconosciuto. Dio non era come lui se l'aspettava.

 

Se non ti aspetti nulla avrai tutto ciò di cui hai bisogno. Non stabilire come Lui verrà o dovrebbe venire: lascia aperta la porta e fatti sorprendere!


L'avvento è un tempo di attesa. Ma noi confondiamo spesso attesa e attese. Attese intese come aspettative. Ma cerchiamo di capire insieme qual è la differenza tra le due:

-          L'attesa non ha oggetto: è apertura e accoglienza. L'attesa accetta tutto ciò che le viene incontro. L'aspettativa no: "Voglio questo" e ha ben chiaro cosa vuole e cosa non vuole.

-          L'aspettativa fa conto su di sé: sei tu che decidi cosa è buono o no per te; cosa Dio ti deve mandare; come devono essere gli altri; cosa tu devi o non devi essere. L'attesa, invece, è piena di fiducia: se arriva vuol dire che è buono per me o che comunque è importante per me anche se io non lo capisco o non lo accetto. 

-          L'aspettativa non ha tempo: vuole tutto e subito, tutto e presto. Tutti i mezzi di comunicazione riducono i tempi di attesa: per parlare il telefono; per comunicare internet, per muoversi l'auto; per lavare la lavatrice; per cucinare il microonde. L'attesa, invece, conosce il tempo: ogni gravidanza ha il suo tempo. Ma è il tempo necessario per il nascere di ogni cosa. 

-          L'aspettativa ti porta a vivere nel futuro: "Quando verrà quella cosa, allora sì che sarò felice… allora sì che sarò realizzato.. allora sì che sarò qualcuno… allora sì che…". E così uno corre, corre e corre perché solo quando avrà quella cosa sarà felice. E se poi non arriva allora ci si deprime. Attesa, invece, è vivere il presente: "Sento che non sono completo, sento che mi manca qualcosa, sono aperto e disponibile a quello che verrà. Ma intanto vivo oggi e sono felice; se verrà qualcos'altro, tanto meglio". 

-          L'aspettativa chiude perché tu hai già deciso cosa deve arrivare e cosa devi trovare. E se non lo trovi invece di chiederti se stai sbagliando a cercare (non lo trovi!) ti arrabbi e ti ritieni il più "sfigato" del mondo. L'attesa apre: non decide cosa deve arrivare ma è aperta a raccogliere quello che verrà. Non sa cosa verrà ma è disponibile ad accoglierlo, a farlo entrare, a valutare se può far parte della sua vita. 

-          L'aspettativa genera ansia: c'è una meta da raggiungere e guai se non la raggiungiamo. E' simile a quando tu vai a fare un esame all'università: ti aspetti di superarlo (ovviamente!) ma questo ti crea ansia perché è una valutazione su di te. Se uno vive così tutte le cose (se non le raggiungo vuol dire che non valgo) allora è destinato a vivere perennemente nell'ansia. L'attesa genera pace: non c'è un traguardo da raggiungere per cui non sono sotto pressione. Io faccio le mie cose e vivo la mia vita e lascio la porta aperta. Se qualcosa deve arrivare, verrà, senza preoccupazioni. 

-          L'aspettativa genera delusione. La grandezza delle tue aspettative rivela il grado di delusione e di amarezza che dovrai vivere. L'attesa, invece, genera sorpresa. Non ti fai delle aspettative, non hai già in mente cosa dovrà capitarti o venirti incontro per cui sei disponibile a prendere ciò che viene.

 

Preghiera finale 

Impara a sognare, cioè a vivere pienamente: 
i sogni non devono realizzarsi tutti,
 
ma devono e possono spingerti oltre,
 
portarti avanti,
 
darti e conservarti il coraggio di sognare.
 
Cosa sogni?
 
Questo ti dice chi sei
 
molto meglio di ciò che fai.
 
Siano grandi, coraggiosi, colorati i tuoi sogni!
Abbi il coraggio di sognare, allora,
 
e se vuoi conoscerti davvero
 
guarda sempre ai sogni che hai
!

 

Scarica

 

Visita gli altri  Commenti

 

Realizzato da Sabato Bufano - Informa s.a.s. - Tel. 0828620029
© 2006 Parrocchia Sacro Cuore di Gesù - Eboli (SA)