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======================================================================= SPUNTI DI RIFLESSIONE – SOLENNITA' DI PENTECOSTE (ANNO B) =======================================================================
VANGELO (Gv 15,26-27; 16,12-15) Lo Spirito di verità vi guiderà alla verità tutta intera.
+ Dal Vangelo secondo Giovanni In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Quando verrà il Paràclito, che io vi manderò dal Padre, lo Spirito della verità che procede dal Padre, egli darà testimonianza di me; e anche voi date testimonianza, perché siete con me fin dal principio. Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future. Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà». Parola del Signore
SPUNTI PER L’OMELIA
Scritta davanti all’altare “Costruire insieme un sogno … si può!” Carissimi bambini, vi svelo un segreto: per me oggi è un giorno molto particolare. Il mio stato d’animo è abbastanza combattuto: da un lato sono felice perché stiamo per vivere una giornata meravigliosa; dall’altro, consentitemi di avere un po’ di magone perché proprio oggi, con la Festa della Famiglia, ha fine anche l’anno catechistico. Ciò significa che non ci incontreremo più, come da tradizione, il sabato pomeriggio alle 15,30 per il catechismo e alle 16,30 per l’animazione e i laboratori... Ma volevo ricordarvi che la Parrocchia non va in vacanza, anzi … A partire dall’11 giugno, infatti, avranno inizio le tanto attese attività estive. Inizierà la lunghissima Estate Oratoriana. Vi elenco velocemente tutto ciò che vi aspetta:
Insomma, un programma davvero ricco d’impegni per chi vorrà trascorrere la propria estate in un luogo “protetto” in cui vivere bene sia il riposo sia la sana aggregazione. Detto ciò, vi inviterei, per un attimo a soffermarvi su ciò che il Signore vuole comunicarci nel Vangelo di quest’oggi. Come ci siamo detti domenica scorsa, stiamo attraversando l’ultimo pezzettino del tempo di Pasqua, ed è un tempo pieno di feste e di solennità, ogni domenica ne abbiamo una diversa da celebrare. Domenica scorsa la Chiesa ci ha invitati a ricordare l’Ascensione del Signore, cioè il ritorno definitivo di Gesù Risorto al Padre. E proprio domenica scorsa, il Signore ci ha affidato una missione importantissima … ricordate di che cosa si trattava? Annunciare il Vangelo fino ai confini della Terra … Cioè? Essere testimoni di Gesù, raccontare agli altri quanto siamo felici di aver incontrato il Signore. Ma Gesù, sempre domenica scorsa, ci ha anche detto quali sono i segni prodigiosi che accompagnano coloro che credono in Lui: scacciare il male dal cuore, rendendo l’anima libera da ogni cattiveria; parlare lingue nuove, cioè saper dialogare con tutti, entrare in comunione con ogni persona che incontriamo; guarire i malati, non dalle malattie del corpo, ma da quelle del cuore: dalla solitudine, dalla tristezza, dalla sfiducia, dalla paura … Certamente quello che Gesù ci ha assegnato è un compito molto impegnativo che richiede due elementi fondamentali: il coraggio e la passione. Ma a questo torneremo dopo … per ora ricordate solo queste due paroline: coraggio e passione. Sapete, ragazzi, oggi si celebra la Solennità di Pentecoste. Che significa questa strana parola? Vuol dire che sono trascorsi cinquanta giorni dalla Pasqua. Pentecoste è una festa del popolo d’Israele, una festa che già si celebrava al tempo di Gesù. Per questa festa importante, a Gerusalemme si radunava tanta folla, gente di ogni città e paese, persone che arrivavano anche da molto lontano. Gli apostoli, che una settimana fa hanno salutato per l’ultima volta il loro Maestro Risorto, pensano che con tutta quella confusione non è proprio il caso di andare in giro. Per via della folla, ci sono in città anche molte più guardie, molti più controlli … non è prudente farsi vedere, con il rischio di essere riconosciuti come amici del Rabbi di Nazareth. Dopotutto sono passati solo cinquanta giorni da quando il loro Maestro è stato crocifisso: potrebbe toccare la stessa sorte anche a loro. Sanno bene che i capi del popolo li stanno cercando, perché vogliono mettere a tacere tutti gli amici di Gesù, tutti quelli che lo seguivano, che stavano con lui. Perciò i Dodici e gli altri discepoli, se ne stanno tutti insieme, al sicuro. Con loro c’è anche Maria, la madre di Gesù. Sono preoccupati per lei, ci tengono che non venga scoperta e riconosciuta. Ma lì, tutti riuniti in quella casa tranquilla, si sentono in salvo. “Lasciamo che passi la festa – si dicono tra loro – Poi decideremo cosa fare”. Qualcuno pensa di certo all’incarico grande e importante che ha affidato il Maestro nel salutarli: portare la Bella Notizia a tutti, fino ai confini della Terra … ma come fare? Dove trovare la forza e il coraggio per parlare, per annunciare la bella notizia? Dove trovare le parole per parlare alla folla? Non sono mica di quelli che hanno studiato, loro! sono pescatori, gente semplice … Ma il Maestro e Signore ha detto che devono andare in tutto il mondo e annunciare il Vangelo a ogni creatura!... Sì, vero, verissimo … ma per ora la paura è più forte di ogni altra cosa. Con questi pensieri e questi timori, arriva e trascorre il giorno di Pentecoste. Ormai è quasi il tramonto, quando accadono segni strani, prodigiosi, inaspettati: ce li racconta con molti particolari, il brano della Prima lettura, tratto dagli Atti degli Apostoli. Per prima cosa “Venne all’improvviso dal cielo un fragore, quasi un vento che si abbatte impetuoso, e riempì tutta la casa dove stavano.” Così, di colpo, un rumore forte, fragoroso, attraversa l’intera città di Gerusalemme: lo sentono tutti e se ne stupiscono, perché non c’è mica il temporale! Sembra che ci sia una tempesta di vento, perché di fatto le porte e le finestre del luogo dove sono radunati gli amici di Gesù si spalancano all’improvviso: la forza del vento penetra dappertutto, rinfresca l’aria, porta il profumo della primavera, e si fa sentire ovunque, riempie ogni stanza, ogni angolo, la casa intera. Sono ancora stupiti e magari anche un po’ rintronati per il fragore del vento quando un nuovo prodigio li sconvolge: “Apparvero loro lingue come di fuoco, che si dividevano, e si posarono su ciascuno di loro”. Lingue di fuoco, fiammelle, insomma, come quelle delle candeline: solo che si muovono nell’aria. Si dividono, diventano numerose e vanno a posarsi vicino alla testa di ciascuno dei presenti. Se ne restano così, un po’ sospese nell’aria, senza bruciare nulla, senza scottare nessuno. Un segno luminoso e caldo, personale, perché nessuno dei presenti resta senza la sua fiammella danzante. Come una lieve carezza di luce e tepore, che rassicura, consola e comincia a infondere una nuova forza ed un coraggio che mai avrebbero sognato di possedere. E non è ancora finita: “cominciarono a parlare in altre lingue, nel modo in cui lo Spirito dava loro il potere di esprimersi.” Si accorgono, cioè, che ciascuno è diventato capace di parlare lingue straniere, lingue diverse dalla propria, lingue che non ha mai studiato! Non si devono sforzare, non ci devono neppure pensare: le parole sgorgano facili, leggere. È un regalo straordinario dello Spirito Santo, che rende visibile la promessa fatta da Gesù nel giorno dell’Ascensione: i discepoli, i suoi amici, coloro che credono nella sua Risurrezione, sono in grado di parlare lingue nuove. La cosa splendida è che in Gerusalemme, per via della festa, c’è veramente tanta gente che arriva da posti lontani e che resta stupita e felice nel sentire parlare la propria lingua! Non so se a voi è capitato di viaggiare all’estero, di trovarvi in paesi dove non si conosce la lingua … è impossibile parlare, dialogare, condividere! Ci si sente come intrappolati nell’incapacità di comunicare, di capire cosa ci viene detto e di far capire ciò che abbiamo nel cuore. Penso che per molta della gente che era andata a Gerusalemme per la Pentecoste, partendo da paesi lontani, la sensazione era simile alla mia. Molto felici di essere finalmente giunti a Gerusalemme, davvero contenti di non perdere una festa così importante, ma anche dispiaciuti di non poter comunicare con gli altri, affaticati dal cercare di capire e farsi capire. In mezzo a questa difficoltà, ecco che d’improvviso cominciano a sentire le voci degli apostoli e di tutti i discepoli, che parlano nelle loro stesse lingue. Ma che meraviglia! Ci si riesce a comprendere perfettamente! Stanno raccontando di questo loro Maestro, Gesù, che è stato messo a morte e che invece è vivo, risorto! Stanno spiegando che i profeti e la Scrittura Sacra, da sempre hanno parlato di lui, hanno annunciato che sarebbe giunto per salvare tutta l’umanità: questa promessa di Dio si è compiuta! Stupiti e commossi, tutti gli stranieri presenti a Gerusalemme si mettono in ascolto: all’inizio c’è soprattutto la voglia e la curiosità di ascoltare questi giudei che parlano in tante lingue diverse. Poi si accende l’interesse per le cose splendide che vengono raccontate, per il meraviglioso dono che Dio ha fatto al mondo attraverso il suo Figlio, Gesù. Il brano degli Atti degli Apostoli termina qui, con tutta la sua carica di stupore e di mistero. Veramente, quando si tratta dello Spirito Santo questo accade di frequente: non riusciamo a pensare allo Spirito, a come può essere, a qual è il suo aspetto. La stessa parola di Dio non ce lo descrive in un solo modo: è un giocherellone che ama cambiare di aspetto. Già solo in questo breve brano, lo Spirito Santo è come il fragore di un tuono, come un vento pieno di energia, come un fuoco danzante, come la forza di comunione che cancella le differenze di lingua. È forza, slancio, coraggio di prendere la parola; consolazione e forza che cancella le paure; è novità, come il vento che spazza via la polvere e le ragnatele; è calore, bellezza, luce, come le lingue di fuoco. No, veramente le nostre parole fanno fatica a descrivere com’è lo Spirito Santo, ma tutte queste immagini, tutte le somiglianze che la Parola di Dio adopera, ci aiutano a capire qualcosa di più su di Lui, ci permettono di farcene un’idea. Ed è un’idea ricca di bellezza, di armonia, di splendore, di passione … Ecco che ritornano le due paroline che vi ho chiesto di ricordare prima … eh si, perché lo Spirito Santo riesce a mettere nel nostro cuore tutta quella passione e quel coraggio che sono necessari per essere veri testimoni di Gesù Risorto … Ma cerchiamo di capire qual è il simbolo che ci accompagnerà in questa domenica … chi mi aiuta?
Un bambino porta all’altare un pallone da basket e ne legge il commento
Penso che il nostro piccolino si riferisca proprio alla bella circostanza che vivremo oggi pomeriggio quando il nostro Arcivescovo, Mons. Luigi Moretti, inaugurerà il campetto da basket del Centro Incontro. Quale migliore occasione di quella della Festa della Famiglia, dunque, per dire a tutti che è possibile realizzare i sogni. Quello, infatti, che fino a qualche mese fa, era solo un progetto, pian piano è divenuto realtà e si è concretizzato dinanzi ai nostri occhi. Mi piace pensare che tutto questo sia stato possibile grazie alla passione che caratterizza ciascun membro di questa comunità parrocchiale. Mi piace pensare che lo Spirito Santo che è sceso sugli Apostoli 2000 anni fa, è stato l’artefice della bellissima comunione che esiste in questa Comunità … comunione che ci spinge a dire ancora con maggior forza: “Costruire insieme un sogno…si può!”
STORIELLA – La bicicletta di Dio
In una calda sera di fine estate, un giovane si recò da un vecchio saggio: "Maestro, come posso essere sicuro che sto spendendo bene la mia vita? Come posso essere sicuro che tutto ciò che faccio è quello che Dio mi chiede di fare?". Il vecchio saggio sorrise compiaciuto e disse: "Una notte mi addormentai con il cuore turbato, anch'io cercavo, inutilmente, una risposta a queste domande. Poi feci un sogno. Sognai una bicicletta a due posti. Vidi che la mia vita era come una corsa con una bicicletta a due posti: un tandem. E notai che Dio stava dietro e mi aiutava a pedalare. Ma poi avvenne che Dio mi suggerì di scambiarci i posti. Acconsentii e da quel momento la mia vita non fu più la stessa. Dio rendeva la mia vita più felice ed emozionante. Che cosa era successo da quando ci scambiammo i posti? Capii che quando guidavo io, conoscevo la strada. Era piuttosto noiosa e prevedibile. Era sempre la distanza più breve tra due punti. Ma quando cominciò a guidare lui, conosceva bellissime scorciatoie, su per le montagne, attraverso luoghi rocciosi a gran velocità a rotta di collo. Tutto quello che riuscivo a fare era tenermi in sella! Anche se sembrava una pazzia, lui continuava a dire: «Pedala, pedala!». Ogni tanto mi preoccupavo, diventavo ansioso e chiedevo: «Signore, ma dove mi stai portando?». Egli si limitava a sorridere e non rispondeva. Tuttavia, non so come, cominciai a fidarmi. Presto dimenticai la mia vita noiosa ed entrai nell'avventura, e quando dicevo: «Signore, ho paura...», lui si sporgeva indietro, mi toccava la mano e subito una immensa serenità si sostituiva alla paura. Mi portò da gente con doni di cui avevo bisogno; doni di guarigione, accettazione e gioia. Mi diedero i loro doni da portare con me lungo il viaggio. Il nostro viaggio, vale a dire, di Dio e mio. E ripartimmo. Mi disse: «Dai via i regali, sono bagagli in più, troppo peso». Così li regalai a persone che incontrammo, e trovai che nel regalare ero io a ricevere, e il nostro fardello era comunque leggero. Dapprima non mi fidavo di lui, al comando della mia vita. Pensavo che l'avrebbe condotta al disastro. Ma lui conosceva i segreti della bicicletta, sapeva come farla inclinare per affrontare gli angoli stretti, saltare per superare luoghi pieni di rocce, volare per abbreviare passaggi paurosi. E io sto imparando a star zitto e pedalare nei luoghi più strani, e comincio a godermi il panorama e la brezza fresca sul volto con il delizioso compagno di viaggio, la mia potenza superiore. E quando sono certo di non farcela più ad andare avanti, lui si limita a sorridere e dice: «Non ti preoccupare, guido io, tu pedala!»".
PREGHIERA FINALE
Gesù, ti ringrazio
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Realizzato da Sabato Bufano -
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