XXI Domenica

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SPUNTI DI RIFLESSIONE

22 Agosto 2010

Celebrazione prime Comunioni

 

IL VANGELO

  

Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù passava insegnando per città e villaggi, mentre era in cammino verso Gerusalemme.
Un tale gli chiese: «Signore, sono pochi quelli che si salvano?».
Disse loro: «Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, io vi dico, cercheranno di entrare, ma non ci riusciranno.
Quando il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta, voi, rimasti fuori, comincerete a bussare alla porta, dicendo: “Signore, aprici!”. Ma egli vi risponderà: “Non so di dove siete”. Allora comincerete a dire: “Abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza e tu hai insegnato nelle nostre piazze”. Ma egli vi dichiarerà: “Voi, non so di dove siete. Allontanatevi da me, voi tutti operatori di ingiustizia!”.
Là ci sarà pianto e stridore di denti, quando vedrete Abramo, Isacco e Giacobbe e tutti i profeti nel regno di Dio, voi invece cacciati fuori.
Verranno da oriente e da occidente, da settentrione e da mezzogiorno e siederanno a mensa nel regno di Dio. Ed ecco, vi sono ultimi che saranno primi, e vi sono primi che saranno ultimi».
Parola del Signore

 

SPUNTI PER L’OMELIA

 

 

Voglio incominciare questa omelia con una domanda semplice semplice  Avete un sogno che volete realizzare nella vostra vita? Ebbene! lo sapevate che anche Dio ha i suoi sogni: uno in particolare riguarda un po’ tutti noi, Il sogno di Dio è che i suoi figli vengano da ogni parte della terra per entrare nel mistero della sua salvezza. Un sogno un po’ ambizioso potremmo pensare; ma per Dio non lo è, lui ha un mediatore d’eccezione: Gesù.  Nel Vangelo viene posta una domanda ben precisa a Gesù <<sono pochi quelli che si salvano?». Se volessimo fare dei calcoli potremmo accorgerci che risulterebbe una operazione  un po’ complessa. Dovremmo inserire nel calcolo quelli che vengono da oriente, occidente, da nord, da sud, i morti prima della sua venuta, quelli dopo, sarebbe complicatissimo raggiungere un numero definitivo. Ma  come spesso accade nel Vangelo, Gesù non risponde direttamente alla domanda che gli è posta. Questo tale gli chiede quanti si salvano, e Gesù gli dà come risposta l'immagine di una porta stretta da passare che conduce ad un banchetto con Dio al quale si partecipa non certo per privilegio, ma solo dopo una vita segnata dal bene. Gesù non risponde affatto alla domanda che gli viene posta perché risulta irrilevante e pone in primo piano il vero problema: la salvezza che ha come immagine proprio quella porta stretta . Una vocazione per tutti ed è effettivamente possibile per ognuno, ma richiede un impegno personale. A passare questa porta avranno difficoltà i ricchi. Ce lo immaginiamo un ricco che vuole passare per la porta stretta con tutte le sue proprietà: Yacht, macchine, case, terreni, gioielli... Se si presenteranno con tanti bagagli sarà loro difficile passare per la porta stretta.  Il ricco che vorrà passare per una porta così stretta sarà colui il quale  avrà usato la sua ricchezza per vivere dignitosamente lui e aiutare a vivere dignitosamente gli altri. Non è la ricchezza che ci impedisce di entrare nel Regno di Dio ma il modo sbagliato di rapportarci ad essa. Avranno difficoltà le persone che portano con sè il peso dei loro peccati, coloro che non hanno avuto fiducia nella misericordia di Dio e non hanno avuto il coraggio di consegnargli il loro peccato. La porta stretta è in realtà larghissima, perché è la Misericordia di Dio che la rende tale, ma rimane stretta per coloro che non si abbandonano alla Sua Misericordia.  Ne sa qualcosa il buon ladrone che sulla croce ha consegnato tutto se stesso peccati compresi nelle mani di Gesù. Avrà difficoltà chi, nella sua superbia,  crede di primeggiare su tutto e spesso anche su Dio, non riconoscendosi umile creatura. Gesù ci ha fatto conoscere come passare questa porta spostando l'attenzione dal QUANTI AL COME ci si salva. e continuamente ce lo insegna quando apriamo il Vangelo o seguiamo i tanti testimoni che nel corso della storia hanno vissuto come lui. E tra questi non tutti sono cristiani. Questo significa che sono molti di più coloro che hanno vissuto lo stile di amore e di bene che Gesù ha insegnato di quelli segnati sui registri parrocchiali.
Noi cristiani ai quali è stato dato questo dono di avere  fede in Gesù, abbiamo la possibilità di conoscere più profondamente il segreto della vita eterna. Ci è stato dato il Vangelo, la Chiesa, i sacramenti e la preghiera. per poter passare la porta stretta della vita.
Ma se pensiamo di passarla solo per il fatto che siamo cristiani allora ci accorgeremo presto che siamo troppo grassi d'orgoglio, di beni, di odio, di indifferenza... è la porta stretta rimane invalicabile.


 

SIMBOLI

 

Un bambino porta all’altare il primo simbolo:

 

Commento: ABACO

Con l’abaco ci viene insegnato come fare i calcoli, il valore e l’importanza di  sottrarre o addizionare numeri. Così il Vangelo, la Chiesa, i sacramenti, la preghiera, ci aiutano a

capire e ad apprezzare il dono di avere  fede in Gesù, che ci permette di arrivare al suo

cuore, il punto di passaggio tra ciò che è giusto e ciò che è sbagliato.

 

Un bambino porta all’altare il secondo simbolo:

 

Commento: REGOLI

I regoli, nella loro diversità di colori, vengono utilizzati per imparare il concetto di numero.

Noi bambini, assomigliamo un pò a tanti piccoli regoli, così diversi nei nostri bei vestiti, nella nostra personalità;  ma oggi siamo insieme, uniti, né ultimi e né primi, per far festa con Gesù,

per imparare ad amarlo come Egli desidera.
 

STORIELLA


C'era una volta un credente, ma non viveva da cristiano. Non osservava i comandamenti, viveva una vita comoda e piacevole. Non desiderando liberarsi dei peccati, non si confessava. Il suo servo, buon cristiano, ogni tanto gli diceva:
- Signore, pensi qualche volta alla sua anima...
- Non ti preoccupare, rispondeva lui. Sono stato battezzato. E poi, se Dio ha predestinato la mia salvezza, entrerò in cielo anche senza confessarmi. Ma se non l'ha predestinata, non serviranno a niente la confessione, la preghiera e le opere buone.
Dopo alcuni anni si ammalò gravemente. Ordinò subito al servo di chiamare il miglior medico. Passata qualche ora, sorpreso di non vedere arrivar il medico, ricordò al servo il suo ordine.
- Ma non si agiti, disse il servo. Il medico non è necessario. Se Dio ha predisposto che lei guarisca, riacquisterà la salute senza medici e medicine. Ma se ha predestinato che deve morire, non servirà a niente neanche il miglior medico.
- Sei stupido - esclamò l'ammalato. Dio vuole che curiamo la nostra salute, che ricorriamo alle medicine e ai medici senza aspettare che lui ci guarisca con un miracolo.
- D'accordo, ora vado a chiamare il medico, rispose il servo. Ma perché non applica lo stesso ragionamento riguardo alla salute dell'anima e alla salvezza? Perché non vuole fare niente e aspetta che Dio la porti in cielo gratuitamente, in modo miracoloso?
Il padrone gli diede ragione. Dopo la visita del medico, fece chiamare un sacerdote e finalmente si
confessò.

La porta stretta di cui ci parla Gesù è una porta speciale che si allarga nella misura in cui sono diventato AMORE, condividendo la mia vita con gli altri. L'amore è la nostra vera credenziale che ci permette di passare per la porta stretta, che ci permette di passare dal cuore di Gesù.

 

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