III Domenica
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SPUNTI DI RIFLESSIONE
24 Gennaio 2010
Santa Messa con animazione dei membri dei Centri d'Ascolto della Zona Pescara Nord
IL VANGELO
Dal Vangelo secondo Luca Poiché molti hanno cercato di raccontare con ordine gli avvenimenti che si sono compiuti in mezzo a noi, come ce li hanno trasmessi coloro che ne furono testimoni oculari fin da principio e divennero ministri della Parola, così anch’io ho deciso di fare ricerche accurate su ogni circostanza, fin dagli inizi, e di scriverne un resoconto ordinato per te, illustre Teòfilo, in modo che tu possa renderti conto della solidità degli insegnamenti che hai ricevuto. In quel tempo, Gesù ritornò in Galilea con la potenza dello Spirito e la sua fama si diffuse in tutta la regione. Insegnava nelle loro sinagoghe e gli rendevano lode. Venne a Nàzaret, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaìa; aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto: «Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; a rimettere in libertà gli oppressi e proclamare l’anno di grazia del Signore».
Riavvolse il
rotolo, lo riconsegnò all’inserviente e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di
tutti erano fissi su di lui. Allora cominciò a dire loro: «Oggi si è compiuta
questa Scrittura che voi avete ascoltato».
Questa domenica metterò un po’ in fibrillazione i catechisti facendovi delle piccole domande. Vedo già i catechisti arrossire, non vi preoccupate perché le risposte alle mie domande le saprà dare solo chi avrà ascoltato attentamente il Vangelo. Secondo voi, perché gli Evangelisti hanno cominciato a scrivere il racconto della vita di Gesù? Com'è che a un certo punto decidono di mettere sulla carta quello che già veniva tramandato a voce? L'evangelista Luca ci spiega che cosa lo ha spinto a scrivere il suo Vangelo proprio nel brano che abbiamo appena ascoltato. Si rivolge a un personaggio che chiama Teofilo, ma è un nome simbolico, non si tratta di una persona in carne ed ossa che dovrà poi leggere il Vangelo. Teofilo è un nome greco che significa "amico di Dio". Quindi è come se Luca stesse dicendo: questo mio racconto della vita di Gesù lo indirizzo a tutti coloro che si sentono amici di Dio. Voi vi sentite amici di Dio? Io sì, e penso anche voi! Quindi possiamo dire con tutta ragione che l'evangelista Luca sta scrivendo anche per ognuno di noi. Luca scrive perché non vuole che le parole e i gesti del Signore vengano pian piano dimenticati e con chiarezza afferma che ciò che sta per scrivere si basa sulla "solidità degli insegnamenti ricevuti”. Il suo obiettivo è rafforzare la fede in chi già crede e dare sicurezza a quanti sono alla ricerca, a coloro che si stanno avvicinando e sono in cammino verso Gesù. Gesù non è il personaggio eroico di una favola ma è la realtà, la nostra realtà viva e reale. Egli è la rivelazione del progetto di Dio.
Vi ricordate che due domeniche fa
abbiamo celebrato il Battesimo di Gesù? È stato il suo primo passo nella vita
pubblica. Dopo quel giorno solenne, con la voce del Padre che si fa udire dal
cielo, Gesù si ritira per quaranta giorni nel deserto, in silenzio e
riflessione. Poi, finalmente, torna in Galilea, la sua regione, e comincia a
predicare tra la gente, parlando spesso nelle sinagoghe. Inizia pian piano a
formarsi un gruppetto di discepoli: domenica scorsa, nel raccontarci il miracolo
dell'acqua cambiata in vino durante le nozze a Cana, l'evangelista Giovanni
specificava che a quel matrimonio Gesù era presente "insieme ai suoi
discepoli." Naturalmente, con la predicazione in giro per le città e i
primi segni prodigiosi, il nome di questo giovane Rabbi, che parla con tanta
semplicità e sapienza, si diffonde in fretta e molti vanno appositamente ad
ascoltarlo. Ebbene ragazzi, mi hanno detto che anche qui c’è un rotolo speciale che ha racchiuse dentro di sé delle parole importanti. Chi vuole aiutarmi?
SIMBOLO 1: Un bambino porterà all’altare una pergamena e leggerà il commento attaccato su di essa Commento: Gesù in persona ci dice: "Sì, è vero: ogni parola di Dio, ogni sua promessa, si realizzano in me!" È quello che Gesù ci invita a fare oggi. Quando ci sentiamo un pochino sfiduciati o scoraggiati ripetiamo nel cuore e nella mente, con piena fede: "Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato."
Il valore e l’obiettivo su cui nasceva l’idea della missione popolare (che domenica scorsa ha incominciato il suo terzo ciclo) era proprio questo: far sentire e sentirci tutti membri di una sola realtà, quella di Cristo; che si realizza nel servizio concreto di una comunità parrocchiale che ogni giorno non smette mai di stupirsi di fronte al mistero del Corpo di Cristo e delle sue membra. Ed in questa celebrazione saranno, i membri dei centri di ascolto, ad animare il momento offertoriale portando all’altare il pane ed il vino, il vangelo, la candela, le chiavi della chiesa e la corda, tutte frasi di un unico tema che ha come titolo Gesù e la sua Chiesa. Ognuno di noi con il battesimo è chiamato a scrivere le pagine della storia di Gesù che non è una favola ma una realtà vera. Una realtà bellissima che, una volta scoperta non può essere tenuta per sé. Con la missione popolare ci auguriamo di essere arrivati al cuore di tutti e che tutti si sentano o incomincino a sentirsi parte della famiglia di Cristo e spesso, la strada, ci viene indicata anche da una piccola cosa di fronte alla quale potremmo stupirci! Scopriamo cosa ci suggerisce il secondo simbolo, chi vuole aiutarmi?...
SIMBOLO 2: Un bambino porterà all’altare una piccola rosa e leggerà il commento attaccato su di essa Commento: La spina di una rosa assomiglia alla punta di una freccia. Domenica scorsa la freccia era rivolta verso la zona Pescara Nord, oggi la direzione è inversa. Sono stati i membri dei centri di ascolto che sono venuti nella nostra Parrocchia a vedere con i loro occhi la bellezza dell’esperienza vissuta in questa settimana.
STORIELLA
Un poeta che viveva in una grande città per andare all’università, percorreva ogni giorno, assieme ad una sua amica la stessa strada. In un angolo di questa via c’era una mendicante seduta che chiedeva l’elemosina. La donna sedeva sempre allo stesso posto, immobile come una statua, con la mano tesa e gli occhi fissi al suolo. Il poeta non gli dava mai nulla, mentre la sua compagna tutti i giorni gli dava un euro o due. Un giorno la giovane disse al poeta: ma perché non dai mai nulla a quella poveretta? Dovremmo regalare qualche cosa al suo cuore non solo alle sue mani, rispose il poeta. Il giorno dopo il poeta arrivò con una splendida rosa appena sbocciata, la depose nelle mani della mendicante e fece l’atto di andarsene. Allora accadde qualche cosa d’inatteso: la mendicante alzò gli occhi, guardò il poeta, si sollevò a stento a terra, prese la mano dell’uomo e la baciò. Poi se ne andò stringendo la rosa al seno. Per un’intera settimana nessuno la vide più. Otto giorni dopo però era di nuovo seduta nel solito angolo della via. silenziosa ed immobile come sempre. Di che cosa avrà vissuto in tutto questo tempo, in cui nessuno gli ha dato nulla, chiese la giovane? DELLA ROSA RISPOSE IL POETA La liturgia di oggi mette in luce l'identità profonda della Chiesa: noi siamo un popolo radunato attorno alla Parola di Dio che crea unità; siamo un popolo salvato dalla presenza vera di Cristo che "oggi" (come in ogni Eucarestia) è in mezzo a noi come Messia e Salvatore. E questo deve necessariamente continuare a stupirci sempre, ogni attimo della nostra vita, perché è quella rosa donata da Dio per placare la nostra fame.
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