V Domenica

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SPUNTI DI RIFLESSIONE

 

21 Marzo 2010

 

V DOMENICA DI QUARESIMA - Ritiro di Quaresima Bambini e Ragazzi

 

“Siamo in onda … per comunicare la Bellezza dell’Amore che vive in noi”

 

IL VANGELO

 

Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù si avviò verso il monte degli Ulivi. Ma al mattino si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui. Ed egli sedette e si mise a insegnare loro. Allora gli scribi e i farisei gli condussero una donna sorpresa in adulterio, la posero in mezzo e gli dissero: «Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?». Dicevano questo per metterlo alla prova e per avere motivo di accusarlo. Ma Gesù si chinò e si mise a scrivere col dito per terra. Tuttavia, poiché insistevano nell’interrogarlo, si alzò e disse loro: «Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei». E, chinatosi di nuovo, scriveva per terra. Quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani. Lo lasciarono solo, e la donna era là in mezzo. Allora Gesù si alzò e le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?». Ed ella rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù disse: «Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più».

Parola del Signore

 

SPUNTI PER L’OMELIA

 

Siamo finalmente giunti al Ritiro di Quaresima per voi bambini e ragazzi del catechismo. So che non vedete l’ora che la Santa Messa finisca per iniziare questa nuova avventura che vedrà impegnati i bambini di III, IV e V elementare e i ragazzi delle scuole medie. Allora, sapete qual è il tema del Ritiro? Come potete vedere, dalla frase davanti all’altare, il tema è: “Siamo in onda per …”. La frase a me non sembra completa. Inoltre, come potete vedere, è tornata a trovarci una vecchia conoscenza. Sapete di chi si tratta? Ma della bussola naturalmente! La Bussola, se vi ricordate, ci ha accompagnato nei momenti più importanti dell’anno catechistico. Alla Festa dell’Oratorio la parola che ci ha accompagnato è stata: RISPONDERE. Al ritiro di Avvento invece abbiamo riflettuto su ASCOLTARE. Oggi ad accompagnarci sarà proprio la parola che serve a completare la frase davanti all’altare.

Che ne dite se iniziamo subito a vedere qual è la parola che manca?

 

Un bambino va all’altare portando il primo simbolo, ossia la parola COMUNICARE.

 

Commento:    Siamo in onda per Comunicare la Bellezza dell’Amore che vive in noi. Apparentemente niente è più semplice del comunicare, eppure spesso è così difficile farlo. Oggi Gesù ci chiede di metterci in ascolto della sua Parola e di comunicarla agli altri.

 

Vedete bambini, è stato semplice completare la frase. Non è altrettanto semplice capire come mettere in pratica il consiglio che ci ha dato Gesù. Come fare? Facciamocelo spiegare da lui.

Abbiamo ancora nella mente e nel cuore la commovente pagina del Figliol prodigo della liturgia di domenica scorsa: era una parabola con cui il Signore ci esortava a credere nella infinita misericordia del Padre celeste e a lasciarci riconciliare con Lui per vivere nella pace vera dell'anima. Oggi dalla parabola passiamo alla realtà: Gesù dà tutto il suo perdono alla donna peccatrice, le cambia il cuore, le dà la possibilità e la forza di ricominciare tutto da capo, di "non peccare più". Anche noi dobbiamo mettere in pratica ciò che abbiamo sperimentato e capito. Abbiamo sperimentato tante volte la misericordia come il figlio prodigo, dobbiamo imparare a vivere nell'amore di Dio, con la sua forza: "rimanete nel mio amore". Abbiamo capito come il figlio maggiore della parabola che non ci possiamo mai sentire a posto, che non possiamo giudicare, che dobbiamo imparare a fare festa per ogni persona che è in cammino verso il Signore: sarà il modo migliore per far scomparire tanta parte del male che c'è nel mondo. Nell'episodio della peccatrice adultera abbiamo notato il tranello che i farisei e gli scribi tendono a Gesù, ricordando la chiarezza della legge. La legge è chiara, non ci sono dubbi. Una donna che va con un altro uomo non merita pietà. Quello che ha fatto è grave: ha tradito la sua famiglia, suo marito, i suoi figli. Il male che ha commesso deve essere tolto di mezzo. Per questo viene lapidata: perché davanti al male non ci possono essere mezze misure. Gli scribi e i farisei conoscono bene la legge e chiedono a Gesù di applicarla. Senza mezzi termini. Del resto ci troviamo non in un luogo qualsiasi, ma sulla spianata del tempio, in un luogo sacro. Gesù si sentirà di andare contro la "legge di Dio" proprio mentre si trova nella sua casa? Della donna e del male che ha commesso, a questa gente non importa nulla; per loro è solo un pretesto, per mettere Gesù in difficoltà. Dapprima si mette a scrivere, col dito, per terra. Cosa abbia
scritto il vangelo non lo dice. Poi lancia il suo avvertimento: "Chi di voi è senza peccato scagli per primo la pietra contro di lei, per ucciderla". Almeno ora diventano onesti e sono coerenti: uno alla volta se ne vanno tutti, cominciando dai più anziani. Ora resta solo la donna e Gesù; dice S. Agostino: la "misera" e la "misericordia". Ma Gesù non vuole affatto condannare, non è venuto per questo. E' venuto a portare misericordia, a guarire i malati, per questo lascia libera la donna. "Nessuno ti ha condannata?" "Neppure io ti condanno!". Ma deve togliere il male, lottare contro il male. Per questo le dice: "Và e non peccare più". Sono le parole più belle e più grandi del cuore di
Dio a chi sente tutta la sofferenza dei propri peccati. Gesù dice a ciascuno: Io non ti condanno. Gesù non è venuto a condannare il mondo, ma a salvarlo; non è venuto per i giusti, ma per i peccatori... Vogliamo imparare tutto l'insegnamento di Gesù mettendoci al posto della peccatrice. Non dobbiamo avere paura di incontrare Gesù quando abbiamo sbagliato, quando siamo nel peccato, nella debolezza, nella tentazione. "Ci ama sempre... E' proprio l'unica cosa necessaria che ci possa capitare e che noi dobbiamo cercare: l'incontro con Gesù che prende le nostre difese, ci capisce, ci perdona e ci salva. La fiducia nella misericordia del Signore deve diventare la luce e la forza di ogni giorno della nostra vita. Sentiamo anche tutta la profondità dell'invito di Gesù: Và e non peccare più. Su Certi peccati ce la dobbiamo fare e ce la faremo a essere decisi, a tagliare ciò che va tagliato. "Ciò che è male in te, taglialo". Dobbiamo chiedere tutta la forza del Signore e crederci. Su altri peccati può darsi che facciamo ancora fatica e che ci capiti di sbagliare ancora: anche qui vogliamo chiedere tanta forza al Signore, per tornare sempre a lui, implorare il suo perdono, ricominciare ogni volta con buona volontà: ma siamo certi, con il Signore vinceremo e Lui ci salverà. Vogliamo imparare tutto l'insegnamento di Gesù, mettendoci al posto dei farisei
e degli scribi. Gesù ci aiuta a esaminare la nostra coscienza, a essere onesti e sinceri, a riconoscere che anche noi tante volte facciamo i peccati che denunciamo negli altri e che anzi possiamo essere certe volte noi stessi causa di quei peccati. Si tratta di depositare i sassi.

È arrivato il momento, ragazzi, di scoprire qual è il secondo simbolo di oggi.

 

Un bambino va all’altare portando il segnale di STOP

 

 

Commento:    Stop al peccato ma Stop anche al giudizio. Oggi Gesù ci chiede di deporre davanti a Lui tutti i sassi che vorremmo scagliare e camminare più spediti sulla strada che ha tracciato per noi.

 

Ciascuno di noi deve esaminarsi se ha capito e se coltiva nel cuore quello che Gesù ha detto: Chi vuol essere il primo si faccia servo di tutti, Io non sono venuto per essere servito, ma per servire e dare la vita. Si tratta di deporre davanti a Cristo questi sassi che vorremmo scagliare, si tratta di esaminare e convertire il nostro cuore per non essere più gente che giudica, ma gente che prende coscienza dei propri peccati e responsabilità e prende su di sé sull'esempio di Cristo i peccati dell'umanità, per vincerli e portare la salvezza, la grazia, la vita vera...

 

 

STORIELLA

 

Un giorno un pensatore indiano fece la seguente domanda ai suoi discepoli:

"Perché le persone gridano quando sono arrabbiate?".

"Gridano perché perdono la calma", rispose uno di loro.

"Ma perché gridare, se la persona sta al suo lato?", disse nuovamente il pensatore.

"Bene, gridiamo perché desideriamo che l'altra persona ci ascolti", replicò un altro discepolo. E il maestro tornò a domandare:

"Allora non è possibile parlargli a voce bassa?".

Varie altre risposte furono date ma nessuna convinse il pensatore. Allora egli esclamò:

"Voi sapete perché si grida contro un'altra persona quando si è arrabbiati?
Il fatto è che, quando due persone sono arrabbiate, i loro cuori si allontanano molto. Per coprire questa distanza bisogna gridare per potersi ascoltare. Quanto più arrabbiati sono, tanto più forte dovranno gridare per sentirsi l'uno con l'altro. D'altra parte, che succede quando due persone sono innamorate? Loro non gridano, parlano soavemente. E perché? Perché i loro cuori sono molto vicini. La distanza tra loro è piccola. A volte sono talmente vicini i loro cuori che neanche parlano, solamente sussurrano. E, quando l'amore è più intenso, non è necessario nemmeno sussurrare, basta guardarsi. I loro cuori si intendono. E' questo che accade quando due persone che si amano si avvicinano!".
Infine il pensatore concluse dicendo:

"Quando voi discuterete, non lasciate che i vostri cuori si allontanino, non dite parole che li possano distanziare di più, perché arriverà un giorno in cui la distanza sarà tanta che non incontreranno mai più la strada per tornare".

 

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