II Domenica

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SPUNTI DI RIFLESSIONE

 

28 Febbraio 2010

 

2a domenica di Quaresima

 

 

IL VANGELO

 

Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giovanni e Giacomo e salì sul monte a pregare. Mentre pregava, il suo volto cambiò d’aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante. Ed ecco, due uomini conversavano con lui: erano Mosè ed Elìa, apparsi nella gloria, e parlavano del suo esodo, che stava per compiersi a Gerusalemme. Pietro e i suoi compagni erano oppressi dal sonno; ma, quando si svegliarono, videro la sua gloria e i due uomini che stavano con lui. Mentre questi si separavano da lui, Pietro disse a Gesù: «Maestro, è bello per noi essere qui. Facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elìa». Egli non sapeva quello che diceva. Mentre parlava così, venne una nube e li coprì con la sua ombra. All’entrare nella nube, ebbero paura. E dalla nube uscì una voce, che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’eletto; ascoltatelo!». Appena la voce cessò, restò Gesù solo. Essi tacquero e in quei giorni non riferirono a nessuno ciò che avevano visto.
Parola del Signore

 

 

SPUNTI PER L’OMELIA

 

Il monte di cui Luca ci parla nel vangelo di oggi è il monte Tabor. Riflettendo sul ruolo che ha avuto questo posto per la storia di Gesù, mi è venuta in mente la splendida e faticosa scalata del campo scuola fatta con voi ragazzi l’anno scorso. Immaginavo, fantasticando un po’, che sarebbe stato bello se, insieme a noi, quel viaggio l’avessero fatto anche i tre discepoli che hanno accompagnato Gesù: Pietro, Giacomo e Giovanni. Visto che questo è impossibile, mettiamoci noi dietro a loro. Saliamo anche noi sul monte, seguendo Gesù che si allontana dalla folla per andare a pregare. L’evangelista Luca, che è molto attento a raccontare tutti i particolari di quello che accade, ci dice che mentre Gesù si trova sul monte ed è immerso nella preghiera, "il suo volto cambiò di aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante". Questo cambiamento nel volto di Gesù, che lo rende luminoso, e questa trasformazione delle sue vesti, che le fa quasi brillare, ha un nome particolare: Trasfigurazione. Pensando e ripensando, mi sono reso conto che anche a noi capita di vedere persone che si trasfigurano. Dite di no? Eppure penso che vi sarà capitato di vedere il sorriso delle vostre mamme che vengono a prendervi al catechismo e con attenzione vogliono ascoltare tutto ciò che avete fatto. Oppure vi sarà capitato di vedere i nonni quando coccolano il nipotino: lo prendono sulle ginocchia, gli accarezzano i capelli … I loro volti diventano quasi luminosi, sereni, pieni di felicità. Oppure ancora, vi sarà capitato di guardare  il vostro papà che esulta mentre voi avete segnato un goal: grida di gioia, si sbraccia, e il volto è pieno di orgoglio, di soddisfazione, di luce. Che cosa fa illuminare l'espressione di queste persone? Che cosa rende i loro volti piedi di luce? La risposta è molto semplice: l'amore. Proprio perché amano possono gioire così tanto. È l'amore che ha reso il volto di Gesù così splendente e le sue vesti così bianche! Mentre è in preghiera, Gesù  entra in comunione con il Padre.

Deve essere stato bellissimo trovarsi immersi nella luce d'amore tra il Padre e Gesù, ascoltare il dialogo con Mosè ed Elia! Pietro ha ragione: vorrebbe non andare più via, vorrebbe che quel momento di pace, di luce, di amore, non finisse mai! Per questo prova a suggerire di fare tre tende e di fermarsi ancora per un po’ di tempo. Ma mentre Pietro fa la sua proposta, arriva una voce dal cielo che da invece un'altra indicazione. Non ci vogliono tre tende ma un cuore attento per ascoltare la Parola di Gesù. Ed è Dio stesso a ricordarcelo così come ha fatto già una volta al Giordano. "Questi è il Figlio mio, l'eletto; ascoltatelo". Su questo non ci devono essere dubbi.

La sua “voce” è chiara, precisa, potente. Il messaggio e l’esempio del Figlio vanno accettati in pieno, senza storie e senza smorfie. Il modo migliore per prepararci alla Pasqua è ascoltare la parola che Gesù è venuto a donarci. Ascoltarla con le orecchie, certo, ma soprattutto ascoltarla con il cuore, cercando di mettere in pratica ciò che ci è stato insegnato e trasmesso proprio da Gesù. La questione non è semplice ma la risoluzione, ancora una volta, arriva da Dio: "Ascolta Gesù, vivi come Lui, ama come Lui". Insomma è Gesù la nostra guida e la nostra strada. L’unica cosa che ci chiede, è di essere attenti a seguire le sue indicazioni, perché solo attraverso di esse potremo raggiungere la nostra meta. Ma, qual è la meta? La Trasfigurazione è la meta a cui siamo chiamati in questo cammino di Quaresima. Dalla Trasfigurazione, di cui ci ha parlato il Vangelo oggi, possiamo accogliere anche un altro suggerimento: durante questa settimana proviamo a guardarci attorno e a riconoscere i volti che si trasfigurano per amore. Guardiamo i volti dei nostri genitori, delle persone che incontriamo e stiamo attenti a riconoscere la luce dell'amore che li illumina, che li fa diventare splendenti e bellissimi.

Anche questa domenica, c’è un segnale che ci accompagna e ci fa avanzare un po’ di più verso il traguardo. Vediamo di cosa si tratta? Chi mi aiuta?

 

SIMBOLI

 

I due bambini del catechismo si avvicineranno all’altare  e consegneranno al celebrante il simbolo da cui leggeranno una piccola riflessione

 

1) Il primo bambino DIVIETO DI SOSTA

 

COMMENTO:

Con la sua affermazione Pietro corre il rischio di fermarsi  a ammirare il mistero di Gesù senza imparare a viverlo a pieno dividendolo con gli altri. Questa visione non lo solleverà dal peso della vita di tutti i giorni. Sarà la preghiera e la fiducia in Gesù a donargli la carica per ripartire ogni giorno. E noi come lui cerchiamo di fare lo stesso.

 

2) Il secondo  bambino estrarrà BENDA

 

COMMENTO: 

Molto spesso pur avendo occhi per vedere non riusciamo a cogliere le meraviglie e la ricchezza di ciò che abbiamo davanti a noi. Impegniamoci in questo cammino a guardare i volti dei nostri genitori, delle persone che incontriamo stando attenti a riconoscere la luce dell'amore che li illumina, che li fa diventare splendenti e bellissimi.

 

Dio ha ragione, dovremo imparare a vedere ed ascoltare con gli occhi del il cuore

 

STORIELLA

 

"Ebbi lo scompartimento del treno tutto per me. Poi salì una ragazza", raccontava un giovane cieco. "L'uomo e la donna venuti ad accompagnarla dovevano essere i suoi genitori. Le fecero molte raccomandazioni. Dato che ero già cieco allora, non potevo sapere che aspetto avesse la ragazza, ma mi piaceva il suono della sua voce". "Va a Torino?", chiesi mentre il treno usciva dalla stazione. Mi chiedevo se sarei riuscito a impedirle di scoprire che non ci vedevo. Pensai: se resto seduto al mio posto, non dovrebbe essere troppo difficile. "Vado a Genova", disse la ragazza. "Là viene a prendermi mia zia. E lei dove va?". "A Torino, e poi a Courmayeur ", risposi. "Oh, beato lei! Vorrei tanto andare a Courmayeur. Adoro la montagna. Specialmente in ottobre". "SI è la stagione migliore", dissi, attingendo ai miei ricordi di quando potevo vedere. "Le colline sono cosparse di dalie selvatiche, il sole è delizioso, e di sera si può star seduti davanti al fuoco a sorseggiare un brandy. La maggior parte dei villeggianti se n'è andata, e le strade sono silenziose e quasi deserte". Lei taceva, e mi chiesi se le mie parole l'avessero colpita, o se mi considerasse solo un sentimentaloide. Poi feci un errore. "Com'è fuori?" chiesi. Lei però non sembrò trovare nulla di strano nella domanda. Si era già accorta che non ci vedevo? Ma le parole che disse subito dopo mi tolsero ogni dubbio. "Perché non guarda dal finestrino?", mi chiese con la massima naturalezza.
Scivolai lungo il sedile e cercai col tatto il finestrino. Era aperto, e io mi voltai da quella parte fingendo di studiare il panorama. Con gli occhi della fantasia, vedevo i pali telegrafici scorrere via veloci. "Ha notato", mi azzardai a dire "che sembra che gli alberi si muovano mentre noi stiamo fermi?". "Succede sempre così", fece lei. Mi girai verso la ragazza, e per un po' rimanemmo seduti in silenzio. "Lei ha un viso interessante", dissi poi. Lei rise piacevolmente, una risata chiara e squillante. "E' bello sentirselo dire", fece. "Sono talmente stufa di quelli che mi dicono che ho un bel visino!". "Dunque, ce l'hai davvero una bella faccia" , pensai, e a voce alta proseguii: "Beh, un viso interessante può anche essere molto bello". "Lei è molto galante", disse. "Ma perché è così serio?". "Fra poco lei sarà arrivata", dissi in tono piuttosto brusco. "Grazie al cielo. Non sopporto i viaggi lunghi in treno". Io invece sarei stato disposto a rimaner seduto lì all'infinito, solo per sentirla parlare. La sua voce aveva il trillo argentino di un torrente di montagna. Appena scesa dal treno, avrebbe dimenticato il nostro breve incontro; ma io avrei conservato il suo ricordo per il resto del viaggio e anche dopo. Il treno entrò in stazione. Una voce chiamò la ragazza che se ne andò, lasciando dietro di sé solo il suo profumo. Un uomo entrò nello scompartimento, farfugliando qualcosa. Il treno ripartì. Trovai a tentoni il finestrino e mi ci sedetti davanti, fissando la luce del giorno che per me era tenebra. Ancora una volta potevo rifare il mio giochetto con un nuovo compagno di viaggio. "Mi spiace di non essere un compagno attraente come quella che è appena uscita", mi disse lui, cercando di attaccar discorso. "Era una ragazza interessante", dissi io. "Potrebbe dirmi, aveva i capelli lunghi o corti?" "Non ricordo", rispose in tono perplesso. "Sono i suoi occhi che mi sono rimasti impressi, non i capelli. Aveva gli occhi così belli! Peccato che non le servissero affatto... era completamente cieca. Non se n'era accorto?"

Per paura di mettere allo scoperto ciò che si è, si perdono gli appuntamenti decisivi della vita. Certi incontri accadono una volta sola, teniamo gli occhi bene aperti per rischiare di non fare la stessa “brutta figura” di Pietro: Facciamo tre capanne; con il rischio di non andare a guardare che cosa c’è oltre la nebbia.

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