Pentecoste

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SPUNTI DI RIFLESSIONE

 

23 Maggio 2010 – FESTA DELLA PARROCCHIA

 

Giornata di convivialità per tutti i membri dei centri d’ascolto della Missione Popolare Parrocchiale e membri dei gruppi di formazione.

 

IL VANGELO

  

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 14,15-16.23b-26).

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Se mi amate, osserverete i miei comandamenti.
Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Consolatore perché rimanga con voi per sempre.
Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole; la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato. Queste cose vi ho detto quando ero ancora tra voi.

Ma il Consolatore, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome,  egli v’insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto”.

Parola di Dio

 

SPUNTI DI RIFLESSIONE

 

Cari ragazzi, il Vangelo di oggi è corto ma veramente importante. Troviamo Gesù che ci rivolge un invito semplice e diretto, senza giri di parole: se mi amate, osservate i miei comandamenti!

Sembra un discorso così logico, no?!

Ma in realtà si tratta di una cosa piuttosto complicata, infatti ci proviamo tutti i giorni ma spesso non ci riusciamo e ricorriamo alla confessione per cercare di capire come fare per migliorare.

Gesù ci dà anche un ulteriore aiuto per migliorarci, cioè la terza persona della Trinità: sapete chi è?

Bravi … è lo Spirito Santo che nel giorno di Pentecoste viene donato ai discepoli di Gesù.

Prima domanda:  “Anche noi possiamo ricevere questo dono?”

Certamente! Le nostre giornate sono caratterizzate da tante distrazioni, da mille voci che ci confondono, ma allenando il nostro udito, sintonizzandoci sulle frequenze dello Spirito Santo, riusciremo sempre a riconoscere la voce di Dio, che ci guida nella giusta direzione, quella direzione che ci fa vedere oltre che cosa c’è.

Seconda domanda: “Cosa fa questo Spirito Santo?”

Con l’aiuto dello Spirito Santo veniamo liberati dalla zavorra del peccato che ci impedisce di camminare serenamente alla sequela di Gesù. Se permettiamo allo Spirito Santo di entrare nei nostri cuori veniamo trasformati in persone nuove, che sono in grado di dare la forza ai sofferenti, agli ammalati, a quanti hanno bisogno di Dio. Questo non basta! Quando facciamo vivere lo Spirito Santo nella nostra vita riusciamo a trasmettere agli altri, attraverso la nostra testimonianza, la gioia e la speranza che sentiamo dentro.

Tutto questo fa lo Spirito Santo quando lo invochiamo e lo lasciamo agire nel nostro cuore.

Vediamo ora quali sono gli strumenti attraverso i quali lo Spirito Santo agisce per farsi riconoscere:

 

1)Un bambino del catechismo porterà all’altare il primo simbolo rappresentato da una colonna con su scritto la parola SOGNO

 

Commento:

Il desiderio più grande che abbiamo adesso, è che la parrocchia diventi un luogo in cui bambini e adulti possano toccare lo Spirito Santo; dove si allenino a sognare ed a credere che i loro sogni possono realizzarsi.

Se ci abituiamo a vivere nella violenza impariamo a difenderci; se viviamo le nostre giornate nell’intolleranza impareremo ad essere insicuri; però se decidiamo di vivere in una parrocchia in cui regna la disponibilità, impareremo ad avere fede; se scegliamo di vivere nell'amicizia impareremo a trovare l'amore nel mondo; e se viviamo nell’amore e nella gioia impareremo a sorridere anche al nostro prossimo!

Oggi i motivi per gioire sono proprio tanti …. sapete chi sono i membri dell’Associazione Opera Marta e Maria. Sicuramente lo sapete, ma forse quello che non sapete è che oggi queste ragazze confermeranno le loro promesse davanti a Dio. Ogni anno, infatti, devono rinnovare i loro voti, ovvero la promessa a Dio che continueranno a svolgere i loro compiti con serietà e con tutto l’amore che hanno imparato da Lui.

Ebbene, bambini, dovete sapere che queste ragazze hanno realizzato il sogno della loro vita ossia il sogno che Dio aveva per ciascuna di loro. In che modo? Rispondendo alla loro vocazione ed impegnandosi quotidianamente per renderla sempre più matura e responsabile.

Esse all’interno della nostra comunità parrocchiale, si occupano di tante cose, ognuna di loro ha un “carisma”! Sapete cosa è un carisma? E’ una particolare capacità che ognuno di noi ha, per esempio (indicando verso il coro) Federica e le altre ragazzine del coro sanno cantare, quindi hanno un carisma; i ragazzi che fanno parte del laboratorio scenografia sono dei creativi, quindi anche loro hanno un particolare carisma; il corpo di ballo ci allieta con delle splendide coreografie, e così via …. ognuna dei membri dell’Opera Marta e Maria ha delle capacità che mette a disposizione del prossimo (che siamo noi) per aiutarlo a sperimentare l’amore concreto di Dio.

 

2)Un bambino del catechismo porterà all’altare il secondo simbolo rappresentato da una colonna con su scritta la parola CONVIVIALITÀ.

 

Commento:

La convivialità è un piacere condiviso. Non è il semplice mettersi a tavola, è un modo per incontrare dopo tanto tempo una persona cara; un delizioso momento per chiacchierare fraternamente gustando cibi preparati da mani generose, resi più appetitosi per il solo fatto di essere condivisi con un amico.

 

Oggi la numerosa presenza delle persone in chiesa, mi riempie il cuore di gioia perché mi trovo di fronte alla testimonianza più bella di quello che significa “parrocchia”.

Quindi possiamo dare inizio alla nostra festa …. “la festa della parrocchia”, in cui tutti i membri dei gruppi di formazione, tutte le famiglie che hanno ospitato i centri d’ascolto della Missione Popolare Parrocchiale, tutte le persone che hanno partecipato alla Missione Popolare, l’Opera Marta e Maria ed i Sacerdoti si sono dati appuntamento qui, nella loro Parrocchia di appartenenza per trascorrere una giornata di convivialità insieme.

Questa domenica, per il solo fatto di stare tutti insieme, come una vera famiglia, diventa una domenica speciale per la Comunità: una domenica in cui si regala un sorriso non soltanto ai bambini che giocano con gli animatori ma anche alle loro famiglie, che hanno deciso di condividere il pranzo con noi. Sarà un momento di gioia semplice e vera, che ci permetterà di vedere i segni miracolosi che Dio compie proprio in questo luogo: la Comunità Parrocchiale del Sacro Cuore. Una Comunità basata (come abbiamo potuto osservare in queste domeniche) su alcuni pilastri fondamentali:

-          Preghiera

-          Formazione

-          Servizio

-          Impegno

-          Convivialità

-          Sogno

 Che bella una Parrocchia così, non credete? Eppure ci manca qualcosa … Forse lo scopriremo domenica prossima quando i veri protagonisti della Giornata sarete proprio voi bambini e ragazzi del catechismo.

  

STORIELLA

 

C'erano una volta dei re, ma fra tutti ce n'era uno che era il più grande. Non vi posso dire quante terre aveva, né quanti palazzi, né quanto oro nei suoi forzieri, perché gli storici stanno ancora facendo il conto e si prevede che non lo finiranno tanto presto. Era veramente il più grande re della terra. Tant'è vero che lo chiamavano re Più Più. Dunque, re Più Più non aveva niente da desiderare, perché non c'era alcuna cosa che gli altri avessero e lui non avesse. Ma si incuriosì, un giorno, quando sentì dire dal capo delle guardie che nel suo regno viveva una famiglia povera in cui abitava anche Dio.

- Come? Dio abita in una povera casa di pezzenti che non avranno neanche un piatto di minestra da dargli, un letto su cui farlo dormire? Ma io non ci credo!

- Eppure, maestà, la gente dice proprio così, - giurò il capo delle guardie.

- Se è proprio così, allora voglio vederci chiaro! - Disse il re e decise di andare in quella famiglia per incontrare Dio di persona. Per non farsi riconoscere si travestì da povero mendicante e bussò alla porta di quella casa chiedendo l'elemosina. Fu accolto con gentilezza e invitato a sedersi a tavola, perché era giusto l'ora del pranzo.

«Non ci voleva di meglio!» - pensò il re tra sé. «A tavola potrò conoscere finalmente Dio».

Ma a tavola vide vecchi, uomini, donne e bambini, perché era una famiglia numerosa, ma di Dio nessuna traccia. Durante il pranzo aguzzò bene gli occhi, ma vide soltanto una nipote che aiutava il nonno a mangiare, un'altra che serviva a tavola con gentilezza, i bambini che aspettavano educatamente. Alla fine del pranzo due nipotini, dopo la preghiera di ringraziamento, aiutarono la nonna ad alzarsi e un altro le porse il bastone e poi l'accompagnarono allegri a prendere un pò d'aria. Ma di Dio, nessuna traccia.

 Fece finta di essere stanco e chiese se potevano ospitarlo durante la notte.

«Così, mentre tutti dormono», pensò il re «potrò fare un'ispezione in ogni angolo della casa e certamente riuscirò a trovare dove lo tengono nascosto», perché era sempre più convinto che tenessero nascosto Dio per non farglielo conoscere! La notte passò e il re Più Più, durante la sua ispezione, vide una mamma che vegliava il bambino più piccolo perché aveva la febbre e gli cantava dolci canzoni; vide una nipote che portava un po' d'acqua alla nonna perché aveva sete; vide i bambini che dormivano come angeli nella loro camera.

Ma di Dio, nessuna traccia.

Solo al mattino presto il re si trovò perso tra i suoi pensieri a cercare di capire dove si potesse nascondere Dio, e come un illuminazione comprese che Dio era ben visibile sui volti delle persone che aveva incontrato, che erano state gentili con lui, che mostravano una grande carità tra di loro. Dunque il Più Più aveva capito che Dio lo si scopre nell'amore che si ha verso i fratelli e in quella famiglia c'erano soltanto gesti di amore.

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