Ascensione

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SPUNTI DI RIFLESSIONE

 

16 Maggio 2010 – V Giornata Parrocchiale del Ministrante

 

Santa Messa con vestizione dei Ministranti

 

IL VANGELO

 

+ Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni. Ed ecco, io mando su di voi colui che il Padre mio ha promesso; ma voi restate in città, finché non siate rivestiti di potenza dall’alto».
Poi li condusse fuori verso Betània e, alzate le mani, li benedisse. Mentre li benediceva, si staccò da loro e veniva portato su, in cielo. Ed essi si prostrarono davanti a lui; poi tornarono a Gerusalemme con grande gioia e stavano sempre nel tempio lodando Dio.

Parola del Signore

 

SPUNTI PER L’OMELIA
 

In questa domenica la Chiesa c'invita a celebrare l'Ascensione del Signore: ma non so se per tutti è chiaro cosa festeggiamo oggi. Quando ero bambino capivo sempre che si festeggiava "l'ascensore del Signore" e non riuscivo a comprendere che motivo ci fosse per far festa! In realtà, capivo male la parola ascensione, anche perché è un termine che di solito non usiamo nella vita di tutti i giorni. Eppure, sapete ragazzi, non ero lontano dal significato di questa parola così strana! Infatti, sia il termine ascensione che la parola ascensore, vengono dallo stesso verbo: ascendere, che vuol dire salire, andare in alto. E dov'è che sale il Signore? Gesù, dopo la Risurrezione e le apparizioni agli Apostoli, ha ormai concluso la sua missione sulla Terra e torna dal Padre. È un avvenimento così importante che nel Nuovo Testamento ne parlano sia i Vangeli che gli Atti degli Apostoli. Penso ci avrete fatto caso al fatto che oggi abbiamo ascoltato per due volte il racconto dello stesso episodio: nella Prima lettura, tratta dagli Atti degli Apostoli, e poi nel brano tratto dal Vangelo secondo Luca. Se fino ad ora i discepoli avevano riconosciuto in Gesù il Maestro, il Rabbi; ora lo riconoscono come Dio, fino al punto che, come dice il Vangelo, lo adorano, cioè gi rivolgono l'omaggio dovuto solo a Dio. Solo Dio si adora, nessun altro. Le persone sono da amare, le creature tutte sono da rispettare, solo Dio va adorato. I discepoli, adorando il Signore che sale al cielo, riconoscono che proprio quel Gesù che ha camminato per la strada con loro, proprio il Maestro di Nazareth che è stato crocifisso ed è morto per amore, proprio Lui che è risorto dalla morte; è Dio. Gesù è Dio proprio come è Dio il Padre.

Sapete qual è la cosa brutta? I discepoli hanno capito forse troppo tardi che Gesù era Dio. Hanno vissuto con lui ben tre anni e non avevano ancora capito l’importanza delle sue Parole. Peccato, mi direte voi. Ormai è troppo tardi! Gesù sta per andarsene e non c’è più nulla da fare! Ebbene, vi sbagliate. Come per ogni partenza che si rispetti, anche Gesù prima di andarsene fa delle raccomandazioni ai suoi più stretti amici. Lascia loro un compito importante: “Mi sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria e fino agli estremi confini della terra”. Questo mandato missionario esprime chiaramente quello che Gesù desidera. È come se stesse dicendo: “Ecco, io vado, ora tocca a voi essere testimoni di tutto quello che avete visto e udito. Dovrete essere testimoni non solo qui a Gerusalemme o nella vicina Giudea, ma anche più lontano, come in Samaria, e poi ancora più lontano, sempre di più... ovunque, fino a raggiungere i confini della Terra! Che paura! Non credete? Spesso mi sono domandato come hanno fatto i discepoli di Gesù ad evangelizzare il mondo intero. Si tratta degli stessi discepoli che quando stavano con Gesù non facevano altro che litigare su chi fosse il più importante di loro. Si tratta delle stesse persone che al momento dell’arresto di Gesù sono fuggite. Si tratta proprio di quegli uomini che, quando Gesù ha esalato l’ultimo respiro non erano li accanto a Lui … Insomma, dove hanno trovato tutto questo coraggio per portare il vangelo fino agli estremi confini della terra? Ecco la risposta: “Avrete forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi”. È lo Spirito Santo il solo che può dare la forza per annunciare la Bella Notizia! Gli apostoli, da soli, non ce la farebbero, sarebbero troppo spaventati! Ma lo Spirito Santo, che viene dal Padre, è il compimento di ogni promessa e rende i discepoli capaci di rendere testimonianza, di annunciare Gesù senza paure, di partire e andare lontano dalle proprie case per portare a tutti la Bella Notizia del Vangelo. E su questa notizia costruire la Chiesa voluta da Cristo primizia di quel regno che un  giorno ci accoglierà, ma che ora chiede di essere costruito e vissuto qui ora. 

 

SIMBOLI

 

 1) Un bambino porta all’altare il primo simbolo:  COLONNA con su scritto IMPEGNO

 

COMMENTO

C'è un grande, stupendo impegno di testimonianza che ci aspetta. Magari, però, ci sentiamo un po' spaventati, ci scopriamo deboli di fronte  a qualcosa di così grande.  Noi siamo il volto di Gesù per le persone che incontriamo sulla nostra strada e per questo deve nascere in noi la voglia di costruire la nostra parrocchia.

 

 2) Un bambino porta all’altare il secondo simbolo:  COLONNA con su scritto SERVIZIO

 

COMMENTO

Nel servire gli altri riscopriamo la gioia del confronto e del  trasformare  ciò che di negativo è in noi e in loro, in doni di ricchezza vicendevole. Così i ministranti che oggi si preparano per la loro vestizione avranno come compito principale quello di aiutare il sacerdote a portare il cielo a ogni uomo.

 

STORIELLA

 

Una volta il semaforo che sta a Milano in piazza del Duomo fece una stranezza. Tutte le sue luci, ad un tratto, si tinsero di blu, e la gente non sapeva più come regolarsi. Attraversiamo o non attraversiamo? Stiamo o non stiamo? Da tutti i suoi occhi, in tutte le direzioni, il semaforo diffondeva l'insolito segnale blu, di un blu così blu il cielo di Milano non era stato mai. In attesa di capirci qualcosa gli automobilisti strepitavano e strombettavano, i motociclisti facevano ruggire lo scappamento e i pedoni più grassi gridavano: "Lei non sa chi sono io!"... Finalmente arrivò un vigile e si mise lui in mezzo all'incrocio a districare il traffico. Un altro vigile cercò la cassetta dei comandi per riparare il guasto, e tolse la corrente. Prima di spegnersi il semaforo blu fece in tempo a pensare: "Poveretti! io avevo dato il segnale di "via libera" per il cielo. Se mi avessero capito, ora tutti saprebbero volare.

Ma forse gli è mancato il coraggio". (Gianni Rodari, Il semaforo blu)


Il semaforo blu è la scoperta improvvisa di una nuova dimensione. Gli uomini sono abituati, come gli automobilisti, a vivere con la testa china sul volante, badando solo alla strada, ciascuno chiuso nella sua scatola di ferro, preoccupato del lavoro, del denaro, delle mille "grane" quotidiane. Il semaforo che diventa blu è qualcosa che dice: "Fermi! State buttando via un tesoro. Non c'è solo la terra. Guardate su! C'è anche il cielo..." La Festa dell'Ascensione è proprio questo semaforo blu che ci dà la "via libera" per il cielo. Ma cercate, verrebbe voglia di gridare, il bello, il buono, il santo che è tra di noi e fatecelo vedere: raccontatecelo. E' come sentire Dio tra di noi. E la vita diventa altra cosa.

  

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