III Avvento C

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SPUNTI DI RIFLESSIONE

 

13 Dicembre 2009

 

III Domenica di Avvento

 

(frase davanti all’altare “Resta in attesa … c’è una sorpresa”)

 

IL VANGELO

 

+ Dal Vangelo secondo Luca


In quel tempo, le folle interrogavano Giovanni, dicendo: «Che cosa dobbiamo fare?». Rispondeva loro: «Chi ha due tuniche, ne dia a chi non ne ha, e chi ha da mangiare, faccia altrettanto». Vennero anche dei pubblicani a farsi battezzare e gli chiesero: «Maestro, che cosa dobbiamo fare?». Ed egli disse loro: «Non esigete nulla di più di quanto vi è stato fissato». Lo interrogavano anche alcuni soldati: «E noi, che cosa dobbiamo fare?». Rispose loro: «Non maltrattate e non estorcete niente a nessuno; accontentatevi delle vostre paghe». Poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. Tiene in mano la pala per pulire la sua aia e per raccogliere il frumento nel suo granaio; ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile».

Con molte altre esortazioni Giovanni evangelizzava il popolo.

Parola del Signore

 

 

SPUNTI PER L’OMELIA

 

Mentre continuiamo il cammino di Avvento, oggi celebriamo la Terza Domenica, che è una Domenica particolare: è tutta un invito alla gioia perché il Signore è vicino! Questa è Parola di Dio che non si può pronunciare con la faccia seria: perciò mi sto per trasformare … aspettate (si gira e poi si rigira) ecco qua ... va proclamata con il sorriso sul volto e gli occhi che splendono di felicità, poiché è lo stesso Signore Dio a chiederci di vivere da persone contente perciò voglio un bel sorriso anche da tutti voi stamattina non queste facce addormentate forzaaa! Giustamente vi chiederete: perché dobbiamo rallegrarci tanto? Chiediamolo al profeta Sofonia e subito ci risponderà: Perché "il Signore tuo Dio è in mezzo a te!" Certo, sapendo che il Signore Dio è qui, vivo e presente, possiamo rallegrarci e far festa! Non è solo il profeta Sofonia a dirci di gioire. Avete sentito cosa scrive l'Apostolo Paolo ai Filippesi? "Rallegratevi nel Signore, sempre; ve lo ripeto ancora, rallegratevi." Per due volte ripete lo stesso invito a rallegrarci, caso mai la prima volta non avessimo capito bene! L'Apostolo Paolo è chiarissimo: Rallegratevi, cioè gioite, siate felici; nel Signore, questo è il motivo della gioia: l'essere con il Signore. È solo insieme a Lui che possiamo gustare la gioia vera; sempre, in ogni momento, in ogni circostanza, in ogni giorno della vita: anche quando litighiamo con il nostro migliore amico oppure ci sgridano i nostri genitori o magari le cose non vanno molto bene a scuola. Possiamo essere sempre felici, perché il Signore Dio è sempre con noi. Chiariamo subito: quando l'Apostolo Paolo dice: "Rallegratevi!" non vuol dire: "ridete sempre"! Altrimenti ci scambiano per pazzi. Vuole suggerirci di avere il cuore sereno e l'anima nella pace, nella certezza che il Signore è con noi. Questa gioia che abita il cuore si vede da come noi ci rivolgiamo alle persone, dal tono della voce che usiamo nel parlare, dall'espressione che abbiamo sul volto, dallo sguardo limpido. Ad esempio: quando una persona ci rivolge una domanda, è opportuno rispondere con un bel sorriso stampato sulla bocca ed un’espressione cordiale ... non come spesso fanno alcuni di voi … mi riferisco anche ai più grandi naturalmente: i vostri genitori, i catechisti, gli animatori e anche noi sacerdoti. Vedete ragazzi, i cristiani devono mostrare a tutti che il Signore è vicino. Come possono farlo? Mostrando la gioia che li caratterizza.  Mi sorge spontanea una domanda: ma noi siamo davvero contenti? Siamo felici perché il Signore è con noi? A voi non batte forte il cuore di gioia al pensiero di quanto siamo amati da Dio? Tutti vogliamo essere felici e questo desiderio non è solo nostro: appartiene al cuore delle persone di ogni tempo. Infatti nel brano dal Vangelo di Luca che abbiamo appena letto, incontriamo tanta gente che vuole essere felice e domanda:"Che cosa dobbiamo fare?" Chiaro! Sapendo che sta giungendo il Messia, non si può far finta di niente, continuare la vita di sempre come se niente fosse: occorre prepararsi! E Giovanni Battista risponde a ciascuno in modo chiaro: "Chi ha due tuniche, ne dia una a chi non ne ha; e chi ha da mangiare, faccia altrettanto". Tutto qui? Basta questo? Uno si aspetta chissà quali cose difficili da fare e invece Giovanni Battista invita a fare una cosa sola: condividere, far parte agli altri di quello che si ha. La Parola di questa domenica è una Parola di gioia: possiamo vivere in ogni momento nella certezza che il Signore ci ama ed è con noi, vicino, anzi vicinissimo! Ma questa Parola è anche una Parola molto impegnativa: ci chiede di vivere tutta la settimana che inizia tenendo gli occhi e il cuore aperto, per riconoscere ogni situazione in cui possiamo mettere in pratica l'invito di Giovanni Battista: "Chi ha ... dia a chi non ha". È il modo più semplice e più bello per prepararsi ad accogliere il Signore che viene. Non si può, infatti, essere felici da soli! La felicità chiede di essere raggiunta insieme, condividendo quello che si ha, in semplicità. Ed oggi ne abbiamo una piccola dimostrazione nella nostra parrocchia. Oggi, infatti, vivremo una giornata di convivialità con le persone che hanno partecipato ai centri d’ascolto relativi al secondo turno (Casarsa) della nostra Missione Popolare. Non è forse questo un modo per stare insieme e divertirsi in modo semplice e spensierato? Io credo che la giornata che stiamo per vivere sia proprio segno  della presenza di Dio in mezzo a noi.

Ci sono alcune parole fondamentali nella liturgia di oggi: La gioia e l'amore, la gioia e l'impegno; l'impegno e l'amore che danno la gioia. E il messaggio del vangelo ci indica la strada della gioia che consiste nell'amore al prossimo e nella fedeltà ai nostri doveri. Prepariamo il Natale: cerchiamo di incontrare il Signore. L'incontro col Signore può cambiare la vita. La gioia nasce proprio quando si cambia il cuore, quando si lascia spazio a Dio. È importante lasciarsi scuotere, illuminare, convertire e santificare dalla presenza di Dio nella nostra vita.

 

Accanto all’altare ci sarà un volto senza bocca

 

1)      Il bambino del catechismo porterà una bocca che sorride

 

Commento:

“Cheese” è la cosa che diciamo sempre prima di farci una foto, per stampare meglio sul nostro volto un sorriso che verrà per sempre immortalato. Così come il sorriso nelle nostre foto rimarrà sempre impresso in quella immagine … anche noi vogliamo essere capaci di saper sempre sorridere in qualsiasi situazione e saper donare un sorriso perché questo arricchisce chi lo riceve senza impoverire chi lo dona.

 

STORIELLA

 

Un bambino voleva conoscere Dio.
Sapeva che era un lungo viaggio arrivare dove abita Dio,
ed è per questo che un giorno mise dentro al suo cestino
dei dolci, marmellata e bibite e cominciò la sua ricerca.
Dopo aver camminato per trecento metri circa,
vide una donna anziana seduta su una panchina nel parco.
Era sola e stava osservando alcune colombe.
Il bambino gli si sedette vicino ed aprì il suo cestino.
Stava per bere la sua bibita quando gli sembrò
che la vecchietta avesse fame,
ed allora le offrì uno dei suoi dolci.
La vecchietta riconoscente accettò e sorrise al bambino.
Il suo sorriso era molto bello, tanto bello
che il bambino gli offrì un altro dolce
per vedere di nuovo questo suo sorriso.
Il bambino era incantato!
Si fermò molto tempo mangiando e sorridendo,
senza che nessuno dei due dicesse una sola parola.
Al tramonto il bambino, stanco, si alzò per andarsene,
però prima si volse indietro,
corse verso la vecchietta e la abbracciò.
Ella, dopo averlo abbracciato,
gli dette il più bel sorriso della sua vita.
Quando il bambino arrivò a casa sua ed aprì la porta,
la sua mamma fu sorpresa nel vedere la sua faccia
piena di felicità, e gli chiese:
"Figlio, cosa hai fatto che sei tanto felice?".
Il bambino rispose: "Oggi ho fatto colazione con Dio!".
E prima che sua mamma gli dicesse qualche cosa aggiunse:
"E sai cosa, ha il sorriso più bello che ho mai visto!".
Anche la vecchietta arrivò a casa raggiante di felicità.
Suo figlio restò sorpreso per l'espressione di pace
stampata sul suo volto e le domandò:
"Mamma, cosa hai fatto oggi che ti ha reso tanto felice?".
La vecchietta rispose:
"Oggi ho fatto colazione con Dio, nel parco!".
E prima che suo figlio rispondesse, aggiunse:
"E sai? E' più giovane di quel che pensavo!".

 

Ora, bambini, avete capito perché Gesù ci vuole felici e sorridenti. Immagino che la settimana scorsa, quando abbiamo vissuto il ritiro di avvento, vi siate divertiti tanto. Chi mi sa dire qual era il tema che ci ha accompagnato? “Resta in attesa … c’è una sorpresa!”. Allora avete scoperto qual’era la sorpresa? Che ne dite di vedere come continua oggi la frase? Allora, aiutatemi voi …

 

2)       Il bambino del catechismo porterà una parte della frase “Per te …”

 

Commento:  

Per te ... per noi ... Dio ha pensato ad un progetto meraviglioso. Per realizzarlo c’è bisogno di impegno e di passione. Impegniamoci dunque a vivere ogni giorno come un dono che Dio ci ha fatto da condividere con gli altri

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