II Avvento C

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SPUNTI DI RIFLESSIONE

 

6 Dicembre 2009

 

II Domenica di Avvento

 

(frase davanti all'altare: "Resta in attesa ... c'è una sorpresa")

 

 

Il vangelo

Dal Vangelo secondo Luca

Nell’anno quindicesimo dell’impero di Tiberio Cesare, mentre Ponzio Pilato era governatore della Giudea, Erode tetràrca della Galilea, e Filippo, suo fratello, tetràrca dell’Iturèa e della Traconìtide, e Lisània tetràrca dell’Abilène, sotto i sommi sacerdoti Anna e Càifa, la parola di Dio venne su Giovanni, figlio di Zaccarìa, nel deserto. Egli percorse tutta la regione del Giordano, predicando un battesimo di conversione per il perdono dei peccati, com’è scritto nel libro degli oracoli del profeta Isaìa:

«Voce di uno che grida nel deserto:

Preparate la via del Signore,

raddrizzate i suoi sentieri!

Ogni burrone sarà riempito,

ogni monte e ogni colle sarà abbassato;

le vie tortuose diverranno diritte

e quelle impervie, spianate.

Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio!».  Parola del Signore.

 

 

SPUNTI PER L’OMELIA

 

Buongiorno ragazzi! Di solito la domenica mattina siete in tanti, ma oggi vedo i banchi traboccare da ogni parte! Il motivo? Lo posso immaginare! Oggi infatti voi, bambini e ragazzi, vivrete il ritiro di Avvento insieme ai vostri catechisti e animatori. Sarà una giornata speciale in cui certamente non mancheranno preghiera, riflessioni, giochi e naturalmente del buon cibo! Sapete cosa mi viene in mente pensando al ritiro che vi state preparando a vivere? I campi scuola. Si, proprio i campi scuola che ogni anno viviamo a Lago Laceno. Eh si, perché il ritiro potrebbe essere paragonato proprio ad una giornata tipo del campo scuola.

Come i campi scuola, dunque, anche il ritiro ha un suo programma, le sue attività e soprattutto un tema. Vi dico subito qual è il tema di questo ritiro. Ma per farlo ho bisogno dell’aiuto di uno di voi. Chi mi porta la seconda parte della frase che domenica scorsa abbiamo attaccato davanti all’altare?

 

1)      Il bambino del catechismo porterà all’altare la seconda parte della frase e poi ne leggerà il commento.

  

Commento:   ... C’È UNA SORPRESA. Il nostro è un Dio che ama fare sorprese. Ma sono tante le persone che non si fanno sorprendere per niente, perché, avendo deciso loro come deve essere Dio … non  sanno riconoscerlo o non hanno il tempo di farlo. 

 

Mi viene in mente, pensando a questo commento, una cosa simpatica che capiranno soprattutto gli adulti. Se dovessimo coniugare il verbo Correre, potremmo farlo così: Io corro, tu corri, egli corre ... e tutti siamo esauriti! Siamo pieni di cose da fare, pieni di impegni, non abbiamo più tempo per niente ... e forse facciamo di tutto! È un caos unico la nostra vita, il nostro tempo è sempre breve. Dormiamo poco, perché c'è sempre un sacco di roba da fare, ci sono sempre troppi programmi in TV... e siamo stanchi perché abbiamo corso troppo, in macchina, autobus, a piedi: semafori, pedoni, doppie file, minuti persi per un parcheggio ...STOP!!!! STOP! FERMIAMOCI UN ATTIMO!

L’invito del Vangelo di oggi è di fare deserto. Fare deserto è ascoltare la voce di Dio, è ascoltare Dio che ti parla in tantissimi modi, alcuni dei quali sconosciuti a noi, gente moderna, che clicca un tasto e parla con l'altro capo del mondo da un telefonino qualunque! Meraviglia della tecnica..., ma quanto stupore abbiamo perso ormai.

Non ci stupiamo più di niente. Tutto ci sembra scontato. Eppure non è così! Lo stupore di una natura che ti parla, di un tramonto che ti dice: il sole mancherà sulla tua terra; di un'alba che ti fa dire: meno male, un altro giorno è nato! Abbiamo perso tanto..., rischiamo ancora di più se tutto ciò che abbiamo perso ci parlava di Dio.

Dio, questo Dio misterioso e nascosto..., o forse siamo noi stessi che non riusciamo più a vederlo, a sentirlo, a percepirlo presente. Insomma, per scoprire qual è la sorpresa che il Signore ci fa dobbiamo … Ma ditemelo voi. Chi mi aiuta? Sveliamo il secondo simbolo di oggi. Come potete vedere è tornata a farci visita la bussola che abbiamo incontrato Domenica 11 ottobre in occasione della Festa dell’Oratorio. Su uno degli aghi della bussola, in quella occasione, avevamo apposto la parola “Rispondere”. Rispondere alla chiamata di Dio è la prima cosa che dovrebbe fare un sacerdote per ben iniziare il suo cammino alla sequela di Gesù. Oggi, in concomitanza con questa seconda Domenica di Avvento, abbiamo scelto un’altra parola che caratterizza la vita del sacerdote. Chi mi aiuta a scoprire qual è?

 

2)       Il bambino del catechismo porterà all’altare la parola e poi ne leggerà il commento.

 

Commento:   ASCOLTARE - Ascoltare vuol dire, prima di tutto, mettersi nei panni degli altri. Capire le cose dal loro punto di vista. Ma si tratta anche di comprendere ciò che forse un’altra persona non ha intenzione di dirci.

 

Quando si parla di comunicazione, si pensa sempre che la cosa più importante sia sapersi esprimere. Ma non è così. L’arte più sottile e preziosa è saper Ascoltare. Naturalmente “ascoltare” non significa usare solo l’udito; ma capire ciò che gli altri dicono e quali sono le loro intenzioni. Ascoltare vuol dire, prima di tutto, mettersi nei panni degli altri. Capire le cose dal loro punto di vista. Ma si tratta anche di percepire ciò che forse un’altra persona non aveva intenzione di dirci, ma involontariamente “trasmette” con il suo comportamento, il suo modo di esprimersi.

Ascoltare letteralmente significa: Trattenersi volontariamente e attentamente a udire, prestare la propria attenzione e partecipazione a qualcuno o qualcosa in quanto informazione o motivo di riflessione.

Dice Karl Menninger: Ascoltare è una cosa magnetica e speciale, una forza creativa. Gli amici che ci ascoltano sono quelli cui ci avviciniamo. Essere ascoltati ci crea, ci fa aprire ed espandere.

Insomma Ascoltare è un affettuoso regalo che facciamo a chi sta cercando di dirci qualcosa. Ma spesso è anche un grande regalo per chi ascolta.

Dunque, l’idea per il Ritiro di Avvento dei bambini e ragazzi del catechismo è, per quest’anno, quella di mettere in evidenza un aspetto fondamentale della nostra vita e che troppo spesso tralasciamo: l’ASCOLTO.

Quando si ascolta si presuppone che ci sia sempre un interlocutore che sta trasmettendo qualcosa, un messaggio. Abbiamo quindi definito tre tipi di ascolto a seconda degli interlocutori con i quali ci troviamo a comunicare, dialogare:

1)      Ascolto di Dio

2)      Ascolto di se stessi

3)      Ascolto degli altri

 

Solo l’ascolto dell’altro ce lo rivela e ce lo fa conoscere.

Domenica scorsa riflettevamo su come ognuno di noi sia chiamato a tenere sempre alto lo sguardo, anche quando tutto sembra crollare. Oggi, invece, soffermiamo la nostra attenzione sulla capacità che abbiamo di ascoltare Dio, noi stessi e gli altri.

Nella settimana che inizia, portiamo con noi l’esperienza che ci verrà da questo ritiro: non riusciremo a fare tutto in una volta, ma siamo ancora alla Seconda Domenica di Avvento ed abbiamo il tempo necessario per impegnarci ogni giorno un pochino, così da camminare con passi leggeri e veloci verso il Signore che viene.

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