VIII Tempo Ordinario

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SPUNTI DI RIFLESSIONE

 

27 FEBBRAIO 2010 - VIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO A)

 

VANGELO

Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: «Nessuno può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la ricchezza. Perciò io vi dico: non preoccupatevi per la vostra vita, di quello che mangerete o berrete, né per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita non vale forse più del cibo e il corpo più del vestito? Guardate gli uccelli del cielo: non séminano e non mietono, né raccolgono nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non valete forse più di loro? E chi di voi, per quanto si preoccupi, può allungare anche di poco la propria vita? E per il vestito, perché vi preoccupate? Osservate come crescono i gigli del campo: non faticano e non filano. Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. Ora, se Dio veste così l’erba del campo, che oggi c’è e domani si getta nel forno, non farà molto di più per voi, gente di poca fede? Non preoccupatevi dunque dicendo: “Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo?”. Di tutte queste cose vanno in cerca i pagani. Il Padre vostro celeste, infatti, sa che ne avete bisogno. Cercate invece, anzitutto, il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta. Non preoccupatevi dunque del domani, perché il domani si preoccuperà di se stesso. A ciascun giorno basta la sua pena».                  Parola del Signore

 

 

SPUNTI PER L’OMELIA

 

Tema dominante di questa domenica: Dio non ci abbandona, né si dimentica di noi. La prima lettura del profeta Isaia ci dà addirittura un dato … autobiografico di Dio: ci tiene talmente a noi che se anche una madre può dimenticarsi di suo figlio "io invece non ti dimenticherò mai!".

Ma vediamo, un po’ quali sono le indicazioni che il Signore vuole darci quest’oggi.

  1. È praticamente impossibile che Dio si dimentichi di noi, perché ci ha addirittura scritti, a mò di promemoria, sul palmo delle sue mani (è sempre Isaia che ci dà questi dati … autobiografici di Dio: è stato certamente uno dei suoi primi segretari). E Gesù che è il Figlio e quindi del Padre ne sa molto di più dei suoi vari segretari, ci dice addirittura che Egli ha scritto tutti i nostri nomi in un grande libro nei cieli: "Rallegratevi perché i vostri nomi sono scritti nei cieli". Altro che dimenticarci: scrive e riscrive i nostri nomi: sette miliardi nel duemila e chissà quanti nei secoli passati! Ma vi rendete conto: i nostri nomi scritti addirittura in cielo! Vi rendete conto di quale onorificenza siamo insigniti!

  2. Il Vangelo ribadisce e rafforza questo concetto: se c'è già Dio che pensa a voi, ma perché ci pensate così tanto voi stessi?! Guardate gli uccelli del cielo, non pensano che a volare eppure ricevono regolarmente le loro briciole quotidiane. "Non valete forse più di molti passeri?" Pensate anche voi a volare alto, a cercare le cose di lassù, e riceverete anche tutte quelle di quaggiù. Mentre se cercate quelle di quaggiù, non avrete né le une né le altre. Se volete ottenere quel che chiedete (= le cose di quaggiù, cioè salute, casa, lavoro, ecc.) dovete cercare altro e le otterrete quando non le chiederete più. "Cercate anzitutto il regno di Dio e il resto vi sarà dato in aggiunta". Occupati di me, mi occuperò di te" diceva Gesù a santa Caterina da Siena. E nel Vangelo ci ribadisce che non dobbiamo pre-occuparci! Occuparsi è una cosa, preoccuparsi è un'altra! Occuparsi è doveroso, preoccuparsi è dannoso! Pensiamo un po' di meno e voliamo un po' di più

  3. Non preoccupiamoci del domani perché basta e avanza il peso di oggi! Se ci carichiamo anche di quello del domani, crolliamo al primo colpo. E in più siamo pagani, perché di queste cose si preoccupano i pagani, non i figli del Padre celeste. "Guardate i gigli del campo" filano e cuciono forse il loro vestito? Eppure chi è più elegante di uno solo di loro? Non ho mai visto tanta eleganza e tanta finezza come nel loro abito. Io non me ne intendo di sfilate di moda, ma penso che se sfilasse un giglio, farebbe indietreggiare tutti quanti!

A questo andando  a rileggere il Vangelo di questa domenica ci si renderà conto che la soluzione al troppo preoccuparsi è una sola: l'abbandono in Dio che non ci abbandona mai, siamo noi che facciamo una gran fatica ad abbandonarci totalmente a Lui. A lasciargli il volante della nostra vita. Questo sarebbe l'unico modo per sfuggire al timore del domani che ci tormenta.

Gesù ci invita a credere in Lui e nelle sue parole, parole che devono trasformarsi nei nostri atteggiamenti di vita. Infatti, non siamo ad avere la responsabilità di ciò che è giusto o sbagliato ma sta a noi scegliere e, saremo in grado di fare la scelta giusta, se avremo un cuore capace di riconoscere e servire il vero Signore del bene, cioè Gesù. Un cuore capace di avere fiducia nel Signore e consapevole che Gesù è attento ad ogni nostra  necessità ed esigenza.

Tutto ciò che ruota intorno a noi, infatti, è dono di Gesù. Ed egli sta lì a ricordarci, ogni giorno, di vivere la nostra vita con intensità, con impegno, ma senza affanno, quell’affanno che ci porta a vivere con stress e trepidazione l’esistenza, togliendoci il gusto di assaporarla e di renderla speciale, mettendo a frutto i talenti di cui ognuno è dotato.

I talenti di cui Gesù ci ha fatto dono sono il vestito della nostra anima: il nostro biglietto da visita per entrare a far parte del famoso banchetto del re. Poiché si tratta di un abito abbastanza difficile da trovare, domenica scorsa ci siamo impegnati a prepararlo da noi. Infatti abbiamo la macchina da cucire, il filo e l’ago. Per cucire un bel vestito non bastano solo ago e filo, ci vuole qualcos’ altro: chi mi aiuta a capire cosa manca?

 

Un bambino porta all’altare un pezzo di stoffa e ne legge il commento.

 

Commento:    Senza un buon tessuto non potremmo mai cucire un vestito elegante e di qualità. Impegniamoci a capire ciò che sappiamo fare, quali sono i veri talenti che rendono speciale la nostra vita, coltiviamoli e mettiamoli al servizio della comunità e realizzeremo il nostro miglior abito per il Signore.

 

Un bambino porta all’altare le forbici e ne legge il commento

 

Commento:    Le forbici sono indispensabili, nelle mani di un sarto, per modellare e tagliare un vestito che piano piano prende forma: così è la fede in Gesù. Essa modella il nostro cuore e lo aiuta ad abbandonare le preoccupazioni inutili per dedicarsi alle cose importanti della vita.

 

 

STORIELLA - Al posto di Dio ( Bruno Ferrero)

 

Il vecchio eremita Sebastiano pregava di solito in un piccolo santuario isolato su una collina. In esso si venerava un crocifisso che aveva ricevuto il significativo titolo di «Cristo delle grazie». Arrivava gen­te da tutto il paese per impetrare grazie e aiuto. Il vecchio Sebastiano decise un giorno di chiede­re anche lui una grazia e, inginocchiato davanti all'immagine, pregò: «Signore, voglio soffrire con te. Lasciami prendere il tuo posto. Voglio stare io sulla croce». Rimase silenzioso con gli occhi fissi alla croce, aspettando una risposta. Improvvisamente il Crocifisso mosse le labbra e gli disse: «Amico mio, accetto il tuo desiderio, ma ad una condizione: qualunque cosa succeda, qualun­que cosa tu veda, devi stare sempre in silenzio». «Te lo prometto, Signore». Avvenne lo scambio. Nessuno dei fedeli si rese conto che ora c'era Se­bastiano inchiodato alla croce, mentre il Signore aveva preso il posto dell'eremita. I devoti continuavano a sfilare, invocando grazie, e Sebastiano, fedele alla promessa, taceva. Finché un giorno... Arrivò un riccone e, dopo aver pregato, dimenti­cò sul gradino la sua borsa piena di monete d'oro. Sebastiano vide, ma conservò il silenzio. Non parlò neppure un'ora dopo, quando arrivò un povero che, incredulo per tanta fortuna, prese la borsa e se ne an­dò. Né aprì bocca quando davanti a lui si inginoc­chiò un giovane che chiedeva la sua protezione pri­ma di intraprendere un lungo viaggio per mare. Ma non riuscì a resistere quando vide tornare di corsa l'uomo ricco che, credendo che fosse stato il giova­ne a derubarlo della borsa di monete d'oro, gridava a gran voce per chiamare le guardie e farlo arrestare. Si udì allora un grido: «Fermi!». Stupiti, tutti guardarono in alto e videro che era stato il crocifisso a gridare. Sebastiano spiegò come erano andate le cose. Il ricco corse allora a cercare il povero. Il giovane se ne andò in gran fretta per non perdere il suo viaggio. Quando nel santuario non ri­mase più nessuno, Cristo si rivolse a Sebastiano e lo rimproverò. «Scendi dalla croce. Non sei degno di occupare il mio posto. Non hai saputo stare zitto». «Ma, Signore» protestò, confuso, Sebastiano. «Dovevo permettere quell'ingiustizia?». «Tu non sai» rispose il Signore, «che al ricco conv­eniva perdere la borsa, perché con quel denaro stava per commettere un'ingiustizia. Il povero, al contra­rio, aveva un gran bisogno di quel denaro. Quanto al ragazzo, se fosse stato trattenuto dalle guardie avrebbe perso l'imbarco e si sarebbe salvato la vita, perché in questo momento la sua nave sta colando a picco in alto mare».

 

Incominciamo, a partire da questa domenica, a coltivare nella fede la certezza che il Padre sa tutto di noi, avere fede nei suoi silenzi ed in essi scoprire che  non può volere che il nostro vero bene.

 

PREGHIERA

La fede è la roccia

per non temere i venti

e le tempeste della vita.

Ma è anche le ali

per chi decide di volare alto.

La fede è l’ancora

che da sicurezza

nei momenti del dubbio e dell’incertezza.

Ma è anche la vela

che ti permette di prendere il largo.

La fede è scommettere sulla vita

qui, ora,  per sempre

                                               T. Lasconi

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