VI Tempo Ordinario

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SPUNTI DI RIFLESSIONE

 

13 FEBBRAIO 2010 - VI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO A)

 

VANGELO

Dal Vangelo secondo Matteo 5, 17-37

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento. In verità io vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà un solo iota o un solo trattino della Legge, senza che tutto sia avvenuto. Chi dunque trasgredirà uno solo di questi minimi precetti e insegnerà agli altri a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà, sarà considerato grande nel regno dei cieli. Io vi dico infatti: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli. Avete inteso che fu detto agli antichi: “Non ucciderai; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio”. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. Chi poi dice al fratello: “Stupido”, dovrà essere sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: “Pazzo”, sarà destinato al fuoco della Geènna. Se dunque tu presenti la tua offerta all’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all’altare, va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono. Mettiti presto d’accordo con il tuo avversario mentre sei in cammino con lui, perché l’avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia, e tu venga gettato in prigione. In verità io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo! Avete inteso che fu detto: “Non commetterai adulterio”. Ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel proprio cuore. Se il tuo occhio destro ti è motivo di scandalo, cavalo e gettalo via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo venga gettato nella Geènna. E se la tua mano destra ti è motivo di scandalo, tagliala e gettala via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo vada a finire nella Geènna. Fu pure detto: “Chi ripudia la propria moglie, le dia l’atto del ripudio”. Ma io vi dico: chiunque ripudia la propria moglie, eccetto il caso di unione illegittima, la espone all’adulterio, e chiunque sposa una ripudiata, commette adulterio. Avete anche inteso che fu detto agli antichi: “Non giurerai il falso, ma adempirai verso il Signore i tuoi giuramenti”. Ma io vi dico: non giurate affatto, né per il cielo, perché è il trono di Dio, né per la terra, perché è lo sgabello dei suoi piedi, né per Gerusalemme, perché è la città del grande Re. Non giurare neppure per la tua testa, perché non hai il potere di rendere bianco o nero un solo capello. Sia invece il vostro parlare: “sì, sì”, “no, no”; il di più viene dal Maligno».       Parola del Signore.

 

 

SPUNTI PER L’OMELIA

 

Come sempre la Parola di Dio è tanto ricca e riesce a toccare nel profondo il nostro cuore. La Parola che la liturgia ci propone questa Domenica, è incentrata sull'importanza di seguire gli insegnamenti del Signore. Seguirli non è solo un comando per i cristiani, bensì fonte di beatitudine, di felicità.

Nel Vangelo troviamo il pensiero di Gesù a riguardo; Gesù ci fa compiere un salto in avanti o meglio ci aiuta ad andare ancora più nel profondo.

Dice ai suoi discepoli di impegnarsi a rispettare la legge e i profeti perché egli stesso è venuto sulla terra per dare compimento alla Legge e ai Profeti. Che significa dare compimento? Vuol dire che Gesù è convinto che i dieci comandamenti e la Bibbia sono importantissimi per la fede dei suoi discepoli ma essi devono essere accompagnati da qualcosa di ancora più importante, qualcosa che accresca il loro valore: l’amore.

 

Matteo riporta queste parole di Gesù: "Chi dunque trasgredirà uno solo di questi precetti, anche minimi, e insegnerà agli uomini a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà agli uomini, sarà considerato grande nel regno dei cieli".

Gesù, oggi, ci insegna due cose fondamentali: da un lato ci dà un motivo in più per seguire i precetti contenuti nell'Antico Testamento, per essere considerati grandi nel Regno dei cieli; contemporaneamente ci invita a prenderci cura l'uno dell'altro, a non badare solo alla nostra condotta, ma ad aprire i nostri occhi verso il prossimo per seguire con lui i precetti del Signore.

Soffermiamo la nostra attenzione sul primo punto per dire che Gesù oltre alla necessità dell'osservanza dei vari comandamenti, vi aggiunge la necessità che anche il "cuore" cioè l'intimità delle intenzioni e la purezza interiore vi prendano parte. Quindi non è più sufficiente evitare l'omicidio o il furto, ma occorre anche allontanare l'animo dalle intenzioni di odio e di malvagità ed evitare ogni sentimento di invidia e di gelosia per le cose degli altri. Non serve amare i propri amici disprezzando magari chi ci è antipatico, ma occorre amare il prossimo come se stessi, non escludendo i propri nemici. Gesù "adempie" la Legge non nel senso che la fa osservare ma nel senso più profondo che la realizza nella sua pienezza, dando importanza non solo alle azioni ma alle intenzioni, perché il cuore può agire ancor prima del corpo o delle labbra. Per spiegarvi meglio questo concetto, mi faccio aiutare da uno dei due simboli di oggi: il giradischi. I bambini di oggi, non sapranno mai cos’è un giradischi, a meno che noi genitori non ne possediamo uno. E’ un vero peccato, in quanto il giradischi è stato il divertimento principale di diverse generazioni.

 

Un bambino porta all’altare un giradischi e ne legge il commento:

 

Commento:

Come il giradischi è uno strumento usato per riprodurre suoni e, quindi, per ascoltare la musica; la Legge e i Profeti sono i mezzi attraverso i quali Gesù ci invita a far parte del suo Regno. Ma ciò non basta …

 

Gesù dunque, non si accontenta che noi siamo bravi e attenti a seguire i Comandamenti, ci chiede di insegnarli agli altri. D'altronde quando scopriamo una cosa che ci fa bene o piacere non vediamo l'ora di condividerla con gli altri, vero? La chiave di volta per la soluzione di questi problemi risiede in un solo concetto: l'amore di Dio e del prossimo.

Guardiamoci bene negli occhi per dirci tutta la verità, senza cercare di nasconderci dietro a una maschera. E' difficile vivere insieme non venendo mai e poi mai meno all'amore. In qualche modo, per ragioni a volte piccole, a volte grandi, siamo tentati di 'romperla con il vicino'. Così come a volte, poiché siamo stanchi di donare agli altri il nostro tempo, preferiamo chiuderci in noi stessi nella nostra casa, lontano anche da chi potrebbe avere bisogno di noi.

Quando ci capita di vivere questi momenti di “egoismo” bisogna che ci rendiamo conto del fatto che non è questo ciò che il Signore vuole da noi e con il Vangelo di oggi ce lo dice chiaramente. Gesù non ci vuole persone mediocri. Sapete cosa significa mediocre? Riferito ad una persona, mediocre significa: chi si accontenta, colui che non è in grado di schierarsi … direi chi ha paura di amare fino in fondo. Insomma, non è poi così bello essere mediocri, vero?

Il Signore ci vuole persone degne di questo nome. La parola persona ha un significato stupendo, significa "sono per": contraria all'individuo che è ripiegato su se stesso.

Per questo Gesù ha posto come unico comandamento per l'uomo "l'amore": un amore che non viene mai meno: è giusto, ossia fedele, anche se ci costa non solo di riallacciare il discorso con chi ci ha tolto la parola, non solo perdonare quando siamo offesi o chiedere perdono, ma addirittura dare la vita. E' il solo modo perché possiamo chiamarci una comunità, sia essa la famiglia o la società. L'amore in Dio, per ogni uomo, abbraccia Dio e il prossimo a tutto campo, a 360 gradi diremmo noi. E che cosa ci promette? Un regalo grandissimo che non potremmo comprare con tutto l’oro del mondo: la vita eterna. Sapete come viene rappresentata la vita eterna dallo stesso Gesù? Come un banchetto, una festa alla quale si può entrare solo con l’invito. Parlando di banchetto, però, mi vengono in mente due cose fondamentali che non possono proprio mancare ad una festa: il cibo e la musica. Che ne dite di farli entrare?

 

Un bambino porta all’altare un disco a forma di pizza e ne legge il commento:

 

Commento:

 

Tutta un’altra musica! Questo è l’invito che Gesù ci fa oggi! Non basta rispettare le regole, bisogna amarle e farle amare agli altri, perché sono proprio quelle regole che ci porteranno alla salvezza.

 

È quanto ci ha detto Gesù nella Parabola degli invitati a nozze riportata nel vangelo. Il Re (Signore) manda gli inviti ma gli invitati rifiutano l'invito preferendo i propri interessi personali. Ed alla fine ordina che si vada per le strade, per i vicoli, sede degli emarginati, dei barboni, e si portino quelli, fino a che la sala fu piena. Ma sottolinea Gesù a quel banchetto, anche se si è storpi o altro, poveri peccatori, come tutti noi, vuole che si vada con "la veste nuziale", ossia con il cuore aperto all’amore. A tal proposito vi racconto una storia.

 

STORIELLA

 

Non so se a voi è mai capitato di essere ripresi da uno dei genitori o da un'insegnante per non avere aiutato un amico, a me sì! Vi racconto subito cosa mi è successo. Frequentavo la seconda media, dunque ero abbastanza grande e ormai sapevo bene come bisogna comportarsi a scuola e quali sono i doveri di un alunno, raramente infatti venivo ripreso dai professori. Un giorno il prof. di italiano ci divise in piccoli gruppi assegnandoci una piccola ricerca da completare a casa. Scelse poi, per ogni gruppo un rappresentante, che doveva illustrare il lavoro svolto. Io fui scelto come portavoce del mio gruppo, mi sentivo responsabile della riuscita della ricerca; volevo fare una bella figura davanti ai compagni e soprattutto col professore! Il pomeriggio, faticosamente riuscii a concordare con i miei compagni l'orario e il posto dell'incontro. Non vi dico che confusione facemmo; insomma soltanto io prendevo la cosa sul serio e mi impegnavo a studiare, mentre gli altri si scambiavano figurine, giocavano e scherzavano! Ritornato a casa ripassai tutti gli argomenti per essere pronto all'interrogazione. In classe, arrivato il turno del mio gruppo, cominciai ad esporre tutta la ricerca e il prof. sembrava contento, quando però fece una domanda ai compagni del mio gruppo e si accorse che non avevano studiato cambiò espressione e ci mise un voto basso. Lì per lì non capii il motivo, chiesi spiegazioni e lui mi rispose che il lavoro non era individuale ma di gruppo e che il rappresentante aveva anche l'incarico di coinvolgere gli altri! A quel punto mi arrabbiai molto, avrei voluto dirgli quello che combinavano mentre io studiavo e del poco interesse che avevano. Un mese dopo lo stesso insegnante ci divise ancora in gruppi e a me capitò lo stesso e mi ridiede il compito di portavoce. Memore di quel che era successo, decisi di cambiare strategia. Il pomeriggio, dopo aver giocato un po' con i miei compagni, insieme decidemmo di iniziare la ricerca. Non mi affannai a trovar tante notizie, piuttosto assegnai ad ognuno un' incarico e mi assicurai che ognuno di loro sapesse almeno la parte dell'argomento che aveva svolto! La sera ero esausto e contemporaneamente mi sentivo soddisfatto e felice, ero contento di esser riuscito ad insegnare qualcosa agli amici meno volenterosi e soprattutto avevo letto sui loro volti la gioia di aver portato a termine un compito! L'indomani non vi dico il figurone che facemmo, illustrammo insieme la ricerca ognuno la sua parte: eravamo un vero gruppo! Prendemmo tutti un buon voto.

Gesù, un po' come il mio insegnante non si accontenta che ognuno segua per se stesso i suoi insegnamenti, perché sa che la vera gioia è quando riusciamo a donare agli altri ciò che noi possiamo offrire, in questo modo non solo ci sentiamo vicini, ma diventiamo una sola grande famiglia, quella dei cristiani!

 

PREGHIERA FINALE

Essere servo inutile, significa fidarmi di Dio,
credere che attraverso il mio piccolo contributo, lui,
potrà realizzare il suo regno nel mondo.
Essere servo inutile, significa dimenticare ciò che la gente pensa di me
e preoccuparmi di essere grande agli occhi di Dio.
Essere servo inutile, significa donare se stessi,
rinunciando per sempre di raccogliere
i frutti del proprio lavoro.
Essere servo inutile significa
saper sorridere, sempre,
essere pazienti, sempre,
perdonare, sempre.
Ricordami che se ho ricevuto dei doni e possiedo delle qualità
è grazie al tuo amore infinito.

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