IV Avvento

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SPUNTI DI RIFLESSIONE

 

19 DICEMBRE 2010 - IV DOMENICA DI AVVENTO (ANNO A)

 

Ritiro di Avvento Bambini e Ragazzi

 

VANGELO (Mt 1,18-25)

Ecco come avvenne la nascita di Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo.
Giuseppe suo sposo, che era giusto e non voleva ripudiarla, decise di licenziarla in segreto. Mentre però stava pensando a queste cose, ecco che gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa, perché quel che è generato in lei viene dallo Spirito Santo. Essa partorirà un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati». Tutto questo avvenne perché si adempisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta:

“Ecco, la vergine concepirà e partorirà un figlio che sarà chiamato Emmanuele, che significa Dio-con-noi”.

Destatosi dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l'angelo del Signore e prese con sé la sua sposa.

 

SPUNTI PER L’OMELIA

 

Eccoci alla IV domenica di Avvento, l'ultimo passo prima del Natale, che ormai è alle porte, è vicinissimo! Aiutati dalla Parola di Dio abbiamo già scoperto tante cose importanti in queste settimane ... nella II domenica di Avvento abbiamo accolto l'invito di Giovanni Battista a convertirci, cioè a cambiare tutto quello che nella nostra vita non è secondo il cuore di Dio. Domenica scorsa, invece, abbiamo compreso l’importanza della nostra testimonianza. Una testimonianza che deve avere le sue radici nell’amore. Ed oggi? Quali consigli ci dà oggi la Parola di Dio per imparare ad essere sempre pronti? Mi sembra che stavolta l'incarico di indirizzarci bene sia di Giuseppe, lo sposo di Maria. Cerchiamo di scoprire che cosa ci vuol dire il Santo più grande di tutto il calendario, l'uomo a cui Dio Padre ha voluto affidare il suo stesso Figlio.

Il Vangelo secondo Matteo ci riferisce un momento molto difficile nella vita di Giuseppe. Lui e Maria sono fidanzati e devono sposarsi a breve. Giuseppe ha nel cuore tanti progetti per la sua vita con Maria, è innamoratissimo e non vede l'ora di poterla chiamare sua moglie. Ma proprio adesso la sua promessa sposa gli racconta qualcosa che sembra incredibile: ha ricevuto la visita dell'angelo Gabriele, inviato da Dio. L'angelo le ha detto che avrà un bambino e questo bambino sarà figlio di Dio! Giuseppe non riesce a crederci. È qualcosa di troppo grande e insieme di così misterioso. Maria è incinta, certo, ma lui non sa bene che cosa fare ... Fare finta di niente e sposare la sua fidanzata? Ma quel bambino non è figlio suo! E poi, se davvero questa è opera di Dio, lui cosa c'entra? Lui, semplice falegname, lui che non è ricco, né importante, che cosa mai può fare Lui, davanti all'azione di Dio? Forse è meglio fare un passo indietro e lasciare Maria libera, tirarsi fuori da questa faccenda difficile da comprendere, senza far chiasso, senza attirare l'attenzione della gente. Ma non è facile per Giuseppe prendere questa decisione! Lui ama Maria! E che ne sarà di tutti quei bellissimi sogni che aveva nel cuore? Aveva pensato a una vita insieme a lei, mentre ora dovrà restare da solo. Che sarà di lui, adesso? È stanco, un po' triste, e molto preoccupato. Va a dormire con il cuore pesante, quando è già molto tardi. Ma appena si addormenta, accade qualcosa che proprio non si aspettava: in sogno vede un angelo, che gli parla con dolcezza e lo rassicura: "Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo" Che bello sentirsi parlare in questo modo, non vi pare? Dice l'angelo: "Non aver paura, Giuseppe! Il bambino che Maria porta in grembo è davvero Figlio di Dio, ma non devi lasciare Maria, anzi, il Signore si aspetta proprio che tu la sposi, e presto! Fidati di Dio!" L'angelo aggiunge ancora qualcosa: "Ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù". Una frase breve breve, ma importantissima, perché con queste parole l'angelo sta dando un incarico anche a Giuseppe! Infatti gli spiega che sarà Maria, certo, a dare alla luce il bambino, ma Giuseppe avrà il compito di dargli il nome. Sapete, in Israele, era compito del papà dare il nome al figlio. Era lui a sceglierlo ed era lui ad annunciarlo a tutti. Un modo per affermare con forza: questo bambino è proprio figlio mio! Ebbene, l'angelo spiega a Giuseppe che dovrà essere in tutto e per tutto il papà di Gesù, qui sulla terra. Tocca a Giuseppe, perciò, dare il nome al figlio che nascerà da Maria. Per tutta la gente, Giuseppe dovrà essere il papà di Gesù. Be', credo proprio che una cosa così Giuseppe proprio non se la immaginava! Le parole dell'angelo cambiano completamente il suo punto di vista! Era andato a dormire triste e preoccupato, ora si sveglia pieno di gioia e di speranza! Non deve rinunciare al suo progetto di sposare Maria, anzi! Dio stesso gli sta affidando Maria come moglie e il piccolo Gesù come figlio! Giuseppe capisce che il Signore Dio gli sta consegnando un incarico importantissimo e perciò obbedisce con gioia: "Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l'angelo del Signore e prese con sé la sua sposa." È questo, molto semplicemente, il grande suggerimento che ci dà oggi Giuseppe: fare quello che il Signore vuole. Fidarsi di Dio e rispondere con slancio a quello che ci chiede di fare. Voi mi direte: "Ma scusa, e se noi non sogniamo angeli che ci spiegano che cosa vuole Dio, come facciamo a sapere che cosa il Padre Buono si aspetta da noi?" Certo, è vero che di solito non riceviamo la visita di angeli che ci dicono che cosa Dio vuole da noi, però abbiamo lo stesso la possibilità di conoscere i Suoi desideri e di conoscerli bene. Infatti Gesù ci ha detto molto chiaramente che cosa il Padre desidera. Tutto quello che il Maestro di Nazareth ha fatto è stato proprio insegnare e spiegare che cosa si aspetta il Signore da noi. E se per caso qualche volta ci dimentichiamo o qualche particolare sfugge di mente, ogni domenica abbiamo la possibilità di rinfrescarci la memoria riguardo a quello che Lui desidera, ascoltando il Vangelo. Pensate che ricchezza! Ogni volta che veniamo a Messa possiamo capire sempre meglio che cosa il Signore desidera da noi! Dunque, anche questa settimana abbiamo un prezioso consiglio, che ci viene da Giuseppe, lo sposo di Maria. Cioè, essere attenti alla Parola del Signore, ricordarla bene, portarla sempre nel cuore, per poter poi fare quello che il Signore desidera. Se ogni giorno potremo dire con sincerità: "Mi sono impegnato a fare bene tutto quello che il Signore vuole" allora non c'è dubbio che saremo davvero sempre pronti per incontrarlo con gioia.

Giuseppe è riuscito, nella sua vita, a mettere da parte tutti i desideri che aveva per seguire l’unico grande sogno: far piacere al Signore. È così che quest’uomo così umile, piccolo e quasi insignificante rispetto a Maria, è riuscito a fare scacco matto e a vincere la partita della sua vita.

 

SIMBOLI

 

Un bambino porta all’altare un pedone degli scacchi e ne legge il commento. Poi lo posiziona sulla scacchiera in modo che questo faccia scacco matto.

 

Commento:

Accettando la volontà di Dio, Giuseppe ci mostra come da umile falegname con tutti i suoi dubbi e le sue incertezze è entrato a far parte di un progetto ben più grande, lasciando in noi la consapevolezza che nella scacchiera della vita anche un pedone può fare scacco matto.

 

Ebbene si anche un pedone può fare scacco matto perché tutti noi siamo chiamati a realizzare il progetto di Dio sapendo attendere con fiducia, lasciandoci convertire da Lui offrendo così la nostra testimonianza. Con oggi ragazzi concludiamo le nostre settimane d’Avvento e completiamo la nostra scacchiera che ogni domenica abbiamo arricchito con qualche particolare.

Vi è piaciuto questo gioco?

Durante queste domeniche di Avvento, abbiamo soffermato la nostra attenzione su questa scacchiera e abbiamo cercato, rispettando le regole, di giocare insieme. Il rispetto delle regole e il coinvolgimento di tutti per la buona riuscita di questo gioco ci ha fatti divertire.

Sapete, ragazzi, il divertimento è una cosa molto importante che si dovrebbe perseguire in qualsiasi fase della propria vita. Il termine divertimento deriva dal latino divertere, che significa allontanare. Quando una persona si diverte mette da parte le proprie preoccupazioni, letteralmente le allontana. Divertirsi è, soprattutto per voi bambini, un modo per stare bene e per stare bene insieme.

Dunque, parola d’ordine di questa giornata è: divertimento!

 

STORIELLA

 

Un giorno, un santo si fermò da noi. Mia madre lo scorse nel cortile, mentre faceva divertire i bambini. "Oh", - mi disse - "è proprio un santo; puoi andargli incontro, bambino mio". Il santo posò la mano sulla mia spalla e mi chiese: "Bimbo mio, che cosa vuoi fare?". "Non lo so. Che cosa vuoi che faccia?". "No, dimmi tu cosa vuoi fare". "A me piace giocare". "Allora vuoi giocare con il Signore?". Io non seppi cosa rispondere. Egli continuò: "Vedi, se tu potessi giocare con il Signore, sarebbe la cosa più grande del mondo. Tutti lo prendono talmente sul serio che lo rendono mortalmente noioso... Gioca con Dio, bambino mio: è il più meraviglioso compagno di gioco".

Spesso pensiamo a Dio come ad un Padre Misericordioso, oppure ci capita di pensarlo come ad un fratello con il quale parlare e confidarci. Ci è mai passato per la mente di pensare a Gesù come ad un amico con il quale potersi divertire? Se non ci è mai successo è il momento di cominciare a farlo. Ricordatevi sempre un motto che ho sentito qualche tempo fa e che è anche il tema del Ritiro di Avvento che è stato preparato per voi: “Divertiti di più, ma fallo con Gesù. Buon divertimento a tutti. 

 

 PREGHIERA FINALE

 

Beati quelli che lungo la strada
sanno ridere di se stessi:
avranno il divertimento assicurato.
Beati quelli che sanno distinguere una montagna
dal mucchio di terra scavato da una talpa:
si risparmieranno molti fastidi.
Beati quelli che sono capaci di riposare e di dormire,
mentre gli altri fanno baccano e cercano scuse:
dimostrano di essere saggi.
Beati quelli che sanno tacere e ascoltare,
impareranno ogni giorno cose nuove.
Beati quelli che sono abbastanza intelligenti
per non prendersi troppo sul serio:
saranno apprezzati dai loro compagni.
Beati quelli che sono attenti alle necessità degli altri,
senza però sentirsi indispensabili:
saranno seminatori di gioia lungo il cammino.
Beati quelli che sanno ammirare un sorriso
e dimenticare in fretta una smorfia:
la loro strada sarà illuminata dal sole.
Beati quelli che camminano in silenzio
e quelli che sanno cantare con gusto:
la loro strada li porterà lontano.

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