Ritiro di Quaresima
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APOSTOLATO DELLA PREGHIERA RITIRO DI QUARESIMA domenica 5 marzo 2006
“IL CERVELLO DI GESù” LA COMUNITÀ PARROCCHIALE DEL SACRO CUORE ATTRAVERSO IL PENSIERO DI GESÙ CONTEMPLA IL PROGETTO DI DIO PADRE E FA REVISIONE DI VITA
PROGRAMMA ore 8.45 Caffé ore 9.00 Lodi Mattutine (Sala Incontri) ore 9.30 Santa Messa (Chiesa) ore 10.45 Spunti di Riflessione (Sala Incontri) ore 12.00 Adorazione Eucaristica comunitaria (Chiesa) ore 12.30 Adorazione Eucaristica - Meditazione personale (Chiesa) ore 13.00 Ora Sesta - Benedizione Eucaristica (Chiesa) ore 13.15 Pranzo - Caffè (Sala Conferenze) ore 14.00 Santo Rosario ore 14.30 Verifica comunitaria (Sala Incontri) ore 15.30 Adorazione Eucaristica con Vespri Solenni (Chiesa) ore 16.00 Conclusione Il Suo cervello Gesù ha usato il cervello come pochi, forse come nessuno. È vero che non ha fatto nessuna scoperta tecnica, però ha prodotto idee, così tante e così nuove, da lasciare sempre tutti, puntualmente, sorpresi. Il filosofo Benedetto Croce, ad esempio, è giunto a dire che «il cristianesimo è stato la più grande rivoluzione che l'umanità abbia mai compiuto. Tutte le altre rivoluzioni, tutte le maggiori scoperte che segnano epoche nella storia umana non sostengono il suo confronto». Anche Friedrich Nietzsche, uno dei più feroci avversari del cristianesimo degli ultimi tempi, rivolgendosi a Gesù esclamava: «Hai veduto più alto di tutti!». Un altro scrittore, Giovanni Papini, paragonava i quattro vangeli a «quattro covoni di frumento che da settecento milioni di giorni sfamano e impinguano milioni di anime». Ma, insomma, quali idee rivoluzionarie ha introdotto Cristo, per meritarsi tante lodi? Dobbiamo limitarci a qualche assaggio, a qualche scaglia di luce, a qualche bicchiere di «vino nuovo» (Mt 9,17). Ce ne basteranno quattro per provare come Gesù sapeva fare un uso diverso, dal comune, della testa.
1. Non toccare l'uomo! «Il sabato è stato fatto per l'uomo e non l'uomo per il sabato» (Mc 2,27). Per Gesù l'uomo è intoccabile: non esiste quaggiù nulla di altrettanto grande. Tutto si può toccare, anche il sabato, il giorno di riposo consacrato a Dio, ma non l'uomo. Il fatto che Gesù abbia polverizzato il tabù del sabato colpisce così tanto Ida Magli, una antropologa di scuola laica, da lasciarla sorpresa: «Da dove sbuca questo Gesù? Come può essere così in contrasto con l'ambiente?». Difatti il non considerare più il sabato come «un idolo da temere, ma semmai una possibilità in più offerta all'uomo, è incomprensibile all'antropologo che non trova spiegazione per un'operazione tanto inaudita», in un contesto sociale che pensa in modo diametralmente opposto. Dunque per Gesù l'uomo è intoccabile. Nessuno potrà permettersi di strumentalizzarlo, nessuno potrà servirsene. A questo proposito il Concilio Vaticano secondo è deciso: «La persona umana è e deve essere il principio, il soggetto e il fine di tutte le istituzioni» (Gaudium et Spes, n. 25) «Tutto quanto esiste sulla terra deve essere riferito all'uomo come a suo centro a suo vertice» (Gaudium et Spes, n. 22). Il pensatore marxista Lucio Lombardo Radice doveva ammettere che «il cristianesimo è l'unica religione del mondo d'oggi che al suo centro ha l'uomo».
2. DònatiIl grande pensatore greco, Socrate, diceva: «Conosci te stesso». Altri diranno: «Domina te stesso». Gesù supera tutti e dice: «Dona te stesso». Chi non si dona, vive al rovescio. Chi si perde, si trova; chi si rinnega, cresce (Mc 8,35). Concetto nuovo e verissimo, sostenuto, poi, da tutti. Qualche conferma. Vicktor Frankl, psicologo: «Solamente nella misura in cui ci diamo, ci doniamo... realizziamo noi stessi». Erich Fromm, psicanalista, rincalza: «La piena maturità dell'uomo si compie solo con la sua completa liberazione dal narcisismo», cioè con la liberazione di quella malattia psichica che è l'avvitamento su se stessi. Martin Buber, filosofo, conclude: «Io mi faccio nel tu». È così davvero! Chi si chiude in se stesso, chi tira giù le tapparelle e non intesse rapporti con gli altri, è destinato alla morte psichica. I tedeschi hanno un proverbio indovinatissimo: l'isolamento è impoverimento. Proverbio cristiano al cento per cento.
3. Vivere da Dio«Siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste» (Mt 5,48). Ecco un terzo concetto, nuovo ed esplosivo, che, in realtà ne racchiude due: chiamare Dio «Padre» e proporlo come modello di identificazione. Gli psicologi dicono: «Dimmi con chi ti identifichi e ti dirò come andrai a finire». Per Cristo l'uomo deve imitare Dio. Dunque, per Gesù, Dio smuove l'uomo, lo sveglia. Altro che oppio! Dio invita a continui sorpassi. Per questo don Primo Mazzolari diceva: «Se credi nel regno di Dio, devi diventare un inquieto», un insoddisfatto di quello che già sei e già fai. Chi, infatti, può mai dire di aver raggiunto il Modello? Si noti la novità assoluta di questo pensiero di Gesù: per poter vivere da uomo, l'uomo deve vivere da Dio. Secondo alcuni questa è la più sbalorditiva idea cristiana. Certo, è la più stimolante. È l'idea che invita a vivere in salita; è l'idea che ci proibisce di tenere l'anima nell'armadio, ripiegata in quattro come una coperta. Insomma, è la più impensata idea-sfida mai proposta all'uomo.
4. Tutti fratelli «Voi siete tutti fratelli» (Mt 23,8). Tutti uguali. Jean Cardonnel diceva che «credere in Gesù Cristo vuol dire prendere posizione contro tutti i privilegi». Ad esempio, contro il privilegio sessuale maschile. Anche qui Gesù è stato innovatore. Oggi è quasi impossibile riuscire ad immaginare quale tabù sociale Gesù abbia infranto permettendo che Maria Maddalena, Giovanna, Susanna ed altre donne lo seguissero e provvedessero a lui ed ai suoi discepoli (Lc 8,3); più ancora, lasciandosi ungere da una donna di malavita (Mc 14,3-9) e parlando con una donna eretica qual era considerata la Samaritana (Gv 4,7ss). Gesù rivoluziona tutto quello che allora era il modo di considerare e di trattare le donne. Due soli riferimenti. Allora il pio ebreo ringraziava Dio perché non l'aveva fatto né pagano né donna. Allora il massimo elogio che i Romani facevano alle donne era quello di scrivere sulla tomba: «è rimasta chiusa in casa a filare la lana». Oltre al privilegio sessuale maschile, Gesù scardina anche (in base al «voi siete tutti fratelli») il privilegio, diciamo, anagrafico. Allora i bambini erano considerati insignificanti, praticamente nulla. Platone, uno dei massimi pensatori dell'antichità, sosteneva che bisognava lasciar morire i bambini delle famiglie povere; Aristotele, altro tra i massimi pensatori greci, insegnava che bisogna proibire, per legge, di allevare i piccoli sciancati. A Roma, come a Sparta, l'uccisione dei bambini deboli, non solo era ammessa, ma comandata. Insomma, prima di Cristo «nessuno aveva parlato dell'infanzia come di un valore umano» (Milan Machovec, filosofo cecoslovacco). Arriva Gesù e cambia tutto. Nei confronti dei bambini, infatti, egli assume quattro atteggiamenti. Li ama: «Lasciate venire a me i bambini» (Mc 10,14). Li protegge: «Chi scandalizza uno di questi piccoli sarebbe meglio si appendesse al collo una macina da asino e venisse buttato a mare» (Mc 9,42). Li presenta come modelli: «Se non diventerete come bambini, non entrerete nel regno dei cieli» (Mt 18,3). Infine, si identifica (è il massimo!) con essi: «Chi accoglie uno di questi piccoli accoglie me» (Mc 9,37). L'atteggiamento di Gesù nel confronti dell'infanzia ha impressionato persino Karl Marx. La figlia Eleanor ricorda che il padre, da piccola, le raccontava la storia del falegname che fu ucciso dai ricchi, e, tra l'altro, le diceva: «Al cristianesimo possiamo perdonare parecchio, perché ha insegnato a voler bene ai bambini». Ecco alcuni pensieri nuovi usciti dal cervello di Gesù. Per goderli, bisognerebbe fare un salto di duemila anni, superare i detriti di venti secoli di storia e sentirli per la prima volta. Allora il cuore avrebbe un sussulto, e Gesù ci apparirebbe ciò che è: l'uomo più prezioso, il miglior rappresentante della nostra specie.
Lo scrittore tedesco Heinrich Boll fa questa riflessione: «Persino il peggior mondo cristiano sarebbe preferibile al miglior mondo pagano, perché in un mondo cristiano c'è posto per gente alla quale il mondo pagano non ha mai fatto posto: storpi e malati, vecchi e deboli; anzi, più ancora che posto, c'è amore per quelli che al mondo pagano e senza Dio sembrarono e sembrano inutili». A conferma di ciò che dice Boll sentiamo il pensiero del più moralista dei filosofi romani, Lucio Anneo Seneca. Rispondendo ad un amico che si arrabbia a motivo di un suo schiavo scansafatiche, Seneca dice: «Perché arrabbiarti? Quando nasce un vitello deforme che facciamo? Lo abbattiamo. E se nasce un bambino malformato che si fa? Lo affoghiamo. Pertanto che farai con lo schiavo che ti disturba? Ammazzalo, ma non ti arrabbiare». Dunque, per il più sensibile pensatore romano il peccato sta nell'arrabbiarsi, non nell'ammazzare. Ad una civiltà dove conta soltanto la cura dell'io, Gesù sostituisce una civiltà dove conta l'amore dell'altro, di tutti gli altri, perché «voi siete tutti fratelli» (Mt 23,8).
Gesù lavorava di testaNon esiste solo il lavoro manuale, vi è pure il lavoro mentale. Anzi, è proprio questo che mette in moto l'uomo. «Non è intorno a chi inventa strepito nuovo, ma intorno a chi inventa valori nuovi che silenziosamente gira il mondo», sosteneva il pensatore Friedrich Nietzsche. Emmanuel Mounier era solito dire: «Non è la violenza che fa la rivoluzione, ma la luce», cioè le idee. Le idee cambiano l'uomo. Le scoperte tecniche, tutt'al più, lo «prolungano» ma non lo cambiano. È indovinatissima la riflessione del nostro scrittore Luciano De Crescenzo: «L'automobile è una prolunga delle gambe, il telefono una prolunga dell'orecchio, il televisore dell'occhio e il computer del cervello; ma nessuno di questi nuovi marchingegni, che io sappia, è mai riuscito a cambiare l'uomo nel suo profondo. Passano gli anni, infatti, e malgrado le nuove prolunghe immesse sul mercato, gli uomini continuano a comportarsi come sempre. Non ci sono, forse, ancor oggi, uomini ambiziosi come Alcibiade, gelosi come Menelao, e invidiosi come Tieste?». Ebbene, Gesù non ha puntato sulle «prolunghe», ma ha puntato sul cervello, perché tutto parte di lì. Il bene ed il male. Le camere a gas non le ha inventate Hitler: le hanno inventate coloro che le hanno pensate. Hitler ha solo acceso il fiammifero.
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