Scheda 2

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CONFIDARE

Approfondiamo insieme

Appoggiarsi - Affidare i propri sentimenti - Credere e dare affidamento - Mettersi nelle mani dell’altro.

"Ognuno di noi è un angelo con una sola ala

che per volare ha bisogno di appoggiarsi all'altro"

(Don Tonino Bello)

C'è un bastone che tante volte ci aiuta nel procedere dei passi... ma quanto sarebbe meglio prendere sottobraccio qualcuno! Siamo tutti malati di autosufficienza e, se in parte questa è positiva per non lasciarsi abbattere dalle difficoltà che possono insorgere con l’età, chiedere il sostegno di qualcuno è cosa più grande. Scoprire di essere sempre bisognosi di relazioni umane non è una debolezza, è una risorsa perché si offre all’altro la possibilità di amare. Nella fase iniziale lo scoprire di dover chiedere un aiuto ci può imbarazzare: se la nostra mano tesa è accolta con un sorriso, questo ci allargherà l’orizzonte della speranza, se poi viene un rifiuto, questo eserciterà la nostra pazienza.

 

Quali sono le situazioni nelle quali hai richiesto un aiuto? (Scegli o integra)

Nella malattia

Nella solitudine

Nelle difficoltà economiche

Nelle difficoltà dei rapporti familiari

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Siamo degli eterni gelosi: lo eravamo nella giovinezza quando le attenzioni di chi ci stava (e magari c'è anche oggi) accanto perché non erano diretti in modo esclusivo a noi, lo siamo ancora adesso quando gli interessi altrui non toccano la nostra sfera: per qualche amico che non telefona più tanto spesso ma che sappiamo che dedica attenzione maggiore ad altri, per il parroco che non ci saluta come una volta mentre dedica ai giovani tutto il suo impegno, per i figli impegnati altrove che non ci interpellano più, ecc...

 

Certo, ricevere le confidenze di qualcuno ci fa piacere per la stima di cui siamo oggetto, ma noi ci arrischiamo a comunicare i nostri sentimenti? Non quelli superficiali che vengono subito a galla, le chiacchiere 'da mercato' o da... 'supermercato", ma quelli custoditi nel profondo che talvolta non confidiamo neppure a noi stessi.

 

Certi pensieri se tenuti sempre nascosti hanno il potere devastante di scavare dentro di noi dei solchi, delle rughe interiori che portano tanta tristezza.

 

Con quale criterio scegliamo i destinatari delle nostre confidenze? (Scegli o integra)

Se chi ci ascolta ci vuol bene

Se la pensa come noi

Se siamo sicuri della sua segretezza

Se ha già avuto esperienze simili alle nostre

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Nella vita ci sarà capitato di viaggiare. Specialmente nel "sud' del mondo, nei paesi più poveri, ci siamo imbattuti nella socievolezza dette persone, siamo stati colpiti dagli sguardi aperti, dall’ospitalità semplice ma immediata che ci ha spalancato la porta, dalla disponibilità a mille servizi magari compensati solo da pochi spiccioli. Che cosa ci ha tolto questa spontaneità e ci ha resi diffidenti? Forse la paura di essere 'derubati" e non solo dette cose materiali. Forse i troppi beni da difendere ci hanno tolto la gioia di tenere (come accadeva 50 anni fa nei nostri paesi) le chiavi infilate nella porta! Eppure dentro di noi qualcosa si ribella a questo atteggiamento di chiusura.

 

Perché sottoponiamo noi e gli altri a una specie di indagine preventiva prima di dare fiducia? (Scegli o integra)

Non lo conosciamo

Non è del nostro paese o della nostra città, non può capire, è straniero e non è della nostra stessa fede

Siamo rimasti delusi e feriti da precedenti esperienze negative

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Ascoltando i discorsi di quelli della nostra 'terza età' è facile incappare nella lamentazione degli acciacchi quasi fosse una partita di ping pong dove si respinge la pallina a suon di:

- Ma io ho anche male al ginocchio... E l’altro ribatte: - Sapessi il mal di testa che mi viene la sera!

 

A questo punto si inizia di solito la serie dei consigli e dei rimedi più vari: gli indirizzi del medico tradizionale o della medicina alternativa, dell’agopuntura o del guaritore... e chi più ne ha, più ne metta.

 

Corriamo così a metterci in mani non sempre raccomandabili! Il bisogno di 'guarire' ci rende disposti a tutto. Allora le nostre difese cadono per incanto e diveniamo docili e semplici come agnellini, pronti ad affidarci a chiunque.

 

E per guarire le ferite dell'anima a chi ricorriamo? Per sanare questo tipo di 'scottature" cosa siamo disposti a cedere?

 

A quali "diete" spirituali ci sottoponiamo? (Scegli o integra)

Rinunciamo a pensare che abbiamo sempre ragione

Guardiamo gli altri e ciò che ci capita con occhio benevolo

Sottolineiamo solo il bello e cerchiamo di dimenticare il brutto

Perdoniamo senza rancore

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E pensare che quando la Chiesa ci indica certe strade non proprio comode accampiamo mille scuse.

Le nostre giustificazioni sulla Parola di Dio che è per noi "troppo difficile" sono infinite. E dire che sarebbe così semplice abbandonarsi fra "quelle braccia" senza timore sapendosi "guariti", salvati sempre (qualsiasi tipo di ferita ci portiamo dentro) da Colui che per noi è rimasto ferito per sempre!

 

"Io sono tranquillo e sereno come bimbo svezzato in braccio a suo madre, come un bimbo svezzato è l'anima mia" (Salmo 131,2).

 

Per saperne di più

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